Archivi categoria: Recensioni

Questa sezione è dedicata alle “recensioni” dei nostri collaboratori.

BUON LETTURA!

New York by Claude parte 4

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – quarto giorno –

Giovedì, date le circostanze (avrò dormito 12 ore!), mi sveglio di buon’ora con Wall Street in pieno Toro dato che al Grocery c’è – in ordine di apparizione – un TERZO tipo che mi chiede ben 3,5 $; a sto punto, più per la non-trasparenza che per i soldi – mi incacchio e chiedo spiegazioni che lui prontamente mi RAPPA in faccia sentenziandomi prezzi, tasse, accise, etc etc: ci rinuncio a capire, abbozzo un pagamento ma scopro di avere 3,25 di spicci e un centone suscitando la compassione di un homeless che – vedendomi col cappuccio caldo appena dowloadato dalla macchina – mi offre il quarter-dollar…

😯 😯 😯

Solo a New York i barboni ti fanno l’elemosina all’incontrario…

Ok, è ora di uscire dal Ghetto e iniziare a far shopping in centro.
I GROSSISTI DI CD A MANHATTAN

Prendo la mia comodissima linea rossa (non quella che va a Sesto Marelli) e in un battibaleno scendo a Times Square/West 42nd Street, faccio qualche minuto a piedi verso la 10th Av e risalgo all’angolo con la West 45th Street dove trovo il noto esportatore GB RECORDS.

GB RECORDS

Esordisco: “Buenas, soy un fanático de …. (etc etc)” specificando che sono straniero e che quindi a me possono vendere anche se non sono un dettagliante.

Subito mi indirizzano verso una saletta tutta dedicata alla Fania dove ahimé non c’è rimasto proprio piu niente di quello che cerco, ma anche di quello che non cerco vedo poche copie, talvolta vecchio suono e talaltra rimasterizzate; uscirò da quel negozio con soli due CD di Federico (vol 1 e 3, il 2 è terminato) pagati 9,99 $ ciascuno, e un doppio greatest hits di Lalo Rodríguez a 11,99 $, giusto perché c’ho un barista che mi spacca i maroni chiedendomi sempre la versione originale di Ven Devorame Otra Vez (la recente cover non gli piace).

FEDERICO VOL.3

Dato che non ho niente da comprare, faccio la conoscenza del proprietario, Sergio, che si fa un flash vedendo le foto dei musicisti sul biglietto da visita de Lasalsavive; anche lui è un pezzo di storia della musica latina a New York, con cui lavora da 40 anni e che lo ha visto co-fondare la casa discografica S.A.R., acronimo delle iniziali di Sergio, Armando e Roberto (Torres, che cantò per la Sonora Matancera e la Orquesta Broadway).

Dato l’esaurimento scorte (qui piu che mai), approfitto una volta in più per parlare del problema “Nueva Fania”, e per la prima volta mi vedo ascoltato con una certa attenzione…

“Hombre, appena prepari quella lettera, mandamene una copia che sono interessato: eccoti la mia e-mail”

😀 😀 😀

MI ILLUMINO D’IMMENSO!!! Inizia a parlarmi anche lui di vari aneddoti discografici, acquisizioni, prezzi, progetti, cessioni, recenti scomparse di musicisti “minori” Crying or Very sad per poi finire a parlarmi dell’epoca d’oro della salsa di 30 anni fa.

Gli spiego che l’indomani avrei visitato un negozio del Bronx, tale Cholo Records, e lui sorride “E’ mio cliente, domattina alle 7 viene qui” (ora capisco perché la gente poi va in discoteca alle 5 PM!); gentilmente, mi suggerisce di visitare anche un certo Amadeo Records di cui non sapevo niente se non il fatto di averlo visto come primo in elenco alfabetico nei negozi del Bronx: questa si rivelerà poi una dritta fantastica”

SERGIO DI GB RECORDS

Camminando north lungo la 10th Avenue, in cerca della Kubaney (altro grossista) che non trovo, scorgo sull’altro marciapiede il RINCON MUSICAL, anch’esso destinato a dettaglianti residenti o a comuni stranieri come me.

Qui la specializzazione è sulla musica contemporanea, e difatti riesco finalmente a trovare, per 9,99 $, un vecchio CD del Grupo Caribe (il mio gruppo contemporaneo preferito, dopo il Conjunto Libre), quando noto che in un angolo questi signori nascondono un piccolo tesoro di CD di Salsa Classica; 10-15 copie per ognuno di questi importanti album, Siembra (edizione del 25ennale, quella coi testi), Metiendo Mano, De Panama A Nueva York, Aguzate, I Like It Like That… tutti suono vecchio!

Certo che se a New York ci fosse un bel database centrale di tutti i 50 negozi di cd latini sui 4 quartieri principali, di cose ce ne sarebbero ancora da racimolare… Oppure uno “spicciafaccende” che si occupasse di fare il giro!

Sono proprio curioso di vedere cosa costa un book per 256 CD… e leggo 29.99 $, alias 25 €, ossia la metà del prezzo italiano…. E SONO ENTRAMBI MADE IN CHINA! 👿

Mi rendo conto che qui c’è qualche conto che non torna… perché da noi son così cari? Mah!

Comunque ormai son le 3 PM, e come si sa, alle 5 bisogna essere a ballare… 😮

Prima di prendere il metrò, noto che in centro stasera c’è il concerto di James Brown… certo che è un peccato perdersi le cose che offre questa fantastica città, per essere immersi nel tunnel della salsa… di cui questa città è peraltro capitale!!!

Niente, non posso saltare un’altra serata di ballo, rinuncio a malincuore, prima però mi faccio ancora un giro da Luis del Barrio Music perché tornare a casa con soli 4 CD non è cosa… In quel negozio, le cose da comprare non mancano… e quindi… Banco Popular e via andare!!! Alè!!!
LA SERATA DEL GIOVEDI’ AL CLUB CACHE

Entro alle 10 PM con 11 $ (è una discoteca di dimensioni medio-piccole) e ritrovo la Elisabetta de Roma (che in due mesi che è qui non è andata a ballare per sole tre sere, un gran bel tunnel pure il suo!) nonché tutta la tribù vista Martedì al Link.

Scendo le scale sulle note di Guaguanco Margarito ed è subito Mambo!!!

In sala c’è un’aria condizionata che ti porta via, il parquet è un po’ umidiccio ma si balla bene ed in ottima compagnia; sto per andare a fare la conoscenza del dj quand’ecco che lui prende il microfono e dice “Questa sera, guest dj, David Montreal!”

Cosa voglio di piu dalla vita? Spunta fuori la sua coppolina bianca e inizia a mettere un bel pezzone di Tony Pabón tanto per farci capire come sarà l’andazzo…

Io intanto passo di dama in dama, che talvolta è del posto, talvolta è straniera, a volte è bianca e a volte è nera, a volte balla sul due e a volte sull’uno, ma lo stile, il “flavour”, è sempre quello della città: il New York Style.

Elisabetta passa a descrivermi le varie persone presenti, tra cui questi due che improvvisano una di quelle social dance che spesso vediamo su Imambo.tv (e non a caso salta fuori una telecamera professionale con tanto di assistente con l’illuminazione che riprendono il tutto).

LORI PEREZ DEGLI ABAKUA DANCERS E ADOLFO INDACOCHEA

Adolfo Velazco Indacochea, peruano, ex partner di ballo con Amanda Estilo, mi fa morire perché ha una “attitude” che ricorda molto quella di Fernando Sosa!!!

Intanto Dj David Montreal ci fa MORIRE con La Toalla, poi ci fa riprendere con Mi Negrita Me Espera (niente bachate in questa serata: qui ci si riposa ballando a cha cha) e poi mi fa vivere un gran bel momento mettendo Rumbón Melón…

Pesco una ballerina a caso, che avevo osservato prima, e la canzone la sa a memoria fermandosi ad interpretare tutti gli stacchi e tutte le rumbe di quel bellissimo brano; dopo un ballo così, me ne potevo anche tornare ad Harlem, e invece no! Resto in sala ma rimango seduto ad osservare, rapito dal livello di ballo che c’è in sala e dalla sua coerenza con la musica fantastica che viene messa; in quel momento la canzone ha una “dilatazione” pianistico-timbalera dove tutti vanno in pasitos per oltre un minuto, e io me li gusto….

Mi rendo conto di una cosa (oggi mi sto rendendo conto di molte cose!): la buona musica si accompagna al buon ballo… E intanto penso: ma come cavolo fa un tipico “avanzato italiano” a compiere elaborate evoluzioni su un arido e dritto brano commerciale? Mi ritengo fortunato ad aver appreso a sentire ed interpretare la musica dal mio maestro Francesconi, che l’avrà sicuramente appresa prima dal suo maestro di pianoforte, e poi dai suoi maestri Mingarelli…

Mentre me ne sto lì, Bello Statuino, ad aspettare che mi invitino (ormai ho già fatto abbastanza spot pubblicitari in zona “Mambo on 2”, dove ci sono tutti i Salsafreaks), mi viene un torcicollo per la galleria del vento che si subisce con l’aria condizionata di quel locale, quindi mi alzo e ballo!!!

Io e la combriccola chiudiamo il locale insieme al dj esattamente come due sere prima al Link; vedo il resident pagare il guest dicendogli “Sei stato un Grande”…. grazie al cavolo, con la musica che ha messo…. questa è Istigazione al Mambo!

Vado da Mac Donald’s nella vicina Broadway per recuperare un po’ di zuccheri tramite un ottimo Sundae al cioccolato, e mi avvio a prendere per l’ultima sera il metrò verso casa

SUBWAY
Fine quarta puntata…

By Claude

New York by Claude parte 3

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – terzo giorno –

La mattina di Mercoledì scendo al Grocery, trovo un altro commesso e pago solo 2,50 $ la colazione, penso “Il caffè a Wall Street sarà in discesa”, naturalmente non me ne curo e sotto una pioggerellina lieve torno a piedi verso il Barrio.

Mentre attraverso il confine virtuale tra il Black e l’Hispano, odo uscire da una chiesa stranissima dell’ottimo funky-soul live, e ficco il naso dentro la First Baptist Mountain Ride Renaissance Adventist Salvation Brotherhood Holy Resurrectional (…omissis…) Church (ho accorciato il nome senò tutto non ci stava nel forum), allorquando una enorme signora nera di mezz’età, elegantissima e di rosso vestita, mi invita a convertirmi a loro lì sulle scale dell’entrata.

“Come, join us!” e io “I’m in a hurry, only wanted to see THE BAND”  😀

Dentro la band è composta da persone di tutte le età vestite proprio come la signora, e il bassista e il batterista si distinguono per l’incedere particolarmente funky del brano.

