Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 5 e 6

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 5 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Alla fine degli anni ’70, la vita di Hector Lavoe aveva preso una direzione pericolosa. La sua sfavillante carriera da solista lo portava di nuovo agli eccessi. Un ritmo di lavoro vertiginoso, con più di due dischi registrati all’anno, sommato all’abuso delle droghe l’obbligano a recludersi in cerca di salute mentale. Durante la prima decade degli ’80, con più di 30 dischi registrati al suo attivo, Hector Lavoe continuò ad essere un cantante rinomato grazie a produzioni come “Que sentimiento” e “Reventò”, o le sue presentazioni con la Fania All Stars. Hector si era convertito nel “cantante de los cantantes”, però non potè scappare dal suo fatale destino, la vita lo aveva condannato, per ogni grande successo una tragedia lo aspettava per assalirlo.

Priscila:Lui venne al mondo per possedere cose e soffrire, per fare felici altre persone però lui stesso non lo era. Lui fece felice molta gente però lui non poteva raggiungere la felicità.

Nel febbraio del 1987 il suo appartamento nel Queens si incendiò obbligandolo a saltare giù, insieme a sua moglie, per potersi salvare la vita. Solo pochi giorni dopo sua suocera, della quale si burla nella canzone “Soñando despierto” fu accoltellata nella sua terra natale, Portorico.

Richie Viera:Per Hector questo fu molto triste perchè a parte tutto Hector si era burlato di sua suocera, però era una burla sana, in una canzone diceva “se non avessi più mia suocera” o qualcosa del genere, e dopo gli accoltellano brutalmente la suocera… per lui fu una cosa molto impressionante e da lì mai più ha suonato quella canzone.

Però il colpo più crudele di tutta la sua esistenza accadde solo un mese dopo. Il 7 maggio 1987, Tito Junior, il minore dei suoi figli, morì con un colpo di pistola mentre giocava con le armi insieme ad un suo amico.

Tito Nieves commenta: “Quello che lo distrusse, che gli uccise il cuore, fu la morte di suo figlio. Lì morì Hector Lavoe. Hector Lavoe fu presente in carne ed ossa, credo più o meno per altri 8 o 9 anni, però la sua anima morì.

Il colpo fu letale per Hector. Nonostante ciò i suoi promotori seppero trovare un “elisir” per quel fatidico momento, registrare un nuovo album. Nel 1988 “Hector Strikes Back” ricevette una nomination ai Grammy come album Latino, la notizia era uno scherzo del destino.
Hector aveva un nuovo problema da affrontare, l’AIDS.

Priscila:Io sapevo che Hector era in ospedale e sapevo quello che aveva e anche lui lo sapeva ma non lo accettava. Non mi ha mai detto io ho questo, non lo accettò mai, almeno davanti a me non lo accettò. Io non gli ho fatto mai capire che lo sapevo. Quello che faceva era passare il tempo a ridere e raccontare barzellette e sembrava stesse bene.

Fu questa voglia di vivere quella che continuò a dare impulso alla sua carriera, però il suo stato d’animo era troppo volubile, qualsiasi imprevisto potrebbe essergli letale. Il 28 giugno 1988 Hector Lavoe ritorna a Portorico per offrire un concerto come parte della festa patronale di San Juan.

Richie Viera:Hector fece qualche concerto in Bayamon la cui promozione fu mal gestita, coincise anche con altri eventi, ci furono problemi di solvenza dei produttori ai tecnici del suono e delle luci, con tutti.

Mentre si intonava “Mi gente” uno degli organizzatori staccò luci e audio, l’umiliazione fu troppo grande per lo stato emozionale nel quale si trovava. Una lite con Puchie al ritorno in Hotel fu il colmo. Il giorno dopo tutti i giornali annunciavano la notizia che Hector Lavoe si era lanciato dal nono piano dell’hotel Regency, tentativo fallito di finire la sua vita.

Priscila:Lui mi disse che era in piedi sul balcone e vide il figlio che gli diceva, vieni papà, vieni. Non so se era una cosa mentale sua o quello che fosse.

Richie Viera:Hector, per una condizione che aveva maturato anteriormente quando ebbe un’intossicazione a causa delle droghe, era rimasto in un flash-back, a volte ti salutava e lo dimenticava e ti salutava tre volte.

Bobby Cruz: Mi misi in contatto con lui, gli dissi, Hector non puoi continuare così, ti ammazzi, non muori perchè Dio ha dei piani per te, io ti voglio portare nel mio programma, lì ti aiutiamo, uscirai e continuerai a cantare di nuovo. Però c’erano persone a lui vicine che avevano timore che portare Hector nel programma equivalesse a convertire Hector in un “fanatico religioso” come Richie, come Bobby e quindi gli affari sarebbero sfumati.

Fine quinta parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 6 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector sembrava essere un uomo di ferro, a prescindere da tante tragedie poteva ancora mantenersi in piedi. Dopo quello che successe nell’hotel Recency si azzardò a dare un recital nella 156esima strada nel Bronx, durante l’estate del 1989. Un pubblico fedele fu testimone della degradazione fisica e morale che soffriva il cantante. Però quello che seguì quella emotiva presentazione fu una profonda fase di solitudine nell’ospedale di ricerca Sophie & W. Cohen di New York.
Tutti quelli che una volta dicevano essere suoi amici lo avevano abbandonato, Hector ormai non poteva più fabbricare soldi.

Priscila:Hector non se ne lamentò mai, ciononostante i pochi visitatori percepivano il suo disagio, e ne erano dispiaciuti.

Tito Nieves:Si dimenticarono di lui. Io vivevo a mezzo miglio da casa sua e condividevamo molte cose, andavo con lui, lo portavo in auto visto che non poteva più guidare, dopo in ultimo quando stavamo in ospedale. Si sentiva perfino solo.

Nel marzo del 1993 capitò un fatto che diede fastidio ai suoi parenti più stretti, la sua compagnia discografica lo sottopone ad un concerto di ritorno, con mezzo viso paralizzato, zoppo ad una gamba, potendo appena cantante, Hector realizza quella che sarà la sua ultima presentazione.

Roberto Roena, collega ed amico, ricorda: “Lui cantò con noi e fu troppo… fu eccessivo portarlo lì. Non potei suonare, personalmente non ce la feci a suonare, perchè non mi piacque, non mi piacque.

Tito Nieves:Lo fecero salire su un palcoscenico in New Jersey, lo fecero più che altro per lo spirito, la morale della gente però lo videro così male. Io non l’avrei mai mostrato così di fronte al pubblico, avrei lasciato la sua immagine di come tutti lo conoscevano.

Cheo Feliciano:Io volevo che si desse un periodo di tempo ad Hector affinchè potesse dire quello che ci aspettavamo da lui e a noi fece male il cuore vedere che lui non poteva esprimere quello che sentiva dentro.

Hector visse l’agonia della sua malattia nel più terribile abbandono. Mentre il mondo che una volta gli apparteneva seguiva il suo corso, il cantante giaceva solo in un appartamento a New York. Il corpo di Hector, sfortunatamente, non era così forte quanto la sua anima, la sua condizione si aggravò obbligando i familiari a ricoverarlo all’ospedale Saint Clare di New York. Solo un giorno dopo, il 29 giugno 1993, “el cantante de los cantantes” morì per un attacco cardiaco.

