Alle 12 di mercoledì scorso è scomparso all’ospedale Pérez Carreño di Caracas il musicista venezuelano Alexis Escobar, flautista dell’orchestra Bailatino, uno dei principali gruppi nel panorama salsero venezuelano e del continente latino americano.Escobar è entrato a far parte dell’orchestra Bailatino sin dall’inizio nel 1995 e insieme ad essa ha dimostrato il suo talento con il flauto, strumento che suonava con grande maestria. Inoltre Alexis Escobar ha suonato anche con gruppi come El Guajeo de Alfredo Naranjo, la Orquesta Típica Nacional, la Banda de El Pavo Frank, Magia Caribeña ed il gruppo di Orlando Poleo, esibendosi in tutto il Venezuela ed in Francia, Colombia, Aruba, Curazao e Messico.
Bailatino – Lo que se da no se quita
Durante l’ultima tourneè di Bailatino in Australia non aveva potuto aggregarsi in quanto era già ricoverato in ospedale a causa di un versamento pleurico che gli è costato la vita.
I musicisti di Bailatino sono costernati e con loro tutta la famiglia salsera venezuelana e di tutti i caraibi.
Paz a su alma
A cura di: Lil Rodríguez
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Caracas, enero 27 – En horas del medio dia de este miercoles falleció en el hospital Pérez Carreño de Caracas el destacado músico venezolano Alexis Escobar, flautista de la orquesta “Bailatino”, agrupación considerada fundamental en la resistencia salsera del continente.
Escobar formó parte de la agrupación desde sus inicios en 1995 y con ella subió a todos los escenarios donde mostró su talento con el instrumento que ejecutaba con gran maestría y solvencia: La Flauta Y no sólo con Bailatino mostró sus capacidades musicales. Alexis Escobar participó de agrupaciones como el Guajeo de Alfredo Naranjo, la Orquesta Típica Nacional, la Banda de El Pavo Frank, Magia Caribeña y el grupo de Orlando Poleo.
Se presentó, además de los escenarios venezolanos, en Francia, Colombia, Aruba, Curazao y México.
A la mas reciente gira de Bailatino a Australia no pudo asistir. Estaba ya hospitalizado a partir de un derrame pleural que se fue complicando hasta que este miércoles 27 de enero rindió tributo a la vida.
Los integrantes de Bailatino están absolutamente consternados y con ellos la familia salsera venezolana y de todo el Caribe.
El velatorio es en la funeraria El Pinar, en la avenida Páez de El Paraiso, en Caracas.
Alcune profezie dicono che nel 2012 il mondo finirà. In questa stessa data il Gran Combo de Puerto Ricocompirà 50 anni di vita. E tutto sembra indicare che solo la fine del mondo potrebbe mettere fine al suono inconfondibile dell’orchestra di salsa più famosa del mondo.La miglior prova di questo è l’emozione e l’energia che trasmettono i musicisti del gruppo – incluso il direttore e fondatore, Rafael Ithier – quando parlano della loro prossima produzione discografica, “Sin salsa no hay paraíso”, con la quale intendono dimostrare che le cose belle non passano mai di moda.
“Abbiamo realizzato un disco abbastanza vario, però il timbro del Gran Combo è sempre presente, anche perchè non vogliamo che cambi. Credo che abbiamo fatto un disco che piacerà molto alla gente, specialmente ai ballerini, e che ha alcune canzoni interessanti come “Es la mujer”, che canta Jerry (Rivas) e che porta un messaggio contro la violenza verso le donne”.
Il repertorio contiene otto canzoni inedite, così come una versione a salsa di “A mí me gusta mi pueblo” ed il classico “Achilupu” reso popolare da Andy Montañez. In pratica, hanno ripetuto la formula vincente di “Arroz con habichuela”, includendo tre composizioni di Juan José Hernández.
“C’è una seconda parte di questo successo, che si chiama El comején” hanno informato i cantanti Jerry Rivas e Charlie Aponte, i quali considerano che la magia del Combo è quella di mantenere la passione in quel che fanno.
“Quando questa finisce, non resta altro da fare che ritirarsi. Questo gruppo è nato dal popolo per il popolo ed il nostro impegno con questo è per sempre. E noi ci sentiamo orgogliosi perchè i giovani continuano ad ascoltare la nostra musica.”, hanno ribadito i cantanti, che fanno parte dell’Università della Salsa da ormai tre decenni.
Anche se Don Rafa ha la superstizione di non voler contare le sue registrazioni, si stima che il Gran Combo abbia al suo attivo almeno 55 dischi. Per il maestro la cosa più importante è di mantenere l’essenza del gruppo, qualcosa che ha potuto trovare nel pianista Willie Sotelo, che si è fatto carico della produzione musicale del nuovo lavoro.
Sotelo si è preso questa responsabilità con grande piacere, secondo quanto ci ha comunicato.
“Suono con il gruppo già da quattro anni e ogni volta che mi siedo in quella sedia so che devo farlo esattamente come lo faceva don Rafa. Lui mi ha dato la massima libertà, però è sempre attento a non far cambiare lo stile del Gran Combo, per questo motivo continua ad essere l’anima dell’orchestra. Essere qui è la cosa più importante che sia capitata nella mia carriera e per questo cerco sempre di fare del mio meglio. Grazie a Dio il pubblico ha recepito bene la mia partecipazione nel gruppo e sento che sto facendo un buon lavoro. Adesso usciamo con un disco molto vario e sono davvero contento perchè è la prima volta che un’orchestra di questo livello registra un mio pezzo (Es la mujer), un’ispirazione che mi è venuta dalle notizie sulla violenza domestica che vediamo tutti i giorni sui giornali”.
Ithier ha ammesso che il 2009 è stato un anno difficile per l’industria musicale in genere, però si è dimostrato lieto di continuare a suonare con l’orchestra.”Nel 1968 questo gruppo era praticamente scomparso, ci cancellarono dalle radio e dalle televisioni, e restammo senza casa discografica. Di conseguenza fummo obbligati a emigrare, perchè qui non potevamo lavorare. Questo ci portò a lavorare in posti dove la salsa non era conosciuta e, alla lunga, questa cosa giocò a nostro favore, perchè quando il genere iniziò ad avere molto successo, il Gran Combo era già conosciuto.
