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La Lupe

La biografia de La Lupe

a cura di Daikil


Lupe Victoria Yoli Raimondo, al secolo La Lupe, “La Yiyiyi”, “The Queen of the Latin-Soul”

Nasce il 23 dicembre 1936 nel quartiere San Pedrito di Santiago di Cuba, da una famiglia di umili origini. Il padre, Tirso Yoli, impiegato nella locale distilleria Bacardi, decide per lei una carriera da insegnante e come tale si diploma all’Havana, proprio come la sua “antagonista” Celia Cruz prima di lei.
Il richiamo della musica è però per lei irrinunciabile: si era formata ascoltando intrepreti quali Rita Montaner, Olga Guillot e la stessa Celia Cruz.

Nel 1958 si sposa una prima volta con Eulogio “Yoyo” Reyes, leader del gruppo Los Tropicubas, al quale si unisce, e dal quale ebbe un figlio: René Camaño. In queste prime esperienze musicali già affiora il carattere forte della Lupe che da uno scossone alla scena musicale cubana dell’epoca.
Dopo due anni si separa dal marito (a causa della sua infedeltà) e dal suo gruppo, ed intraprende la carriera solista, registrando per la Discuba il suo primo disco Con El Diablo En El Cuerpo che comprende, tra l’altro, famose ballate americane tradotte in spagnolo come Loco Amor, Quiéreme Siempre, e il suo primo vero successo No Me Quieras Asi che i suoi fans hanno ribattezzato La Pared perchè nei concerti era solita cantarla ponendosi di fronte ad una parete.

Sempre a Cuba pubblica altri due dischi: Lo Que Trajo La Hola e Volviò La Lupe, per i quali riceve il Disco d’Oro dalla casa discografica RCA Victor.
Ma quello che maggiormente la caratterizza sono già le sue esibizioni dal vivo (memorabili quelle al La Red dell’Havana), sensuali e disperate, ma dai toni troppo accesi per la neonata rivoluzione cubana (ma già sotto Batista le sue esibizioni erano considerate di cattivo gusto dai benpensanti, non dal popolo), tanto da costringerla a lasciare Cuba, prima per il Messico dove non ha il successo sperato, e poi per NYC, dove si esibisce in un piccolo locale, La Barraca, tra la 51a e l’8a nel West Side.

Qui subito viene notata dal compatriota Mongo Santamaria che la vuole nel suo gruppo ed insieme incidono Mongo Introduces La Lupe (1963), vero trampolino per il lancio internazionale della Lupe. In seguito entra a far parte dell’orchestra di Tito Puente, apportando nuova linfa vitale dopo la crisi delle big band latine dovuta alla chiusura del Palladium. Questa collaborazione sfocia in una lunga e fortunata serie di dischi, a partire da La Excitante Lupe Canta Con El Maestro Tito Puente (1965) che vendette più di 500.000 copie, per continuare con Homenaje A Raphael Hernadez (1966) e The King And I (1967), tutti per la Tico Records.

 

La collaborazione con Tito Puente aveva fruttato per la Lupe una maggior disciplina vocale ed artistica, sempre all’interno di una capacità interpretativa fuori dal comune, che spaziava fra tutti i generi musicali caraibici, portandola ad essere, alla fine degli anni ’60 la più grande star della musica latina insieme a Celia Cruz. In questo periodo esegue anche diverse covers , tra cui America da West Side Story e Fever.

Una brusca frenata alla carriera della Lupe si verifica quando alla fine del 1968 Tito Puente la licenzia (evento da cui la Lupe trae la canzone Ay, Ay, Ay, Tito Puente Me Botò), e quando la ormai onnipossente Fania acquista la Tico Records: si dice che Jerry Masucci avesse deciso di spingere la sua protetta e più affidabile Celia Cruz, lasciando l’ingestibile Lupe al suo destino. Nel ’71 poi, il suo secondo marito Willie García, dal quale aveva avuto sua figlia Rainbow, si ammala di schizofrenia e muore quattro anni dopo (secondo alcune fonti invece Willie García sarebbe ancora vivo – 05/2007).

Nonostante ciò si riebbe ben presto grazie alla sua innata forza d’animo e nel ’71 prende parte alla piéce teatrale Two Gentleman From Verona e per tutti gli anni ’70 continua la sua ascesa verso il mito, grazie anche all’incontro col portoricano Tite Curet Alonso, e nel ’74 pubblica Un Encuentro Con La Lupe che segna l’apice della sua fama.

Continuano a renderla unica i numerosi concerti dal vivo nei più grandi centri di NYC, dove i fans adoranti la vedono totalmente immersa nel suo inno artistico alla disperazione.
Sono anche gli anni del suo grande benessere economico che la porta ad acquistare una magione nel New Jersey del valore di 185.000 $ appartenuta a Rodolfo Valentino. Automobili e gioielli sono la sua passione che riesce a soddisfare per tutti gli anni ’70.