Malinconicamente, con le lancette del cellulare che viaggiano velocissime, constato: “Quante cose mi perdo in questa bellissima città, per dedicarmi al mio personalissimo TUNNEL…”

Rispondo: “Madame, chissà che gospels vi sparate quest’oggi, vorrei tanto esser qui con voi!” ma ora devo andare a compiere qualcosa di molto meno spirituale…

LA CASA LATINA DI VICENTE: UN PEZZO DI STORIA DEL BARRIO

Entro cosi:

“Usted es Vicente?”

E lui: “Sí”

“Buenas, vengo de Italia y soy fanático… etc etc”

Anche qui inizio a dare di matto, ma un po’ piu controllato perché la parete è un po’ meno vasta e presenta purtroppo svariati buchi, talvolta colmati da alcuni dei nuovi Fania rimasterizzati.

“Guarda, ti offro quel che è rimasto, d’altronde le scorte stanno per finire ed in alcuni casi son già finite”

Subito a colpo d’occhio chiedo quello che mi serve ma con raccapriccio mi rendo conto che il resto ce l’ho già o non mi interessa; con stupore riesco a trovare, dopo aver perso le speranze, questo bell’album:

Vicente è noto per il rapporto piacevole che instaura col cliente, guidandolo negli acquisti (per esempio, su tre album di un’orchestra che vuoi iniziare a conoscere ti suggerisce il migliore, oppure quello che negli anni è stato best seller sugli altri).

Nel negozio ci sono due Boricua di mezz’età, di cui uno che si lamenta dei nuovi Fania, tranne di due – Juicio di Willie Colón – che a suo parere è stato rifatto bene, e di Ali Baba di Louie Ramirez (per dirlo uno che aveva appena finito di lamentarsi del taglio dei bassi nel passaggio tra vinile e CD, c’è da crederci…)

L’altro rapidamente prende un classico cubano anni 50 (quelli della serie Tumbao) e se ne va così: “Adios FAMILIA” 😀

Chiedo: “A proposito Vicente, e tu che ne pensi del suono, va male per tutti o c’è qualche album accettabile?”

Mi mostra il fax di un Dj: “Qui c’è uno che si lamenta perfino di una copertina… io sinceramente non li ascoltati, qualcuno si lamenta altri no… la realtà è che io non ne vedo vendere moltissimi, magari deve ancora passare del tempo”

Vengono raccontati degli aneddoti sui loro addetti che sono andati in giro per il Barrio a cercare le copertine dei vinili per fotografarle a 20 $ e sui melomani che han preferito rifiutare una simile offerta; “Sicuramente hanno arricchito il packaging, la vecchia Fania a malapena metteva i nomi dei musicisti mentre i nuovi hanno addirittura una presentazione bilingue, e costano un dollaro meno… però il suono… varia con gli album…”

Ribadisco la mia teoria del “trombone evirato” e li informo (dato che nessuno sembra essersene accorto) che han lavorato pure sui canali, domandandomi: perché?

Finita la Salsa Classica (quella che vedevo dietro il bancone), mi lascio consigliare alcuni artisti recenti con un sound bello ritmico, tra i quali spicca il grande Manny Oquendo col suo Conjunto Libre di cui mi intasco tre CD.

Poi, la lancio lì… “Senti, so che non ce l’hai… Non è che per caso c’hai….”

E lui, serissimo: “Certo, è nella vetrinetta dietro di te”

😯 😯 😯

Non credo ai miei occhi…. dopo averne toccato il vinile a casa di un amico… dopo aver raccattato qualche raro e stridulo MP3… vedo.. vedo… vedo… una copia di…

Nella stessa vetrinetta c’era roba europea, Vampisoul, Salsa-International (che si può reperire anche da Londra), Envidia e quindi lascio perdere perché non sono lì per quello, ma vedo Vicente che risponde al Boricua che chiedeva commenti su Mayito Rivera.

“Il suo ultimo CD è molto bello, così come lo era il precedente, tutte cover di Chappottin”

Pur apprezzando l’opera, io non condivido perché sia in lui che in Pedro Calvo (con la Justicia) vedo uno snaturarsi della Cubanità (contemporanea); progetto di “internazionalizzazione” dei loro arrangiamenti che peraltro mostra – anche in quella sede di degustatori – di dare i suoi risultati.

Vedendo la copertina di Tirso Duarte (quello sì che fa la Cubana che io mi attendo da un Cubano) dico: “Este, pega duro!” e Vicente “Pero aqui la Timba… no va…”

La discussione ritorna sul nostalgico, d’altronde stiam parlando di un negoziante di dischi che dal ’66 ha visto passare fior di musicisti nel suo negozio nel cuore del Barrio… “Il fatto è che, oltre ad essere invasi dal Reggaeton, non son rimasti proprio i locali in cui suonare, e laddove puoi, usi pochi orchestrali; al martedi c’era il Magallay, ora ha chiuso, adesso al Mercoledi fa qualcosa il Latin Quarter, ma di fatto questa musica è ben lontana da quella che era 30 o 40 anni fa”

E’ venuto il tempo di fare la cuenta; faccio la mia solita figuraccia col Postamat (ci sono abituato, anche in Italia!), attraverso la strada, prego che escano altre 12 banconote da 20 dallo stesso Banco Popular del giorno prima e…. escono!!!

Me ne esco con 15 CD, di cui la metà contemporanei…

Assetato di Roba Vecchia, attraverso la strada e ritorno dal prospiciente El Barrio Records Store dove Luis già si frega le mani e per gratitudine mi insacchetta, insieme a 12 CD di cui solo uno contemporaneo, un cospicuo numero di promo da ben 5 tracce ciascuno 😀 … tutti di Reggaeton!!!

Faccio ritorno a casa schivando la chiesa funky-soul (ho fretta, devo andare a ballare alle 5 PM!), doccia, cena e breve pennica; quando mi sveglio è già buio e mi dico: “Ma è sera o è notte?”

Cavolo, è l’una di notte!!!

E quelli là chiudono all’una mica alle quattro!!!

Alla faccia della City that never sleeps Evil or Very Mad

A New York succede di tutto, e a me è successo questo 😀

che non è “avere il fuso” bensì “essere Fuso”.

E ora che faccio?

Non riesco a prender sonno, e in tv ci son solo stupidaggini (ma esistono i TG???)

Inizio a sentire un po’ dei miei CD e mi rendo conto di quant’è bella la mia stanza doppia da 55 $ con uso bagni e cucina…

E’ sostanzialmente enorme, 10 metri per 4, ad una rampa di scale dalla cucina ma proprio a fianco ad uno dei due bagni…

Entrando, si sviluppa longitudinalmente sui due lati, laddove a sud c’è una finestrona tendata tipicamente luminosa, con vista sui tetti da telefilm, e a destra c’è un armadio enorme; a fianco ad essi ci sono i due letti, divisi tra di loro da una ampio tappetone (peccato non averci scattato una foto)…

Ho tutto li… pure il divanetto sul lato est e i comodini sul lato ovest… eppure… eppure… qualcosa ci manca… e allora comincio a lavorare di fantasia… in questa vacanza salsera così intensa… something is missing… e allora me l’immagino io…

Sull’altro letto… quello vuoto…. ci immagino una… Donna… anzi…no… non sul letto… bensi sul…. tappeto… nella posizione… eretta… che ripassa le figure di Eddie Torres insieme a me 😀 😀 😀 😀

E qui scatta l’ANNUNCIO: Ballerino Claude cerca Ballerina per condivisione camera e lezioni di ballo On2 su un arco di due o tre settimane, periodo da decidersi, astenersi perditempo

😀 😀 😀

A domani per la quarta puntata!
By Claude

El Show de Ruben Blades

El Show de Ruben Blades

Tito Gomez
Dart Fener alias…Ruben Blades!

Ruben Blades inizia una nuova carriera di video blogger con il lancio del nuovo programma web: “El Show de Ruben Blades” nel quale ci parlerà di musica, cinema, arte in generale e dove risponderà alle domande dei suoi fan’s.

Un bellissimo modo di tenere un contatto con i propri fan’s sparsi nel mondo. Buona visione!


Show de Rubén Blades #24 – 30 Marzo 2009Entrevista con Quinto Parpadeo, desde Madrid, España. Ojos de Perro Azul y Juan Pachanga…


Show de Ruben Blades #23 – 5 Febbraio 2009Lanzamiento de Krazy Love, el nuevo disco de Luba Mason. Gira Todos Vuelven. El nombre Seis del Solar, Catares del Subdesarrollo, Eliades Ochoa, Inspiración para La Rosa de los Vientos, El Padre Antonio, la Verdad, Resumen de músicos que participaron en el Panama Jazz Festival.


Show de Ruben Blades #22 – 15 Dicembre 2008Recordando a Gustavo Araujo, La Perla de Calle 13, Ojos de Perro Azul. Por las calles en Europa, Entrevista con Cory Sylvester…

Show de Rubén Blades #21 – 27 Ottobre 2008Grabado en Sant Feliu, España. La canción del Final del Mundo, Calentamiento global, Robby, Ralph, Marc, Eddie y Bobby. Concierto en Sant Feliu, Juan González en vivo…


Show de Rubén Blades #20 – 14 Agosto 2008
Agosto 14, 2008 Desde Alicante, España, Madame Kalalu, La historia de Pedro Navaja, Los inicios en Fania, Concierto en Alicante. Pedro Navaja en vivo…


Show de Rubén Blades #19 – parte 2 – 16 Luglio 2008.
Julio 16, 2008 • Aniversario de 25 años, Proyecto para el próximo año, Desapariciones, 30 años de Siembra, Los hoteles en las giras…


Show de Ruben Blades #19 – parte 1 – 30 Giugno 2008
Junio 30 , 2008 • Invitado especial: Ralph Irizarry. Rubén y Ralph hablan de Seis del Solar, Percisión, Coke and Potato Chips, Chernobyl, Los maestros de antes: Palmieri, Puente, Cachao, Vitín Paz…


Show de Ruben Blades #18 – 16 Giugno 2008
Israel Lopez Cachao, Encuesta, Venissa Santí, De donde surge el apellido Blades, Comopnes la letra o la músca primero. Los álbumes favoritos. Reseña de Bandas


Show de Rubén Blades #17 – 5 Giugno 2008
Ruben Blades Hairdressing Academy, Ismael Quintana, Facebook, Invitado especial DJ Juanpi, Experiencia con Juan Formel, Homenaje a Bobby Valentin, Bandas, Promoción de Sennheiser y monitores en la tarima.


Show de Ruben Blades #16 – 19 Maggio 2008.
Que te inspiró a escribir Ligia Elena, Agencias de Viaje, Cuentas del Alma, Oscar Hernández. Cuál es el futuro de la Salsa. Ismael Quintana, Eddie Palmieri, Ray Baretto y Tito Allen. Francis Ford Coppola y reseñas de bandas.


