Frank El Pavo Hernández con Ray Perez e Cocolia – foto cortesia di www.rayperez.it
16-06-2009:
Muore a 74 anni, il percussionista aragüeño Frank Hernández, “El Pavo Frank”; conosciuto come “El rey del timbal venezolano”, il suo talento è stato al servizio di Tito Puente, Machito, Mongo Santamaría, José Fajardo, Orquesta de César Concepción, Trabuco Venezolano, Naty y su Orquesta.
Vive per 6 anni a New York, grazie all’aiuto di Tito Puente, ed al suo rientro in Venezuela, nel 1965, fonda El Pavo y su Jazz Latino.
Nasce nella calle Sevilla de La Cantera di Ponce, Portorico, il cantante Manuel “Manix” Martínez.
Fra i suoi maggiori successi insieme a La Terrífica ricordiamo: “Casa Pobre, Casa Grande” en 1979, e “Canción de los pobres” e “No me vuelvo a enamorar”.
Ha collaborato anche con La Sonora Ponceña e con Louie Romero.
26-05-72: Muore a New York, quando attraversava il miglior momento della sua carriera musicale, il cantante venezuelano Pedro María Torcat, conosciuto come “Perucho” Torcat.
E’ stato cofondatore dei Los Dementes di Ray Pérez con i quali ha portato al successo canzoni come Rómpelo, El guillo. Perucho
Torcat era nativo di Carúpano, Stato Sucre.
AGENDA SALSERA a cura di Carlos Zabaleta Fajardo:
17-06-50:
Nicky Marrero ai timbales. Foto di Martín Cohen tratta da Herencia Latina
Nasce nel Bronx, New York, il timbalero Nicolás Marrero, “Nicky” Marrero. La sua prima registrazione la realizza a 15 anni con la banda originale di un altro adolescente nato nel 1950: Willie Colón.
Ha suonato anche con Ray Romero, “Kako” Bastar, Manny Oquendo, Estrellas de Fania, Eddie Palmieri, Patato Valdés, Larry Harlow, Ismael Miranda, Típica Novel, Louie Cruz e Machito.
Nasce a Caracas, Venezuela, il percussionista Joel “Pibo” Márquez, che ha suonato con Alfredo Naranjo y El Guajeo e Orlando Poleo, fra le altre orchestre.
Con il suo gruppo “Las manos calientes” ha partecipato a vari festival in Svizzera, Germania, Italia, Romania, Finlandia, Brasile, Croazia, Ecuador, Colombia, Messico, Stati Uniti, Portorico, Spagna, Mozambico, Senegal, Chile.
CARACAS – La figlia Marita Jiménezha confermato alla stampa la scomparsa di suo padre Porfi, indicando che da quasi tre mesi il musicista soffriva di un’infezione al duodeno derivata da una setticemia.L’artista nato nel 1928 nel piccolo quartiere dominicano di Hato Mayor del Rey, arrivò in Venezuela a seguito di un tour internazionale dell’orchestra di Rafael Minaya nel 1954.
Il suo legame con questo paese diventò subito molto forte, lo stesso Jimenez durante un’intervista del 2008 aveva detto: “Ho messo radici in questo meraviglioso paese. Il Venezuela mi è entrato subito nel cuore e per sempre”.
Fra il 1955 e il 1962 fece diverse esperienze con alcune fra le principali orchestre del paese, incluse anche le due nascenti televisioni private venezuelane RCTV e Venevisión. Nel frattempo studiò alla prestigiosa scuola di musica Berklee, a Boston, dopo di che entrò come arrangiatore e produttore della Velvet, un’impresa discografica che stava muovendo i primi passi in Venezuela.