Ancora oggi continuiamo a raccogliere i frutti di questa emigrazione, perchè la situazione qui è ancora negativa, però il 75% del nostro lavoro lo facciamo all’estero. Per questo ci sentiamo benedetti”. La Colombia si è convertita in una delle piazze più importanti per il Gran Combo e per la salsa, per questo motivo hanno dedicato a questo paese una canzone nel nuovo disco e, molto probabilmente, daranno l’addio al vecchio anno proprio qui.
Fonte: Primera Hora
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“Traemos un álbum bastante variado, pero el timbre de El Gran Combo está presente, eso no queremos que cambie. Creo que hemos logrado un disco que le va a gustar mucho a la gente, especialmente al bailador, y que tiene temas bonitos como Es la mujer, que canta Jerry (Rivas) y que lleva un mensaje contra la violencia hacia la mujer”, adelantó Ithier.El repertorio contiene ocho temas inéditos, así como una versión en salsa de A mí me gusta mi pueblo y el clásico Achilupu que popularizó Andy Montañez. Además, repitieron la fórmula ganadora de Arroz con habichuela, incluyendo tres composiciones de Juan José Hernández.
“Hay una segunda parte de ese éxito, que se llama El comején”, añadieron los cantantes Jerry Rivas y Charlie Aponte, quienes consideran que la magia del Combo está en mantener la pasión por lo que hacen.
“Cuando eso se acabe, nos tenemos que retirar. Este grupo nació del pueblo para el pueblo y nuestro compromiso con eso es eterno. Y nos sentimos dichosos, porque la juventud sigue escuchando nuestra música”, apuntaron los cantantes, que ya llevan tres décadas en la Universidad de la Salsa.
Aunque don Rafa tiene la superstición de no contar sus grabaciones, se estima que El Gran Combo cuenta con al menos 55 discos. Y es que para el maestro lo importante es mantener la esencia del grupo, algo que ha podido confiar en el pianista Willie Sotelo, quien se hizo cargo de la producción musical del nuevo trabajo.
Sotelo ha asumido esa responsabilidad con un gusto, nos comentó.
“Ya llevo cuatro años con el grupo y cada vez que me siento en esa silla sé que tengo que hacerlo justo como lo hacía don Rafa. Él me da libertad, pero siempre está pendiente de que el estilo de El Gran Combo no cambie, así que sigue siendo el alma de la orquesta. Estar aquí es lo más grande que me ha sucedido en mi carrera musical y por eso trato de que no me falle un dedo. Gracias a Dios el público ha recibido bien mi participación en el grupo y siento que estoy haciendo un buen trabajo. Ahora venimos con un disco bien variado y estoy bien contento porque es la primera vez que una orquesta de esta magnitud me graba un tema (Es la mujer), una inspiración que vino de las noticias sobre violencia doméstica que vemos todos los días en el periódico”, dijo.
agridulce el 2009
Ithier admitió que el 2009 fue un año difícil para la industria musical en general, pero se mostró agradecido de que la orquesta permanezca vigente.
“En el 1968 este grupo prácticamente desapareció, nos botaron de la radio y la televisión, y nos quedamos sin disquera. Entonces tuvimos que emigrar, porque aquí no trabajábamos. Eso nos llevó a tocar en lugares donde la salsa no se conocía y, a la larga, eso jugó a nuestro favor porque cuando el género pegó fuerte, ya a El Gran Combo lo conocían. Hasta la fecha seguimos recogiendo los frutos de esa emigración, porque el ambiente aquí está malo, pero el 75% de nuestro trabajo lo hacemos en el exterior. Así que tenemos que sentirnos bendecidos”.
Colombia se ha convertido en una de las plazas más fuertes de El Gran Combo y de la salsa, por lo que le dedicaron un tema en el disco y, con toda probabilidad, despidan el año trabajando en ese país.
Fra amici con Pablo MilanésPablo Milanés si è esibito ieri, presso il Colosseo José Miguel Agrelot, dopo 11 anni di assenza da Portorico. (Fonte Primera Hora / Cristina del Mar Quiles) lunedì, 19 ottobre 2009
Era da oltre 11 anni che Pablo Milanés non si presentava a Portorico. Durante l’amministrazione del presidente George W. Bush infatti, gli era stato negato il visto in diverse occasioni per viaggiare verso l’Isola.
Però ieri, il cantautore cubano ha finalmente potuto deliziare il suo pubblico portoricano con alcuni fra i suoi principali successi e cantando altre canzoni tratte dai suoi ultimi dischi, nel presentare il concerto Trayectoria 45 años presso il Colosseo di Portorico José Miguel Agrelot, a San Juan.
Il concerto ha visto il suo inizio con un’apertura strumentale dei sei musicisti che lo hanno accompagnato per tutto il pomeriggio. Pablo Milanés è arrivato sul palco, si è seduto e subito dopo ha preso il microfono per dare inizio alla sua performance esprimendo la sua allegria nel tornare ad esibirsi nell’Isola che “involontariamente aveva abbandonato per 11 anni”, e dicendo che sarebbe stato un pomeriggio “fra amici”.
Ha iniziato con Vengo naciendo per poi proseguire con altre canzoni tratte dal disco Días de gloria. Da questo LP, ha dedicato la canzone Éxodo “a tutti i fratelli cubani che per una o per un’altra ragione non vivono nel loro paese”, canzone che ha definito come un “ponte d’amore” fra i suoi compatrioti.
A chiusura della prima parte dello spettacolo ha interpretato Canción, poesia originale di Nicolás Guillén, meglio conosciuta come De qué callada manera (ndr: rilanciata anche dalla Sonora Ponceña).
Pablo Milanes ha poi cantato la canzone che da il titolo al suo ultimo album, Regalo (definendolo un atto di compiacenza personale), raccontando che questo è anche il suo brano preferito di questa raccolta. Al finale lo ha dedicato alla sua compagna Nancy.