FINALE

Già non c’erano più dischi da aspettare. Quella moltitudine allegra e festiva, che fu il suo pubblico, lo accompagnò al “son” della sua musica. Ismael Miranda, amico e collega, intonò le ultime parole in suo onore.

Willie Colon, il collega dei suoi primi passi nella musica, era in tournée in Spagna, e racconta: “Stavo suonando a Siviglia, ero nel camerino quando me lo dissero e non ebbi tempo, dovetti uscire a cantare e nel mezzo della canzone ebbi un nodo e la gola si rifiutava di continuare, mi addolorò molto.

Era morto l’uomo, “el chico malo de la salsa”, “el rey de la puntualitad”, “el cantante de los cantantes”.

Papo Lucca dice: “Era il cantante della gente umile, di tutti i paesi Latino-Americani.

Richie Ray, cantante ed amico, dice: “Un talento straordinario, un essere umano ricco, una persona con molto cuore, molta anima e molto cuore.

Ismael Miranda racconta: “Ci lasciò molto, anche se adesso non è più tra noi però la sua musica continua, la sua musica vive.

Anche se Hector Lavoe lascio un vuoto insostituibile nel mondo della musica latina, il suo “pregon” ci accompagna ancora.

Il suo legato fu raccolto da David Maldonado in un’opera teatrale, che convertì la sua vita in arte, intitolata “Quien matò a Hector Lavoe”1.

Domingo Quiñones commenta : “Nell’opera si tratta di piangere e ridere perchè così era la vita di Hector, non ebbe mai un equilibrio perfetto, non era mai neutrale, era o ridere per non piangere o piangere.

Hector Lavoe, “la voz”, un “sonero”.

Ruben Blades racconta: “Aveva un potere, un potere però molto forte, molto di “Barrio” e anche un forte senso dell’umorismo.

Un uomo che a prescindere dalla sua solitudine rallegrò la vita di molti con il suo canto.

Cheo Feliciano dice: “Hector continua ad essere “el duende, el duendecillo”2 che Dio dotò di un talento incredibile e di uno spirito meraviglioso.

Un ragazzo innocente che perse la direzione nel labirinto della fama.

Bobby Cruz commenta: “Non facciamo tanti giri, se avessimo potuto portarlo nel programma, Hector sarebbe ancora qui a cantare“.

Un uomo del quale non è possibile dimenticarsi.

Richie Veira: “Per me Hector è ancora vivo, per il suo legato musicale che sta lì e… “Chi ha ucciso Hector Lavoe?” … le circostanze della vita.

Il suo “soneo” è una leggenda nel mondo della salsa, perchè lui sarà sempre “EL CANTANTE DE LOS CANTANTES”.

Note:

1 Letterale “Chi ha ucciso Hector Lavoe”. (N.d.T.)
2 Duende significa folletto. (N.d.T.) Fine sesta e ultima parte.

Hector Lavoe

La videobiografia di Hector Lavoe parte 3 e 4

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 3 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Con il successo arrivarono gli amori. Alla fine del 1967, dopo il lancio del suo primo album insieme a Willie Colon e la sua orchestra, Hector Lavoe conosce Carmen Castro, una fan che assistette ad una presentazione presso il Conaughey Hate Garden Globe di New York. La relazione divenne formale nel Gennaio del 1968, nel febbraio dello stesso anno Carmen era già incinta. Il 30 ottobre 1968 nasce il suo primo figlio, Josè Alberto Perez. Due mesi dopo, giusto la notte del battesimo, Hector ricevette la chiamata di un’altra fan, Nilda Romàn, meglio conosciuta come la “Puchie”, era incinta. Hector era il padre. Mentre la sua vita personale si convertiva in un caos, la coppia Willie Colon/Hector Lavoe, cominciava ad avere popolarità.

Lo stato di gravidanza di Puchie lo portò a contrarre matrimonio nel 1968, ma il figlio non arriverà fino a quasi un anno dopo, il 25 settembre 1969. Il suo nome è Tito Junior Perez.

Pappo Lucca, compagno e amico ricorda: “Nel suo matrimonio non ebbe mai una buona relazione con la signora, lei era un pò forte, dominante e a volte lo insultava, anche pubblicamente. Di fatto lui non dava importanza a tutto ciò.

Bobby Cruz: “Deve aver sofferto molto, chi può dirlo, perché dei due il marito sembrava lei, figurati, sembra facile a dirsi ma prova tu a far tutto ciò che vuole la tua fidanzata e dimmi come ci si sente… lo sai!”

Oltre a Héctor Lavoe e Willie Colón, molte altre orchestre si erano affermate come rappresentative del nuovo movimento musicale: la Salsa. Nel 1970, la loro casa discografica (ndr: la Fania) decise di sfruttare la loro reputazione per unirle in un solo gruppo dando luogo ad un fenomeno ancor più grande: la Fania All Stars.

Ismael Miranda:Quando ci sono molti artisti insieme, anche se tutti siamo come fratelli, molte volte si ha un pò di tensione, chi va per primo, chi per secondo, però Hector ed io siamo sempre riusciti a pacificare tutti, parlare con le persone, facevamo qualcosa di divertente in modo che tutto si calmasse.

Cheo Feliciano:Mi ricordo che mi ero addormentato sulla sedia e i miei amici chiesero i cosmetici e i trucchi a Celia Cruz e mi truccarono. Allora quando mi svegliai attraversai il corridoio per andare in bagno e mi accorsi che tutti mi salutavano sorridendo; hey Cheito, pensai, come sono simpatici i miei amici oggi, fino al momento in cui, arrivato in bagno, mi guardai.Mi venne una rabbia immaginandomi chi l’aveva fatto.

Come membri delle stelle di Fania, Hector e Willie registrarono più di 15 album, viaggiarono in tutto il mondo, prendendo parte anche ad eventi in Africa e girarono due film: Our Latin Thing e Salsa.

Le droghe si convertirono allora nella scappatoia che Hector trovò per sostenere più di sette concerti a settimana. Le conseguenze si tradussero in una forte instabilità, Hector era un ritardatario cronico e spesso arrivava a insultare il pubblico, situazione che lo porterà a passare 4 giorni in carcere dopo un concerto nel colosseo di Guayaquil, in Ecuador, per offesa alla morale. A lungo andare questa ribellione si convertì in uno stile proprio al quale tanto i fans che i compagni finirono per adattarsi.

Priscila:Se ne usciva con le sue cose, diceva quello che voleva e al pubblico questo piaceva.

Pappo Lucca: “Hector, a volte non si presentava nemmeno, ma il pubblico arrivava sempre a vederlo e ogni volta, anche se se ne andavano via scoraggiati perchè lui non c’era, il giorno dopo tornavano per vederlo.”

Nel 1971 Roger Dosson, dj di uno show radiofonico, battezza Hector Lavoe come il ragazzo “Malo” (cattivo) della salsa, però questa critica viene sfruttata dai suoi promotori che la trasformano in una trovata pubblicitaria. La salsa interpretata da Lavoe comincia ad essere chiamata Salsa Brava.

