LaSalsaVive en Vivo presenta: Son cuero y boogaloo, Don Chisciotte 26 novembre 2011

Dopo il grande successo de “LaSalsaVive en Vivo” è con grande piacere che annunciamo la data del prossimo evento LaSalsaVive, “Son Cuero y Boogaloo” che si terrà il 26 Novembre 2011 al Don Chisciotte di Galliera (BO).

In collaborazione con (in ordine alfabetico):

Don Chisciotte
Duenos de la Clave
El Talisman
Genyus Latino
Jonatha e Raika
Mondo Danza
Official Salsero
Salsa en Candela
Salsajazz di Marcello Pedone
SalsaTito
SalsaVida di Daniele Paolillo
Tropicoco

Ritorna l’evento sugli anni ’60 e ’70, uno dei temi più apprezzati sia per la musica che per il look!
Come negli eventi passati dedicati a questo periodo storico ( A los 70, Live at Cheetah, ecc.) ci sarà la classica gara con premiazione sui vestiti a tema più belli.
L’orchestra farà da giudice, quindi non perdete tempo e andate a chiedere consigli ai vostri genitori o controllate su Google i vestiti più IN degli anni ’60 e ’70.
Ecco alcuni link delle passate edizioni:

http://www.lasalsavive.com/foto/lasalsavive.org/alos70%5Fweb/

http://www.lasalsavive.com/foto/lasalsavive.org/live%40cheetah%5Flsv%5F121209%5Fweb/

Guarda le foto degli eventi passati dedicati al periodo degli anni sessanta/settanta:

Ecco alcune foto tratte da Live@Cheetah per prendere spunto sui vestiti

Ecco alcune foto tratte da A Los Setenta per prendere spunto sui vestiti

Un video tratto dall’evento “Live at the Cheetah”:

La serata sarà divisa in due parti con l’orchestra Charanga Moderna che si alternerà alla musica di Mascalzone Latino dj (Resident Dj) e di El Cacimbo dj (Special Guest).

In pre-serata stage sulla differenza dei vari ritmi che compongono la famiglia del Latin Soul/Boogaloo e più in generale sulla nascita di questo genere.

Tutte le scuole che vogliono partecipare possono contattarci inviando un messaggio o al cell: (Max 393.6048806) o (Tommy 392.1047764).

PROGRAMMA:

ORE 20,00: CENA (Risotto al radicchio trevigiano, grigliata mista di carne con contorno di patate al forno, acqua,vino,caffè).

ORE 22,00: INGRESSO PER CHI VIENE DOPO CENA

ORE 22,30: STAGE SUL BOOGALOO CON L’ORCHESTRA.

ORE 23,30: PRE SERATA CON DJ MASCALZONE LATINO e EL CACIMBO DJ (Special Guest).

ORE 24,30: CHARANGA MODERNA CONCERTO DAL VIVO.

ORE 01,30: PREMIAZIONE E A SEGUIRE MUSICA CON DJ MASCALZONE LATINO.

ORE 02,30: CHARANGA MODERNA CONCERTO DAL VIVO.

ORE 03,30: MUSICA CON DJ MASCALZONE LATINO (Resident Dj) e EL CACIMBO DJ (Special Guest).

PER CENARE O AVERE MAGGIORI INFO POTETE CONTATTARCI O TELEFONARE AL 392.1047764 (TOMMY), 393.6048806 (MAX).

Se volete portare l’evento LaSalsaVive en Vivo con tutta l’orchestra nella vostra città o all’interno della vostra serata, potete contattarci inviando un messaggio o ai numeri (Max 393.6048806) o (Tommy 392.1047764).

HOTEL CONVENZIONATI:

LUNA BLU di CASUMARO (FE)
44041 Casumaro (FE) – Via Del Lavoro, 1/B
Tel.051 6849994
http://www.hotellunablu.it/info.php

Mappa:
http://www.hotellunablu.it/cartina.php

Quando prenotate ricordate di dire convenzione LASALSAVIVE.

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HOTEL GALLIERA
40010 Galliera (BO) – Via Dante Alighieri, 2/C
051 812148
http://www.hotelgalliera.it/

Mappa:
http://www.hotelgalliera.it/carta.html

Camera singola 34 Euro
Camera doppia 50 Euro
Camera tripla 65 Euro

Quando prenotate ricordate di dire convenzione LASALSAVIVE.

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Come arrivare al Don Chisciotte:

1. Prendere A13 (direzione Padova ).
2. Uscire ad Altedo (uscita dopo Bologna Interporto e prima di Ferrara sud).
3. Seguire per San Pietro in Casale (girando a destra usciti dal casello continuare 4 km).
4. All’incrocio prima di entrare a San Pietro girare a destra verso Ferrara.
5. Dopo circa 50 mt a sinistra e seguite le indicazioni “POGGETTO” “MASSUMATICO”.
6. Percorrere questa stradina senza mai lasciarla, oltrepassando “MASSUMATICO”.
7. Dopo circa 8 km troverete le indicazioni “Sant’Agostino” (girate a sinistra poi a destra).
8. Dopo circa 1km sulla destra troverete il Don Chisciotte.

Don Chisciotte
S. Agostino – Galliera (BO)
Via Confine, 1 –
Info:             051/814340
Vai alla mappa:

LaSalsaVive en Vivo: una splendida giornata…

di Max Chevere

Un successo strepitoso la prima edizione di “LaSalsaVive en Vivo” con l’orchestra Charanga Moderna e la musica di Dj Claude.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE tanto per iniziare a Samuele Melloni (ieri molto triste per esiti calcistici) e Andrea Melloni (ieri molto felice per lo stesso motivo) perchè sono due AMICI che continuano a sostenere con i fatti questa musica.
Poi devo ringraziare TUTTI VOI, amici appassionati di musica e ballo, i veri protagonisti che animano i nostri eventi, perchè senza di voi che venite da ogni angolo d’Italia tutto questo sarebbe vano.
Grazie alla splendida CHARANGA MODERNA che ha suonato con tanto cuore e con un’energia pazzesca e al buon Claude dj che ieri sera ha dimostrato che è possibile fare una serata da PAURA con sooooooooli cd!!!
Grazie a tutte le scuole che continuano a sostenerci con tanta passione e che dimostrano materialmente che esistono MAESTRI che amano veramente la SALSA.
E grazie alla mia dolce metà Emanuela Tavano e al fratellone Tommy Salsero perchè LaSalsaVive è anche una MERAVIGLIOSA FAMIGLIA.

Per vedere le foto clicca qui.

Ed ecco il primo video!

E adesso appuntamento al 26 Novembre al Don Chisciotte per il prossimo evento!