Show de Ruben Blades #15 – 5 Maggio 2008.
Inspiración para la canción Patria, ¿fué verdad que el guitarrista no vino?, Canciones difíciles de cantar, Hablamos de Tiburón, Decisiones y Desapariciones. Jaime Roos: video de Amandote en YouTube. Vino chileno, Podcast y resumen de bandas.


Show de Ruben Blades #14 – 22 Febbraio 2008
René, Eduardo y Rubén hablan sobre el intercambio de letras y canciones. Calle 13 grabará “Las Calles” canción del próximo album de Rubén “Cantares del Subdesarrollo”. Coversan de la industria de la música, Salsa y Regueton.


Show de Ruben Blades # 13
Invitada especial: LUBA MASON. Rubén nos presenta a Luba y su nuevo album Krazy Love. El disco Antecedente, el solo de Oscar Hernández, Editus y el album Tiempos, La Fania en Cuba, El solar de los aburridos, Son del Solar y reseñas de bandas: Debu, Lazaro Barrizonte Special Guest: LUBA MASON. Ruben presents Luba’s upcoming album Krazy Love. Antecedente, Oscar Hernandez’s solo, Editus and Tiempos, La Fania in Cuba, El Solar de los Aburridos, Son del Solar and band reviews: Debu, Lazaro Barrizonte

Show de Ruben Blades #12 • parte 1
Descrizione: Danilo y Rubén hablan del Panama Jazz Festival, la Fundación Danilo Pérez y Jahaziel Arrocha, Catherine Russell, Stanley Jordan.

El Show de Rubén Blades #12 – Parte II
Descrizione: Enero 30, 2008 Danilo y Rubén hablan de algunas de las bandas y artistas de Jazz presentados en el SDRB y de la influencia de la música brasileira. Natalie Fernandez, Beverly Rego, Fabian Martin, Venissa Santi.

Show de Ruben Blades #11
Descrizione: Recordando a Carlos “Patato” Valdez, Alta Densidad, Participación en el Cine, María Lionza, Vino Añejo, Robby Ameen y Overproof, Reseñas de Bandas. Remembering Carlos “Patato” Valdez, Alta Densidad, Movies, María Lionza, Vino Añejo, Robby Ameen and Overproof, Band reviews.

Show de Ruben Blades #10 Descrizione: Latin Grammys, colaboración con Calle 13, Juan Luis Guerra, Quén es Paula C, Radiohead, Moebius, Alejandro Jodorowsky, The first Word, Christine Kennedy, Richard Rhodes, Atomic Bomb, Foto de Fania, Latinos, resolviendo problemas de Latinoamerica, Cazanguero, Juan González, Suchet Malhorta, Viva, Mathias Holzner, Laurent Valette.

Messaggio di Ruben Blades 11 Novembre 2007:

Intervista con con Carlos Galilea in Spagna

Rubén participa en el programa de música de Carlos Galilea en Radio Nacional de España. Conversan sobre música de Brasil y escuchan temas de diferentes grupos.

Ruben Blades partecipa al programma di musica di Carlos Galilea alla Radio Nazionale della Spagna.Conversano sulla musica brasiliana e ascoltano canzoni di vari gruppi.

SDRB #8 Agosto 13, 2007 • El Cantante, Sting, They Dance Alone, Nothing but the Truth, Alemania, Clases de canto, De Panamá a Nueva York, Historia de la Salsa.


Show de Rubén Blades #8 • Parte 1 di 5 – 13 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #8 • Parte 2 di 5 – 13 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #8 • Parte 3 di 5 – 13 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #8 • Parte 4 di 5 – 13 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #8 • Parte 5 di 5 – 13 Agosto 2007

SDRB #7 Agosto 6, 2007 • Canciones románticas, Disco favorito, Experiencias con otros cantantes y actores, Christopher Walken, Salma Hayek, Carnavales en la Plaza del Ferrocarril, Sentido del Humor, Patricia Elena, Martin Verdonk, Claudio Nucci, Raul Julia, Cocinando con Rubén.


Show de Rubén Blades #7 • Parte 1 di 5 – 06 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #7 • Parte 2 di 5 – 06 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #7 • Parte 3 di 5 – 06 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #7 • Parte 4 di 5 – 06 Agosto 2007

Show de Rubén Blades #7 • Parte 5 di 5 – 06 Agosto 2007

SDRB #6 Julio 30, 2007 • Turismo en Panamá, Los Rabanes, Ruta Maya Cofee House, Distancia, Luba Mason, Todos Vuelven, Kafka, Michael Jackson, Fe de Rata, Tite Curet, Fe de Rata, Son Miserables,Post, Djilou L.C., Sounds like Sol, La Rosa de los Vientos, Adán García.


Show de Rubén Blades #6 • Parte 1 – 30 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #6 • Parte 2 – 30 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #6 • Parte 3 – 30 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #6 • Parte 4 – 30 Luglio 2007

SDRB #5 Julio 23, 2007 • Vino Argentino, Medoro Madera, West Indian Man, Baby’s In Black, Alejandro Jodorowsky, Spanish Harlem Orchestra, The Capeman, Gripe, Depredador, Maestra Vida, Chingongo, GDBD, Romiros, Sami Poyhonen, Alfredo Cáceres, Fe de Ratas, Pablo Pueblo.


Show de Rubén Blades #5 • Parte 1 – 23 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #5 • Parte 2 – 23 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #5 • Parte 3 – 23 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #5 • Parte 4 – 23 Luglio 2007

SDRB #4 Julio 16, 2007 • Feliz Cumpleaños, Camila, Time, Love and Memory, Medoro, Ismael Rivera, Piloto, Desentralización de los grandes estudios, Your hats, Favorite restaurants in LA, Fabian Martin, Alex Cuba, Esteve de Franc, Templo de Agua, Votación, Boranda.


Show de Rubén Blades #4 • Parte 1 – 16 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #4 • Parte 2 – 16 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #4 • Parte 3 – 16 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #4 • Parte 4 – 16 Luglio 2007

SDRB #3 Julio 9, 2007 • Templo de Agua (Canción de Rubén Blades con Bad Haggis), Buscando Guayaba – Fiel a la Vega, El Cantante, The Osgoods, Malpais, Rosa Cedrón, Danilo Pérez – Paula C en Jazz, Turismo, Cheo Feliciano, Cantares del Subdesarrollo, Sicarios, Ojos de Perro Azul, Eddie Resto, Hablando de grabaciones en el estudio.


Show de Rubén Blades #3 • Parte 1 – 9 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #3 • Parte 2 – 9 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #3 • Parte 3 – 9 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #3 • Parte 4 – 9 Luglio 2007

Show de Rubén Blades #3 • Parte 5 – 9 Luglio 2007

Show de Rubén Blades. #2 Junio 25, 2007 • Papo Vasquez, Autores e Inspiración, Actores, Que tenga Mendo, Patria, Medoro Madera, Alkut, Nene Gandaia, Nana Cantarina, Luba Mason.


Show de Rubén Blades #2 • Parte 1 – 25 Giugno 2007

Show de Rubén Blades #2 • Parte 2 – 25 Giugno 2007

Show de Rubén Blades #2 • Parte 3 – 25 Giugno 2007

Show de Rubén Blades. #1 Junio 18, 2007 • recor… (more) Added: June 20, 2007 Show de Rubén Blades. #1 Junio 18, 2007 • recordando a Tito Gomez • Saludo a Roberto Duran (Hall of Fame) • Saludo a Robby Ameen • Consejos para artistas que están empezando • Hablando de Muevete • Proyecto con Cheo Feliciano • Bandas: Mauro Otolini • Sylvi Paz • Gino Castillo • Rosa Temprano • Saludo a Alison de maestravida.com


Show de Rubén Blades #1 • Parte 1 – 18 Giugno 2007

Show de Rubén Blades #1 • Parte 2 – 18 Giugno 2007

Show de Rubén Blades #1 • Parte 3 – 18 Giugno 2007

SDRB • v 0.0 – 11 Giugno 2007

Pablo Pueblo – unplugged version – solo guitara – solo chitarra

Danilo Pérez y Rubén Blades • Paula C



Un bellissimo video tratto dal sito ufficiale di Ruben Blades:
Cuentas del Alma

Rubén Blades • Bochinches


Rubén Blades • la Rosa de los Vientos



New York by Claude parte 2

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – secondo giorno –

Premessa
Mi sveglio e, dato che in cucina non trovo certo la macchinetta del caffé italiano, vado al Grocery dell’angolo dove per 2.75 $ mi gusto un bollente e zuccheratissimo small capuccino con ottima tortina paradiso e litro di acqua del Maine, la mitica Poland Spring, che fuoriesce da tutte le borsette delle donnine salutiste della megalopoli.
Di chiaro c’è solo il prezzo dello small capuccino (0.75 $) ma del resto non si capisce mai niente, i prezzi a New York non sembrano dover essere obbligatoriamente pubblicati e le tasse da aggiungere – quando vanno aggiunte – non si capisce a quanto ammontino.
Poi va a simpatia dell’addetto di turno; insomma, il prezzo del mio breakfast del Martedi era quello, ma nei giorni seguenti scoprirò che non sarà sempre così…

DAY 2: EL BARRIO MUSIC CENTER E LA SERATA AL LINK DA DJ DAVID MONTREAL

Il sole splende e penso “i vinili li lascio per ultimi” ma date le successive pioggie non avrò piu la possibilità di trovarli buttati sul marciapiede; approfittando della bella giornata, vado a piedi verso east, ed entro nell’East Harlem, ossia lo Spanish, il Barrio, dove ci sono due negozi storici e importantissimi di CD e non solo.
Mentre mi faccio quei 10 minuti a piedi assisto alla mutazione antropologica dello scenario; dalle macchine non esce piu hip hop bensì reggaeton, sui marciapiedi non si gioca piu a basket bensì a baseball, e il vociare non è piu in inglese ma in spagnolo: inizia pure ad apparire la Topina Latina, más fina, e finalmente ricomincio a girarmi quando incrocio le tipe.
Accuso un lieve torcicollo destro 😮

Il primo negozio in cui mi imbatto sulla West 116th street all’angolo con la Park Avenue è questo:

EL BARRIO MUSIC CENTER

Entro cosi:

“Buenas, vengo de Italia y soy fanático de Salsa Clásica”

E faccio la conoscenza del giovane Luis, aka Dj Nene Malo, degustatore di tutti i generi, dalla salsa più vecchia e jazzata fino all’hip hop nordamericano passando dai vari altri generi latini etc.
Il negozio ha tre pareti tutte tappezzate di CD appesi… un abbaglio totale… una botta al cuore… e una al portafoglio… ma il tutto estremamente ECCITANTE.
A destra Pop Latino e generi latini a noi ignoti (tipo Ranchera, Paso Doble) al centro (dietro la cassa) la Salsa Contemporanea e i vari merengue bachata reggaeton, e a sinistra…. a sinistra…. a sinistra…
“Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

“Luis, dammi quello!!!!!!!!!!”