César Miguel Rondòn: “Sembrava vendicativo, per questo, quando lui suonava e cantava lo faceva con una rabbia spiazzante e che lo rendeva assolutamente irripetibile, trasformandolo in un Grande. Buona parte di questa musica, di quella di cui parliamo, di quei tempi, negli anni 70, la salsa, si pone come espressione del quartiere, come espressione carica di rabbia, tagliente e per questo lui fu unico nel cantarla, essendo così!

Nel 1974 Willie Colon decide di lasciare la sua stessa orchestra, i problemi di Hector con le droghe rendevano impossibile qualsiasi accordo professionale. La decisione di Willie Colon lascia solo Hector Lavoe sulla scena, ciò nonostante le relazioni personali e musicali tra loro due non ne risentono e Willie continua a produrre la musica di Hector.

Fine terza parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 4 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

La vita vertiginosa di Lavoe è fuori controllo. Un matrimonio instabile ed una carriera che si dimena tra gli eccessi. Willie Colon decide di abbandonare la sua stessa orchestra, lasciando l’amico solo sul palcoscenico.

Un Hector finito fisicamente e moralmente si prepara per affrontare la carriera da solo.

Dopo l’uscita di Willie Colon dall’orchestra, Hector Lavoe dovette prendere una decisione per non lasciare tutti i suoi colleghi senza lavoro, quasi tutti capifamiglia. Nel 1975 esce sul mercato “La Voz”) il primo album da solista di Hector Lavoe.

Il successo dell’album fu di proporzioni inaspettate.

Con l’album “De ti depende” segna un nuova rotta professionale; l’uomo che aveva fatto ridere tutto il suo pubblico, questa volta lo faceva piangere con i suoi boleri, però il successo fu comunque grandissimo.

“Periodico de ayer” si convertì in un classico istantaneo, però il successo era direttamente proporzionale alla sua autodistruzione.

Domingo Quiñones, attore e cantante dice: “Hector invece di vedere tanto successo nella vita, vide molta sofferenza, e tanto più cresceva come artista più si distruggeva come essere umano e le persone che soffrono questa condizione di assuefazione all’eroina o a qualsiasi tipo di droga, non riescono a comprendere che cos’è la vita!

Sua moglie Puchie aveva generato una guerra tra Tito junior e suo figlio Josè Alberto, che racconta nel suo libro “la historia del cantante Hector Lavoe” tutte le umiliazioni alle quali era sottoposto dalla matrigna e dal fratellastro.
Però i problemi non erano solo negli affari familiari; l’abuso al quale era sottoposto dai suoi promotori includeva l’eccesso di lavoro e meno privilegi, così come il facile accesso alle droghe per mantenersi attivo. Hector Lavoe si era convertito per i suoi rappresentanti in una macchina per far soldi.

Bobby Cruz racconta: “Una persona come Hector, che produceva soldi per molte persone, rendeva tutto più difficile perchè per loro era meglio che si drogasse e che cantasse, perchè se non avesse cantato avrebbero perso molti soldi. Allora il ragazzo, trascinandosi, arrivava ai concerti, si faceva un buchino da qualche parte e alla fine eccolo lì, che cantava! Hector era magrissimo, non che fosse mai stato grasso, ma appariva denutrito e abbastanza debilitato.

Nel 1977, fu protagonista di una campagna istituzionale contro l’uso della marijuana. Hector era cosciente dei danni che le droghe potevano causare alle persone e volle approfittare della sua popolarità per responsabilizzare il pubblico, però i suoi stessi rappresentanti lo censurarono, perchè se il “chico malo” avesse cambiato immagine, avrebbe potuto diminuire la sua popolarità compromettendo le vendite dei dischi.

Ironicamente quello stesso anno, come risultato degli eccessi, Hector Lavoe sparisce dallo scenario per un periodo lungo, lasciando a metà una tournée e non portando a termine gli impegni assunti con la casa discografica.

Aveva perso la coscienza della propria identità e l’ubicazione spazio-temporale. Nell’aprile del 1977, fu ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Greenmore, con un quadro clinico che evidenziava un terribile stato depressivo.

Ismael Miranda:Apparentemente stava sempre bene, io seppi del problema, cioè sapevamo che avesse problemi, però quando si aggravava la situazione intervenivo io perchè lui aveva molta considerazione di me.

Papo Lucca:Sì lui aveva il suo problema però non lo dava a vedere quando stava con noi.

Però la stella di Hector non si spegneva, con l’appoggio dei suoi amici e colleghi d’orchestra Hector torna di nuovo, prima di tutto in buona salute e poi al palcoscenico. Nel 1978 Hector lancia la sua ventinovesima produzione discografica, intitolata, ironicamente, “Comedia”. Il successo del suo singolo “El cantante” fu esorbitante. Grazie a questo pezzo, composto da un nuovo talento, il giovane panamense Ruben Blades, Hector si converte ne “El cantante de los cantantes”.

César Miguel Rondón:El cantante è una canzone, un brano scritto appositamente per Hector. Di fatto quando Hector si presenta ad interpretarla, aggiunge dei pezzi unici, come ad esempio la frase che rende omaggio ad Ismael Rivera, e quella emblematica “algunos cantan con falda, yo canto con pantalones” (alcuni cantano con la gonna, io canto con i pantaloni). Questa canzone dice molto di Hector e delle sue capacità.

Fine quarta parte.

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 1 e 2

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 1 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector Juan Perez nasce a Ponce1 una città di Portorico, il 30 settembre 1946 e nel seno di una numerosa famiglia che sconfisse la povertà grazie al loro talento musicale. Sua madre Francisca Martina de Perez cantava nelle feste patronali e ai funerali, suo padre Luis Perez era un conosciuto direttore musicale. Hector Perez conobbe la fatalità e la sensazione d’abbandono sin dai suoi primi anni, un segno che lo accompagnerà in ogni passo della sua vita. Sua madre, Francisca de Perez, muore a seguito di una strana malattia respiratoria.

Priscila Perez sorella del cantante dice: “Nostra madre morì che noi eravamo tutti piccoli, all’incirca quando io avevo 7 anni, allora quando lei morì mi mandarono con mio padre mentre il mio patrigno si occupò degli altri e si prese cura di Hector.

Suo padre si converte allora in suo mentore e, seguendo l’inclinazione musicale della famiglia, decide di iscriverlo all’accademia musicale Juan Morel Campos.

Priscila segue: “Quello che succedeva era che a volte andava e altre no e diceva a papà che andava, lui sempre raccontava storie però io lo so perchè lui non andava, andava solo quando voleva.” (ride)

Hector non era un bambino che seguiva le regole, per questo cambiò la formazione musicale classica per imitare le figure della musica popolare portoricana, come Chuito el de Bayamon.

(DON) Tite Curet racconta: “C’èra qualcosa in lui che ricordava un Jibaro, (ndr: cioè un contadino Portoricano), praticamente cantava come “Chuito El De Bayamón“, anche la bocca aveva la stessa impostazione di quella di Chuito, non so come riuscisse a farlo, quello che so è che lui in quest’ aspetto ebbe un trionfo che mai più si sarebbe ottenuto in radio, mai più nella vita.