Nel 1963 finalmente formò la sua orchestra. Durante più di 4 decadi, “Porfi Jiménez y su Orquesta” ottennero diversi successi come: “Chivo Florete” e “Consentida”, “Dolores” e “La hierba se movía”, che sono state ballate per intere generazioni di venezuelani e in paesi come Colombia, fra gli altri paesi latino americani. Fonte: AP
CARACAS (AP) – El trompetista y compositor dominicano Porfi Jiménez, que puso a bailar al público venezolano durante décadas con sus interpretaciones de los más variados ritmos tropicales, falleció el martes. Tenía 82 años.
Su hija Marita Jiménez confirmó a la prensa su fallecimiento e indicó que, desde hace tres meses, se detectó al músico una “infección en el duodeno” que derivó en una “septicemia que se regó”. La Septisemia es una infección generalizada por presencia de bacterias en la sangre.
Jiménez encontraba hospitalizado desde hace 20 días y el martes por la tarde sufrió un “shock séptico”, agregó su hija.
Con su trompeta, el artista nacido en 1928 en el pequeño poblado dominicano de Hato Mayor del Rey, llegó a Venezuela como parte de una gira internacional de la orquesta de Rafael Minaya en 1954.
“Eché raíces en este maravilloso país. Venezuela se me metió en el corazón rápida y para siempre”, dijo Jiménez a la prensa durante un homenaje en el 2008.
Entre 1955 y 1962 formó parte de muchas de las más populares orquestas del país, incluyendo las dos nacientes televisoras privadas venezolanas RCTV y Venevisión. En el ínterin estudio en la prestigiosa escuela de música de Berklee, en Boston, tras lo cual se sumó como arreglista y productor de Velvet, una empresa disquera que daba sus primeros pasos en Venezuela.
En 1963 finalmente formó su propia orquesta. Durante más de cuatro décadas, “Porfi Jiménez y su Orquesta” cosecharon numerosos éxitos como “Chivo Florete” y “Consentida”, “Dolores” y “La hierba se movía”, que han sido bailadas por varias generaciones de venezolanos y en países como Colombia, entre otros países de América Latina.
Le sobreviven su esposa Pura de Jiménez y sus hijas Marita y Zoraida.
Roberto Roena sarà il primo salsero a ricevere un busto in vita, nella Plaza de los Salseros, a Santurce, Portorico.
Domenica 12 settembre si è infatti svolta una grande festa nella quale è stata scoperta la statua in bronzo, che è posizionata insieme ad altre sculture di artisti salseri come Rafael Cortijo, Ismael Rivera, Héctor Lavoe, Tito Puente, Pellín Rodríguez, Tommy Olivencia e Marvin Santiago, tutti grandi musicisti e suoi amici già scomparsi.
Roena scherzando ha detto:“Quando me lo hanno detto ho pensato due cose: o che mi stavano anticipando la morte o che mi volevano portare li per fare la veglia ai defunti”.
Dopo, tornando serio, ha continuato dicendo che per lui è un vero onore essere stato incluso con tutti questi grandi musicisti.
“Vado, come si dice, a portare un saluto da parte di tutti quelli che sono rimasti in vita perchè tutti quelli che sono in questa piazza sono stati miei cari amici”.
Però la cosa non finisce qui, poichè si sta pensando di dare il suo nome ad una via, Calle Aponte de Santurce, dove l’artista è nato e ancora oggi va a giocare a domino con gli amici.
“Provate a pensare, quando la gente mi chiamerà potrò dire che mi trovo nella Strada Roberto Roena… Mi sento molto emozionato di essere stato scelto”.
Il fondatore dell’ Apollo Sound ha anche detto di essersi sentito defraudato per aver partecipato a diversi eventi in quella piazza, che non erano all’altezza di un luogo dove si ricordano i più grandi artisti della musica tropicale.
Senza dubbio, il progetto portato avanti dal senatore José “Nuno” López e dal sindaco di San Juan, Jorge Santini, sta andando avanti con grande attenzione. Inoltre, la piazza sarà rinnovata.