La biografia di Angel Canales

Traduzione a cura della Redazione LaSalsaVive

Angel Canales nasce nel 1950 a Santurce (Portorico). All’età di 8 anni si trasferisce insieme ai suoi genitori, Angel Luis Canales Sr. e Ana Ilda Canales nella 177a Strada a Lexington Ave. nella zona di Manhattan. Durante la sua infanzia ascolta la musica di Rafael Cortijo con Isamel Rivera, la canzone Jíbara (campesina) ed i cantanti romantici degli anni cinquanta che sono i preferiti nella sua casa.

A New York intanto la musica inizia a cambiare, i suoi nuovi amici non parlano spagnolo e ascoltano Elvis Presley e i dischi della Mowtown. Dopo arriva l’esplosione del Boogaloo, grazie alla quale Angel ed i suoi amici iniziano a riscoprire la musica latina tramite il tumbao di nuove orchestre come Willie Colón, Johnny Colón, Pete Rodríguez e i Lebron Brothers.

A scuola il suo rapporto con i libri non è dei migliori, però ha una buona attitudine verso i lavori con le macchine. E’ così che decide di presentarsi in una gioielleria, raccomandato da un professore che lo stimava molto. Inizia a lavorare come fattorino, con il tempo guardando con curiosità all’arte dei tagliatori di diamanti, apprende a pulirli, tagliarli e montarli, cosa che alla fine diventa la sua principale attività.

Alla fine degli anni sessanta viene richiamato dall’esercito. Al suo ritorno scopre che alcuni amici d’infanzia sono diventati musicisti, fra questi Antonio Tapia, Luis Rivera e Johnny Torres. Tutti questi si riuniscono in una band capitanata da un pianista di colore americano che si fa chiamare Markolino (Mark Dimond). Un personaggio stravagante, a cui piace comporre, arrangiare e suonare il piano in un modo molto particolare e molto “avanti” per quel periodo.

Canales arriva nel momento in cui Markolino firma per la Fania e seguendo il consiglio del suo amico Johnny Torres va allo studio di registrazione e inizia a cantare su alcune canzoni che non aveva mai ascoltato prima. Da questa improvvisazione nasce l’LP “Brujería” dove la timida voce di Canales si può ascoltare nelle canzoni: El Barrio, Yo no tengo Pena, Brujería, Tiene Sabor, Mariquita e Aguardiente.

Tra il 1970 e il 1974 Markolino, Angel Canales e gli altri musicisti sbarcano il lunario suonando il repertorio di questo singolare LP, in cerimonie e feste, fino a quando Markolino scompare dalla circolazione per problemi personali. Si mormora che possa essere morto, ma così non è visto che registra ancora con Lavoe, Frankie Dante e Chivirico Davila i dischi “Rompe Saragüey (1975)”, “Porque Adoré (1976)” e “El Quinto de Beethoven (1976)”. Torna a scomparire nuovamente per ricomparire a Miami nel 1988 dove registra insieme a Larry Harlow “Mortifica”.

Nel frattempo Angel Canales, appoggiato dalla maggior parte dei musicisti, decide di iniziare una nuova tappa che lo vede compositore e leader della banda. Nel 1975 esce “Canales y la Orquesta Sabor”, prodotto dalla casa discografica Alegre da Joe Cain. In questa produzione si fanno notare due pianisti colombiani: Eddie Martinez, responsabile di tutti gli arrangiamenti e Joe Madrid, che realizza tutti gli assoli. Con “Lejos de ti” le radio trovano una nuova hit e soprattutto una voce che unisce le particolarità di Hector Lavoe, Juan Legido, Marco Antonio Muñiz fino a Fernando Alvarez, con il timbro personale del “tagliatore di diamanti”.

Non sono poche le critiche negative che piovono intorno a questo enigmatico cantante che si autofinanzia e che non cerca mai vie facili (ndr. “la payola” è un termine nato come crasi tra le parole “pay” (pagare) e “Victrola” (la marca di un giradischi)) per promuovere i suoi dischi. Ma questo è solo l’inizio; Canales riesce a imporre un nuovo stile alla salsa. La sua testa rapata, le coreografie e soprattutto la sua potente orchestra piena di musicisti informali, alla quale si sommano i più eccentrici e aggressivi artisti del jazz della città, danno vita a dei mambo complicati che escono dal sax baritono, da un’altissima tromba e da due aspri tromboni. Questo è il suono Jazzy, sereno e rilassato, molto “avanti” per quel periodo. E’ il sentimento di un latino a New York!!

Canales viene tenuto sotto controllo e richiesto dai più importanti promotori di salsa di New York, anche per via del suo carattere indipendente che lo porta a pagare ai suoi musicisti i salari più alti del periodo. E’ così che nel 1977 arriva a Canales l’opportunità di verificare l’accoglienza fuori dagli Stati Uniti. Un impresario gli invia un anticipo di 5.000 dollari, biglietti aerei e ospitalità presso l’hotel Hilton di Panamá per farlo esibire per la prima volta in America Latina con tutta l’orchestra. Il successo è grande: nasce così il suo omaggio a “Panamá Soberana” (“Panamá Sovrana”). Le altre due uscite di Canales all’estero sono a Caracas (Venezuela) nel 1982 e Cali (Colombia) negli anni novanta. Fra il 1975 e il 1987 Canales registra 9 dischi. Riappare timidamente nel 1996 con un paio di registrazioni prodotte a Miami: “Niña Melé” e “Sólo se que tiene nombre de mujer”. Angel Luis Canales, è uno dei pochi cantanti che non ha dovuto presentarsi con promotori e itinerari. Un lusso che gli deriva dalla sua vera professione di tagliatore di diamanti.

La biografia è stata tratta da 100×100 salsa e da Gary Domínguez (El Cuaderno Latino de la Salsa)

New York by Claude parte 5

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – quinto e ultimo giorno –

Finalmente al Grocery ritrovo il mio amicone del primo giorno che mi riconosce; si mostra contentissimo della mia fidelizzazione ed è subito Orso: solo 2,50 $, crepi l’avarizia!

Il tempo stringe, alle 2 PM devo lasciare casa e c’ho piu di 55 CD da cui togliere la plastica per infilarli nel book; temo troppo per lo zaino, con quel fagotto non ne vuol sapere di chiudersi!

Per non affaticare il mio POSTAMAT 😀 con un quarto prelievo da 240 $, ricordando di avere degli euro in tasca, mi reco sulla West 125th Street a cambiare.

“Please, can you show me one ID (=document) and one credit card?”