Priscila continua: “Lui cantava nelle feste della scuola, lui sempre cantava, mi ricordo che aveva circa 12 anni venne a casa e disse: sto provando! Ed io: che stai provando? E rispose: Campanitas de cristal perchè canterò alla festa della scuola… e si mise a cantarmi Campanitas de cristal“.

La sua determinazione lo portò a formare una sua banda di 10 componenti quando aveva solo 14 anni, allora suonava con i suoi amici nei locali notturni di Ponce.

Papo Lucca racconta: “Il venerdì c’era sempre un programma a scuola dove si presentavano talenti, di teatro, cantanti, musicisti di piano, conga, qualsiasi cosa e lì si presentò ed io lo accompagnai per la prima volta e da lì andammo ad un programma in televisione per gareggiare, allora accadde che io mi sbagliai, gli diedi un tono molto alto e a lui uscì una stecca e non vinse, quindi quando uscimmo da lì il papà di Hector ci regalò un uovo, invece dell’uovo d’oro voi avete vinto questo!”

Priscila: “Quando aveva 12 anni cantò in televisione e Felipe Rodriguez, che riposi in pace, gli diede la mano e disse tu sarai una futura stella, sarai grande.

L’approvazione del pubblico fu immediata, subito furono accattivati dalla voce di quell’adolescente che delirava al ritmo della musica popolare portoricana. Guadagnare 18 dollari a notte era troppo per un giovane che non aveva nemmeno terminato gli studi basilari. In mezzo alle tentazioni della notte Hector conobbe la controparte della pericolosa doppietta che lo accompagnò per tutta la vita: il successo e la tragedia.

Fine prima parte.

Note: 1 Precisamente in Calle Belgica, Ponce, Puerto Rico.(N.d.T.)

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 2 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector era deciso ad essere il miglior cantante del mondo, adesso la sua meta era New York, la capitale musicale del momento. Però il principale ostacolo proviene proprio da New York, suo fratello, che era andato precedentemente lì a cercare fortuna, muore a causa delle droghe.

Priscila:Quando aveva 16 anni se ne andò a New York. Il patrigno non era d’accordo siccome l’altro mio fratello era morto in un incidente, lui temeva che gli accadesse lo stesso, che si rovinasse o gli accadesse qualsiasi cosa là quindi si opponeva però lui venne a vivere con me a New York e rimase con me finché si sposò e fortunatamente gli andò bene nella musica.

Contro tutte le censure di suo padre che vedeva New York come un luogo di mal auspicio, Hector Perez arriva nella grande mela il 3 maggio 1963 a soli 17 anni. E’ l’epoca del sesso libero, delle droghe, del rock n’ roll e della violenza. Nel mezzo di questo turbinìo di conflitti, Hector cominciava ad aprirsi il campo nell’ambiente musicale.

Priscila:Una volta disse: io vado a cercarmi un lavoro perchè la musica non rende. Allora andò a cercare lavoro da un signore che pitturava e lo stesso giorno passo io e vedo un ragazzino aggrappato all’impalcatura e lui mi chiama e io gli dico: che fai tu aggrappato lì?- Sto lavorando, e io dissi: guarda scendi di lì che con quello che guadagno viviamo però tu non farai questo lavoro che ti ammazzi, il vento ti porta via! perchè era magrolino.

E così una notte, dopo due settimane dal suo arrivo, Hector accompagna il suo amico Roberto Garcia ad un’audizione in un locale notturno, offrendosi in buona fede di dimostrare al corista come si canta la musica latina, in cambio di questo nobile gesto, hector rimase con il suo posto.

Cristòbal Diaz Ayala, collezionista di musica latina dice: “Hector ha dovuto ascoltare, da bambino, le registrazioni di plena che si fecero nella città di New York soprattutto negli anni 30. Queste registrazioni qui si sono un pò perse nei ricordi però in quegli anni se ne fecero molte e questa plena fece un pò quello che fece Lavoe, cioè parlava del barrio, aveva stampo umoristico e un pò sarcastico su quello che era il barrio, per esempio qualcuna parlava del proibizionismo dell’alcool, parlava dei problemi sociali che si avevano e tutto questo ha dovuto impressionare il ragazzo.

Cominciò allora una carriera vertiginosa durante la quale fece parte di differenti band: Orquestra Nueva York, Caco y las estrellas e The Alegre All Stars e il momento più importante della sua carriera stava per arrivare.
Nel 1966 conosce Johnny Pacheco, proprietario e direttore della casa discografica del momento, Fania.
Johnny Pacheco presentò allora Hector Lavoe con Willie Colon, altro genio di appena 15 anni che dirigeva una banda conosciuta come “ Boogaloo y latin jazz”.

Willie Colon racconta: “Noi ci siamo conosciuti da adolescenti e conoscemmo il mondo insieme, uscimmo dal barrio del Bronx ed io imparai a parlare spagnolo. Lo capivo ma parlavo molto poco. Era un ragazzo con un senso dell’umorismo brillante, brillante con una mente incredibile , con un repertorio di cui tu potevi menzionare un titolo e lui non solamente sapeva le parole ma ti imitava il tipo che la cantava, fosse Carlos Gardel o Sadel o Ramito o Chuito el de Bayamon, quello che fosse, te lo imitava perfettamente.

L’affinità tra i ragazzi fu istantanea, Hector aveva la voce precisa per far conoscere l’esperimento musicale di Willie Colon.

César Miguel Rondón, autore di “El libro de la salsa” dice: “c’era in questo gruppo una nozione del canto del barrio, che fu distintivo e molto particolare. Essi avevano molto talento, quello rudimentale di Willie per portare la musica che gli apparteneva ma molto anche il talento di Hector, per entrambi.

Willie Colon apparteneva ad una corrente di musicisti latini che praticavano la fusione dei ritmi caraibici, fu allora che il son montuno, il guaguancò e la guaracha si unirono in una mistura che immediatamente si convertì in un boom, la SALSA.

Cristòbal Diaz Ayala: “La plena parlava di storie del barrio, così come lo faceva anche Carlos Gardel e tanti altri musicisti dell’America Latina però Lavoe lo sapeva fare in un modo nuovo, in un modo caustico e più intenso ed ebbe la fortuna di unirsi con quel genio musicale di Willie Colon e iniziarono a produrre quella serie di meraviglie.

Nell’estate del 1967 esce in commercio il primo album di Hector Lavoe e Willie Colon “EL MALO”1, completamente un fenomeno musicale. Con l’esplosione del rock e il fenomeno dei Beatles che contagiavano il mondo, la SALSA, ritratto musicale del barrio e dello stile di vita Latino, si convertì nell’unico modo di identificazione possibile dinanzi all’imminente alienazione musicale, mentre la gioventù nord americana ed europea predicava SESSO, DROGA E ROCK n’ ROLL, l’America Latina aveva un suo proprio slogan SESSO, DROGA E SALSA.

Tite Curet: “Lì fu che ci azzeccarono perchè la gente era nell’epoca delle pandillas2, nell’epoca di Paul Simon, nell’epoca dei “cattivi”e questo fu quello che loro prospettarono, nella loro musica dipinsero quell’epoca “cattiva”.

Note: 1 Letteralmente “il cattivo”. (N.d.T)
2 Nel senso latino americano, gruppi di giovani violenti e sovversivi. (N.d.T.)