“Aaaaaaaaahhhhhhhh dammi quell’altro!!!!!!!!!!!!”

“Aaaaaaaahhhhhhhhh, quegli altri 3!!!!!!!!!”

Avevo la adrenalina a 1000, ho veramente dato fuori di testa a vedere cosi tanti, ma cosi tanti, ma cosi tanti CD di Salsa Classica, Son e Mambo tutti belli in ordine alfabetico, e tutti DISPONIBILI!!!
Finalmente riuscivo a mettere le mani su CD che cercavo da due anni, alcun masterizzati, altri di cui avevo una canzone (masterizzata o meno) e altri di cui conoscevo l’importanza storica anche se non li avevo mai sentiti.
Bè, per farla breve quel giorno lì sono uscito da quel negozio con 21 CD, tra i quali ben 5 di Tony Pabón (il quinto manco sapevo che esistesse, l’ho visto lì), 2 di Bobby Quesada, 2 di Frankie Dante, 2 di Ernie Agosto, i primi 2 di Ruben Blades, e tanta altra roba che per molti appassionati sarà scontata ma che per me – che mi sono approcciato da poco a questo mondo – era semplicemente introvabile…
Come questo:

dove c’è un bellissimo ritmo Mozambique titolato Bombonsito de Pozo.
Poi mi ricordo dei nuovi Fania, e dello scempio perpetrato dalla rimasterizzazione del primo album che Willie Colón fece a 17 anni: El Malo.
“Luis, ce l’hai il primo CD di Willie Colón, versione vecchia?”

E lui: “Certo, vuoi anche il secondo, versione vecchia, The Hustler?”

E io: “Butta, butta nello SHOPPING KART, qui la mia Coop sei tu, chi può darmi di piu!!!”

Gli chiedo un parere su questa operazione che lo scorso Ottobre mi aveva illuso e che poi mi aveva deluso, e stranamente mi dice che i nuovi – pur avendone alcuni – non li ha sentiti 😱
Mi dice comunque che la maggior parte delle persone da lui sentite si lamentano, mentre alcuni (pochi) apprezzano il nuovo suono: lui peraltro mi spiega che la prima delusione la ebbe già nel passaggio dal vinile al CD…
Io comunque intasco El Malo vecchio suono e a questo punto scatta il primo…
Mi son fatto prendere troppo la mano: alla ora di pagare mi sono seriamente domandato se il limite giornaliero della carta sarebbe bastato…

“Is POSTAMAT accepted?” 😀

E lui: “What?”

E io: “Ma sì, dai, circuito Maestro!”

Lui striscia, e non funziona. Ristriscia, e non funziona. Ri-ristriscia, ma non, non, non funziona…

Con un groppo in gola vado fuori all’ATM del Banco Popular, digito 240 $, sento il fruscio della macchina e…. escono 12 banconote da 20 $!!!

Luis è veramente il piu conveniente di tutti i dettaglianti che ho visitato, perché pur partendo da una base – comune a tutti – di 13.99 $ (cui vanno aggiunte le tasse che non ho ancora capito se sono il 19% o meno), pratica dei bei sconti a quantità.

Gli domando se esporta (data la convenienza dei suoi prezzi), ma mi dice che non è interessato; e pensare che oltretutto si rivelerà il piu fornito!!!
Per ogni CD, ne ha dalle 2 alle 5 copie, ma soprattutto ne ha taaaaaaaaaaaaaaaaaaaanti, ma taaaaaaaaaaaaaaaaaaanti, e i buchi nel muro (comuni a tutti gli altri dettaglianti e grossisti) si contano sulle dita di una mano.
Una volta pagatolo, ci mettiamo a parlare di Dj’ing; lui nelle serate normali effettua una selezione mista che comprende sia la commerciale che la classica, ma mi spiega che le sue serate preferite sono le feste del Barrio, dove la gente di tutte le età viene a chiedergli le cose, e gli rinfaccia a chiare lettere se un certo brano da lui proposto non dovesse essergli piaciuto: sono i suoi “eventi”!

Si è fatto tardi, le 5PM arrivano in fretta, e a New York a quell’ora vanno a ballare 😱😱😱
Lo saluto e, in parte assalito da un senso di colpa nei confronti dei miei risparmi e in parte epicureamente desideroso di dilazionare il piacere dell’acquisto pazzo sui giorni successivi, decido di cassare il prospiciente storico negozio di Vicente – la Casa Latina – e di visitarlo il giorno dopo.

Tradotto terra terra: non voglio sputtanarmi tutto oggi! 😀

E vado a casa a preparami per la serata al Link.

Per strada è tutto un preparativo per la grande festa boricua che mi perderò nel weekend, ed è tutto un fiorire di bandiere portoricane sulle bancarelle, così come le magliette con i grandi miti della salsa e del reggaeton che vedono Héctor Lavoe affiancato al Mito Contemporaneo della Juventud del Barrio: Daddy Yankee…

LUIS ED IL BARRIO MUSIC CENTER: NUOTARE TRA I CD COME PAPERON DE’ PAPERONI TRA LE MONETE!

Il Link è un bar a due passi da Union Square, e in quanto tale non si paga; se bevi bene, ma non è obbligatorio, ciononostante lo vedo bello busy il barman.

Salsanycalendar.com raccomanda “Dress to impress” ma l’atmosfera e l’abbigliamento è molto informale, sembran tutti usciti da una lezione di ballo.

L’entrata è scoraggiante, c’è un Reggaeton che lascia tutti timidamente a bordo pista; il secondo è un Reggaeton con la voce simile a Shakira (magari è proprio lei, ma non me ne intendo di Pop Latino) che tira tutti in pista (aaaaaaaaaaahhhhh: il famoso “brano noto”!!!): al terzo Reggaeton sto quasi per andare all’altro locale quando all’improvviso inizia una salsetta carina, oserei dire “lounge”, ed è il Canario.

Finalmente la pista inizia a stileggiare newyorkando, tutti belli omogenei che chiunque inviti sai come fare

Ad un tratto, odo un qualcosa di insolito, ed irresistibile… che mi butta in pista come d’istinto…

MA E’ IL VACILON DEI LEBRON BROTHERS!!!

Io, quel Martedi sera, a New York, mi sono reso conto che sono AMMALATO: mi smuovo solo su certi brani TOSTI…
Mi ritrovo a ballare con una orientale bravina per poi passare – su Merecumbé – ad una Wasp (= White Anglo Saxon Protestant, insomma, una stangona biondocchiazzurri) tutta presa a fuggire appena possibile dalle mie braccia per fare i suoi onanistici pasitos, anche se il brano è in piena melodia; infine una Pachanga… che era Avisale a mi contrario

Io quella canzone versione Pachanga, MAI l’avevo sentita… 😱

Ma il bello doveva ancora venire…

Sento un DANZON… che dopo quasi un minuto intero si trasforma in Montuno, ed è la mitica Bruca Manigua…

La gente se la balla a cha cha, e io MAI avevo sentito un Danzón in pista…

Poi un altro Son, ma uno di quelli anticati, eh?

Che sonorità spettacolari, ero in orgasmo a piu non posso, e le ballerine si sprecavano…

Inizia la bachata e io vado da questo fenomeno di dj a fargli i complimenti:

DJ DAVID MONTREAL FROM CANADA

In quel mentre vedo la pagina del suo book aperta su una serie di CD della Concord Picante, e difatti dopo la bachata inizia a mettere Latin Jazz…

Uè, li ha passati proprio tutti i generi!

Mi spiega che è stato di recente al Congresso di Zurigo, poi chiude il book e lascia la console a questo distinto signore chiamato

DJ STEVE “DOC SALSA” SHAW

Non da meno, Steve comincia con delle Descarga per poi continuare in Guaguanco; gli chiedo se ha delle serate e lui si limita – molto modesto – a dire: “Guarda, ogni tanto suono al Jimmy Anton’s Social” Appppperò!!!!!! Piu tardi torna David che ci delizia con altre cosette e termina la serata con Romantica “tikitòn”, ossia quella bella montunata, non quella lagnosa, tra cui la bellissima Como Lo Hace di Frankie Ruiz, con una che la sapeva a memoria, che termino (io) in un casqué seguito da un suo, personalissimo controcasqué (che ci stava benissimo!), sorprendendomi e suscitando una risata fragorosa da parte di entrambi. 😱

LA PISTA 1 DEL LINK

E LA PISTA 2

A sala ormai vuota, mentre parlo con David una tipa, in vacanza da una vita, mi fa: “Ao, ma che sei, Italiano?”
Elisabetta de Roma – frequentatrice della serata di Dj Pio Frtelli – da due mesi è in aspettativa sul lavoro per studiare ballo dalle varie scuole: beata lei!
Ci scambiano quattro chiacchere e ci diamo appuntamento alle due serate successive dove tutta la tribu salsera si ritrova al Mercoledi (Latin Quarter) e Giovedi (Club Cache).
Torno a casa, appagato da una splendida serata di musica coi fiocchi.
By Claude

Ruben Blades

Impressioni dei musicisti (Ruben Blades, Willie Colon) sul film “El Cantante”

Le recensioni de LaSalsaVive

Impressioni dei musicisti (Ruben Blades, Willie Colon) sul film “El Cantante”

Traduzione a cura di “Cafè Caribe” e “Max Chevere”

Tratto dal blog di Ruben Blades

Ruben Blades parla del film “El Cantante”

Queste sono domande molto difficili io credo che sia molto difficile accontentare le persone che hanno già un’idea di come era o di come doveva essere conosciuta la persona che aveva ispirato in tante persone l’affetto per la sua musica; io non credo che il film potesse avere la minima possibilità di accontentare tutti. Probabilmente alcune persone speravano di poter vedere un film che parlasse dello sviluppo della musica di Hector Lavoe e Willie Colon e della musica salsa a NY e forse si aspettavano di sapere quali furono le motivazioni che portarono Lavoe all’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Io penso che il film dipinga la realtà di un momento e dal punto di vista musicale ritengo che sia uno dei film che ha saputo meglio riportare il clima che si respirava nei concerti, la vitalità, la musica è ben registrata; per quanto riguarda l’aspetto personale di Hector avrebbero potuto andare anche in altre direzioni, però io ho sempre saputo che non sarebbe stato facile e che comunque non avrebbe potuto accontentare tutti perchè ognuno avrebbe voluto vedere uno dei diversi aspetti di Hector.