Rispondo: “Hai sbagliato a capire, non cambio con la carta, io ti do il CASH, e tu mi dai i Dàlars”

E lei: “La carta di credito funge da Second ID…”

“Ma che sono io, Uno e Bino? E poi, col cavolo che ti faccio strisciare una carta di credito per fare un lavoro per cui la carta di credito NON è nata, eccoti – oltre al passaporto – la mia patente e fattela bastare!”

Lei si alza e prende dallo scaffale dietro un libro denominato “Worlwide Driving Licenses”, lo apre alla pagina Italy e tiro un sospiro di sollievo al vedere che è fotografata la nuova, quella di plastica, quella che ho io.

Dopo 10 minuti riesco a cambiare 100 maledetti euro…
I NEGOZI DI DISCHI DEL BRONX

Un forumello americano mi aveva consigliato il Record Shop di Cholo, nel Bronx Latino, definendolo “Mambo Heaven Come True”; cosa volete che faccia, con la mia supercomoda metro rossa (ma solo la 2) faccio 4 fermate north e sono in 3rd Avenue con la 149th Street: faccio 5 minuti a piedi east, e a Brook Avenue giro a south e trovo sto negozietto a una luce tutto tappezzato di CD.

La merce va dagli anni 40 al … Reggaeton, e ci trovo cose che sono impazzito a cercare, come il primo di Tommy Olivencia che già mi ero rassegnato a dover cercare a Puerto Rico,

disco di cui bramavo la durezza di un brano, Casabe Con Longaniza, non disponibile su alcun altro CD; trovo anche, impolverato pure quello, un rarissimo Joe Bataan (per Dj Tambor) oltre ad un altro raro CD de La Terrifica (tra l’altro consigliatomi dallo stesso forumello americano): insomma, già ero contento così, anche se non riuscivo a trovare un altro maledetto album di Louie Ramirez sentito a Cali da una bancarella di orologi 😯

Niente foto di Cholo, c’era un camion davanti!

Sempre davanti al negozio, un po’ piu in giu sulla Brook Avenue, dall’altro marciapiede, vedo un casermone popolare con le finestre tappezzate di bandiere portoricane (tranne una che è messicana: di dominicane, stranamente neanche mezza), in gran fasto nell’attesa della festa boricua che si sarebbe svolta nel Barrio i due giorni seguenti.

Lì sotto, su 4 sedie in marciapiede stile “Fa’ la cosa giusta” di Spike Lee (ma in fondo, anche stile sora Lella de Roma, tutto il mondo è paese), altrettanti signori sulla sessantina sparano a medio volume salsa classica da una “cocolera” (il radione); mi piacerebbe fermarmi a parlare ma devo correre.

Piu avanti, la stessa scena da dei giovani; ad altissimo volume la musica esce da una macchina a porte spalancate (la nueva cocolera!), epperò è reggaeton.

Torno al metro 2 e dopo due fermate north (Prospect Av.) arrivo davanti a quest’altro storico negozio di cui non avrei saputo nulla senza l’ausilio di Sergio della GB Records

CASA AMADEO, DEL COMPOSITORE MIKE AMADEO

Mike è un brillantissimo 72enne specializzato in musica del passato (no Reggaeton here!), pensate che tra le sue ordinate vetrine espone anche le audiocassette!!!

Proprio come all’inizio del mio book io metto la salsa dura, lui negli scaffali subito dietro al bancone mette il suo genere preferito!

I CD sono impilati ordinatamente e segnalati per ordine alfabetico; quando gli chiedo un autore lui mi tira fuori tutta la pila e – per la prima volta a New York – me li fa toccare con mano invece di prenderli con la pinzetta dall’alto della parete (cosa che ho sofferto molto in questi giorni).

Tra le altre cose, qui riesco a trovare questo importante CD di Eddie Palmieri consigliatomi dal Tommy 😀 :

cosi come trovo finalmente il primo disco solista di Graciela con l’orchestra di Machito:

anche se, mannaggiarola, non trovo la versione di Donde Estabas Tu, fantastica, che si può sentire (oltre a tante altre belle canzoni) nel sito della maestra Anita Lombardi.

Mike mi mostra la lista delle cose che sta ordinando a Fania (ebbene sì, i magazzini Vecchia Fania esistono, non sono stati rilevati) e mi mostra sconsolato le richieste che ha fatto confontate con ciò che gli è arrivato (molto poco); lui i nuovi Fania non li tiene proprio, al momento…

Dopodiché passa a mostrarmi orgoglioso le sue opere compositive, guardate in questo disco di Joe Cuba (Estamos Haciendo Algo Bien) la 10 chi l’ha composta…

Tra le 1000 canzoni che lui ha firmato per vari artisti, ce n’è un’altra molto nota a tutti noi frequentatori delle sale da ballo di salsa contemporanea:

Que Me Lo Den En Vida! E questa è tutta sua…

Poi mette su delle canzoni che ha scritto ma che ahimé non sono in vendita!!! Se andate a trovarlo, convincetelo a metterle in vendita!

E infine mi fa sentire un brano bello carico di salsa contemporanea che ha scritto lui per il suo amico… sapete chi… il logorroico Johnny Ray!!!

Mamma mia, alla Fiera di San Marino non finiva piu di parlare, ma simpatico eh?

Nonostante il CD sia per metà Salsaton e per metà Salsa, mi convince a comprarlo perché il brano firmato da lui è troppo bello e ballabile; lui peraltro mi specifica che i ringraziamenti i copertina li ha pretesi solo per la parte Salsa, dell’altro genere non ne vuole sapere niente, e alza la mano come per scacciare le mosche, stizzito!

Durante tutto il tempo, un altro addetto stava in un’altra parte del negozio ad ordinare gli arrivi e a sistemarli negli scaffali; si tratta di Charlie, il Gerente, che lavora con Mike, il Proprietario.

Infine, Mike mi mostra dei giornali con sue interviste, foto sue con artisti e una di una coppia di degustatori inglesi che vengono ogni volta a cercar roba vecchia da lui, per cui mi chiede di fare una foto anche con me!

Ma vogliate notare il colore delle nostre pelli: non potrei essere anch’io un Boricua?

Magari, DE PONCE!!!!!

(e dire che son stato al mare sono una volta, piu di un mese fa!)

Debbo correre a Port Authority, lo shuttle bus per Newark mi aspetta.

Lascio la città orgoglioso di aver comprato SETTANTASETTE CD, di cui solo due per Dj Tambor e tutti gli altri per me; di questi, quelli contemporanei non saranno piu di 7, gli altri 68 tutti di Salsa Classica.

In aeroporto mi accingo ad affrontare 19 ore di Newark-Dublin-Fiumicino-Linate e per farmi forza faccio uno strappo alla regola e compro un burrito; che schifo! Come li fanno a Santa Monica Beach, non li fa nessuno!!!