La sorpresa del pomeriggio si è rivelata con l’ingresso sul palco dell’amico Francisco Céspedes, invitato dallo stesso Milanes a unirsi per cantare Para vivir. Dopo essersi abbracciati con affetto, hanno continuato ad emozionare il pubblico che ha apprezzato l’inaspettato duetto.
Nonostante si fosse vociferato che avrebbero cantato anche Lucecita e Andy Montañez, alla fine l’unico invitato al concerto è stato Francisco Céspedes.
Più tardi Pablo ha voluto rendere omaggio alla sua amica e cantante argentina, Mercedes Sosa, che è scomparsa all’inizio del mese. “Per la tremenda donna, la tremenda umanista e la tremenda cantante. Per Mercedes, La soledad”, ha detto il cantante.
Il pubblico, da parte sua, non ha fatto mancare al cantante il supporto con i cori durante la sua canzone d’amore più famosa, Yolanda. Questa interpretazione è valsa all’artista un’ovazione con tutto il pubblico in piedi. Dopo, aveva pensato di terminare il concerto con El breve espacio, però dopo l’insistenza dei presenti è dovuto rientrato per continuare con La vida no vale nada e concludendo con Yo no te pido.
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Entre amigos Pablo Milanés
Pablo Milanés se presentó ayer, en el Coliseo José Miguel Agrelot, tras 11 años lejos de Puerto Rico. (Cristina del Mar Quiles / Para Primera Hora) lunes, 19 de octubre de 2009
Hacía más de 11 años que Pablo Milanés no se presentaba en Puerto Rico. Durante la administración del presidente George W. Bush, se le negó una visa para viajar a la Isla en varias ocasiones. Pero ayer, el cantautor cubano hizo frente al tiempo ausente al deleitar a su público puertorriqueño con un recorrido por algunos de sus éxitos más emblemáticos y cantando otras selecciones de sus últimos discos, al presentar el concierto Trayectoria 45 años en el Coliseo de Puerto Rico José Miguel Agrelot, en San Juan.
La percusión marcó el inicio del concierto con una obertura instrumental protagonizada por los seis músicos que lo acompañaron durante toda la tarde. Pablo Milanés apareció en tarima, se sentó y tomó el micrófono para dar comienzo a su participación expresando su alegría de volver a presentarse en la Isla que “involuntariamente había abandonado por 11 años”, y anticipó que sería una tarde “entre amigos”.
Arrancó con Vengo naciendo y prosiguió con otras canciones del disco Días de gloria. De éste, dedicó el tema Éxodo “a los hermanos cubanos que por una u otra razón no viven en su país”, canción que calificó como un “puente de amor” entre sus compatriotas.
Para cerrar la primera parte del espectáculo, interpretó Canción, poema original de Nicolás Guillén y mejor conocido por sus seguidores como De qué callada manera.
Como un acto de complacencia personal, dijo, cantó el tema que le da título a su álbum más reciente, Regalo, el cual cataloga como su favorito de esta compilación. Además, lo dedica a su compañera, Nancy.
La sorpresa de la tarde ocurrió cuando Pablo invitó a su amigo Francisco Céspedes a unírsele en Para vivir. Luego de abrazarse cariñosamente, juntos consiguieron emocionar al público que se quedó con ganas de seguir escuchándolos a dúo.
Aunque se había anticipado que Lucecita y Andy Montañez también cantarían, Francisco Céspedes fue el único invitado en el concierto.
Más tarde, Pablo quiso rendirle un homenaje a su amiga la cantante argentina Mercedes Sosa, quien falleció a principios de mes. “Para la tremenda mujer, la tremenda humanista y la tremenda cantante. Para Mercedes, La soledad”, dijo.
El público, por su parte, no le falló al cantante al corear para él algunos de los versos de su más famosa canción de amor, Yolanda. Esta interpretación le valió al artista una ovación de pie. Luego, pretendió terminar el concierto con El breve espacio, pero ante la insistencia de los presentes regresó para continuar con La vida no vale nada. Entonces, sí acabó con Yo no te pido.
11:35 AM | Venezuelan Masters Orchestra è un’orchestra che nasce con l’idea di unire i più grandi rappresentanti della salsa venezuelana.
Questo gruppo ha ricevuto i migliori elogi all’estero, inclusa l’esibizione al festival “Toros y Salsa” presso il club DAX in Francia, dove per l’occasione è stato registrato un CD-DVD che sarà presentato durante la prima grande presentazione a Caracas, Venezuela, che si terrà domani, 14 agosto 2009, al Salón Venezuela del Circolo Militare alle 20:00
Il 14 agosto sarà una notte che resterà nella storia della salsa in Venezuela, questa data infatti vedrà la prima presentazione dell’orchestra Venezuelan Masters a Caracas. La banda sarà formata da Nelson Arrieta, Marcial Isturiz, Mauricio Silva, Cheo Valenzuela, Gerardo Rosales, Carlos Padrón, Robert Quintero, Prisca Dávila, Johnny Sedes, Ángel Flores, Ray Pérez, Teo Hernández, Gerson Aranda, Rafael Rey, Cheo Rodríguez, Adrian Suarez, Nicole de Zabala, Rafael González, Isaac Narváez y Luis González.
Questa formazione aveva già suonato con grande successo al festival Toros y Salsa in Francia, alla fiera di Cali in Colombia e al Festival di Salsa dell’isola Margarita (Venezuela). Ormai questa orchestra è identificata in varie città del mondo, dal pubblico e dalla critica, come “la Fania venezuelana.”
L’invitato speciale sarà niente meno che Alfredo Naranjo y su Guajeo. La presentatatrice sarà Lady Salsa, i Dj’s invitati sono Alfredo Lozada e Manolo Mariño.
“Questo evento è nato per dare un giusto riconoscimento al talento venezuelano e a tutti quei musicisti del mondo artistico salsero e del latin jazz, nel quale, con l’energia artistica di Alfredo Naranjo y su Guajeo e la fraternità, spinta, vitalità e esperienza della Venezuelan Masters, si cerca di mostrare tutta la maturità musicale di queste due bande e realizzare un percorso verso la buona rumba venezuelana, con arie di jazz, descarga, mambo, son montuno, cha cha chá, fra gli altri”, affermò la direttrice di Salseros con Clase, produttrice dello spettacolo.