Richy Miranda-Cortese, organizzatore della manifestazione ha dichiarato: “Vogliamo organizzare delle attivitè prima dell’omaggio, come ad esempio la mostra delle copertine di tutti i dischi di Roberto Roena, e un’altra con tutti gli oggetti che ricordano la sua carriera, approfittando del fatto che l’artista è ancora vivo.
Alla fine il tutto culminerà con una grande celebrazione nella quale, Roena, si esibirà insieme ai musicisti della sua orchestra. Sono stati invitati anche altri musicisti che non hanno fatto parte dell’Apollo Sound, ma che hanno condiviso parte della vita musicale di Roena, come Johnny Pacheco e Nicky Marrero, fra gli altri”.
L’evento sarà registrato in alta definizione per essere venduto alle televisioni internazionali e saranno invitati gli organi di stampa in Europa, America Latina e Stati Uniti.
Miranda ha inoltre aggiunto: “Questo evento sarà utilizzato come piattaforma per il lancio di una nuova tappa della carriera di Roena, che ha ancora molto da dare. Lo porteremo nell’est Europa, dove la salsa è molto cresciuta, e in mercati consolidati come Italia, Inghilterra, Francia e Spagna, e cercheremo di farlo tornare in Asia”.
Roena ha concluso dicendo: “Non mi preoccupo di come mi vedrò, ma di quel che lascerò alle future generazioni, che è quel che do mentre sono sulla scena, perchè non sono mai salito su un palco per fare il buffone”.
Fonte: El nuevo dia
Español
Por Patricia Vargas Casiano / pvargas@elnuevodia.com
Roberto Roena se convertirá en el primer salsero al que se le dedicará en vida un busto en la Plaza de los Salseros, ubicada en la barriada Shangai de Santurce.
El 12 de septiembre se celebrará una gran fiesta para desvelar la estatua en bronce, que estará junto a las esculturas de Rafael Cortijo, Ismael Rivera, Héctor Lavoe, Tito Puente, Pellín Rodríguez, Tommy Olivencia y Marvin Santiago, todos grandes músicos y amigos suyos ya fallecidos.
“Cuando me lo dijeron pensé dos cosas: o que me estaban anticipando la muerte o que me llevan ahí para que me velen los muertos”, dijo Roena en broma.
Luego, más serio, señaló que ha sido un honor haber sido incluido en ese “corillo”.
“Voy, como quien dice, a llevar la batuta de los que quedamos vivos porque todos los que están en esa plaza han sido íntimos amigos míos”.
Pero la cosa no queda ahí, pues también se considera ponerle su nombre a la Calle Aponte de Santurce, donde el artista se crió y todavía va a jugar dominó con su gente.
“Imagínate, cuando la gente me llame y me pregunte les voy a decir estoy en la Calle Roberto Roena… Me siento demasiado emocionado de que me hayan escogido a mí”.
El fundador del Apollo Sound se sinceró al decir que ha participado en varios eventos en esa placita y ha salido defraudado porque no se han organizado a la altura requerida para el lugar que alberga las figuras de los grandes de la música tropical.
Sin embargo, el proyecto, una gestión del senador José “Nuno” López y el alcalde de San Juan, Jorge Santini, está siendo muy cuidado. Incluso, se harán renovaciones a la plaza.
“Queremos hacer actividades previas al homenaje, como la exhibición de un coleccionista que tiene todas las carátulas de los discos grabados por Roena y otra de su memorabilia, aprovechando que el artista está en vida. Culminará con una magna celebración en la que el homenajeado podrá compartir con los cantantes de su orquesta. También se están invitando a otros músicos que aunque no fueron parte del Apollo Sound tuvieron que ver con la vida musical de Roberto, como Johnny Pacheco y Nicky Marrero, entre otros”, adelantó el licenciado Richy Miranda-Cortese, a cargo de la organización.
El evento se va a grabar en video de alta definición para venderlo a la televisión internacional y se van a invitar a medios internacionales de Europa, América Latina y Estados Unidos.