Da un altro lato Marc Anthony ha fatto un buon lavoro come attore e Jennifer come attrice; ci sono persone che hanno criticato la sovraesposizione di Jennifer rispetto a Marc, è un po’ come quando mi chiedono qual è per me la canzone più bella o il miglior cantante ed io rispondo sempre: “quello che a voi piace di più”. E’ possibile e questo lo dico con una volontà costruttiva e dopo l’uscita del film, sarebbe stato bello se si fosse parlato del processo dello sviluppo dell’idea, perchè molti di quelli che mi hanno scritto hanno giustamente detto che gli sarebbe piaciuto sapere come Hector arrivò alla fama, chi fu che lo portò a quei livelli. E non è una questione di colpevolizzare chi ha realizzato questo film, perchè qualsiasi persona che cercasse di scrivere la vita di una persona, specialmente di una personalità così complessa come Hector, non potrà mai riuscire a condensare tutto questo, o quanto meno sarebbe molto difficile condensare questa complessità in un film di meno di due ore. Così che io credo che la critica in alcuni casi sia stata troppo forte e negativa; io non credo che nè Marc nè Jennifer abbiamo voluto in nessun momento mancare di rispetto a Hector.
Questa è un’ assurdità.

A mio parere loro hanno semplicemente voluto realizzare qualcosa per ricordare che Hector visse e che ebbe questa carriera. Io dico sempre alle persone che artisti come Hector Lavoe, come Celia Cruz, Ray Barretto, Ismael Rivera, Tite Curet, Pete el Conde, Tito Puente, Santo Colon o La Lupe, non muoiono mai, continuano sempre a vivere con la loro musica.
Per questo motivo io penso che una delle intenzioni di Marc e Jennifer era quella di fare in modo che Hector non fosse dimenticato, ed un modo per farlo era quello di realizzare un film, un’opera destinata ad un largo numero di persone.
Ed è comprensibile che il film non abbia potuto raccontare tutti gli aspetti della vita di Hector, questo ci può stare, però questo non vuol dire che lo hanno fatto in malafede, perchè questo non è certo, ed io credo che sia Marc che Jennifer hanno sempre avuto rispetto e ammirazione per Hector e che questo film lo hanno fatto con il solo fine di ricordare e far conoscere meglio la vita di Hector.

Molte persone mi hanno chiesto come nacque la canzone “El cantante” per Hector, ed io francamente non me lo ricordo.
Mi ricordo che mi chiesero di fare una canzone per Hector, perchè stava avendo dei problemi in quanto le sue vendite stavano cominciando a decadere. Questo è quel che mi ricordo.
La canzone l’avevo già fatta, era già stata scritta e dovevo registrarla con Willie Colon con cui anche Hector stava collaborando in quel periodo e mi resi conto che realmente la canzone era più adatta a Hector che non a me, perchè la sua vita dava un’autenticità alla canzone, una cosa che io non avrei potuto dare a quella canzone.
La mia vita all’epoca, come oggi del resto, non era una vita di scandali, non avevo problemi di droga o altri problemi simili, invece c’era un elemento tragico che dava autenticità all’interpretazione di Hector.

Così pensai che quella canzone avrebbe potuto aiutarlo e gliela diedi, alcune persone pensano che io gliela feci interpretare perchè a me non piaceva.
Questo è falso.
Se non mi fosse piaciuta non gliela avrei mai data, piuttosto avrei negato di averla fatta.

Se qualcuno mi chiede una canzone ed io penso che non sia adatta al suo stile, gli rispondo che non ho nulla da dare.
Per questo motivo le persone che hanno scritto queste cose lo hanno fatto solo perchè non sapevano cosa scrivere, o perchè hanno del veleno in corpo.
Se io non avessi voluto dare la canzone a Hector non gliela avrei data, punto.
Però io sapevo che lui l’avrebbe cantata meglio di me, sapevo che quella canzone era nata per lui e dissi a Willie Colon, questa è la canzone, dalla a Hector.
Poi i dettagli non me li ricordo, sono passati trent’anni, ma quel che importa è che gli diedi la canzone e che lui la cantò e interpretò meglio di quanto io avessi potuto fare.
Lo feci solo per aiutarlo e la canzone lo aiutò, anche se alla fine i demoni ebbero la meglio sui buoni consigli.
Però sarà ricordato per sempre con affetto e con rispetto.
El Cantante interpretata da Ruben Blades e Willie Colon

El Cantante interpretata da Hector Lavoe

WILLIE COLON parla del film
Traduzione a cura di Jimi

I creatori di El Cantante hanno sprecato una buona opportunità di fare qualcosa di veramente importante per la nostra comunità. La vera storia doveva essere quella di Hector Lavoe in lotta contro gli ostacoli frapposti da un’industria discografica ostile, che sfruttava gli artisti con il suo carisma e il suo talento. Invece hanno fatto un altro film su due tossici portoricani.

L’impatto della droga nell’industria dell’intrattenimento non è nulla di nuovo, basta guardare Britney Spears, Lindsay Lohan e Whitney Houston ai giorni nostri. Io penso che Lavoe meritasse il riconoscimento che il film pretendeva falsamente di dargli.

Comunque, in quanto sono uno che ha dato consigli ai produttori, è dolorosamente ovvio che essi non hanno capito che cosa lo ha reso così importante: è stata la musica, è stato il suo talento. Non hanno compreso o rispettato quanto è stata veramente importante questa musica per la gente di tutto il mondo.

E’ difficile capire come due individui nel business musicale come Marc e Jennifer non si rendano conto del danno e delle conseguenze di promuovere solo il lato negativo della nostra cultura musicale latina.

Sono stato molto deluso dal vedere come non ci sia stato il minimo sforzo di correggere quelli che io considero gravi errori cronologici e fattuali. Allo stesso modo una storia sbagliata era stata narrata in The Capeman, con risultati economici disastrosi.

Dopo la prima di El Cantante a Puerto Rico ci sono state parecchie dichiarazioni di protesta da parte di persone che avevano supportato e partecipato al progetto finchè non hanno visto il film. Le lagnanze non sono state del tipo della favola della volpe e dell’uva, o per dare addosso a Marc e J.Lopez, ma per un senso di tradimento e di delusione.
Tutti noi siamo coinvolti nel mondo che questo film rappresenta.

Per molti di noi la speranza che la nostra vera storia venisse finalmente raccontata è tramontata con la versione finale di questo film.

Willie Colón

Español

EL CANTANTE por Willie Colón

Fuente: Agencias Internacionales

Los Creadores de El Cantante perdieron una oportunidad de hacer algo de aplicabilidad para nuestra comunidad. La historia verdadera estuvo acerca de Héctor luchando con su carisma y el talento los obstáculos de una industria no-sostenedor que se aprovecha del artista. En lugar ellos hicieron otra película sobre dos drogadictos boricuas.

El impacto de drogas en la industria de entretenimiento no es nada nuevo; miren a Britney Spears, Lindsay Lohan y Whitney Houston hoy.

Pienso que Héctor merece el reconocimiento que la película fingió darle. Sin embargo, como alguien que aconsejó a los productores, es dolorosamente obvio que ellos no entendieron lo que lo hizo tan importante. Fue la música. Fue su talento. Ellos no entendieron ni respetaron la importancia verdadera de nuestra música a personas alrededor del mundo.

Es difícil de comprender cómo dos individuos que están en el negocio de la música como Marc y Jennifer no están enterados del daño y las consecuencias de promover sólo el lado negativo de nuestra cultura.

Fui desilusionado que no se hizo un esfuerzo mínimo corregir lo que sentía fueron los errores graves, cronológicos y basados en hechos. Esto me dice que ellos hicieron con toda prontitud el libreto más sencillo y cliché para hacer una película rápidamente.

Después del lanzamiento de El Cantante en Puerto Rico hubieron varias declaraciones de protesta por personas que habían apoyado y tomado parte en el proyecto hasta ellos lo vieran.

Las quejas no se tratan de envidia ni de atacar a J-Lo y Marc pero de un sentido de traición y desilusión, todos estamos invertidos en el mundo que esta película representa. Para muchos la esperanza de que nuestra historia fuera finalmente contada se hundió en el horizonte con la versión final de esta película.

Perdónalos Héctor

Willie Colón

English

The Creators of El Cantante missed an opportunity to do something of relevance for our community. The real story was about Hector fighting the obstacles of a non-supportive industry that took advantage of entertainers with his charisma and talent. Instead they did another movie about two Puerto Rican junkies.

The impact of drugs in the entertainment industry is nothing new; look at Britney Spears, Lindsay Lohan and Whitney Houston today. I think Hector deserves the recognition the movie pretended to give him.

However, as someone who advised the producers, it’s painfully obvious that they didn’t understand what made him so important. It was the music. It was his talent. They didn’t understand or respect the true importance of this music to people around the world.

It’s difficult to comprehend how two individuals who are in the music business like Marc and Jennifer are not aware of the damage and the consequences of promoting only the negative side of our Latin music culture.

I was disappointed that there wasn’t a minimal effort to correct what I felt were serious chronological and factual errors. Similarly, the wrong story was told in The Capeman with disastrous economic consequences.

After the premier of El Cantante in Puerto Rico there was several statements of protest by people who had supported and participated in the project until they saw it. Their complaints were not about sour grapes or J-lo and Marc bashing but from a sense of betrayal and disappoinment. We are all invested in the world that this movie represents.

For many of us the hope of our story finally being told sank into the horizon with the final version of this film.

Willie Colón
La mia opinione, a cura di Daikil
Stanotte non riuscivo a dormire e me lo sono visto tutto attentamente, in inglese con sottotitoli in spagnolo… : secondo me è un film meraviglioso, ben girato, con una bellissima sceneggiatura, con due bravissimi attori principali e tanti altrettanto bravi di secondo piano, con una colonna sonora semplicemente splendida.

Spero veramente che arrivi in Italia al più presto perché volerò a vederlo anche più di una volta (in questi casi il cinema è davvero insostituibile!). In particolare non trovo nessun riscontro alle critiche mosse, il film in quanto tale è sceneggiato, e muove da un’intervista fatta a “Puchi” Lavoe e quindi dal suo punto di vista, quello di una persona vicina a Hector almeno quanto i suoi amici-artisti, se non di più. Trovo perfettamente logica la centralità del problema droga, come lo è e lo sarà per film riguardanti tantissimi artisti (da Charlie Parker, nello stupendo “Bird” di Eastwood, a Jim Morrison), perché è il filo conduttore che conduce Lavoe, provato da diverse disgrazie una dietro l’altra, alla morte a 46 anni.

E lasciatemi dire che Marc Anthony è davvero eccezionale in questa sua interpretazione in cui è inquadrato quasi ininterrottamente dall’inizio alla fine del film, un’ora e 40 minuti di film, una rivelazione! E non passa inosservato il cameo di Ismael Miranda nei panni di papà Perez. A mio avviso, comunque, la figura di Hector Lavoe, così come quella di tutti gli altri artisti e come quella di tutti i protagonisti di quel periodo d’oro, esce tutt’altro che guastata da questo film che mi sembra essere più che esplicativo di quello che ha dovuto rappresentare l’esplosione del fenomeno Salsa negli anni ’70.