La Lupe allo “show del gallo”

Nel ’78 Jerry Masucci fa marcia indietro e le offre un contratto per ricongiungersi con Tito Puente con cui registra La Pareja.
L’arrivo degli anni ’80 segna il declino irreversibile della Lupe, la quale cade in disgrazia anche a causa del suo fanatismo religioso. La Lupe aveva infatti sempre seguito la sua religione originaria della Santeria; in seguito ad un incidente domestico che le lede la colonna vertebrale, rimane paralizzata alle gambe; un guaritore Evangelico la convinse di aver contribuito alla sua guarigione, in realtà dovuta all’intervento donatole dalla Città di New York, insieme ad un appartamento.

Da quel momento la Lupe si vota completamente a questa confessione, incidendo diversi dischi a tema, fino a vivere di elemosine negli ultimi anni di vita.
Muore per cause naturali il 28 febbraio del 1992, a soli 56 anni. I suoi figli decidono di seppellirla nel cimitero di St. Raymond nel Bronx, ma senza dotare la sua tomba di una lapide, per evitare che i fans ne facciano scempio; proprio un fan ha fatto invece una campagna di raccolta fondi per acquistarne una, la qual cosa si è avverata grazie anche alla munifica donazione dell’attrice portoricana Miriam Colon.

L’incrocio tra East 140th Street and St. Ann’s Avenue nel Bronx (dove la L. visse i suoi ultimi giorni) è stato rinominato in suo onore La Lupe Way.

Ritratto

Non c’è un genere musicale che la identifichi del tutto perché spaziò un po’ in tutti i generi: certamente diede un forte risalto ad un genere un po’ in ombra ai suoi tempi, il bolero.
Chi l’ha potuta vedere dal vivo, dice che la Lupe incantava con la sua voce graffiante, si strappava i vestiti, lanciava via le scarpe, era un fiume inarrestabile che rendeva il pubblico partecipe della sua lucida follia. Lo scrittore cubano Guillermo Cabrera Infante la descrive come “un tremore demente, un’incursione trepidante, un vero attacco… sembra posseduta dal demonio del ritmo… Oggi ho il diavolo nel corpo –dice- … poi inizia a colpirsi, a graffiarsi ed a mordersi le mani e le braccia”. Non soddisfatta di questo esorcismo musicale si avventa contro la parete al fondo assestando colpi con i pugni ed uno o due colpi con la testa, trovando finalmente quiete. Dopo il martellamento della scenografia attacca il pianoforte ed aggredisce il pianista con furia rinnovata. Tutto questo senza smettere di cantare e senza perdere il ritmo…”

Queste sue caratteristiche l’hanno spesso fatta assimilare a Judy Garland, anche a causa del suo seguito fra gli omosessuali in Spagna ed in Latino-America.
Un ulteriore omaggio all’arte di questa grande artista fu l’inclusione del suo brano Puro Teatro all’interno del film Donne Sull’Orlo Di Una Crisi Di Nervi di Pedro Almodòvar (1988).

Il 2 marzo 2007 è uscito a Miami un documentario sulla Lupe intitolato La Lupe: The Queen Of The Latin Soul in cui la regista Ela Troyano ripercorre tutta la parabola della Lupe, da Cuba al Bronx, tracciando di fatto un disegno complessivo di quel periodo musicale latino compreso tra gli anni ’50 e gli anni ’80.

 

Discografia completa

• “Con el Diablo en el Cuerpo”, 1960.
• “La Lupe is Back”, 1961.
• “Mongo Introduces La Lupe”, 1963.
• “The King Swings, the Incredible Lupe Sings”, 1965.
• “Tú y Yo”, 1965.
• “Homenaje a Rafael Hernández”, 1966.
• “La Lupe y su Alma Venezolana”, 1966.
• “A mí me llaman La Lupe”, 1966.
• “The King and I”, 1967.
• “The Queen Does Her Own Thing”, 1967.
• “Two Sides of La Lupe”, 1968.
• “Queen of Latin Soul”, 1968.
• “La Lupe’s Era”, 1968.
• “La Lupe is The Queen”, 1969.
• “Definitely La Yiyiyi”, 1969.
• “That Genius Called The Queen”, 1970.
• “La Lupe en Madrid”, 1971.
• “Stop, I’m Free Again”, 1972.
• ¿Pero Cómo va ser?, 1973.
• “Un Encuentro con La Lupe”, 1974.
• “One of a Kind”, 1977.
• “La Pareja”, 1978.
• “En Algo Nuevo”, 1980.

Fonti
http://www.americasalsa.com/biografias/lalupe.html
http://en.wikipedia.org/wiki/La_Lupe
Izzy Sanabria
http://www.americasalsa.com/biografias/lalupe.html
http://www.imdb.com/name/nm0478676/bio
Joe Conzo
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=24568
http://www.myspace.com/lupevictoriayoli