In aereo mi sfoglio il book e mi ascolto qualcosa, chissà quanto tempo passerà prima che assimili tutta sta musica, mi sa che il prossimo CD in Italia lo comprerò a Ottobre, alla riapertura della mia serata.

E penso anche alle 50.000 miglia Alitalia che mi son rimaste per un altro viaggio gratis nelle Americhe, dove andrò?

A Miami, dove Dj Tambor mi ha raccontato che il Museo Del Disco è grande come una Esselunga?

A Puerto Rico a Natale, per godermi la Parranda e comprare da Viera Discos (e visitare la mia città natale, PONCE Smile )?

Tornare a Cali, da quel negozietto a una luce sboronamente chiamato “Epicentro de la Música Mundial”, grondante vinili da tutte le pareti?

O andare in Messico, paese dove la Salsa si è fermata al 1979?

Mah, mi sa proprio che me ne tornerò a Nueva Yoll!!!

Ci si legge al prossimo viaggio…
By Claude

We Like It Like That – La storia del Latin Boogaloo!

di Tommy Salsero

Alle ore 19 di Venerdì 10 Agosto 2011 nel celebre Central Park di New York si è tenuto uno storico incontro tra tutti gli appassionati del latin Boogaloo dal titolo We Like It Like That – The Story of Latin Boogaloo!.

Jhonny Colon

L’evento si è svolto con un doppio concerto di due star incontrastate che hanno fatto la storia del genere: Johnny Colon e Joe Bataan, accompagnati dalla partecipazione del Dj Turmix.

Di seguito tutti i link ai video con i due concerti e la presentazione dell’evento.

Boogaloo Rules!

Presentazione in tv di Jhonny Colon e Joe Bataan

Dal concerto di Jhonny Colon

BOOGALOO BLUES

LOS POLITIQUEROS

RETORNO AL MAMBO

Dal concerto di Joe Bataan

GIPSY WOMAN

THE PRAYER
http://www.youtube.com/watch?v=a-qLQHCH07U&feature=related

ORDINARY GUY

THE GOOD OLD DAYS

SAD GIRL

I WISH YOU LOVE

Guaguanco o Salsa? Storia del Son-Guaguanco!

Ultimamente con il ritorno sulle scene della salsa classica molti si sono accorti di un genere chiamato semplicemente “Guaguanco” che ritorna spesso nei testi di moltissimi pezzi, soprattutto degli anni ’60.
Per spiegare la sua storia e vedere come negli anni questo genere si sia evoluto in molteplici direzioni, in paesi come Puerto Rico o in città come New York,  faremo un passo indietro nei primi anni ’40 a Cuba.
Esistono due Guaguanco nella isla grande, il primo appartenente al complesso generico della Rumba e il secondo appartenente al complesso generico del Son. Quest’ultimo nasce nei primi anni ’40 ad opera del più importante rinnovatore della musica cubana: Arsenio Rodriguez.
Arsenio introdusse proprio in quel periodo (1940) le congas all’interno della formazione classica di Son: il Conjunto.

Arsenio Rodriguez

Tra i ritmi che videro la luce inizialmente ci furono il Son Montuno, l’Afro Son e il Son Guaguanco.
La Rumba Guaguanco, con la classica clave 3/2 con il terzo colpo spostato sul levare del quattro non fu diffusa e popolare fino alla fine degli anni ’50, al contrario il Guaguanco piu’ popolare fu proprio quello di Arsenio Rodriguez.

Ma vediamo le differenze tra i due.

Il Son Guaguanco è basicamente un Son, con la classica clave 3/2 o 2/3, che utilizza i bongos negli anni ’30 e successivamente, a partire dagli anni ’40, le congas (in comune con la Rumba Guaguanco); si caratterizza per l’introduzione chiamata “Diana” che è tipica della Rumba e la possiamo riconoscere per il canto melodico derivato dalla musica Andalusa, con il tipico intro “la le lo lay, le lo lay”!
Si tratta questo di un riferimento ovviamente cantato all’inizio del pezzo, ma poi il brano scorre come un normale Son, si utilizzano il Tres, i Bongos, Maracas e Guiro e gli strumenti a fiato, di solito 4 trombe.
Il piano accompagna l’inizio del canto “Diana” con un arpeggio caratteristico a ottave parallele e che tutti hanno sentito almeno una volta nei brani di Salsa.
Il tempo di esecuzione è quello tradizionale del Son, mentre le congas richiamano a volte alcune forme utilizzate nella Rumba, soprattutto nella prima parte.
Si tratta come vedete di un omaggio al folklore “nero” di Cuba che Arsenio ha voluto mettere nel “bianco” Son.
Il Son Guaguanco ottenne un buon successo in breve tempo, anche se non al livello del Son Montuno, che invece invase tutto il Caribe e gli Stati Uniti.
Arsenio, cieco per un incidente quando era ancora bambino, decise alla fine degli anni ’40 di trasferirsi a New York, dove sperava di curare la sua malattia.
Arrivato negli Stati Uniti intorno al 1950, scoprì suo malgrado che nessuno avrebbe potuto ridargli la vista, ma sicuramente il suo arrivo portò tutta la sua genialità nel comporre musica e creare nuovi ritmi.
La sua Hay fuego en el 23 divenne in breve tempo un grandissimo successo, ancora oggi uno degli standard universali della Salsa!