“È un’opportunità per il pubblico di godere di un concerto catalogato come storico dalla stampa europea”, ha dichiarato Gerardo Rosales. “Io ho sempre cercato di riunire i nostri migliori esponenti per creare un gruppo come la Fania, però di stelle venezuelane. Venezuelan Masters è la realizzazione di questo sogno”, ha spiegato il percussionista.
Un repertorio di lusso
È importante ricordare che all’interno del repertorio dei Venezuela Master ci saranno canzoni che hanno fatto la storia della salsa venezuelana interpretate da alcuni dei suoi protagonisti. Questa notte potrete ascoltare alcuni temi del Trabuco Venezolano, Mango o Guaco. Inoltre il repetertorio del maestro Johnny Sedes gloria della salsa venezuelana che sviluppò la sua carriera a New York per 25 anni.
Ángel Flores renderà un meritato tributo a Carlos Quintana Tabaco; Ray Pérez e Teo Hernández ricordando i Los Dementes; Gerardo Rosales, Mauricio Silva, Nelson Arrieta e Cheo Valenzuela interpreteranno i loro successi mentre il sonero mayor della nuova generazione, Marcial Isturiz, interpreterà un sentito omaggio al “duro de la clave”: Joe Ruíz.
Per quanto riguarda il repertorio de El Guajeo, essi suoneranno canzoni originali tratte dai loro più recenti dischi, così come canzoni di Joe Cuba, Daniel Santos, fra gli altri. Per questa opportunità Alfredo Naranjo ha invitato il grande Rodrigo Mendoza uno dei soneri più famosi in Venezuela, che fece parte della Dimensión Latina, La Gran Banda de Venezuela, Los Satélites e Cesar Monje.
Nota de Prensa/ Cadena Global
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La “Fania Venezolana” hará historia en Venezuela
11:35 AM | Venezuelan Masters es una orquesta que nace con la idea de unir a los más grandes representantes de la salsa venezolana.
Esta agrupación ha recibido los mejores elogios en el exterior, inclusive su actuación en el festival “Toros y Salsa” en el club DAX de Francia, fue grabada para la edición de un CD-DVD que será bautizado durante su primera gran presentación en Caracas, Venezuela, que tendrá lugar el 14 de agosto en el Salón Venezuela del Circulo Militar a las 08:00 pm.
El 14 de agosto será una noche que quedará registrada dentro de la historia de la salsa en Venezuela, ya que será el día en que la Venezuelan Masters se presentará por primera vez en Caracas. La banda estará formada por Nelson Arrieta, Marcial Isturiz, Mauricio Silva, Cheo Valenzuela, Gerardo Rosales, Carlos Padrón, Robert Quintero, Prisca Dávila, Johnny Sedes, Ángel Flores, Ray Pérez, Teo Hernández, Gerson Aranda, Rafael Rey, Cheo Rodríguez, Adrian Suarez, Nicole de Zabala, Rafael González, Isaac Narváez y Luis González.
Esta agrupación viene de actuar con un éxito total en el festival Toros y Salsa de Francia, en la feria de Cali en Colombia y en el Festival de Salsa de Margarita. En varias ciudades del mundo a esta orquesta, tanto el público como la crítica la llaman “la Fania venezolana.”
El invitado especial será nada menos que Alfredo Naranjo y su Guajeo. La presentadora será Lady Salsa, los Dj’s invitados son Alfredo Lozada y Manolo Mariño. El Costo de la entrada será de 150 Bsf. Los puntos de ventas son los siguientes:
“Con la necesidad de impulsar el talento venezolano y dar reconocimiento a todas aquellas figuras destacadas en el mundo artístico salsero y de Latín Jazz nace este evento, en el cual, con la energía artística de Alfredo Naranjo y su Guajeo y la fraternidad, empuje, vitalidad y veteranía de la Venezuelan Masters, se busca mostrar toda la madurez musical de estas dos bandas y realizar un recorrido hacia la buena rumba venezolana, con aires de jazz, descarga, mambo, son montuno, cha cha chá, entre otros”, afirmó la directiva de Salseros con Clase, productora del show.
“Es una oportunidad para que el público disfrute de un concierto catalogado como histórico por la prensa europea”, declaró Gerardo Rosales. “Yo siempre había querido unir a nuestros mejores exponentes para crear un grupo como la Fania, pero de estrellas venezolanas. Venezuelan Masters es la realización de ese sueño”, explicó el percusionista.
Un repertorio de lujo
Vale destacar que dentro del repertorio de Venezuela Master se incluirán temas de la historia de la salsa venezolana interpretados por algunos de sus protagonistas. Esa noche podrán escuchar temas del Trabuco Venezolano, Mango o Guaco. También el repertorio del maestro Johnny Sedes gloria de la salsa venezolana quien hizo carrera en Nueva York durante 25 años.
Ángel Flores rendirá un merecido tributo a Carlos Quintana Tabaco; Ray Pérez y Teo Hernández recordando a Los Dementes, Gerardo Rosales, Mauricio Silva, Nelson Arrieta y Cheo Valenzuela interpretaran sus éxitos y el sonero mayor de la nueva generación, Marcial Isturiz, interpretara un sentido homenaje al “duro de la clave”: Joe Ruíz .
En cuanto al repertorio de El Guajeo, se expondrán temas originales de la orquesta tomados de sus más recientes discos, así como canciones del Joe Cuba, Daniel Santos, entre otros. Para esta oportunidad Alfredo Naranjo ha invitado al gran Rodrigo Mendoza unos de los soneros más renombrados de Venezuela, quien fue integrante de la Dimensión Latina, La Gran Banda de Venezuela, Los Satélites y Cesar Monje.
La cantante sarà accompagnata sul palco del Forum di assago anche dalla figlia di 14 anni. Il sogno resta di poter suonare nella ‘sua’ Cuba, ma solo quando non ci sarà più il regime.