Fine seconda parte.

Ruben Blades y Willie Colon, Siembra - Maria Lionza

Willie Colon e Ruben Blades – Maria Lionza

Ruben Blades y Willie Colon, Siembra - Maria Lionza
Ruben Blades y Willie Colon, Siembra – Maria Lionza

En la montaña de Sorte por Yaracuy
En Venezuela, vive una Diosa
En la Montana de Sorte por Yaracuy
Vive una Diosa, una noble reina,
De gran belleza y de gran bondad
Amada por la naturaleza
E iluminada de caridad.

Y sus paredes son hechas de viento
Y su techo hecho de estrellas
La luna, el sol, el cielo
y la montaña sus companeros
Los rios, quebradas y flores
son sus mensajeros.

Oh salve reina, Maria Lionza,
Por Venezuela va con su onza
Y cuidando esta.
Y va velando a su tierra entera
Desde el guajiro hasta Cumana
Cuida el destino de los latinos
Vivir unidos y en libertad.

En la montaña de Sorte por Yaracuy
En Venezuela.

Coro:
Maria Lionza hasme un milagrito
Y un ramo de flores te vo’a llevar

Un ramo ‘e flores, de flores blancas
Cual la pureza de tu bondad

A to’a la gente alla en los Cerritos
Y alla en Caracas protegela

Dona Maria cueste lo que cueste
A la autopista del este lo voy a llevar

Y va cuidando a su Venezuela
Desde el guajiro hasta Cumana

Fue por el rio Guanaguanare
Que Coromoto la vio brillar

Ella es la reina que el pueblo adora
Ella es la Diosa mas popular

Flores para tu altar
Dona Maria te voy a llevar

Con tabaco y aguardiente
La ceremonia ya va a empezar

Nos despedimos con un saludo
De Puerto Rico y de Panama

Nella montagna di Sorte per
Yaracuy
In Venezuela, vive una dea
Nella montagna di Sorte per
Yaracuy
Vive una dea, una nobile regina,
Di gran bellezza e di gran bontà
Amata dalla natura
E illuminata di carità.

E le sue pareti sono fatte di vento
Ed il suo tetto fatto di stelle
La luna, il sole, il cielo
e la montagna i suoi compagni
I fiumi, torrenti e fiori
sono i suoi messaggeri.

Oh salve regina, Maria Lionza,
Per il Venezuela va con la sua onza
E la protegge.
Garantendo tutta la sua terra
Degli indios fino a Cumana
Cura il destino dei latini
Vivire uniti e in libertà.

Nella montagna di Sorte per
Yaracuy
In Venezuela.

Coro:
Maria Lionza fammi un miracolino
E un ramo di fiori ti porterò

Un ramo di fiori, di fiori bianchi
Come la purezza della tua bontà

A tutta la gente che vive fra le montagne
E là a Caracas proteggila

Donna Maria costi quel che costi
All’autostrada dell’est
lo porterò

E va curando alla sua patria (Venezuela)
Degli indios fino a Cumana

Fu per il fiume Guanaguanare
Que Coromoto la vide brillare

Lei è la regina che il popolo adora
Lei è la Dea più popolare

Fiori per il tuo altare
Donna Maria ti porterò

Con tabacco e aguardiente (liquore simile alla grappa)
La cerimonia sta per iniziare

Noi ce ne andiamo con un saluto
Da Portorico e da Panama

Traduzione a cura della redazione LaSalsaVive, ringraziamo l’amica Amalia J Cilia per l’aiuto fondamentale.

Johnny Ventura

Nuova produzione musicale per Johnny Ventura

5 Luglio 2012

Notizia tratta da Primera Hora

Dopo aver dato la notizia della prossima uscita del nuovo disco dei Lebron Brothers ecco un’altra bella notizia per tutti i fans di Johnny Ventura: il merenguero dominicano di 72 anni sta lavorando al nuovo disco insieme al figlio Jandy Ventura che si occupa della produzione e della direzione del disco.

Johnny Ventura
Johnny Ventura

L’album si chiama “El viejo está en la calle“, mentre il primo singolo lanciato sul mercato è “Sigo en la rumba“.

Per maggiori informazioni: http://www.johnnyventuraonline.com/

Español

A sus 72 años, el merenguero dominicano Johnny Ventura recarga su espirítu vivaracho, que lo caracteriza y la energía con la que se mueve en tarima con el calor y apoyo incondicional de su público.

Es por ello que “el Caballo Mayor” reitera a Primera Hora que “la energía en la música me la imprime el público, que juega un papel de un 80 por ciento de lo que es la presentación de un artista, y tengo la bendición de que el público siempre me recibe con mucho entusiasmo y eso lo reflejo en la tarima”.

Para mantener ese contacto con sus más fieles seguidores, la voz de Capullo y sorullo planifica lanzar su álbum El viejo está en la calle, cuyo primer sencillo es Sigo en la rumba.

Este proyecto musical le hincha el pecho de orgullo al cantante porque trabajó con su hijo Jandy Ventura, quien se encargó de la producción y dirección del disco.

“Es muy grato cuando uno es dirigido y producido por un hijo, es muy grato. Es un orgullo definitivamente”, sostiene el orgulloso padre, cuyo nombre de pila es Juan de Dios Ventura Soriano.

En cuanto al título de su oferta musical, dice riendo que “yo soy un bebé de 72 años y dije: ‘Vamos a hacer algo fresco con arreglos de merengue y otros géneros muy actualizados con el toque de lo que es la música de Johnny Ventura.

Entre sus planes en agenda, Johnny Ventura estará en Puerto Rico para el concierto de su amigo y colega Andy Montañez, quien celebrará sus 50 años de trayectoria musical el sábado 14 de este mes, en el Coliseo de Puerto Rico.

“Puerto Rico me recibe siempre con mucho cariño, y durante tantos años ha sido una base fundamental en mi carrera”, recalca.

Aprovechó esta entrevista para “invitar al público que asista al evento porque se van a divertir con la calidad del espectáculo que se está montando, y todo el mundo conoce a Andy Montañez y, en mi caso, yo quiero contar anécdotas y no se las deben perder”.

I Lebron Brothers in studio di registrazione

I Lebron Brothers sono in studio di registrazione per preparare il nuovo disco del 2012

Direttamente dal profilo twitter dei Lebron Brothers, ecco la notizia che tutti i fans del mitico gruppo dei fratelli Lebron, stavano aspettando: Los Hermanos Lebron sono in studio a registrare il nuovo disco!

Ecco la foto delle registrazioni:

I Lebron Brothers in studio di registrazione
I Lebron Brothers in studio di registrazione per la preparazione del nuovo disco 2012

https://twitter.com/LEBRONBROS/status/220322623203180544

Alla nostra domanda per sapere quando il disco sarà pronto, i Lebron Brothers hanno risposto entro poche settimane.
Bene, non ci resta che aspettare e presto potremo ascoltare il nuovo lavoro!

https://twitter.com/LEBRONBROS/status/220503355687055360

https://twitter.com/LEBRONBROS/status/221076464328650752

Ruben Blades tour mondiale 2012: le date

Ecco le date del tour 2012 di Ruben Blades.