Dal punto di vista artistico poi tengo a sottolineare come alla già splendida colonna sonora interpretata da Marc Anthony, nel film, si aggiungano, oltre ad alcuni pezzi non latini, molte chicche veramente apprezzabili per definire ancora di più la situazione musicale dell’East Harlem di allora. Il reggaeton iniziale poi non mi pare per niente fuori luogo visto che accompagna “Puchi” poco prima di morire, mentre va a fare l’intervista da cui muove il film, con relative panoramiche dello Spanish Harlem recente.
Queste invece le chicche classiche latine inserite nel film:

“Bang Bang”
Written by Joe Cuba and Jimmy Sabater
Performed by Joe Cuba

“Que Te Pedi”
Written by Gabriel Luna De La Fuente
and Fernando Lopez Mulens
Performed by La Lupe

“Fiel”
Written by C. Curet Alonso
Performed by Santos Colon

“Soy Boricua”
Written by Robert Anglero
Performed by Bobby Valentin

“Catalina La O”
Written by Johnny Ortiz
Performed by Pete ‘Conde’ Rodriguez

“Boogaloo Blues”
Written and Performed by Johnny Colon

“Periodico De Ayer” (la sigla finale)
Written by C. Curet Alonso
Performed by Héctor Lavoe

E per finire per chi avesse ancora dubbi sulla qualità artistica del film, di seguito c’è un estratto di tutti i musicisti e ballerini che hanno partecipato a questo film che io reputo a dir poco irripetibile, fate voi… :

MUSICISTI

WILLIE COLON and HÉCTOR LAVOE’S BANDS & THE FANIA ALL STARS HECTOR ‘LA LLAVE’ LEGUILLOW, ALFREDO MARQUEZ, HUGO DURAN, VICTOR BARO, JULIO ORTIZ, PAPO PEPIN, JOEY LALA, WILLIE VILLEGAS, EDDIE ROSADO, CHIKO MENDEZ, NOAH BLES, JAIME SABATER, CARLOS ACEVEDO, CARLITO SOTO, PETE NATER, SUSAN MITCHELL, CLAUDIA CHOPEK, EDDIE VENEGAS, VICTOR GARCIA, GADWIN VARGAS, CESAR AYALA, HUMBERTO RAMIREZ, ANIBAL DEGRACIA, YSMAEL HARLOW, DOEL BURGOS, VICTOR DEFILLO SANTIAGO, RAUL A. BARRETTO, LEILA MARTINEZ, JULITO ALVARDO, CELSO CLEMENTE, ANIBAL HERNANDEZ, RYAN MALDONADO, LOU TORRES, MICHAEL MONTES, LUIS ARONA, VICTOR SANTOS, TITO ALLEN, ERBIN PEREZ, OSWALDO CARDONA, MANNY MIELES, RAY SEPULVEDA, JORGE PUPO, PUCHO MATOS, RICHIE VIRUET, EDDIE MONTALVO, YOMO TORO, GILBERT ‘EL PULPO’ COLON, SEAN GRISSOM, AMALIA DSKALAKIS, PEDRO RINCON, LUIS MARKOVICH, CHARLIE SANTIAGO, ANTONIO HERNANDEZ, WILLIAM CEPEDA, GEORGE PADILLA, RICARDO RIVERA, DUAMED COLON, NOELIA CRUZ, YAMIL OTERO, SAM HOYT, EDWIN BADEA, DAVID OQUENDO, JUNIOR RIVERA

Additional Musicians

Trombone REYNALDO JORGE, OZZIE MELENDEZ; Trumpet RAUL AGRAZ; Timbales LUIS QUINTERO, MARC QUINONEZ; Piano SERGIO GEORGE; Cuatro YOMO TORO; Congas BOBBY ALLENDE; Bongo RAY COLON, Bass JOSEB TABARES, Coro MILTON JOSE TITO

The Tosca Strings

Violin LEIGH MOHONEY, Violin TRACY SEEGER, Viola AMES ASBELL, Cello SARA NELSON, Bass JESSICA GILLIAM-VALLS, Piano, Rhodes EDSEL GOMEZ, Baby Bass ANDY GONZALES, Violin ALFREDO DE LA FE, Vocals TITO ALLEN, Trumpet BRIAN LYNCH, Trombone JIMMY BOSCH, Saxophone RON BLAKE, Batas, Percussion PEDRO MARTINEZ, Percussion LUIS QUINTERO, Drums GENE LAKE, Rhodes RAYMOND ANGRY, Tres NELSON GONZALES

Bata Group

ROLANDO RAMOS, CARLOS SANCHEZ, STEVE BERRIOS, TEDDY HOLLIDAY II, MILTON CARDONA

Boogaloo Line Dancers / Salsa Dancers

HINTON BATTLE, MICHAEL FIELDER, AISHA KOSWARA, DAVID MARQUEZ, CANDY MENA, TITO ORTOS, LIZ RAMOS, GISELA RIVERA, CARLOS SIERRA LOPEZ, EDWIN RIVERA, GRIZELLE DELVALLE, BILLY FAJARDO, LORI ANN GREENHOUSE, FLAVIA TAMARA LIVOLSI, JONATHAN MEDERO, JERRY PEREZ, GILDRED RIBOT, KELVIN ROCHE, TAMARA ORTOS, DELILLE THOMAS

New York by Claude parte 1

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude

Eccomi qua!

Debbo dire che sto viaggio è stato proprio sofferto, a partire dal fatto che dovevo farlo un anno fa, poi a Natale, e infine se non lo facevo entro il 10 Giugno avrei perso il biglietto, che era gratis e quindi era un peccato.

Tutto ha tramato contro la mia partenza, come 12 ore prima di partire, che non mi ricordavo piu il codice del bancomat: son stato tutta la Domenica ad elaborare Matrici di 2° livello e Logaritmi per giocarmi con sicurezza il secondo tentativo di codice da non sbagliare… e ce l’ho fatta… ma che paura!

DAY ONE: LA LLEGADA A NUEVA YOLL!!!

Domenica sera passo la notte su una panchina di Linate (non mi fido a prendere un taxi alle 5 del mattino: e se poi non arriva? Mica viaggio per lavoro che se perdo il posto in business posso prender quello dopo!) e alle 5.30 chiedo al check in:

“Vero che per vedere Manhattan devo mettermi a sinistra?”

E la tipa: “Non… non saprei…”

Alle 6 per togliermi la curiosità chiedo al Finanziere: “Ma quant’è il massimo di cd che posso portarmi dall’estero?” Il tipo gentilmente prima sfoglia un libro poi per non farmi perder tempo mi porta altrettanto gentilmente dal Dirigente il quale sentenzia: “Massimo 170 €, oltre a quella cifra paghi almeno l’IVA, non sull’eccedenza ma su tutto” Chiedo: “E la Siae?” E lui: “Non ci interessa la Siae, noi solo dazio e IVA”.

Ridendo sotto i baffi (avevo stanziato 500 €, in seguito sforati a 770 $), mi imbarco alle 6.55 su un aereo pieno di persone in grigio che evidentemente alle 9 hanno il primo appuntamento di business a Parigi; io là in bermuda e sandali mi faccio invece un sabroso croissant da 2,30 € 😱 e mi sottopongo all’interrogatorio della addetta della Continental (al telefono mi avevano avvertito che quella compagnia faceva i “controlli interni”)

“Bonjour, lo zainetto ce l’ho qua, la valigia è già là” E lei (rifiutando il mio francese): “Quanti colli in totale?” Penso: “1+1=2” ma rispondo: “…. due!” Lei: “La borsa sull’aereo è chiusa?” Penso: “Ma c’ho la faccia di un cretino?” ma rispondo: “… sì!” Lei: “E’ stata chiusa da chi?” Penso: “Non ho piu la mamma che mi lava e stira” ma rispondo: “… da me!”

La tipa è un po’ adirata dello stupore dipinto sul mio volto al sentire simili domande, allora converto il mio atteggiamento in ludico e trasformo il terzo grado in un utile, fantastico esercizio grammaticale:

She: “Sir, Did anybody touch your luggage after your closure?

And me: “No Madame, nobody touched my luggage after my closure!

She: “Do you carry any weapons or anything that might be used as a weapon?

And me: “No, I don’t carry any weapons, nor anything that might be used as a weapon!

L’ultima è bellissima, sentite qua:

“Do you have any cellphone with you?”

E io (serisssssimo, e molto British): “Yes, ce l’ho appeso al collo!”

Infine: “That’s all, Sir, you may now proceed to check in: have a nice trip with Continental!”

Dico: “Thank you so much!” ma penso: “Fanculo te, la Continental e tutto l’11 Settembre!”

Chiedo al check in: “Vero che per vedere Manhattan devo mettermi a sinistra?”

E la tipa: “Non… non saprei…”

E io: “Vabbè va, mi fido della mia memoria, son quasi sicuro di averlo letto sulla guide Routard”

Cavolo, sull’ala m’ha messo quella scema!!! Ue, non si vedeva una mazza da quanto grande era quell’ala, sarà stato un 747 o similare!!!

Vibrate proteste verso lo steward e cambio di posto… vicino al gabinetto e tutto il suo vaiven di persone 👿

Tutto continuava a tramare contro il mio sofferto viaggio, e a sto punto mi domandavo cosa ancora doveva succedermi…

Dopo 8 ore di lettura del libro di Rondón per cercare di capire cosa prendere tra le cose che non conoscevo, compilo un simpatico questionario verdino dell’Immigration:

Rispondere SI’ oppure in alternativa rispondere NO:

A: Avete forse voi una malattia contagiosa, problemi mentali, fisici, soffrite di tossicodipendenza o forse fate uso di stupefacenti?

Penso: “Questi vogliono che io risponda NO”

B: Entrate forse voi negli Stati Uniti con l’intenzione di lasciarvi andare ad attività criminali o immorali?

Penso: “Questi vogliono che io risponda NO”

C: Avete forse voi perpetrato, tra il 1933 e il 1945, dei genocidi in nome e per conto della Germania Nazista o di qualche suo Alleato?

D: …. (e via con amenità similari)

La bottomline è semplicemente fantastica:

“Se per caso avete risposto NO ad una o piu di queste simpatiche domande, prego contattate il piu vicino ufficio dell’Immigrazione, perché POTRESTE avere qualche problemuccio nell’ottenere il visto d’entrata. 😆😆😆😆😆😆
Dopo aver visto – giustamente – Manhattan alla mia sinistra, atterro a Newark a mezzogiorno e alle 13 circa sono già nella mitica West 110th street a cercare l’hotel del Black Harlem da mezza stella dove 3 anni fa un noto ballerino savonese alloggiò per 30 $ durante i suoi studi da Eddie Torres…

E’ lì, appena uscito dal metrò, il Park View Hotel, e ora ne capisco il nome: è proprio davanti al limite nord del Central Park; mi ci addentro notando, invero, un po’ di tipi strani, ma non ci faccio caso, cosa pretendo io da un posto da 30 $?