16 Luglio 2009
Foto tratta da Latino Americando Expo
Tredici anni lontana da Milano, ora felice di tornarci, nell’unica data italiana al Forum di Assago questa sera (ore 21.30, info 199301071) per Latinoamericando.
E quando le si chiede perché è mancata per così tanto, Gloria Estefan regala la risposta più normale, ma anche più imprevedibile, trattandosi di una popstar di livello mondiale, con alle spalle 24 album, 70 milioni di dischi venduti, due Grammy Award e un Latin Grammy Award vinti: «Dovevo pensare alla famiglia. Mia figlia Emily oggi ha quattordici anni, dovevo allevarla, e ho una mamma anziana. Ho quindi scelto sempre con cura i miei appuntamenti. Recentemente ho anche coronato il sogno di poter duettare con uno dei miei idoli di sempre, Carole King. É stato magico».
Questo è anche il motivo per cui Gloria Estefan – con il suo World Tour 2009 (un «monster tour», come lo chiama lei) – dà l’addio al palcoscenico. O meglio, agli interminabili tour mondiali. «D’ora in avanti, solo cose speciali che sento di dare a me stessa e al mio pubblico, dopo una vita di duri sacrifici”» E poi, prendendo a spallate tutto un mondo di showbiz, lustrini e riflettori puntati, la cantante di origini cubane se ne esce con un «d’altronde a cosa serve il successo se non per dare solidità alla famiglia, o costruirne una? Per noi la famiglia è tutto».
Vestita di bianco, in cima a un paio di tacchi che vorrebbero dribblare la non eccelsa altezza, Gloria Estefan si è presentata ieri mattina a Palazzo Marino, dove ha ricevuto dalle mani dell’assessore agli Eventi Giovanni Terzi una pergamena di riconoscimento «per aver saputo con la sua arte descrivere, integrare e unire culture e popoli diversi». La star è apparsa fedele alle sue parole: una donna dei Caraibi spontanea e determinata, affiancata dall’immancabile marito (ex dei Miami Sound Machine) Emilio Estefan.
E a proposito di famiglia, la Estefan ha annunciato la presenza sul palco questa sera della giovane figlia Emily: «É lei il vero talento di famiglia. Ha già suonato a Houston, Texas, con Carlos Santana. A sette anni suonava la batteria, a dodici si è buttata sulla chitarra, oggi fa cose che io ci ho messo dieci anni per fare. Non ha timore di nulla». Nello show di stasera non mancheranno i rimandi alla terra natale di Gloria, quella Cuba che, all’età di un anno, la futura popstar dovette abbandonare all’avvento del regime castrista, per andare a vivere libera negli Stati Uniti.
Su Cuba la Estefan parla col cuore: «Il mio sogno resta un concerto a Cuba il giorno dopo che l’isola avrà partecipato a libere elezioni. L’avvento di Raul Castro? Non cambia nulla: manca la libertà d’espressione, ci sono prigionieri di coscienza, e le piccole libertà concesse non sono praticabili: che se ne fa il cubano del permesso di avere un computer se non avrà mai i soldi per acquistarlo?».
Aggiunge il marito Emilio: «In Europa, purtroppo, manca una reale percezione sul dramma di Cuba: il “Che“ è un fenomeno di moda, che finisce sulle magliette. Per molti cubani lui era uno che ammazzava la gente, un terrorista». Infine, uno sguardo al futuro: l’assessore Terzi annuncia un progetto che – per il ventennale del Latinoamericando – dovrebbe vedere una data a San Siro, con alcune delle star più rappresentative dell’universo latino. Lei, Gloria, assicura due album prossimi venturi: «Uno di canzoni natalizie, con una serie di duetti nei quali vorrei coinvolgere anche Laura Pausini. E un album di inediti nel 2010».
25 Giugno 2009: Michael Jackson muore a Los Angeles
Los Angeles 25 Giugno 2009
Secondo quanto riferisce Fox News, Michael Jackson sarebbe deceduto a seguito di un attacco cardiaco.
Aveva 50 anni.
La notizia è stata confermata anche dai principali organi informativi in tutto il mondo.
WASHINGTON – Michael Jackson e’ morto: la celebre popstar era stata colpita da arresto cardiaco nella sua abitazione. Quando l’ambulanza è giunta nella abitazione del cantante a Los Angeles, riferisce il sito TMZ, il cuore della popstar aveva smesso di battere. Il cantante è stato portato d’urgenza all’ospedale UCLA. “Abbiamo appena appreso che Michael Jackson è morto. Il cantante ha sofferto un arresto cardiaco e l’ospedale paramedico non è riuscito a rianimarlo”. “Quando Jackson è giunto in ospedale non aveva più un battito cardiaco”, afferma TMZ. La notizia del decesso e’ stata confermata da diversi media Usa.
LOS ANGELES – L’annuncio della morte di Michael Jackson data dal sito Tmz si e’ diffusa in un batter d’occhio a Los Angeles, e nel giro di pochi minuti sia davanti alla clinica dela Ucla Medical center di los Angeles, sia davanti alla villa di Jackson nell’area di Beverly Hills si sono radunate piccole folle di fotografi, giornalisti e fans. Alla clinica e’ gia’ giunta la madre del cantante, uno dei fratelli, il legale di famiglia e altri parenti. Il fratello di Jackson, Ransy, ha riferito che Jackson e’ collassato all’improvviso in casa. E’ stata subito chiamata l’ambulanza, ma non e’ stato precisato quanto tempo sia passato dal momento in cui Jackson e’ stato colto da malore al momento in cui gli e’ stato effettuato il massaggio cardiaco. I paramedici hanno continuato nel tentativo di rianimazione anche al di fuori della villa del cantante. L’ipotesi piu’ accreditata in questo momento e’ quella dell’infarto, anche se non ci sono conferme da parte dell’ospedale.