Ruben Blades
Ruben Blades

22 Julio – Caracas, Venezuela

MAESTRA VIDA, Con la Orquesta Sinfónica Simón Bolivar y la Orquesta Latino Caribeña Simón Bolívar. Director: GUSTAVO DUDAMEL

 

Celia Cruz y Johnny Pacheco

La biografia ufficiale di Johnny Pacheco

Traduzione a cura di Silly e GMonthy

Celia Cruz y Johnny Pacheco
Celia Cruz y Johnny Pacheco at the Madison Square Garden

Per anni Johnny Pacheco è stata una delle figure più importanti della Musica Latina. Le sue 9 nomination ai Grammy Awards, i 10 dischi d’oro e i numerosi premi ricevuti rendono onore al suo talento creativo come compositore, arrangiatore, direttore di orchestra e produttore musicale. Inoltre è stato il pioniere di un indimenticabile periodo musicale che ha modificato la storia della Musica Latina, ovvero il periodo della Fania All-Stars.
Durante i suo i 40 anni di carriera impegnato nell’innovare la Latin Music, Johnny Pacheco ha ricevuto molti riconoscimenti ufficiali per il suo straordinario genio. Nel Novembre del 1998 è stato insignito nell’International Latin Music Hall of Fame. Nel 1997 ha ricevuto il Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, premiato dal Governatore George Pataki. Nel 1996 il presidente della Repubblica Dominicana, Juaquin Nalaguer, gli ha conferito la prestigiosa Medaglia Presidenziale di Onore. Inoltre, Pacheco ha ricevuto il primo International Dominican Artist Award dall’eminente Casandra Awards. Nel Giugno del 1996 Johnny Pacheco è stato il primo produttore musicale latino a ricevere il premio NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) a New York.

Johnny Pacheco y Pete Conde – Viralo Al Reves

Il suo approccio musicale innovativo lo ha reso uno dei più richiesti produttori nel panorama della musica latina. Ha lavorato con i più grandi artisti della Salsa come Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano e Pete “El Conde” Rodriguez. Il suo Curriculum Vitae comprende anche la produzione di hit come “Bailando Salsa” per il gruppo pop spagnolo Mecano il cui album ha venduto mezzo milione di copie in un mese subito dopo la sua uscita. Johnny Pacheco è stato anche co-autore e ha prodotto tre canzoni per il primo album da solista di David Byrne intitolato Rei Momo.

Pete “El Conde” Rodriguez and Johnny Pacheco – Sonero

Ha scritto più di 150 canzoni molte delle quali sono ancora dei classici. Tra queste citiamo “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”,“Acuyeye”, “El Rey de la Puntualidad” e “El Numero Cien” di Tito Puente. Pacheco è stato anche di ispirazione per le nuove generazioni: ha registrato e suonato con il gruppo DLG come artista ospite in una delle loro composizioni. Artisti Rap come Mangu hanno voluto questa leggenda della Latin Music per scrivere gli arrangiamenti, partecipare come corista e suonare il flauto nel loro album “Calle Luna Y Calle Sol”. Pacheco ha anche prodotto musiche per colonne sonore di film. E’ stato il direttore musicale del film “Our Latin Thing”, il primo film sulla Salsa e la sua influenza sul popolo latino di New York. Nel 1974 ha lavorato sul secondo film intitolato Salsa. Nel 1980 ha scritto le musiche e i temi per i film Mondo “New York” e “Something Wild”, quest’ultimo in collaborazione con David Byrne, leader del gruppo Talking Heads. La sua ultima collaborazione col mondo del cinema è la colonna sonora del film Mambo Kings, prodotto da Warner Brothers.

Azuquita – Fania All Stars e Johnny Pacheco

Hector Lavoe e Johnny Pacheco Live – NY Paladium

Nato a Santiago de Los Caballeros, Republica Domenicana, Johnny Pacheco ha ereditato la passione paterna per la musica. Suo padre, Rafael Azarias Pacheco, era clarinettista e direttore di un’orchestra molto conosciuta in quel tempo (The Santa Cecilia Orchestra). Fu il padre ad avvicinare il figlio al mondo della musica. All’età di 11 si trasferisce con la famiglia a New York dove la passione per la musica diventa motivo di studio serio e accurato. Impara a suonare diversi strumenti (fisarmonica, violino, sax e clarinetto). Frequenta anche la Julliard School of Music dove impara anche le percussioni diventando il principale percussionista di quel periodo. Suona e registra album con i più importanti artisti americani. Infine impara anche il flauto tanto da diventare uno dei più grandi flautisti sulla scena musicale.

Nel 1960 fonda la sua prima orchestra, chiamata “Pacheco y su charanga”, che esordisce con l’album “Pacheco y su charanga, vol.I” (di cui sono state vendute più di 100.000 copie nel solo primo anno di uscita), sotto il marchio Alegre Records.

In questi anni, fino al 1963, Pacheco introduce un nuovo tipo di ballo: la pachanga, per la quale diventa anche molto famoso. In questo periodo gira molto in tourné sia negli Stati Uniti, sia in Europa, Asia e America Latina. Inoltre Pacheco Y Su Charanga è stata la prima orchestra latina ad essere in cartello all’Apollo Theatre nel 1962 e nel 1963.

Alla fine del 1963, la sua carriera ebbe un’importante svolta quando egli creò la Fania Records assieme a Jerry Masucci. Nel 1964, la casa discografica lanciò il successivo lavoro di Pacheco intitolato Cañonazo che si caratterizza per una svolta dallo stile Charanga al Conjunto. Come dirigente, direttore artistico e produttore musicale della società, egli fu responsabile del lancio della carriera di molte delle giovani star che fecero parte della Fania Records.

Mi Gente. Hector Lavoe & Fania All Stars. Kinshasa. 1974

Nel 1968, egli riunì molti dei musicisti della casa discografica e li presentò tutti insieme in un concerto. Questo evento segnò la nascita della leggendaria Fania All-Star. Nel 1971, questa orchestra composta dal meglio della Fania occupò tutto lo scenario della salsa dando inizio a un incredibile periodo musicale per la musica Latina che continuò per oltre 30 anni sotto l’autorevole direzione di Mr Pacheco.

Per più di 40 anni, Mr Pacheco è stato uno degli artisti più richiesti nel campo dell’industria musicale in generale. Si è esibito come solista e come guest artist in molti Festival Jazz Internazionali. Ha suonato con i migliori musicisti latini del secolo, inclusi Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente e Celia Cruz tra gli altri. Si è esibito e ha collaborato con numerose leggende della musica Jazz e della musica popolare americana come ad esempio Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder e molti altri.

Johnny Pacheco è fortemente impegnato nella crescita della comunità latina nel mondo. Ha dimostrato la sua solidarietà verso le vittime dell’uragano Georges collaborando con la Fondazione Hispanic Federation Relief durante l’evento “Hurricane Georges Relief Fund 1998”, trasmesso dal vivo in tutti gli Stati Uniti del nordest dalla NBC e partecipando a un evento nello Hostos Community College. Ha anche preso parte al concerto benefico per l’AIDS, Concerto Per La Vita, nel novembre del 1988 a New York presso l’Avery Fisher Hall.