“Se va a usar como plataforma de lanzamiento de una nueva etapa en el cierre de la carrera de Roena, que aún tiene mucho que aportar. Vamos a exportarlo nuevamente al este de Europa, donde la salsa está muy sólida, aparte de los mercados regulares como Italia, Inglaterra, Francia y España, y tratar de que regrese a Asia”, dijo Miranda.
Esta semana, Roena se realizó una sesión de fotos para que el escultor, aún no seleccionado, pueda trabajar con el busto.
“A mí no me preocupa cómo me vea, sino lo que va a quedar de mí para la posteridad, que es lo que doy en el escenario, porque nunca me he subido a una tarima a ‘miquear’ ”, cerró el veterano salsero.
a cura della Redazione LaSalsaVive
realizzata durante il Festival Latinoamericando di Milano il 25 giugno 2011
Richie Ray y Bobby Cruz
Quali sono stati i musicisti che vi hanno influenzati maggiormente?
Bobby Cruz: Richie iniziò a suonare nel mio gruppo e all’epoca suonavamo come orchestra di supporto alternandoci a quelle più famose e fummo influenzati da musicisti come Johnny Pacheco, Tito Puente, Charlie Palmieri, il pianista che sicuramente ha influenzato anche Richie.
Loro erano i grandi e noi solo dei ragazzini che avevano appena iniziato.
Il mio mentore come cantante invece è stato Chivirico Davila.
Lui è stato un grande amico oltre che il mio maestro ed anche la persona che mi ha insegnato l’uso della clave.
Richie Ray: Io iniziai a studiare musica classica per fare il concertista, ma l’ambiente non mi piaceva.
Noi ci conoscevamo tramite le nostre famiglie e Bobby aveva già un suo gruppo nel quale suonavo anche io. Dopo gli studi classici iniziai ad avvicinarmi al jazz e fui influenzato da artisti come George Shearing, Bud Powell, Dave Brubeck, Miles jazz quartet, Art Blakey, Jazz Messengers, Miles Davis, Charlie Parker.
Inoltre quando noi iniziammo a suonare era il periodo dei Beatles e dei Rolling Stones e la nostra idea fu quella di differenziarci dai tanti gruppi ottimi che già c’erano, come Tito Puente, Tito Rodriguez, Eddie Palmieri, Joe Cuba, anche perchè noi eravamo solo dei ragazzini agli inizi e fu così che pensammo di mischiare vari generi per fare qualcosa di diverso.
Iniziammo con il boogaloo che era un ritmo di Chubby Checker che veniva dal mondo del twist, così iniziammo a mischiare guajira con blues e allo stesso tempo tutti iniziarono a suonare boogaloo.
Il migliore di tutti era Pete Rodriguez che fece canzoni come “I like it like that”, lui era molto avanti. Continuammo a sperimentare con il ritmo “Jala Jala” (ndr. inventato da Roberto Roena) e continuammo a farlo fino a che non arrivammo a realizzare “Sonido Bestial” dove inserimmo una parte del piano dello “Studio Rivoluzionario” di Chopin, e fu a quel punto che la gente iniziò a meravigliarsi ed iniziò il grande successo.
Per noi la salsa è un insieme di differenti culture musicali basato sulla clave, sul ritmo afrocubano, però sopra di questo ci puoi mettere qualsiasi cosa: jazz, rock’n’roll, musica araba, qualsiasi cosa! La salsa è una fusione di differenti cose!
Tu non puoi suonare una guaracha e dire che è una salsa, perchè una guaracha è una guaracha. Molti cubani dicono che la salsa è una musica di Cuba.
Certo, la salsa è basata sulla musica cubana, però anche la musica cubana non è solo cubana in quanto basata su ritmi afrocubani: è africana e cubana.
Tutta la musica è una mescolanza di altri generi. Ascoltavamo Stravinsky e rubavamo qualcosa da lui, la stessa cosa con John Lennon.
Questo è il metodo con cui abbiamo creato la nostra musica salsa.