(ANSA) – LOS ANGELES, 26 GIU – Michael Jackson e’ una figura talmente popolare in America che pochi minuti dopo la notizia del suo malore gruppi di persone via via sempre piu’ numerosi si sono radunati spontaneamente in attesa di avere notizie piu’ precise. Davanti all’ospedale della UCLA a Los Angeles, ma anche a Times Square a New York cosi’ come davanti alla villa del cantante, a Beverly Hills, sono state a centinaia le persone che si sono radunate spontaneamente. La Cnn ha sospeso il flusso di ogni altra notizia per dedicare l’intera serata delle sue trasmissioni alla figura di Jackson, ”Per gli Stati Uniti e’ una notizia molto triste che lascia tutti scioccati” ha detto il conduttore, Wolf Blitzer. A decine le persone intervistate. Che, tanto a New York quanto a Los Angeles, hanno sempre commentato allo stesso modo: ”Michael Jackson era un genio. Un’icona della pop music. Un simbolo americano”.
Doveva tornare sul palcoscenico a meta’ luglio a Londra, Michael Jackson. Il re del pop, 50 anni,, aveva organizzato un addio alla grande, nell’arena O2 della capitale britannica, seducendo centinaia di migliaia di fans, che si erano precipitati per acquistare i biglietti appena sono stati disponibili. I concerti, una cinquantina in tutto, avrebbero dovuto svolgersi in due tornate: una prima tra la meta’ di luglio e i primi di agosto; una seconda all’inizio dell’anno prossimo. Le prenotazioni erano andate alla grande (in un primo tempo i concerti previsti erano una decina soltanto), ma il cantante, dopo le difficolta’ di questi ultimi anni legate al suo processo per pedofilia, non aveva piu’ la forma degli anni precedenti. Le prove, a Los Angeles, si sono svolte tra mille difficolta’, con un Jackson non piu’ all’altezza della sua reputazione: erano queste le voci che giravano con insistenza nella metropoli sud-californiana, dopo la decisione del cantante di far slittare la ‘prima’ londinese di alcuni giorni. Jackson e’ passato alla storia con l’album Thriller del 1982, ancora oggi il piu’ venduto di tutti i tempi. Complessivamente i dischi venduti dal re del pop sono oltre 750 milioni, piu’ dei Beatles secondo il Guinness dei record.
Nato a Gary, in Indiana, il 29 agosto 1958, la spettacolare carriera di Michael inizia in famiglia, con i Jackson Five. A quei tempi, il giovane Jackson aveva un aspetto decisamente diverso rispetto a quello degli ultimi tempi, dopo una serie di operazioni plastiche che ne hanno definitivamente modificato il viso, oltre a schiarire il suo colore della pelle. La sua carriera e’ definitivamente tramontata nel 2005, quando si e’ celebrato un processo per pedofilia contro il cantante. Jackson era stato ripetutamente accusato di avere abusato di minorenni, talvolta addirittura con la complicita’ delle madri, nel suo ranch californiano di Neverland, una sorta di costosissima Disneyland in miniatura, che ha dovuto vendere l’anno scorso.
Jackson e’ stato assolto dalle accuse, ma l’esito del lungo processo ha lasciato molti dubbi. Pieno di debiti, praticamente rovinato nonostante possedesse il catalogo delle canzoni dei Beatles, il cantante lascia gli Stati Uniti nell’estate del 2005 insieme ai tre figli e si installa per un certo periodo a Bahrein, sul Golfo Persico. Era tornato recentemente, tra Las Vegas e Los Angeles, per le prove di questo concerti di addio che non si terranno mai.
Frank El Pavo Hernández con Ray Perez e Cocolia – foto cortesia di www.rayperez.it
El Pavo Frank, conosciuto percussionista venezuelano che ha ottenuto i suoi successi sulla scena della musica latina, è scomparso questa mattina a 74 anni.Il musicista aragüeño, il cui nome era Francisco Antonio Hernández Valarín, iniziò la sua carriera musicale prendendo lezioni di batteria con Germán Suárez, quando aveva solo 12 anni.
A 15 anni si unì all’orchestra di Manuel Ramos. I suoi compagni gli assegnarono il soprannome con il quale sarebbe stato riconosciuto per tutto il resto della sua vita: El Pavo Frank.Un ritmo indiavolato nelle mani e nel cuore. Una descarga dell’anima che trasferì nei timbales e nella batteria. Adesso, una leggenda. Se diciamo Francisco Antonio Hernández Valarín, non diciamo molto. Se diciamo el Pavo Frank è come se parlassimo di salsa, del jazz, della Onda Nueva.
Nel 1953 faceva già parte dell’orchestra di Aldemaro Romero, e dopo, in una carriera brillante, potè accompagnare giganti come Jesús ‘Chucho’ Sanoja, Luis Alfonso Larrain, Tito Puente, ‘El Rey del Timbal’; Dámaso Pérez Prado ‘El Rey del Mambo’; Mongo Santamaría, Machito, Dizzie Gillespie e Chick Corea, massimi esponenti del jazz latino.
Fu un grande percorso che ebbe il suo punto più alto negli anni 70, con la Onda Nueva, stile musicale riconosciuto in tutto il mondo e ancora vigente, il cui cuore ritmico fu ideato e sviluppato da el Pavo Frank per Aldemaro Romero, che la descrisse in questa maniera: ‘la Onda Nueva non è altro che la sostituzione di una orchestrazione per un’altra. Al posto di un’arpa, cuatro e maracas; piano, basso e batería: il trio ideale per suonare musica jazz’. Questo inconfondibile colpo di batteria fu la creazione immortale del Pavo, il suo maggiore contributo artistico.
Però gli anni non perdonano e le malattie nemmeno. Gli ultimi anni lo constrinsero al ritiro forzato. Tre incidenti celebrovascolari lo allontanarono dai palcoscenici. Successivamente subentrarono altri problemi che lo portarano alla quasi cecità.
È impossibile dire che ha smesso di suonare. Adesso la batteria e il timbal del Pavo inizieranno a suonare in tutto il mondo. Adesso queste percussioni vibreranno con sabor e genialità.