Nel 1994 fondò la Fondazione Borsa di Studio Johnny Pacheco dimostrando il suo amore per la musica e il suo impegno per una migliore educazione. Ogni anno una matricola del college riceve una borsa di studio e la benedizione di Mr Pacheco. Egli dice: “Io spero di riuscire a dare a un musicista talentuoso e con aspirazioni la possibilità di diventare un artista e di beneficiare dell’educazione di un college.”

La musica di Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continua a consacrare il settore della musica latina. Pacheco è ancora fortemente attivo nel campo della musica, esibendosi e registrando con il suo gruppo avendo come guida ispiratrice la migliore musica tropicale. Sempre all’avanguardia, egli è uno degli artisti più ammirati e amati nello scenario musicale di tutto il mondo. Johnny Pacheco è un pioniere, un grande innovatore e, cosa più importante, una leggenda vivente.

Tratto da: http://www.johnnypacheco.com

English

For decades, Johnny Pacheco has been at the center of the Latin music universe. His nine Grammy nominations, ten Gold records and numerous awards pay tribute to his creative talent as composer, arranger, bandleader, and producer. Moreover, he is the pioneer of an unforgettable musical era that changed the face of tropical music history, the Fania All-Stars era.

Throughout his 40-year involvement with the development of Latin music, Johnny Pacheco has received many kudos for his extraordinary genius. In November of 1998, he was inducted into the International Latin Music Hall of Fame. In 1997, he was the recipient of the Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, awarded by Governor George Pataki. In 1996 the president of the Dominican Republic, Juaquin Balaguer bestowed him with the prestigious Presidential Medal of Honor. In addition, Pacheco was presented with the First International Dominican Artist Award from the distinguished Casandra Awards. In June 1996, Johnny Pacheco was the first Latin music producer to receive the NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) Governor’s Award in New York City.

Pacheco’s pioneering musical approach has made him one of the most solicited producers in Latin music. He has worked with many of the best Salsa artists like Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano, and Pete “El Conde” Rodriguez. His resume also includes producing the hit song “Bailando Salsa” for the Spanish pop group, Mecano whose album sold half a million copies one month after its release. Johnny Pacheco also co-wrote and produced three songs for David Byrne’s first solo album entitled Rei Momo.

He has written more than 150 songs and most of them are now classics. Among them are “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”, “Acuyuye”, “El Rey de la Puntualidad”, and Tito Puente’s “El Numero Cien”. Pacheco has also been inspirational to the younger generations.He recorded and performed with the group DLG as a guest artist in one of his own compositions. Rap artist Mangu asked this Latin legend to write arrangements, sing chorus, and play the flute in his album Calle Luna Y Calle Sol. Mr. Pacheco has also produced music for feature films. He was the musical director of the film, Our Latin Thing, the first film about Salsa and its influence on New York Latinos. In 1974, he worked on a second film entitled Salsa. During the 1980s, he wrote the musical scores and themes for the film Mondo New York and Something Wild. The last one was in collaboration with David Byrne, leader of the group Talking Heads. His most recent work in the movie industry was the feature film The Mambo Kings released by Warner Brothers.

Born in Santiago de los Caballeros, Dominican Republic, Johnny Pacheco inherited his father’s passion for music. Rafael Azarias Pacheco, his father, was the bandleader and clarinetist of one of the most famous orchestras of that time–the Santa Cecilia Orchestra. It was his father that first put a musical instrument into his son, Johnny’s hands. At the age of 11, the Pacheco family moved to New York where he continued polishing his musical skills. He learned to play accordion, violin, saxophone and clarinet. He attended the Julliard School of Music where he studied percussion making him the leading percussionist of the time. He performed and recorded with the most important American artists. He then learned to play flute. He is recognized as one of the top flutists of his era.

In 1960, he organized his first and legendary orchestra, Pacheco y Su Charanga. The band signed with Alegre Records and its first album Johnny Pacheco Y Su Charanga Vol. 1 sold over 100,000 copies within the first year, becoming the best selling album of the time. The album is a classic. Beginning then and through the end of 1963, Pacheco introduced a new dance craze called “Pachanga”. He became an internationally renowned star. He toured extensively throughout the United States, Europe, Asia, and Latin America. Moreover Pacheco Y Su Charanga, was the first Latin band to ever headline the Apollo in 1962 and 1963.

In late 1963, his career took another historical turn when he created Fania Records with Jerry Masucci. In 1964, the label released Pacheco’s next endeavor entitled Canonazo featuring a switch from the Charanga to Conjunto style. As the company’s executive, creative director and musical producer, he was responsible for launching the careers of many of the young stars that formed part of Fania Records.

In 1968 he gathered many of the musicians from the label and showcased them together in concert. This marked the birth of the legendary Fania All-Stars. In 1971, this orchestra consisting of Fania’s elite exploded all over the Salsa scene starting an incredible musical era for Latin music that has continued for over 30 years under the masterful direction of Mr. Pacheco.

For more than 40 years, Mr. Pacheco has been one of the most in-demand artist in the music industry in general. He has performed as soloist and guest artist in many Jazz Festivals worldwide. He has played with the best Latin musicians of the century including Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente, and Celia Cruz among others. He has performed and collaborated with many legends of Jazz and popular American music such as Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis, Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder and many others.

Johnny Pacheco is deeply committed to the improvement of the Latin community worldwide. He demonstrated his solidarity with the victims of Hurricane Georges by collaborating with the Hispanic Federation Relief Fund during “Hurricane Georges Relief Fund 1998” transmitted live across the northeastern United States by the NBC television network and by participating at an event at Hostos Community College. He also participated in the AIDS benefit concert Concierto Por La Vida, in November 1988 at New York City’s Avery Fisher Hall.

In 1994, he established the Johnny Pacheco Scholarship Fund demonstrating his love for music and commitment to higher education. Each year a college freshman is honored with financial support and Mr. Pacheco’s blessing. He says, “My hope is to give a young aspiring and talented musician a chance to develop as an artist and benefit from a college education.”

The music of Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continues to bless the Latin music industry. He remains highly active in the recording industry performing and recording with his group as the guiding force behind the best tropical music. Always ahead of his time, he is one of the most admired and loved musicians on the music scene all over the world. Johnny Pacheco is a pioneer, an innovator and more importantly a living legend.

Yomo Toro

E’ scomparso Yomo Toro

Yomo Toro
Yomo Toro

New York 30 giugno 2012

Aurora Communication ha appena confermato il decesso di Yomo Toro.
Ci lascia il più grande cuatrista della storia della salsa.
Riposa in pace.

26 Luglio 1933 – 30 giugno 2012

Yomo Toro

Biografia

Nato a Ensenada, Portorico, il 26 Luglio del 1933, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.

Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.

La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.

Sabor y Control

Intervista a Sabor y Control

Intervista a cura di Tommy Salsero e Max Chevere


Sabor y Control

Lima 06 Luglio 2007

Come e quando è nato il progetto Sabor y Control?

E’ nato nel 2001 con descargas e latin jazz. Il formato originale era senza piano, solo con il basso.Si dava molta importanza alle percussioni, alla sezione fiati e agli assoli di ogni strumento.