Arrivo bello fresco con il mio trolley da turista davanti al portiere il quale mi sentenzia: “This is a shelter” E io: “What?” E lui “A shelter, a HOMELESS shelter”.

Cavolo, non era piu un albergo, ora c’avevano messo dentro i barboni!

Gli chiedo: “Ma in questa area, conosce mica un alberghino senza pretese, tipo quello che poteva essere questo, ai tempi dei suoi massimi splendori?”

E lui: “No man…. NOT IN THIS AREA” 😱😱😱
Quel “not in this area” non era mica bello da sentire! Voglio dire, con tutto quel parlare secondo cui la borghesia bianca starebbe conquistando sempre piu Harlem a suon di nuovi condomini a prezzi piu bassi di Manhattan, che fine aveva fatto?

Persino Clinton ha messo qui i suoi uffici, l’ho letto sulla Guide Routard!

Tutto trama contro il mio viaggio, ma mi faccio coraggio e lungo la Lenox Avenue, facendomi spazio tra negre enormi e ragazzi atletici dai pantaloni enormi percorro 15 strade north per arrivare alla frequentatissima West 125th street piena di banche, Mac Donald’s e chiese dalle confessioni piu disparate, per cercare l’altro hotel dello Spanish Harlem suggeritomi dal noto ballerino savonese.

La strada è proprio bella, c’è un casino incredibile, vendono di tutto, è proprio uno dei centri commerciali di Harlem, riesco persino a vedere qualche viso pallido come il mio, quando a un certo punto mi imbatto in un uomo che vende cose buttate sul marciapiede.

“Quanto vengono sti vinili? Conjunto Quisqueya, Luis Perico Ortiz, Ruben Blades…”

E lui: “Two Dàlars each”

Penso: “Minkia!!!” ma rispondo molto freddo “Mo vado a posare la borsa EN CASA ‘E MI HERMANO e poi torno da te, sai com’è, ARRIVO ORA DA PONCE”

Mi fa: “Bueno, ‘ta luego”

Salgo le scale del Washington Hotel e un barbone da dietro mi fa: “It’s a shelter” e io: “Bè… grazie per avermi risparmiato le scale!”

Tutto continua a tramare contro di me e a sto punto mi rimane solo di tornar south nella West 122nd per dormire a 20 $… ma in compagnia di altri dato che trattasi di ostello.

Che pero, mi dicono, è chiuso temporaneamente causa incidente occorso al proprietario.

LO SCENARIO DEL QUARTIERE DEL CLAUDE: LA LENOX AVENUE

Mi gioco l’ultima carta, invero un po’ costosa (per un single): telefono a Gisele, la trovo (è bianca! Siamo in due!), mi mostra la house in 134 West 119th che affitta a camere e prendo una doppia (son tutte doppie) a 55 $ a notte.

Mi rode perdere due CD a notte, ma per fortuna c’è la cucina, e con 11 $ faccio una spesa che mi eviterà di spender soldi in cene (e tasse, e mance), minimizzando cosi i costi e massimizzando il numero di CD da comprare.

La tipa mi fa una pezza enorme: dice in continuazione che New York è una fantastica città e infine racconta che ha rischiato di morire in un incidente, e capisco così che è lei stessa la proprietaria dell’ostello!

LA MIA CASETTA DA TELEFILM AMERICANO

La pago, mi faccio una doccia, mi preparo cena e poi vado a riposarmi un attimo pensando: “Cavolo, ma come fanno gli Americani ad andare a ballare alle 5PM???”

Mi sveglio e dico: “Ma è l’alba o il tramonto?” Per fortuna è il tramonto, e arrivo per tempo al Taj (si pronuncia Tash ma con la sh dolce, come l’inizio di Jean Claude) dove trovo all’entrata il buon Henry Knowles che si fuma una sigaretta (non è vero che gli Americani non fumano!).

“You are gonna have fun, welcome to Taj!”

Con 8 $ entro in un bar molto carino (se arrivavo tra le 5 e le 7 PM entravo gratis [e mi pagavo mezzo CD]), dove su un parquet bellissimo la gente – vestita da “lavoro” – balla sulla selezione di un dj che non è Knowles ma che si destreggia benissimo.

Tutta salsa classica alternata a romantica, con una scelta dei brani di tipo (mi spiegheranno in seguito) “lounge”, ossia non aggressivo; il tipo non mixa e unisce la fine di una canzone tronca con l’inizio di un’altra splendidamente, la pista peraltro riconosce i finali, svuota e si riempie di nuovo a fisarmonica proprio come succede in tutti i locali di Milano dove non si mixa (come quello in cui lavoro io).

Alla faccia di chi ritiene necessari i mix, tiè!!!

Ballan tutti New York Style (non ne dubitavo!), son tutti belli rotondi e voltuosi, ma lo fanno sia sull’uno che sul due (e questo un po’ mi sorprende, ma non mi turba certo).

La Timba qui non esiste (per quella ci son serate apposite indicate in Justsalsa.com) e la bachata è limitatissima, cosi come lo è il merengue; il reggaeton non viene messo, perlomeno non fino a mezzanotte quando decido di andarmene senza neanche aver fatto un ballo da quanto stanco ero: in fondo, ero uscito solo per rendermi conto del tipo di serata.

LA SERATA DI DJ HENRY KNOWLES AL TAJ LOUNGE, DI LUNEDI

Il metrò è una figata: dalla West 23rd street alla West 116th con la linea rossa 2 o 3 in meno di mezzora arrivo, e da lì in due minuti sono a baita.

http://www.mta.nyc.ny.us/nyct/maps/submap.htm

Figo sto metro, neh? Altro che Sesto Marelli!

La mia è una location troppo strategica, anche perché il giorno dopo con 5 minuti di bus o – in caso di sole – 10 minuti a piedi east, arrivo nello Spanish (=East) Harlem per visitare i due piu soddisfacenti negozi di musica latina…

By Claude

Il concerto di Richie Ray y Bobby Cruz al Festival Latinoamericando di Milano, 25 giugno 2011

 

 

 

Le recensioni de LaSalsaVive

 

RICHIE RAY & BOBBY CRUZ: CONCERTO BESTIAL!

Le due/trecento persone in gran parte latine che ieri sera erano davanti al palco del festival Latinoamericando hanno assistito ad uno dei concerti più belli per importanza storica e impatto sonoro di tutta la lunga storia del festival.
L’unione tra i due campioni della salsa con l’oramai collaudatissima orchestra dei Mercado Negro ha lasciato senza parole, per precisione tecnica e interplay degno delle migliori jam session del jazz e vista l’incredibile difficoltà tecnica del repertorio del celebre duo, la cosa non può che essere ben evidenziata.

In particolare il trio Bongò (Walter “Chato” Rebatta), Timbales(Rodrigo Rodríguez) e Tumbadoras (Edwin Sanz)
provenienti rispettivamente da Perù, Colombia e Venezuela, ha creato il giusto tappeto ritmico
interpretando liberamente le varie figure ritmiche dei celebri brani.

Una cosa che dovrebbe far capire che la salsa senza interplay tra i musicisti semplicemente NON è salsa!
In particolare il Chato alla campana supportava benissimo con la figura ritmica del Danzon i vari assoli del timbalero.
Nel video di Sonido Bestial si capisce bene quanto scritto sopra.

L’altra sorpresa è stata la sezione fiati, 3 trombe (Giancarlo Ciminelli, Massimo Guerra e Sergio Vitale) e due tromboni (Leonardo Govin e Carlos Miñoso), che hanno riprodotto in modo incredibile la mitica e storica
sezione fiati del gruppo originale che è uno dei marchi di fabbrica del gruppo.
Un plauso a chi rifaceva la parte più difficile dei sovracuti della prima tromba, il romano Giancarlo Ciminelli, un vero precursore della salsa in Italia che suonava già nel 1988 nell’orchestra Yemayà.

Clicca per maggiori informazioni su Giancarlo Ciminelli

Ma tutti hanno avuto il loro momento di gloria come nel finale di Sonido Bestial con il celebre “turn around” di derivazione jazzistica.

Ottimo anche il bassista con il suo Baby Bass, preciso negli stacchi e con un bel suono rotondo e senza sbavature
anche nei passaggi più difficili all’unisono con il piano.

Era presente anche una bella sezione cori, con la moglie di Richie Ray e i due cantanti cubani tra cui il fondatore
dell’orchestra Armando Miranda.

Poi veniamo a loro, il duo delle meraviglie:
Bobby Cruz ha lasciato di stucco per la sua bellissima voce, ancora viva e presente, sia nel timing che nella potenza,
un vero miracolo di Dio, come lui stesso ha ripetuto più volte nel concerto, riferendosi a come il Signore li ha mantenuti e protetti negli anni.

Il concerto di Richie Ray e Bobby Cruz
Il concerto di Richie Ray e Bobby Cruz

Poi lui … il pianista bestial … Ricardo Ray, la leggenda dei pianisti di salsa.
Fu proprio lui infatti il modello di riferimento del primo Papo Lucca e a seguire per centinaia di pianisti di tutto il mondo.
La sua fusione di jazz bebop, soul e musica classica è un marchio indelebile nella storia della salsa.
Quello stile lo ha inventato lui negli anni ’60 e tutti lo hanno imitato negli anni successivi.
Non solo nella mano destra, ma anche nei contrappunti della mano sinistra sempre in levare e usata
come percussione nei momenti di break per rilanciare la sezione fiati.
La destra invece è sempre un fiorire di melodie neo classiche con arpeggi discendenti, cromatismi alla Chopin
alternati a blues notes, liks di Bebop alla McCoy Tyner (pianista di Coltrane) e mille altre influenze.
Una sorta di enciclopedia del pianismo in punta di salsa!

Per finire vi rimandiamo alla loro webradio che trasmette i loro successi 24 ore al giorno:

Vai alla radio di Richie Ray y Bobby Cruz

La scaletta della serata:

Aguzate
Amparo Arrebato
Pancho crystal
Los fariseos
El gallo y la vaca
Ahora vengo Yo
Los fariseos
Mi Mayoral
A mi manera
Richie’s Jala Jala
Juan en la ciutad
La Zafra
bomba camarà
Sonido bestial

Si ringrazia l’organizzazione del Latino Americando Expò.