Fonte Ag.Abn
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El Pavo Frank, conocido percusionista venezolano que se destacó en la escena de la música latina, falleció durante la madrugada de este martes a los 74 años.El músico aragüeño, cuyo nombre de pila era Francisco Antonio Hernández Valarín, comenzó su carrera musical al tomar clases de batería con Germán Suárez, cuando tenía sólo 12 años.
A los 15 se unió a la orquesta de Manuel Ramos. Sus compañeros le asignaron un apodo por el que sería reconocido durante el resto de su vida: El Pavo Frank.Un ritmo endiablado en las manos y el corazón. Una descarga del alma que estalló en los timbales y la batería. Ahora, una leyenda. Si decimos Francisco Antonio Hernández Valarín, no decimos mucho. Si decimos el Pavo Frank suena a salsa, a jazz, a Onda Nueva.
El más destacado percusionista venezolano de las últimas décadas murió este martes a los 74 años. Salió de su natal Villa de Cura, estado Aragua, a los 12 años, edad suficiente para tomar clases de batería. Ya a los quince estaba debutando en la orquesta de Manuel Ramos donde lo bautizaron como el Pavo, apodo que ahora se lleva a la eternidad.
Para 1953 ya formaba parte la orquesta de Aldemaro Romero, y luego, en una carrera brillante, pudo acompañar a gigantes como Jesús ‘Chucho’ Sanoja, Luis Alfonso Larrain,Tito Puente, ‘El Rey del Timbal’; Dámaso Pérez Prado ‘El Rey del Mambo’; Mongo Santamaría, Machito, Dizzie Gillespie y Chick Corea, máximos exponentes del jazz latino.
Fue un largo camino recorrido que tuvo su punto más alto en los años 70, con la Onda Nueva, estilo musical reconocido en todo el mundo y todavía vigente, cuyo corazón rítmico fue ideado y desarrollado por el Pavo Frank para Aldemaro Romero, quien la describió de esta manera: ‘la Onda Nueva no es otra cosa que la sustitución de una orquestación por otra. En vez de arpa, cuatro y maracas; piano, bajo y batería: el trío ideal para tocar música de jazz’. Ese inconfundible golpe de batería fue la creación inmortal del Pavo, su más célebre contribución artística.
Pero los años no perdonan y las enfermedades tampoco. Los últimos años el Pavo se vio forzado al retiro. Tres accidentes cerebrovasculares lo alejaron de las pailas. No pudo continuar caminando derecho porque perdió el equilibrio. Todo dificultó más su ya precaria existencia porque desde hacía mucho tiempo fue perdiendo la vista hasta quedar completamente ciego. Sus necesidades sin embargo estaban medianamente cubiertas porque era pensionado de Venezolana de Televisión, tenía su pensión del Seguro Social y recibía también una cantidad por haber sido declarado Patrimonio Viviente.
Imposible decir que dejó de tocar. Ahora es cuando la batería y el timbal del Pavo Frank sonarán en todo el mundo. Ahora es cuando esas pailas vibrarán con sabor y genialidad.
Apprendiamo dal sito di Ruben Blades che il 3 Giugno inizierà un nuovo tour chiamato, Krazy Love, con una banda stellare che include Ruben Blades, Luba Mason (la moglie di Ruben), Jimmy Haslip (bassista del gruppo Yellowjackets), Russell Ferrante (Yellowjackets), Dario Eskenazi (del gruppo di Paquito D’Rivera), Sandro Alvert e Marco Costa.
Il tour vedrà la presentazione dell’ultimo disco di Luba Mason KRAZY LOVE, con intime e acustiche sonorità brasiliane.
Luba Mason con Rubén Blades – E Com Esse Que Eu Vou vm
Queste le date previste:
Giugno 3, Dakota Jazz Club, Minneapolis, MN
Giugno 5, Hoover-Leppen Theatre, Chicago, IL
Luglio 7, Yoshi’s, Oakland, CA
Luglio 8 & 9, Catalina’s Jazz Club, Los Angeles, CA
Luglio 13, Blue Note, New York City, NY
Luglio 14, Blues Alley, Washington, D.C.
Luglio 15, World Cafe, Philadelphia, PA
Luglio 16, Regatta Bar, Boston, MA
Altri concerti previsti:
Giugno 4, The Acorn Theater, Three Oaks, Michigan
Giugno 6, Lakeshore Salon Series, Chicago, IL
Luglio 19, Castle on the Hudson, Tarrytown, NY
Estoy lista para iniciar la gira KRAZY LOVE con una banda estelar que incluye a mi esposo, Rubén Blades, Jimmy Haslip (bajista del grupo Yellowjackets), Russell Ferrante (Yellowjackets), Dario Eskenazi (del grupo de Paquito D’Rivera), Sandro Alvert y Marco Costa. Esta gira incluye ciudades de Norteamérica como New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, Filadelfia, Minneapolis y otras que anunciaré pronto…
Espero verlos.
Luba
Luba Homepage:
lubamason.com
Fechas de la gira KRAZY LOVE:
Junio 3, Dakota Jazz Club, Minneapolis, MN
Junio 5, Hoover-Leppen Theatre, Chicago, IL
Julio 7, Yoshi’s, Oakland, CA
Julio 8 & 9, Catalina’s Jazz Club, Los Angeles, CA
Julio 13, Blue Note, New York City, NY
Julio 14, Blues Alley, Washington, D.C.
Julio 15, World Cafe, Philadelphia, PA
Julio 16, Regatta Bar, Boston, MA
Otras presentaciones:
Junio 4, The Acorn Theater, Three Oaks, Michigan
Junio 6, Lakeshore Salon Series, Chicago, IL
Julio 19, Castle on the Hudson, Tarrytown, NY
“El Niño Bonito” ha cantato con ognuno dei suoi invitati.New York – Il salsero Ismael Miranda, “El Niño Bonito” delle leggendarie Stelle della Fania, ha celebrato l’altra notte le sue quattro decadi nella musica con un concerto a New York, dove ha iniziato la sua carriera e ha raggiunto la fama, come una delle voci più importanti di questo genere.