Il successo pero’ non gli fu decretato subito, Arsenio arriva in pieno boom di Latin Jazz, Mambo e Cha Cha Cha, suonate da enormi Big Band come quelle di Beny Morè, Machito, Tito Puente e Tito Rodriguez.
Il suono del suo Conjunto tradizionale era fuori tempo per quel periodo…oppure, (e il tempo gli darà ragione) troppo avanti!
Il Son Guaguanco a Cuba rimase ancora attuale per qualche anno, grazie al conjunto Chapottin, grande trombettista che eredita tutta la band di Arsenio, che era partito da solo per la sua avventura americana,(suonava infatti a New York con un gruppo portoricano), ma la sua storia a Cuba finisce alla fine degli anni ’50, quando la “Revolucion” fa sparire ogni riferimento alle Big Band americane e le forme folkloriche tradizionali cubane come la Rumba, rifanno la loro comparsa imponendo l’autentico Guaguanco folklorico.
Come spesso accade, alcune forme artistiche nate in un posto si trasformano continuando a vivere di nuova linfa altrove.
E’ il caso del Danzon in Messico o del Bolero in America Latina o del Mambo a New York! Proprio qui nella Grande Mela, passato il boom del Mambo, del Cha Cha Cha e dopo la fugace apparizione della Pachanga che ebbe i suoi momenti di gloria dal 1960 al 1963, il Son Guaguanco divenne un punto di riferimento per tutti quelli che non vollero piegarsi al successo del Latin Soul, nelle sue varie forme di Boogaloo e Shing A Ling.
Ovviamente non poteva rimanere nella sua forma originaria, troppo lenta e priva di arrangiamenti sofisticati.
A trasformarla e a renderla appetibile ci pensarono Tito Puente e soprattutto Tito Rodriguez. Si cambiò la base sostituendo il Son con la Guaracha, ritmicamente molto più veloce, mantenendo però la “Diana” e gli altri riferimenti “Afro” della versione originale ed arrangiandola in chiave Jazz!
Con Tito Rodriguez si fa anche piu’ marcato l’uso della figura ritmica della cascara, che sostituisce quella classica del Son, con la campana Bongò.
La cascara (figura ritmica che troviamo nella Rumba) sarà una delle caratteristiche del nuovo Guaguanco.
Il successo arrivò subito e travolse Puerto Rico, dove la splendida voce di Tito Rodriguez ebbe la meglio sulle percussioni del grande Tito Puente.

Tutti i gruppi dell’epoca nella Grande Mela ne furono influenzati tanto da far nascere l’etichetta di NEW YORK GUAGUANCO.

A Puerto Rico però si ebbe la più importante variazione del nuovo genere: alcuni gruppi, intorno al 1965-66 tra cui Mon Rivera, Richie Ray e Bobby Cruz, aggiunsero al nuovo Guaguanco alcuni ritmi del folklore portoricano, come il ritmo Jala Jala o il Sicà fondendolo assieme ai nuovi arrangiamenti provenienti dalla Grande Mela, come il Soul e il Rhythm and Blues.

Di fatto questa “mezcla” qualche anno più tardi avrebbe preso il nome di Salsa, ecco perchè molti chiamavano a Puerto Rico Guaguanco, quello che a New York chiamavano Salsa! La fine del genere viene decretato proprio dalla Salsa, che con nuovi suoni e ritmi (tra cui la Rumba Guaguanco) amplia quella fusione musicale che aveva reso celebre il N.Y. Guaguanco. A Puerto Rico comunque viene registrata l’ultima perla del genere ad opera del grande Roberto Roena in un bellissimo disco del 1977 :
La Octava Maravilla (Fania INT 914)

In questo splendido disco troviamo l’ultima fusione, il Guaguanco con la musica brasiliana, come nel meraviglioso brano Rico Guaguanco dove si fondono la Samba con i suoi strumenti tipici come la “Cuica”o il “Berimbau”, con il Guaguanco.

 

Ahi,que Rico y vario es el Guaguanco!

by Tommy Salsero

Jose Alberto El Canario

El Canario nominato per il grammy latino

di Max Chevere

Jose Alberto El Canario
Jose Alberto El Canario mentre imita un flauto con la bocca

Il cantante dominicano José Alberto “El Canario” è stato nominato per il Grammy Latino nella categoria “miglior album di salsa” per la sua ultima produzione “Original”, album autoprodotto che è stato lanciato sul mercato nel 2010.

Il cantante ha espresso tutta la sua felicità per questa nomination che è la prima che riceve dall’Academia Latina de la Grabación.

Il disco che include 11 canzoni e che vede fra gli arrangiatori la presenza di Isidro Infante, Ricky González, Ramón Orlando e Luis García, dovrà vedersela per il miglior album di Salsa con “Todos vuelven” di Rubén Blades y Seis del Solar; “Homenaje a los rumberos” di Edwin Bonilla; “Viva la tradición” della Spanish Harlem Orchestra e con “Salsa: un homenaje a El Gran Combo”, disco che vede la presenza di artisti vari.

La dodicesima edizione del Grammy Latino inizierà il prossimo 10 novembre presso il Mandalay Bay Events Center nella città di Las Vegas, nel Nevada (Stati Uniti).

Per maggiori informazioni: http://www.elcanario.com/

I dettagli dei Coronas

I Coronas: chi sono e come riconoscerli.

di Max Chevere.

Le persone che hanno partecipato all’ottavo compleanno LaSalsaVive del 10 Settembre 2011 avranno potuto notare alcuni ragazzi che abbinavano un look particolare a indubbie capacità come ballerini di salsa; in una sola parola, anzi due, li possiamo definire come “I Coronas“.
Vi domanderete: “ma chi sono i Coronas?Li avrò già visti?”.
Bene, adesso vi spiegheremo nei dettagli chi sono e soprattutto come si riconoscono.
Riassumendo in pochi punti essenziali potremmo dire che un Coronas si risconosce dal look da queste caratteristiche:

  1. L’abbigliamento
  2. Il pantalone alla caviglia
  3. L’assenza di calzini anche in pieno inverno
  4. Il mocassino sgargiante
  5. La ricercatezza del dettaglio (occhiali, pettinature, ciondoli, cinture ecc.)
  6. La camicia aperta che mostra il petto rigorosamente glabro

Iniziamo dall’abbigliamento.

La giacca è un vero e proprio MUST per il Coronas.
Stretta, colorata, a righe, a quadretti…MAI grigia e soprattutto mai ordinaria.
Questo capo è una sorta di biglietto da visita de “I Coronas”, un indizio che spesso ci fa capire che di fronte a noi, in quel preciso momento potremmo avere un esponente di questo gruppo.
Ma non finisce qui.
Anche la miglior giacca azzurra o a quadretti rossi può celare delusioni se non viene seguita dal resto del look.
Alcuni esempi di giacche dei Coronas:

Esempio di giacca a quadretti rossiEsempio giacca Coronas 3

 

Il pantalone alla caviglia.

Ecco un altro pezzo FONDAMENTALE!
Senza pantalone alla caviglia conosciuto anche come “acqua in casa” non può esistere un Coronas.
Ma non basta. Deve essere stretto, anzi no, strettiiiiiiiiiiiissimo!!!
In tessuto o pelle, colorato e spesso abbinato con il mocassino, questo è un articolo che ci fa capire che il sospetto Coronas potrebbe essere veramente uno di loro!

Volete vedere alcuni esempi? Lo sapevo!
Eccoli…

Esempio pantalone Coronas 1 Esempio pantalone Coronas 2 Esempio pantalone Coronas 3

 

L’assenza di calzini
…anche in pieno inverno il Coronas non mette il calzino, lo ripudia.
Non esiste un Coronas se indossa il calzino.
Corto o lungo non fa differenza, semplicemente non lo mette perchè per lui è solo un inutile orpello.

