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foto 2 Eumir Deodato

Eumir Deodato, Ancona jazz festival – 24 novembre 2015: la recensione del concerto

EUMIR DEODATO EUROPA EXPRESS
ANCONA JAZZ FESTIVAL TEATRO CHIARAVALLE 24 – 11 – 2015

Eumir Deodato: tastiere;
Piero Odorici: sax tenore, flauto;
Danny Santimone: chitarra;
Pier Mingotti: basso elettrico;
Stefano Paolini: batteria;

Il ritorno del grande musicista, compositore nonché famosissimo arrangiatore/produttore, sulla scena italiana è sempre un grande piacere sia per i musicisti che lo seguono come un mito del piano Fender Rhodes che per gli ammiratori del sound latin funk anni 70, che nessuno meglio di lui ha saputo imporre sulla scena internazionale.
Deodato, di origini italiane (durante il concerto tra un brano e l’altro lo ricorderà spesso) con una nonna napoletana, è oramai di casa nel nostro paese e questa sua attuale formazione ne è la riprova, tutti ottimi musicisti italiani che avranno il compito di cesellare in formato jazzistico le sontuose trame armoniche della grande orchestra per la quale sono pensati ed arrangiati la maggioranza dei suoi brani.

Eumir Deodato
Eumir Deodato

Il concerto non poteva iniziare che con la celebre rilettura in chiave funk di “Also Sprach Zarathustra”, vincitore del premio Grammy nel 1974 e che lo fece conoscere al pubblico di tutto il mondo.
Se la sezione ritmica aveva vita facile nel rendere una base granitica per le improvvisazioni solistiche di chitarra e piano elettrico, a Piero Odorici spettava la parte più’ gravosa, ovvero di far rendere con un singolo strumento a fiato un tema arrangiato per orchestra.
Compito brillantemente superato dal bravo sassofonista e flautista bolognese, che si aiuta con una pedaliera effetti per rendere al meglio la sua voce.
Dopo un breve tema brasiliano unito al primo brano, si fa notare con un bellissimo solo il chitarrista Danny Santimone sul terzo brano ovvero “Whirlwinds”, che con un fraseggio moderno risulta ancor più incisivo del grande John Tropea, chitarrista storico di Eumir Deodato.

Il tastierista che utilizza un sintetizzatore con tastiera pesata 88 note della Yamaha, il Motif ES8 con un timbro di Fender Rhodes, preferisce dirigere il suo gruppo dedicandosi al comping ritmico lasciando ad Odorici e Santimone le parti soliste principali, come nella successiva “Rhapsody in Blue” classico di Gershwin ed altro grande successo , dove si staglia un funambolico assolo di Santimone.

Tra un brano e l’altro Eumir continua a raccontare frammenti della sua vita menzionando aneddoti dei suoi musicisti, delle sue origini e di come siano nati alcuni dei suoi brani più’ popolari.
Interessante la storia di come si sia avvicinato alla musica orchestrale: “Mi regalarono un libro di Armonia di Alfredo Casella “La tecnica dell’orchestra contemporanea” e per capirlo dovetti studiare meglio la lingua italiana”.

Foto concerto 1 Eumir Deodato
Foto concerto 1 Eumir Deodato

Si cambia registro e si torna al Brasile con il brano “Dindi” di Tom Jobim di cui Deodato è stato arrangiatore per alcuni anni.
In questo brano Deodato accompagna con un timbro di piano acustico e soffici violini, mentre Odorici interpreta in punta di piedi mettendo in risalto le alchimie armoniche del grande Jobim.
Qui la sezione ritmica e in particolare il drumming di Stefano Paolini accompagnano dolcemente i soli di Deodato e Odorici.
Sarà ancora lui il protagonista nella successiva hit “Skyscrapers” eseguita con una grande performance della sezione ritmica che macinerà grooves per tutta la durata del concerto senza perdere di tono e confermando questo quintetto come uno dei migliori che abbia accompagnato Deodato.

SKYSCRAPERS durante l’esecuzione al teatro Chiaravalle.

Il pezzo successivo è tutto dedicato al flauto , “Latin Flute” oltre al bellissimo tema,
mette in mostra le grandi qualità di flautista di Odorici con un solo magistrale.

Ma il meglio del concerto arriverà’ poco dopo quando Deodato annuncia “un brano che vi piacerà abbastanza…”.
Inizia così il groove più’ famoso fatto su un Fender Rhodes diventato un cult per tutti i tastieristi funk: “Superstrut”!
Il tema suonato al flauto rende come la versione originale, la sezione ritmica solida e piena di groove ,con una chitarra solista strepitosa e la grande duttilità dimostrata da Odorici con Sax e Flauto si rivela vincente nel cancellare il dubbio sulla riuscita nel far rendere un repertorio tanto vario e originalmente pensato per orchestra.
Al centro di tutto lui, questo gigante della musica che si dimostra come tutti i grandi,
persona umile che lascia spazio ai suoi musicisti liberi di esprimersi e ritagliando per se il ruolo importante di direttore d’orchestra.

foto 2 Eumir Deodato
foto 2 Eumir Deodato

Arriva il solo di Deodato che riprende alcuni licks della versione originale oramai entrati nella memoria di tanti musicisti, e che ci porta alla sezione più’ interessante del brano,
una jam tra basso, chitarra e batteria che si alternano in sequenza con un interplay fantastico che incendia il pubblico presente.
Forse il brano più apprezzato di tutto il concerto a giudicare anche dagli applausi in sala.
Arriviamo così’ all’ultimo brano ovvero il reprise di “Also Sprach Zarathustra” dove tutti si esibiscono in assoli.
Questa è l’unica pecca della serata con un repertorio tanto vasto si poteva chiudere con altri brani
ed anche la mancanza di bis reclamati per lungo tempo ha lasciato l’amaro in bocca a fine concerto
ai tanti che avevano affollato la sala del bellissimo teatro Chiaravalle.

Tommaso Rivieccio