Sabor y Control è un’orchestra con un “sabor” molto classico, con similitudini alla salsa degli anni ’70, quando si suonava per il gusto di farlo e non per i ballerini come fanno molti gruppi di salsa oggi.Com’è nata questa idea di suonare con lo stile del barrio?

La nostra influenza viene dalla musica degli anni ’70 ed è per questo che cerchiamo di conservarne l’essenza. Secondo noi nel decennio degli anni ’70 è stata prodotta la miglior salsa.
Nel nostro disco “El guapo soy yo” tutte le registrazioni sono state realizzate in blocco, ovvero suonando tutti insieme, esattamente nello stesso modo in cui si registrava negli anni settanta.

In Italia ci sono molti appassionati che vorrebbero poter ascoltare e ballare questa salsa. Sono passati quasi quattro anni da quando abbiamo inaugurato il sito web de LaSalsaVive.org e da allora molte cose sono cambiate in meglio. Adesso anche in Italia ci sono molte persone che ricercano questa musica senza “compromessi”, la musica che noi abbiamo voluto ribattezzare “salsa cazzuta”.
Cosa ne pensate di questa nuova rinascita ed in Perù qual è la situazione?

Effettivamente la nostra è una musica “senza compromessi”. Ci preoccupiamo molto del fatto che gli ascoltatori possano viverla al 100%. Non abbiamo voluto inserirci in una posizione prestabilita, infatti la nostra musica si presta ad essere interpretata in maniera molto personale, la stessa cosa accade quando la si deve ballare, non è “salsa monga” (ndr scialba, piatta) dove ci sono dei pasitos prestabiliti.
Anche in Perù ci sono appassionati di salsa dura. Fortunatamente i programmi specializzati l’hanno accolta molto bene. Sfortunatamente come in tutto il mondo, anche in Perù c’è molta “salsa monga” però al tempo stesso c’è un gruppo di salseri “veri” che ogni giorno cresce e che si identifica con la musica di Sabor y Control.

Ci sono altri gruppi in Perù che suonano salsa dura?

In Perù non esiste nessun gruppo che suona salsa dura propria. Esistono orchestre che fanno cover, cioè orchestre che interpretano la musica di altri musicisti, però senza suonare nulla di proprio.

Quali sono i musicisti che vi piacciono di più e che hanno influenzato maggiormente il vostro stile musicale?

Ci piace molto la musica degli anni ’70. Siamo stati influenzati principalmente da: Impacto Crea, Eddie Palmieri, Willie Colón, Orquesta Zodiac.

 

SABOR y CONTROL – No lo hago mas

 

Qual è per voi la differenza tra la salsa di ieri e quella di oggi?

La salsa di ieri era quella del barrio, parlava di temi quotidiani. La salsa di oggi è legata a temi romantico-amorosi. Al di là della musica, la salsa di ieri era più agguerrita, non era così “protetta” come quella di adesso. In Sabor y Control cerchiamo di conservare l’essenza della vera salsa per quel che riguarda i testi mentre diamo il 100% di noi stessi alla musica dando grande importanza all’improvvisazione e agli assoli di ogni strumento. Sentiamo molto quel che facciamo.

 

SABOR y CONTROL – La cosa no sigue más

 

La salsa romantica prima e la salsa con pop e reggaeton adesso, sono state utili allo sviluppo del movimento salsero?

Forse può rappresentare un’esca per chi non ha mai ascoltato salsa dura. Però siamo convinti che le persone che vogliono divertirsi davvero quando iniziano ad ascoltare salsa dura non la lasciano più. Dal punto di vista dell’apporto al genere musicale non crediamo che questi incroci apportino molto alla salsa.

Pensate che il reggaeton possa convivere insieme alla salsa o che la salsa con reggaeton rappresenti la fine di questa musica?

Rispettiamo molto chi fa reggaeton e anche chi lo ascolta. Però non crediamo che si debbano mischiare per farne un ibrido. A nostro parere ogni genere deve differenziarsi e andare per conto suo.

Che cosa pensate della nuova musica popolare cubana chiamata timba?

In Perù ha avuto successo, ma attualmente praticamente non la si ascolta più. Rispettiamo anche chi fa e ascolta questa musica, però il fatto che, almeno in Perù, sia quasi scomparsa ci fa riflettere, perchè generalmente si dice che quel che è realmente valido non finisce mai.

Qual è la differenza fra la timba e la musica che voi suonate?

Sabor y Control – Piensa con clarida’

La tematica è molto diversa perchè, come abbiamo già detto, la salsa dura parla di fatti di vita quotidiana, invece la timba no. La struttura musicale della timba da maggior importanza ai cori ripetitivi e alle coreografie in serie. La salsa dura invece viene apprezzata da chi la ascolta senza bisogno di essere ripetitiva. Una gran differenza è nel sentimento nel momento di suonare e anche quel che l’ascoltatore prova senza avere parametri stabiliti. Un’altra differenza è legata alla carenza di descargas nella timba, in pratica non ci sono quasi assoli strumentali.

Potete parlarci del vostro nuovo cd “El Guapo soy yo”? “El Guapo soy yo” è stato registrato alla fine del 2006, la registrazione è stata fatta matenendo lo stile della salsa degli anni settanta, in pratica abbiamo registrato in blocco, suonando tutti insieme.
Tutte le canzoni sono nostre e come vi rendarete conto ascoltandolo è legato a temi quotidiani.
Questa produzione ha ricevuto un gran numero di critiche positive da parte dei mezzi di comunicazione specializzati, così come numerose recensioni in pagine web nazionali e internazionali.
A Lima abbiamo avuto il piacere di chiudere la stagione 2006 di un programma molto prestigioso chiamato JAMMIN’ con la presentazione del nostro disco.

 

SABOR y CONTROL – El niche del callejón

Avete mai suonato in Europa? E vi piacerebbe suonare in Italia?

Abbiamo avuto diversi contatti tramite internet con molte persone in Europa che hanno manifestato il loro interesse per il nostro lavoro. Ci piacerebbe moltissimo poter suonare per voi e condividere quello che facciamo con immenso piacere. Siamo coscienti che in Italia ci sono ballerini di salsa molto competenti e ci farebbe un grande piacere suonare per loro.

Nel nostro sito ci sono molti fan’s di Ray Perez, un pianista venezuelano che sul finire degli anni sessanta suonava con la Orchestra dei Los Dementes, lo conoscete e avete mai suonato sue canzoni?

Naturalmente conosciamo Ray Pérez, lui con l’Orchestra dei Los Dementes rappresenta uno dei maggiori esponenti di salsa di qualità. Non abbiamo mai suonato sue canzoni ma crediamo che lo faremo prossimamente visto che la sua musica ci piace molto.

Progetti per il futuro?

Abbiamo suonato molto a Lima e siamo molto contenti perchè ogni giorno riceviamo tante email con buoni commenti e di sostegno per il nostro lavoro. Questi complimenti non arrivano solo dal Perù ma anche da altri paesi d’America, Europa e Asia. Ci piacerebbe molto poter concretizzare un tour per l’Europa, specialmente in Italia, dato che sappiamo che c’è un buon pubblico di salseri. Finalmente vorremmo ringraziare Max per la sua onda positiva e per la promozione e divulgazione della buona musica in Italia. Un saluto a tutti i salseri e speriamo di vedervi presto.