 

Il mocassino sgargiante

Come potrebbe mancare?E’ il simbolo dei Coronas, si, avete capito bene, il simbolo vero e proprio come potrete notare da questa foto…

Il logo dei Coronas

Il mocassino rappresenta lo Status raggiunto, viene mostrato con una punta di soddisfazione e di vanto, ed è giusto che sia così perchè rispecchia il carattere di un vero Coronas in quanto è il punto d’incontro fra la passione per il ballo, per la musica e quella per il piacere di indossare un oggetto che deve manifestare la sua unicità rispetto ad ogni altro Coronas.
Ed anche in questo caso non possiamo esimerci dal mostrarvi alcuni esempi:

Scarpe Coronas esempio 1
Un esempio di scarpe Coronas
Scarpe Coronas esempio 2
Un esempio di scarpe Coronas
Scarpe Coronas esempio 3
Un esempio di scarpe Coronas

Come avrete notato il particolare che salta all’occhio è quello della vivacità dei colori.
Giallo e nero, multicolore, blu cobalto sono solo alcuni esempi di colori tipici ma potremmo andare anche oltre con il verde ramarro, il viola a pallini e il bianco e rosso a righe verticali.
Non ci sono limiti all’immaginazione.
I mocassini sono il mezzo di comunicazione dei Coronas, una sorta di cellulare dei piedi.

La ricercatezza del dettaglio

Non solo macassini ma cinture, occhiali, catene, sciarpe e chi più ne ha più ne metta.

I dettagli dei Coronas
I dettagli dei Coronas

Ma non parliamo solo di oggetti: come non notare la postura fiera e orgogliosa?
Un Coronas potrebbe stupirvi anche con un orologio da tasca perchè ogni dettaglio è fondamentale per la completezza del look.


Alessandro Pachanga Coronas


I saluti dei mitici Coronas!

Per maggiori informazioni vi invitiamo a vedere il sito facebook de “I Coronas“.

Differenze tra son montuno, guajira e cha cha cha.

di Tommy Salsero

Questo articolo nasce a seguito di una domanda che mi era stata fatta nel nostro forum, cioè che differenza ci fosse fra Son Montuno, Guajira e Cha Cha Cha.

L’argomento è molto interessante e ci sarebbero molte cose da dire in proposito; ai generi citati io aggiungerei anche il Boogaloo le cui radici affondano appunto sia nella Guajira che nel Cha Cha Cha.

Abbiamo inanzitutto due rami differenti, uno che parte dal Danzon ed arriva al Cha Cha Cha, l’altro che parte dal Son e dalla “Cancion Guajira” e che arriva alla Guajira son.
Il Cha Cha Cha è una musica e un ballo da sala che risente delle influenze classiche delle orchestre Charangas con violini e flauti e ancor più sia del Danzon che del successivo Mambo, tanto che negli anni ’50 a New York il passo del Cha Cha Cha era anche chiamato “triple mambo”.

Il nome del ritmo utilizzato da Enrique Jorrin per la Engañadora sulla partitura era “Mambo Cha Cha Cha” come appare nel dizionario della musica cubana di Helio Orovio.

Questo per chiarire quanto deve a questo ritmo.

Molti sanno che il Cha Cha Cha fu un’ “invenzione” per semplificare il Mambo e renderlo quindi più ballabile.
Cercando di descrivere in modo semplice per farmi capire da tutti le caratteristiche predominanti e che comunque possono essere riconosciute facilmente a orecchio sono:

  • I caratteristici tre colpi che marcano i tempi 4, 4 e mezzo e l’uno.
  • Il piano, che marca gli accenti in levare con la mano sinistra e quelli in battere con la destra.
  • Il Guiro che marca ripetutamente Cha Cha Cha, Cha Cha Cha.
  • La campana più piccola, montata sul Timbal, che marca il ritmo.
  • Le armonie utilizzate sono quasi sempre maggiori per dare un’ aria allegra, caratteristica di quasi tutti i Cha Cha Cha.

Tito Puente ha sviluppato in maniera creativa questo genere soprattutto conferendogli una dignità anche dal punto di vista armonico, di solito invece quasi assente se non molto limitato.

Il Cha Cha Cha è un ritmo nato esclusivamente per le sale da ballo.

Video Cha Cha Cha di Tito Puente:

La Guajira è invece la musica dei campesiños cubani; “Guajiro” infatti significa contadino o fattore e corrisponde
proprio alla musica suonata con chitarra, tres, tiple, guiro e clave nei momenti di riposo dal lavoro dei campi.

Per sintetizzare un po’ il discorso il genere si basa su canti che parlano della vita nelle campagne, con testi poetici dedicati alla natura e alle donne.

Le armonie sono malinconiche; si utilizza spessissimo la tonalità in minore per la prima parte, seguita dalla seconda in tonalità maggiore, anche se tante sono le canzoni esclusivamente in minore per acuire il senso bucolico della stessa, ma anche per raccontare la vita triste dei barrios di New York alla Joe Bataan, per intenderci.

L’aria triste e malinconica è sempre presente oltre alla velocità del brano spesso molto limitata.

Caratteristica tecnica per riconoscerla è un’ “anacrusi” introduttivo del brano, di solito arpeggiato alla chitarra oppure in tempi moderni al piano e che viene ripetuto spessissimo nella durata del brano musicale.

Ovviamente siamo sempre nel campo delle singole scelte dell’autore o dell’arrangiatore, ma di solito questo arpeggio “ostinato” armonico e ritmico è spesso la chiave di volta per riconoscere la Guajira.

GUAJIRA introduzione (comincia a metà del video):

Da un punto di vista storico riprendo alcuni informazioni dal libro “Diccionario della musica cubana” di Helio Orovio: “la Guajira viene situata come la “Criolla” nell’ambito del genere “Cancion” cubana.

Utilizza strofe sul modello della Decima Andalusa, si alterna nella chitarra il ritmo di 3/4 a quello di 6/8.

La prima parte in tonalità minore e la seconda in maggiore e si conclude con il 5° grado della scala (accordo di dominante) nella quale è composta.

Con il tempo il successo del Son ha fatto sì che anche questo genere ne fosse influenzato: nasce così la Guajira Son che si differenzia proprio per la ritmica del Son, senza perdere di vista i punti cruciali della Guajira come l’arpeggio introduttivo, i testi, le armonie utilizzate, ecc.

La Guajira Son è quella che noi ascoltiamo in alcuni dischi degli anni ’60 e ’70 assieme al Cha Cha Cha, al Bolero alternati alla Salsa.
Guantanamera è la Guajira Son più famosa del mondo.