C’è una radio in Italia che fa un programma di Soul e Funk la cui sigla è un brano tratto dal tuo disco “Nitty Gritty”
Richie Ray: Nitty Gritty si!!! L’epoca del Rock’n’Roll!
E la gente non sa che è vostro, di un gruppo di salsa, ma pensa che sia stato fatto da qualche band di funkie o Soul.
Richie Ray: Si, perchè a noi piace fare cose diverse. Questa fu un’idea della casa discografica che era la Alegre, la quale faceva parte della Bullet Records che registrava musicisti di Rock’n’Roll, e visto che detenevano tutti i diritti di queste canzoni pensarono di farci sperimentare questa musica con strumenti della salsa come la campana, le congas…
Per noi fu molto interessante ma in quel momento venne fuori Jose Feliciano che è un’artista latino, che ottenne maggior successo e ci mise in secondo piano.
Abbiamo appena terminato di parlare dell’epoca d’oro degli anni sessanta e settanta della salsa. Ora che la salsa ha subito un calo, quando voi andate a suonare in giro per il mondo dove trovate il maggior sostegno da parte degli appassionati della salsa di quell’epoca?
Richie Ray e Bobby Cruz: In Colombia.
Richie Ray: I colombiani sono quelli che hanno mantenuto le radici salsere.
Bobby Cruz: La Colombia è salsa!
Lì non c’è reggaeton, non c’è merengue.
Richie Ray: Se vai a Portorico si ascolta reggaeton e musica americana, esattamente come a New York, ma se vai in Colombia loro ascoltano la musica salsa.
E se gli chiedi del reggaeton ti insultano! Non gli piace.
Ma voi a Portorico nel 2008 avete fatto due concerti con molta gente…
Richie Ray: Si è un pubblico diverso, più adulto.
La cosa interessante è che in Colombia anche i giovani seguono la salsa mentre negli altri paesi latini sono principalmente persone di quella generazione…
Richie Ray: In Colombia i genitori insegnano ai figli ad ascoltare salsa fin da piccoli, ed i ragazzi conoscono tutte le parole delle nostre canzoni.
Bobby Cruz: E devo cantarle esattamente come nel disco perchè se provo a cantarle in modo diverso mi riprendono e mi dicono che è un’altra cosa!
Quali sono le nazioni nel mondo dove suonate maggiormente?
Bobby Cruz: Stiamo girando per tutto il mondo. In questo momento abbiamo viaggiato in Colombia e a Portorico.
Adesso rientriamo da qui e torniamo in Colombia.
Poi andremo a New Jersey e da lì a Panama, poi in Equador…
Non andate in Perù?
Bobby Cruz: Si, andremo anche in Perù. Richie Ray: Ci sono molti bravi musicisti peruviani che suonano salsa, come il pianista dei Mercado Negro.
Di recente abbiamo suonato anche in Messico, insomma c’è tanta gente a cui piace questa musica in diversi paesi nel mondo.
Però come hai detto tu, l’epoca d’oro di questa musica è passata e adesso è in calo.
Non so perchè, però alla gente piace solo la salsa vieja (classica).
Bobby Cruz: Le emittenti radio non suonano più salsa moderna, nè nostra nè di nessun’altra orchestra. Noi abbiamo più di 114 registrazioni. Dal 1992 ad oggi ne abbiamo fatte 12 che nessuno conosce, perchè le radio continuano a trasmettere i nostri vecchi successi: Aguzate, Sonido Bestial, Jala Jala, Pancho Cristal.
Richie Ray: Come saprete nel 1974 io e Bobby ci siamo convertiti al Cristianesimo e abbiamo messo un po’ da parte la musica. Da lì in poi è nata la “salsa sofisticata”, la “salsa romantica”, la “salsa erotica”, ma questo genere ha avuto successo per un tempo limitato perchè non era musica autentica, era qualcosa di costruito per cercare di conquistare una ragazza magari vestiti con abiti eleganti, niente a che vedere con la salsa di prima dove la gente apprezzava la musica.