Andy Montañez si esibisce con alcuni ballerini durante il concerto dedicato ai 40 anni di carriera di Ismael Miranda. – foto tratta da nytimes.com
Durante il concerto al Teatro United Palace, nel cuore della comunità dominicana a Manhattan, Miranda ha conversato con il pubblico, presentando i suoi invitati e cantando insieme ad essi.
Il sonero portoricano ha interpretato tutti i suoi maggiori successi: dall’inizio della sua carriera professionale con l’orchestra del famoso pianista Larry Harlow nel 1967, della sua orchestra Revelación fondata nel 1973, dell’epoca delle Estrellas de Fania, con Willie Colón e come solista.
Oltre a esibirsi insieme al pianista Harlow, al trombonista e interprete Colón, Miranda ha potuto contare sulla presenza dei cantanti Cheo Feliciano, Tito Nieves, Andy Montañez, José Alberto “El Canario” e di Johnny Pacheco, fondatore del marchio Fania y las Estrellas de Fania.
All’ora buona per “El Jíbaro Aguadeño Que Si Sabe Del Montuno”. Spero che facciano quanto prima il dvd di questo concerto per i portoricani che come me e Ismael sono di Aguada.
L’ingresso di Miranda sul palco è stato preceduto da un video di diversi momenti della sua incredibile carriera, per iniziare subito dopo con “Como mi pueblo” alla quale hanno fatto seguito “Abran Paso” e “Señor Sereno” con Harlow al piano, che Miranda ha ringraziato pubblicamente per avergli aperto le porte del successo nella salsa e con cui ha registrato diversi dischi.
Dopo l’intervento del “Canario”, con cui ha cantato “Cuándo llegaré”, Miranda ha portato sul palco il pianista Oscar Hernández, il famoso timbalero Nicky Marrero e Carlos de León alla tromba, che facevano parte della sua Orchestra Revelación, per dare inizio a “Así se compone un son” e “Ahora sí”.
La presentazione di Miranda, che conserva una potente e chiara voce, è stata intercalata da vari invitati, i quali hanno interpretato i propri successi.
Con Andy Montañez, insieme al quale Miranda ha registrato tre dischi, ha interpretato “Sufro”, nel frattempo Cheo Feliciano e Willie Colón – entrambi integranti delle Stelle della Fania – hanno ricevuto un’ovazione con il pubblico tutto in piedi.
L’interpretazione di Montañez del suo successo “Un verano en Nueva York” ha poi coinvolto il pubblico in un ballo al ritmo della sua canzone.
Un verano en Nueva York
Successivamente si sono esibiti Cheo Feliciano (che l’anno passato ha celebrato i suoi 50 anni di carriera) con “El día que me quieras” e “Anacaona” e Willie Colon, con cui Miranda ha cantato “No me digas que es muy tarde”.
Miranda ha quindi reso omaggio a Ralph Mercado, recentemente scomparso, che è stato l’impresario più importante della musica latina e che ha prodotto tutti i concerti delle Stelle della Fania.
La festa si è conclusa con “Quítate tú pa’ ponerme yo”, tema delle Stelle della Fania, mentre Pacheco dirigeva l’orchestra.
Quítate tú pa’ ponerme yo
Secondo il pianista Hernández, esiste la possibilità di portare questo concerto in tourneè.
Fonte Ag.Efe
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Durante el concierto en el teatro United Palace, en el corazón de la comunidad dominicana en Manhattan, Miranda conversó con el público, presentó a sus invitados y cantó con cada uno de ellos.El sonero puertorriqueño interpretó todos sus éxitos desde que comenzó su carrera profesional con la orquesta del conocido pianista Larry Harlow en 1967, de su propia orquesta Revelación que fundó en 1973, de su época con las Estrellas de Fania, con Willie Colón y en solitario.
Además de compartir con el pianista Harlow y con el trombonista y también intérprete Colón, Miranda contó con la presencia de los cantantes Cheo Feliciano, Tito Nieves, Andy Montañez, José Alberto “El Canario” y de Johnny Pacheco, fundador del sello Fania y las Estrellas de Fania. En hora buena para “El Jíbaro Aguadeño Que Si Sabe Del Montuno”. Espero que saquen un DVD de este concierto para los Boricuas como yo que tambien soy de Aguada como Ismael.
La entrada de Miranda al escenario estuvo precedida por un vídeo de diferentes momentos de su exitosa carrera, para de inmediato comenzar con “Como mi pueblo”, al que le siguieron “Abran paso” y “Señor Sereno” con Harlow al piano, de quien dijo le abrió las puertas al éxito y con cuya orquesta grabó varios discos.
Tras la intervención de “El canario”, con quien cantó “Cuándo llegaré”, Miranda trajo al escenario al pianista Oscar Hernández, el famoso timbalero Nicky Marrero y a Carlos de León en la trompeta, quienes fueron parte de su orquesta Revelación, para dar paso a “Así se compone un son” y “Ahora sí”.
La presentación de Miranda, que conserva una potente y clara voz, fue intercalada por sus invitados, quienes interpretaron sus propios éxitos.
Con Andy Montañez, junto al cual Miranda grabó tres discos, interpretó “Sufro”, mientras que Cheo Feliciano y Willie Colón -estos últimos dos integrantes de las Estrellas de Fania- fueron recibidos por una ovación con el público puesto de pie.
La interpretación de Montañez de su éxito “Un verano en Nueva York” hizo que el público bailase al ritmo de su contagioso tema.
Le siguió Cheo Feliciano, que el año pasado celebró sus 50 años en la música, con “El día que me quieras” y “Anacaona”.
El turno fue luego para Willie Colón, a quien Miranda se unió con “No me digas que es muy tarde”.
Miranda rindió homenaje al recientemente fallecido Ralph Mercado, el empresario más importante de la música latina, quien produjo todos los conciertos de las Estrellas de Fania.
El fin de fiesta concluyó con “Quítate tú pa’ ponerme yo”, tema de las Estrellas de Fania, mientras Pacheco dirigía la orquesta.
Según el pianista Hernández, existe la posibilidad de llevar este concierto a otros escenarios.