GUANTANAMERA FANIA: notare l’introduzione della Guajira suonata dal piano e poi successivamente dal violino pizzicato del grande violinista cubano Pupi Legarreta.

A metà del brano si sovrappone un ritmo Afro in 6/8…magie della poliritmia!

La Guajira Son di nascita cubana e di origine contadina si è trasformata a New York negli anni ’60 e ’70 in un genere sempre malinconico ma di carattere urbano, grazie all’uso di arrangiamenti prelevati da Soul, Blues e Jazz.

Celebre il bellissimo brano “El Raton” di Cheo Feliciano una “Guajira Blues”…

 

GUAJIRA BLUES:

…ovvero un Guajira Son con armonie e arrangiamenti del Blues!
Celebre l’assolo di chitarra elettrica di Jorge Santana, fratello del più famoso Carlos.
Abbiamo poi altri due generi che voglio approfondire, il Son Montuno ed il Latin Boogaloo:
Il primo è una delle più importanti varianti del Son.
Il tipico esempio di Son Montuno con l’intro della campana che marca tutti i tempi.

SON MONTUNO
Ray Barretto: Ay no

Ci sono differenti modi di interpretare il Son Montuno, ma quello che più diffusione ha avuto nella Salsa degli anni ’60 e ’70 è quello di Arsenio Rodriguez con il formato orchestrale “Conjunto”.

Caratteristica che può aiutare nel riconoscerlo è la campana “Bongò” che marca tutti e 4 i tempi all’inizio del brano, come nel video che ho postato. Dopo l’intro con la campana, bisogna ascoltare il Tumbao o Marcha delle Congas o Tumbadoras, però sicuramente la campana è la cosa più semplice per riconoscerla a orecchio.

Nel Son Montuno inoltre c’è la parte del tema iniziale a cui segue il “Montuno” con la caratteristica
chiamata e risposta tra voce solista e coro. Altro modo per riconoscere questi generi può essere la velocità:
La “Gujira Son” è la più lenta,  poi viene il “Cha Cha Cha” e poi il “Son Montuno” che è il più rapido dei tre.

Quello che fa scambiare di solito il Son Montuno con il Cha Cha Cha è il “Guiro”, che ha un pattern simile ed in alcuni casi i musicisti utilizzano lo stesso pattern.
Anche la campana “ki tòn tiki tòn tiki tòn tiki tòn” può ricordare il suono onomatopeico cha cha cha, ed è secondo me la causa principale della confusione nei ballerini.

Quando il brano ti sembra troppo veloce per essere ballato a Cha Cha Cha, quasi sempre è un Son Montuno…

Per finire il BOOGALOO.
Il Boogaloo è invece un mix tra Soul, Rhythm and Blues e ritmi Cubani come Cha Cha Cha, Guajira Son o Son Montuno.
Questo genere si può creare mescolando al Rhythm and Blues e al Soul una delle tre ritmiche sopra citate.
In questo caso, nel brano di Ray Barretto, si sente chiaramente il giro armonico ritmico della Guajira, per cui si tratta di un Boogaloo a base di Guajira Son con R&B e Soul.

Boogaloo con Guajira
Ray Barretto: Boogaloo con Soul

Pete Rodriguez invece preferiva usare la Guajira Son invece del Cha Cha Cha per il suo Boogaloo, altri preferivano utilizzare il Son Montuno (pochi) e molti il Cha Cha Cha.

Ovviamente erano mescolati al R&B e al Soul da cui lo schioccare delle dita sul due.
Negli anni ’70 si utilizzava invece mescolare Funk con Mozambique tanto da generare un altro nuovo filone musicale, il Latin Funk.

Latin Funk
Joe Bataan:Latin strut

New York by Claude parte 4

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – quarto giorno –

Giovedì, date le circostanze (avrò dormito 12 ore!), mi sveglio di buon’ora con Wall Street in pieno Toro dato che al Grocery c’è – in ordine di apparizione – un TERZO tipo che mi chiede ben 3,5 $; a sto punto, più per la non-trasparenza che per i soldi – mi incacchio e chiedo spiegazioni che lui prontamente mi RAPPA in faccia sentenziandomi prezzi, tasse, accise, etc etc: ci rinuncio a capire, abbozzo un pagamento ma scopro di avere 3,25 di spicci e un centone suscitando la compassione di un homeless che – vedendomi col cappuccio caldo appena dowloadato dalla macchina – mi offre il quarter-dollar…

😯 😯 😯

Solo a New York i barboni ti fanno l’elemosina all’incontrario…

Ok, è ora di uscire dal Ghetto e iniziare a far shopping in centro.
I GROSSISTI DI CD A MANHATTAN

Prendo la mia comodissima linea rossa (non quella che va a Sesto Marelli) e in un battibaleno scendo a Times Square/West 42nd Street, faccio qualche minuto a piedi verso la 10th Av e risalgo all’angolo con la West 45th Street dove trovo il noto esportatore GB RECORDS.

GB RECORDS

Esordisco: “Buenas, soy un fanático de …. (etc etc)” specificando che sono straniero e che quindi a me possono vendere anche se non sono un dettagliante.

Subito mi indirizzano verso una saletta tutta dedicata alla Fania dove ahimé non c’è rimasto proprio piu niente di quello che cerco, ma anche di quello che non cerco vedo poche copie, talvolta vecchio suono e talaltra rimasterizzate; uscirò da quel negozio con soli due CD di Federico (vol 1 e 3, il 2 è terminato) pagati 9,99 $ ciascuno, e un doppio greatest hits di Lalo Rodríguez a 11,99 $, giusto perché c’ho un barista che mi spacca i maroni chiedendomi sempre la versione originale di Ven Devorame Otra Vez (la recente cover non gli piace).

FEDERICO VOL.3

Dato che non ho niente da comprare, faccio la conoscenza del proprietario, Sergio, che si fa un flash vedendo le foto dei musicisti sul biglietto da visita de Lasalsavive; anche lui è un pezzo di storia della musica latina a New York, con cui lavora da 40 anni e che lo ha visto co-fondare la casa discografica S.A.R., acronimo delle iniziali di Sergio, Armando e Roberto (Torres, che cantò per la Sonora Matancera e la Orquesta Broadway).

Dato l’esaurimento scorte (qui piu che mai), approfitto una volta in più per parlare del problema “Nueva Fania”, e per la prima volta mi vedo ascoltato con una certa attenzione…

“Hombre, appena prepari quella lettera, mandamene una copia che sono interessato: eccoti la mia e-mail”

😀 😀 😀

MI ILLUMINO D’IMMENSO!!! Inizia a parlarmi anche lui di vari aneddoti discografici, acquisizioni, prezzi, progetti, cessioni, recenti scomparse di musicisti “minori” Crying or Very sad per poi finire a parlarmi dell’epoca d’oro della salsa di 30 anni fa.