Bobby Cruz: E grazie a Dio che era così! Provate a immaginare i musicisti di allora: Roberto Roena, Cheo Feliciano, Celia Cruz, Bobby Cruz…non ce n’era uno che fosse bello!!!
La gente veniva per la musica.
Richie Ray: Poi è venuta la moda dei videoclip, la rivoluzione di MTV.
Inizialmente alla gente piaceva quel tipo di salsa, poi si accorsero che tutto suonava uguale, che i cantanti sembravano tutti uguali, e la verità era che gli stessi musicisti negli studi di registrazione registravano per tutti quanti.
Tutto era uguale, al punto che oggi le persone dicono: quella era la salsa monga (la salsa sgonfia). Per questo le persone oggi non vogliono più ascoltare nuovi brani di salsa a tal punto che anche se noi registriamo un disco nuovo non lo vogliono sentire!
Quindi tutto il vecchio dove finisce?
In un museo!
Capite?Così che la salsa è destinata a morire.
Bobby Cruz: Non si rinnova.
Richie Ray: La gente del reggaeton sono ragazzi talentuosi, molti di essi sono latini, con origini nella salsa, però le opportunità sono poche, così finiscono a suonare rap, reggaeton e altre cose simili.
E finisce che se oggi volete registrare un disco di Richie Ray e Bobby Cruz ci vogliono almeno 500.000 dollari e nessuna compagnia investe questi soldi perchè prima che il disco esca tutti quanti lo hanno già nei loro computer!
La pirateria.
Come sapete la tecnologia ha ucciso il mondo del disco.
Adesso la cosa che serve è venire qui, suonare, e vedere la gente che dice:” Uaoo!”.
Il nostro spettacolo lo possiamo vendere perchè è dal vivo ma il disco non ti permette di guadagnarci.
Questo è successo per tutti i generi.
Richie Ray: Si, questo è successo con tutti i generi.
Bobby Cruz: Come con i film. Appena esce un film nuovo lo trovi già sul web.
I vostri testi avevano molti riferimenti alla santeria…
Bobby Cruz: (interrompe la domanda) Non eravamo santeri.
Richie Ray: A quell’epoca c’erano molti appassionati della musica tropicale che seguivano la religione Lucumi della Santeria e noi notammo questo.
A noi piaceva molto il sound che era diverso, perchè proviene dalla religione.
E’ più africano.
Fu così che acquistai un disco di un gruppo che si chiamava Celina y Reutilio. Celia Cruz registrò alcuni dischi con loro, inclusa la canzone “Cabo E“. Io la rubai e ne feci una mia versione, più popolare, in salsa.
Facevamo molte canzoni simili a questa (santeria) ma per questioni economiche, perchè sapevamo che piacevano a tanti.
Però le avete arrangiate molto bene, il sound è spettacolare.
Richie Ray: Si, i santeri venivano ai nostri concerti e iniziavano a ballare fino a entrare in uno stato di trance perchè la musica gli arrivava.
Però noi non eravamo santeri, non lo siamo mai stati.
Bobby Cruz: Noi non eravamo di nessuna religione.
Ancora oggi non siamo di nessuna religione, apparteniamo a Cristo.
A proposito di canzoni reinterpetate con testi religiosi, questa sera come le canterete?
Bobby Cruz: Le canteremo con i testi originali.
Richie Ray: Suoneremo molte canzoni di successo, incluse due che sono cristiane e che hanno avuto successo: “Juan en la ciudad” e “Los fariseos“.
17-05-48: Nasce nel settore Las González, stato Miranda, il sonero Alejo Véliz Pacheco, Leo Pacheco.
Debutta professionalmente, nel 1973, con La Renovación, successivamente va con La Crítica, la Salsa Mayor di Oscar D´León, Nuestra Orquesta la Salsa Mayor con il panamense Carlos “El Grande”, Pellín Rodríguez e Alfredo Padilla.