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Intervista a Richie Ray y Bobby Cruz

a cura della Redazione LaSalsaVive
realizzata durante il Festival Latinoamericando di Milano il 25 giugno 2011

Richie Ray y Bobby Cruz
Richie Ray y Bobby Cruz

Quali sono stati i musicisti che vi hanno influenzati maggiormente?

Bobby Cruz: Richie iniziò a suonare nel mio gruppo e all’epoca suonavamo come orchestra di supporto alternandoci a quelle più famose e fummo influenzati da musicisti come Johnny Pacheco, Tito Puente, Charlie Palmieri, il pianista che sicuramente ha influenzato anche Richie.
Loro erano i grandi e noi solo dei ragazzini che avevano appena iniziato.
Il mio mentore come cantante invece è stato Chivirico Davila.
Lui è stato un grande amico oltre che il mio maestro ed anche la persona che mi ha insegnato l’uso della clave.

Richie Ray: Io iniziai a studiare musica classica per fare il concertista, ma l’ambiente non mi piaceva.
Noi ci conoscevamo tramite le nostre famiglie e Bobby aveva già un suo gruppo nel quale suonavo anche io. Dopo gli studi classici iniziai ad avvicinarmi al jazz e fui influenzato da artisti come George Shearing, Bud Powell, Dave Brubeck, Miles jazz quartet, Art Blakey, Jazz Messengers, Miles Davis, Charlie Parker.
Inoltre quando noi iniziammo a suonare era il periodo dei Beatles e dei Rolling Stones e la nostra idea fu quella di differenziarci dai tanti gruppi ottimi che già c’erano, come Tito Puente, Tito Rodriguez, Eddie Palmieri, Joe Cuba, anche perchè noi eravamo solo dei ragazzini agli inizi e fu così che pensammo di mischiare vari generi per fare qualcosa di diverso.
Iniziammo con il boogaloo che era un ritmo di Chubby Checker che veniva dal mondo del twist, così iniziammo a mischiare guajira con blues e allo stesso tempo tutti iniziarono a suonare boogaloo.

Il migliore di tutti era Pete Rodriguez che fece canzoni come “I like it like that”, lui era molto avanti. Continuammo a sperimentare con il ritmo “Jala Jala” (ndr. inventato da Roberto Roena) e continuammo a farlo fino a che non arrivammo a realizzare “Sonido Bestial” dove inserimmo una parte del piano dello “Studio Rivoluzionario” di Chopin, e fu a quel punto che la gente iniziò a meravigliarsi ed iniziò il grande successo.

Per noi la salsa è un insieme di differenti culture musicali basato sulla clave, sul ritmo afrocubano, però sopra di questo ci puoi mettere qualsiasi cosa: jazz, rock’n’roll, musica araba, qualsiasi cosa! La salsa è una fusione di differenti cose!
Tu non puoi suonare una guaracha e dire che è una salsa, perchè una guaracha è una guaracha. Molti cubani dicono che la salsa è una musica di Cuba.
Certo, la salsa è basata sulla musica cubana, però anche la musica cubana non è solo cubana in quanto basata su ritmi afrocubani: è africana e cubana.
Tutta la musica è una mescolanza di altri generi. Ascoltavamo Stravinsky e rubavamo qualcosa da lui, la stessa cosa con John Lennon.
Questo è il metodo con cui abbiamo creato la nostra musica salsa.

C’è una radio in Italia che fa un programma di Soul e Funk la cui sigla è un brano tratto dal tuo disco “Nitty Gritty”

Richie Ray: Nitty Gritty si!!! L’epoca del Rock’n’Roll!

E la gente non sa che è vostro, di un gruppo di salsa, ma pensa che sia stato fatto da qualche band di funkie o Soul.

Richie Ray: Si, perchè a noi piace fare cose diverse. Questa fu un’idea della casa discografica che era la Alegre, la quale faceva parte della Bullet Records che registrava musicisti di Rock’n’Roll, e visto che detenevano tutti i diritti di queste canzoni pensarono di farci sperimentare questa musica con strumenti della salsa come la campana, le congas…
Per noi fu molto interessante ma in quel momento venne fuori Jose Feliciano che è un’artista latino, che ottenne maggior successo e ci mise in secondo piano.

Abbiamo appena terminato di parlare dell’epoca d’oro degli anni sessanta e settanta della salsa. Ora che la salsa ha subito un calo, quando voi andate a suonare in giro per il mondo dove trovate il maggior sostegno da parte degli appassionati della salsa di quell’epoca?

Richie Ray e Bobby Cruz: In Colombia.

Richie Ray: I colombiani sono quelli che hanno mantenuto le radici salsere.

Bobby Cruz: La Colombia è salsa!
Lì non c’è reggaeton, non c’è merengue.

Richie Ray: Se vai a Portorico si ascolta reggaeton e musica americana, esattamente come a New York, ma se vai in Colombia loro ascoltano la musica salsa.
E se gli chiedi del reggaeton ti insultano! Non gli piace.

Ma voi a Portorico nel 2008 avete fatto due concerti con molta gente…

Richie Ray: Si è un pubblico diverso, più adulto.

La cosa interessante è che in Colombia anche i giovani seguono la salsa mentre negli altri paesi latini sono principalmente persone di quella generazione…

Richie Ray: In Colombia i genitori insegnano ai figli ad ascoltare salsa fin da piccoli, ed i ragazzi conoscono tutte le parole delle nostre canzoni.