Gli spiego che l’indomani avrei visitato un negozio del Bronx, tale Cholo Records, e lui sorride “E’ mio cliente, domattina alle 7 viene qui” (ora capisco perché la gente poi va in discoteca alle 5 PM!); gentilmente, mi suggerisce di visitare anche un certo Amadeo Records di cui non sapevo niente se non il fatto di averlo visto come primo in elenco alfabetico nei negozi del Bronx: questa si rivelerà poi una dritta fantastica”

SERGIO DI GB RECORDS

Camminando north lungo la 10th Avenue, in cerca della Kubaney (altro grossista) che non trovo, scorgo sull’altro marciapiede il RINCON MUSICAL, anch’esso destinato a dettaglianti residenti o a comuni stranieri come me.

Qui la specializzazione è sulla musica contemporanea, e difatti riesco finalmente a trovare, per 9,99 $, un vecchio CD del Grupo Caribe (il mio gruppo contemporaneo preferito, dopo il Conjunto Libre), quando noto che in un angolo questi signori nascondono un piccolo tesoro di CD di Salsa Classica; 10-15 copie per ognuno di questi importanti album, Siembra (edizione del 25ennale, quella coi testi), Metiendo Mano, De Panama A Nueva York, Aguzate, I Like It Like That… tutti suono vecchio!

Certo che se a New York ci fosse un bel database centrale di tutti i 50 negozi di cd latini sui 4 quartieri principali, di cose ce ne sarebbero ancora da racimolare… Oppure uno “spicciafaccende” che si occupasse di fare il giro!

Sono proprio curioso di vedere cosa costa un book per 256 CD… e leggo 29.99 $, alias 25 €, ossia la metà del prezzo italiano…. E SONO ENTRAMBI MADE IN CHINA! 👿

Mi rendo conto che qui c’è qualche conto che non torna… perché da noi son così cari? Mah!

Comunque ormai son le 3 PM, e come si sa, alle 5 bisogna essere a ballare… 😮

Prima di prendere il metrò, noto che in centro stasera c’è il concerto di James Brown… certo che è un peccato perdersi le cose che offre questa fantastica città, per essere immersi nel tunnel della salsa… di cui questa città è peraltro capitale!!!

Niente, non posso saltare un’altra serata di ballo, rinuncio a malincuore, prima però mi faccio ancora un giro da Luis del Barrio Music perché tornare a casa con soli 4 CD non è cosa… In quel negozio, le cose da comprare non mancano… e quindi… Banco Popular e via andare!!! Alè!!!
LA SERATA DEL GIOVEDI’ AL CLUB CACHE

Entro alle 10 PM con 11 $ (è una discoteca di dimensioni medio-piccole) e ritrovo la Elisabetta de Roma (che in due mesi che è qui non è andata a ballare per sole tre sere, un gran bel tunnel pure il suo!) nonché tutta la tribù vista Martedì al Link.

Scendo le scale sulle note di Guaguanco Margarito ed è subito Mambo!!!

In sala c’è un’aria condizionata che ti porta via, il parquet è un po’ umidiccio ma si balla bene ed in ottima compagnia; sto per andare a fare la conoscenza del dj quand’ecco che lui prende il microfono e dice “Questa sera, guest dj, David Montreal!”

Cosa voglio di piu dalla vita? Spunta fuori la sua coppolina bianca e inizia a mettere un bel pezzone di Tony Pabón tanto per farci capire come sarà l’andazzo…

Io intanto passo di dama in dama, che talvolta è del posto, talvolta è straniera, a volte è bianca e a volte è nera, a volte balla sul due e a volte sull’uno, ma lo stile, il “flavour”, è sempre quello della città: il New York Style.

Elisabetta passa a descrivermi le varie persone presenti, tra cui questi due che improvvisano una di quelle social dance che spesso vediamo su Imambo.tv (e non a caso salta fuori una telecamera professionale con tanto di assistente con l’illuminazione che riprendono il tutto).

LORI PEREZ DEGLI ABAKUA DANCERS E ADOLFO INDACOCHEA

Adolfo Velazco Indacochea, peruano, ex partner di ballo con Amanda Estilo, mi fa morire perché ha una “attitude” che ricorda molto quella di Fernando Sosa!!!

Intanto Dj David Montreal ci fa MORIRE con La Toalla, poi ci fa riprendere con Mi Negrita Me Espera (niente bachate in questa serata: qui ci si riposa ballando a cha cha) e poi mi fa vivere un gran bel momento mettendo Rumbón Melón…

Pesco una ballerina a caso, che avevo osservato prima, e la canzone la sa a memoria fermandosi ad interpretare tutti gli stacchi e tutte le rumbe di quel bellissimo brano; dopo un ballo così, me ne potevo anche tornare ad Harlem, e invece no! Resto in sala ma rimango seduto ad osservare, rapito dal livello di ballo che c’è in sala e dalla sua coerenza con la musica fantastica che viene messa; in quel momento la canzone ha una “dilatazione” pianistico-timbalera dove tutti vanno in pasitos per oltre un minuto, e io me li gusto….

Mi rendo conto di una cosa (oggi mi sto rendendo conto di molte cose!): la buona musica si accompagna al buon ballo… E intanto penso: ma come cavolo fa un tipico “avanzato italiano” a compiere elaborate evoluzioni su un arido e dritto brano commerciale? Mi ritengo fortunato ad aver appreso a sentire ed interpretare la musica dal mio maestro Francesconi, che l’avrà sicuramente appresa prima dal suo maestro di pianoforte, e poi dai suoi maestri Mingarelli…

Mentre me ne sto lì, Bello Statuino, ad aspettare che mi invitino (ormai ho già fatto abbastanza spot pubblicitari in zona “Mambo on 2”, dove ci sono tutti i Salsafreaks), mi viene un torcicollo per la galleria del vento che si subisce con l’aria condizionata di quel locale, quindi mi alzo e ballo!!!

Io e la combriccola chiudiamo il locale insieme al dj esattamente come due sere prima al Link; vedo il resident pagare il guest dicendogli “Sei stato un Grande”…. grazie al cavolo, con la musica che ha messo…. questa è Istigazione al Mambo!

Vado da Mac Donald’s nella vicina Broadway per recuperare un po’ di zuccheri tramite un ottimo Sundae al cioccolato, e mi avvio a prendere per l’ultima sera il metrò verso casa

SUBWAY
Fine quarta puntata…

By Claude