Bobby Cruz: E devo cantarle esattamente come nel disco perchè se provo a cantarle in modo diverso mi riprendono e mi dicono che è un’altra cosa!

Quali sono le nazioni nel mondo dove suonate maggiormente?

Bobby Cruz: Stiamo girando per tutto il mondo. In questo momento abbiamo viaggiato in Colombia e a Portorico.
Adesso rientriamo da qui e torniamo in Colombia.
Poi andremo a New Jersey e da lì a Panama, poi in Equador…

Non andate in Perù?

Bobby Cruz: Si, andremo anche in Perù. Richie Ray: Ci sono molti bravi musicisti peruviani che suonano salsa, come il pianista dei Mercado Negro.

Di recente abbiamo suonato anche in Messico, insomma c’è tanta gente a cui piace questa musica in diversi paesi nel mondo.
Però come hai detto tu, l’epoca d’oro di questa musica è passata e adesso è in calo.
Non so perchè, però alla gente piace solo la salsa vieja (classica).

Bobby Cruz: Le emittenti radio non suonano più salsa moderna, nè nostra nè di nessun’altra orchestra. Noi abbiamo più di 114 registrazioni. Dal 1992 ad oggi ne abbiamo fatte 12 che nessuno conosce, perchè le radio continuano a trasmettere i nostri vecchi successi: Aguzate, Sonido Bestial, Jala Jala, Pancho Cristal.

Richie Ray: Come saprete nel 1974 io e Bobby ci siamo convertiti al Cristianesimo e abbiamo messo un po’ da parte la musica. Da lì in poi è nata la “salsa sofisticata”, la “salsa romantica”, la “salsa erotica”, ma questo genere ha avuto successo per un tempo limitato perchè non era musica autentica, era qualcosa di costruito per cercare di conquistare una ragazza magari vestiti con abiti eleganti, niente a che vedere con la salsa di prima dove la gente apprezzava la musica.

Bobby Cruz: E grazie a Dio che era così! Provate a immaginare i musicisti di allora: Roberto Roena, Cheo Feliciano, Celia Cruz, Bobby Cruz…non ce n’era uno che fosse bello!!!
La gente veniva per la musica.

Richie Ray: Poi è venuta la moda dei videoclip, la rivoluzione di MTV.
Inizialmente alla gente piaceva quel tipo di salsa, poi si accorsero che tutto suonava uguale, che i cantanti sembravano tutti uguali, e la verità era che gli stessi musicisti negli studi di registrazione registravano per tutti quanti.
Tutto era uguale, al punto che oggi le persone dicono: quella era la salsa monga (la salsa sgonfia). Per questo le persone oggi non vogliono più ascoltare nuovi brani di salsa a tal punto che anche se noi registriamo un disco nuovo non lo vogliono sentire!
Quindi tutto il vecchio dove finisce?
In un museo!
Capite?Così che la salsa è destinata a morire.

Bobby Cruz: Non si rinnova.

Richie Ray: La gente del reggaeton sono ragazzi talentuosi, molti di essi sono latini, con origini nella salsa, però le opportunità sono poche, così finiscono a suonare rap, reggaeton e altre cose simili.
E finisce che se oggi volete registrare un disco di Richie Ray e Bobby Cruz ci vogliono almeno 500.000 dollari e nessuna compagnia investe questi soldi perchè prima che il disco esca tutti quanti lo hanno già nei loro computer!
La pirateria.
Come sapete la tecnologia ha ucciso il mondo del disco.
Adesso la cosa che serve è venire qui, suonare, e vedere la gente che dice:” Uaoo!”.
Il nostro spettacolo lo possiamo vendere perchè è dal vivo ma il disco non ti permette di guadagnarci.

Questo è successo per tutti i generi.

Richie Ray: Si, questo è successo con tutti i generi.

Bobby Cruz: Come con i film. Appena esce un film nuovo lo trovi già sul web.

I vostri testi avevano molti riferimenti alla santeria…

Bobby Cruz: (interrompe la domanda) Non eravamo santeri.

Richie Ray: A quell’epoca c’erano molti appassionati della musica tropicale che seguivano la religione Lucumi della Santeria e noi notammo questo.
A noi piaceva molto il sound che era diverso, perchè proviene dalla religione.
E’ più africano.
Fu così che acquistai un disco di un gruppo che si chiamava Celina y Reutilio. Celia Cruz registrò alcuni dischi con loro, inclusa la canzone “Cabo E“. Io la rubai e ne feci una mia versione, più popolare, in salsa.

Facevamo molte canzoni simili a questa (santeria) ma per questioni economiche, perchè sapevamo che piacevano a tanti.

Però le avete arrangiate molto bene, il sound è spettacolare.

Richie Ray: Si, i santeri venivano ai nostri concerti e iniziavano a ballare fino a entrare in uno stato di trance perchè la musica gli arrivava.
Però noi non eravamo santeri, non lo siamo mai stati.

Bobby Cruz: Noi non eravamo di nessuna religione.
Ancora oggi non siamo di nessuna religione, apparteniamo a Cristo.

A proposito di canzoni reinterpetate con testi religiosi, questa sera come le canterete?

Bobby Cruz: Le canteremo con i testi originali.

Richie Ray: Suoneremo molte canzoni di successo, incluse due che sono cristiane e che hanno avuto successo: “Juan en la ciudad” e “Los fariseos“.