A son de Guerra, esce il nuovo album di Juan Luis Guerra

Guerra canta bachata, rock e mambo nel nuovo disco “A son de Guerra”

3 giugno 2010

NEW YORK – Juan Luis Guerra e i 4.40 ritornano con “A son de Guerra”, un disco che include collaborazioni con Juanes e con il trombettista Chris Botti, con il quale l’astro dominicano ha voluto fare un mix musicale fra il ballabile, il sociale ed il romantico.L’album di 11 brani, il cui primo singolo “Bachata en Fukuoka” è già in testa alla lista delle canzoni latine della rivista Billboard, sarà disponibile a partire da martedì prossimo con l’etichetta Capitol Latin.

Con canzoni come “No aparecen”, “Arregla los papeles” o “La calle”, in duetto con il rocker colombiano Juanes, “questo disco è più sociale del precedente (“La llave de mi corazón”, del 2007), però tutte le canzoni sono ballabili”, ha detto Guerra a la AP in un’intervista recente. “Ho voluto fare un mix fra ballabile, sociale e romantico … ci sono canzoni per tutti gli stati d’animo”.

“La calle”, che ha scritto Guerra, è un rock con influenze reggae “che si adatta molto al tipo di canzoni che fa Juanes e per questo ho pensato che si trattasse della collaborazione perfetta”, afferma il cantante dominicano. “Abbiamo fatto la canzone e ci siamo divertiti moltissimo”.

Guerra ha inoltre realizzato una canzone “Lola’s Mambo” con il trombettista statunitense Chris Botti, “una big band stile mambo con un assolo di tromba” che hanno registrato a Los Angeles.

“Bachata en Fukuoka”, che ha cominciato a sentirsi nelle radio a marzo, è stata composta a seguito del concerto realizzato l’anno scorso da Guerra e dai 4.40 ad un festival di musica latina in questa città giapponese: “Quando abbiamo visto la reazione della gente alla nostra musica, siamo rimasti talmente colpiti che abbiamo deciso di comporre questa canzone”, ha spiegato il cantautore.

Con più di 20 milioni di dischi venduti e con il primo singolo che sta avendo un grande successo, il musicista confida che anche “A son de Guerra” si sommerà alla sua ampia collezione di successi: “Sono molto contento, pieno di aspettative. So che al pubblico piacerà”

Fonte: AP

Español

Guerra canta bachata, rock y mambo en “A son de Guerra”

NUEVA YORK (AP) – Juan Luis Guerra y 4.40 regresan con “A son de Guerra”, un disco que incluye colaboraciones con Juanes y el trompetista Chris Botti y con el cual el astro dominicano quiso “hacer un balance entre lo bailable, lo social y lo romántico”.

El álbum de 11 cortes, cuyo primer sencillo “Bachata en Fukuoka” encabeza la lista de canciones latinas de la revista Billboard, sale al mercado el próximo martes bajo el sello Capitol Latin.

Con temas como “No aparecen”, “Arregla los papeles” o “La calle”, a dúo con el rockero colombiano Juanes, “este disco es más social que el anterior (“La llave de mi corazón”, del 2007), pero por supuesto todas estas canciones son bailables”, dijo Guerra a la AP en una entrevista reciente. “Quise hacer un balance entre lo bailable, lo social y lo romántico … Hay canciones para todos los estados de ánimo”.

“La calle”, que Guerra escribió, es un rock con influencias de reggae “que se adapta mucho al tipo de canciones que hace Juanes y me parecía que era la colaboración perfecta”, dijo el dominicano. “Hicimos la canción y la disfrutamos muchísimo”.

Guerra también contó con la participación del trompetista estadounidense Chris Botti en el tema “Lola’s Mambo”, “un big band estilo mambo con un solo de trompeta” que grabaron en Los Angeles.

“Bachata en Fukuoka”, que comenzó a sonar en la radio en marzo, responde al concierto que Guerra y 4.40 ofrecieron el año pasado en un festival de música latina en esa ciudad japonesa: “Cuando vimos reaccionar a la gente con nuestra bachata y merengue fue tan agradable para nosotros que compuse esta canción”, explicó el cantautor.

Con más de 20 millones de discos vendidos y el primer corte promocional sonando con fuerza, el músico confía en que “A son de Guerra” se sumará a su amplia racha de éxitos.

“Estoy muy contento, lleno de expectativas. Sé que al público le va a encantar”.

Salsa retro, il nuovo disco dei Son de Tikizia

di Ana María Parra A.

26 Maggio 2010

Candela! Candela! Questa Salsa retro dei Son de Tikizia sembra essere nata per tutti coloro che amano muovere il tallone, la tibia, il perone, le ginocchia ed il resto del proprio corpo in una pista di ballo.

I Son de Tikizia sono nati circa cinque anni fa con l’idea di riproporre salsa classica. Hanno iniziato “giocando” con cover e attualmente contano già un album con proprie canzoni Salsa dura pa’ los pies e un altro, Salsa retro, con nuove e personali rivisitazioni di brani famosi. Il gruppo si muove con successo tanto nel Costa Rica quanto all’estero.

Con quel primo disco, l’obiettivo è stato di stabilire l’identità dell’orchestra, i cui leaders sono il trombonista Alfredo Poveda ed il pianista, flautista e ora anche percussionista (bongo), Walter Flores. Si, proprio quella persona che per il suo lavoro come produttore musicale di Ruben Blades nei dischi Mundo, Tiempos e Cantares del Subdesarrollo, ha ottenuto due Grammy anglo e un Grammy Latino.

Adesso era necessario fare un altro passo: Salsa retro, l’album lanciato recentemente alla fine di marzo.

La sfida del retro? Per qualsiasi orchestra di salsa che si vanti di suonare bene, è una sfida affrontare classici del genere di New York, Portorico o del Costa Rica degli anni 60, 70 e 80.

Al tempo. Il tempo per la Salsa retro era arrivato. Sia per i buoni risultati ottenuti in patria che durante il tour del 2008 con Ruben Blades in più di 12 paesi europei: Italia, Olanda e Spagna fra gli altri.

“Quello che abbiamo fatto nell’album Salsa retro è stato tornare alle radici del motivo per cui i Son de Tikizia sono nati. Volevamo rifare la salsa come si faceva una volta, perchè questo si era perso con la commercializzazione. Adesso molti salseri suonano in maniera simile, però un tempo la gente quando accendeva la radio e ascoltava una canzone, sapeva riconoscere subito di chi era.”, afferma Walter Flores.

Per questo motivo questa Salsa è retro. Il titolo dell’album e anche la sua copertina, sono un chiaro riferimento alla salsa del passato, a quella che si ascoltava nell’epoca in cui la musica circolava su LP e musicassette.

Questo nuovo disco ha dato risultati subito: il primo singolo, Perico Mamaguela, è rimasto per più di 4 mesi numero uno in alcune radio del Costa Rica.

Scendendo nei dettagli. Il disco inizia subito forte con “A lo que vinimos”. Il brano strumentale “Fantasia cubana” evoca i saloni della musica latina di New York. Mettono voglia di mettersi un cappello da cowboy “El Hombre” e un vestito molto provocante “Las Mujeres”.

È un omaggio alle orchestre di salsa della fine degli anni cinquanta e inizio dei sessanta, perchè Fantasia cubana è un tributo all’orchestra cubana di Machito e a Charlie Palmieri, il “Gigante de los teclados”.

Fantasia Cubana, Machito

Fantasia Cubana, Charlie Palmieri

A seguire c’è Perico Mamaguela, canzone composta sulla base di classici come “Chumalacatela” di Ismael Rivera, che era un gran sonero; “Quitate de la via, Perico” e Mamaguela di Tito Rodriguez.

E il primo tributo alla salsa di qualità realizzata in Costa Rica compare nel terzo tema: Juan Soledad della scomparsa orchestra Karibú.

Juan Soledad, Son de Tikizia

“Karibú fu una di quelle orchestre che suonavano salsa vera, come la facevano le orchestre di Portorico”, racconta Walter Flores.

E dopo “Juan Soledad” inizia “Pasión”, un nuovo rifacimento della versione ballabile del tema folclorico del Tren Latino.

Pasión, Son de Tikizia

“Mi ricordo di aver visto dal vivo El Tren Latino quando io avevo all’incirca 15 anni, in un concerto della “Semana Universitaria” (dell’Università del Costa Rica). Rimasi meravigliato”, ricorda Flores che oggi ha 39 anni.

E non c’era niente di meglio di Pangui Mora, ex-Tren Latino, ex-Karibú oltre che ex-Los Brillanticos, come riferimento a questa famosa canzone.

“Ho cantato Pasión con El Tren Latino. Quella di oggi è una versione moderna, che però non ha perso la sua essenza”, ha spiegato Pangui Mora, che dopo aver passato 16 anni con i Los Brillanticos e 4 con El Tren Latino, adesso canta e suona il timbal e il bongó con i Son de Tikizia.

Appare in Salsa retro, Navarreteando, un tributo allo scomparso musicista costaricano Paco Navarrete. La canzone è la quinta del disco.

I Son de Tikizia avevano già preparato questa canzone ancor prima che Navarrete scomparisse nel luglio del 2006.

Navarreteando era stata suonata dai Son de Tikizia durante un concerto al Parque Nacional di San José, in un tributo alla salsa.

“Da piccolo ho sempre sentito parlare di Don Paco, si ascoltava la sua musica e non sono mai riuscito a suonare con lui”, racconta Flores.

Il gran classico. Tema chiave del disco è Pa’ Curubandé yo voy”, definito dal cantante e trombonista Alfredo Poveda come: “il classico più grande della salsa fatta in Costa Rica”.
Suonato da molti esponenti internazionali della salsa in mezzo mondo, è del costaricano Vinicio Meza, ed era stato registrato originariamente dalla famosa orchestra Los Brillanticos.

E ci troviamo con un altro esempio di salsa tica con la canzone EnDC – “D” in musica è la nota Re e “C” è la nota Do, pertanto il tema si legge “Enredo”
Di Alfredo Poveda, la canzone è stata la prima che il gruppo ha registrato, quando ancora non si chiamavano Son de Tikizia. Il loro nome all’epoca era Trombones en Salsa.

Il disco si chiude con “Mosaico Indestructible” (El Negro Bembón, El Nazareno, Anacaona e Indestructible) per fare un tributo a Ray Barretto, e con “Sonero Mayor” di Willie Colon, però con un riarrangiamento per quattro tromboni di Wálter Espinoza Chavarría, pianista dei Los Brillanticos.

Nei suoi nove temi, Salsa retro riesce a dimostrare la fusione tra accademia e strada.
“Il 50% del gruppo è formato da musicisti che provengono dal conservatorio e l’altra parte sono musicisti che hanno imparato sul campo, come nel caso di Pangui (Mora). Questo insieme è decisamente interessante”, spiega Alfredo Poveda.

Salsa retro ci ricorda al presente che nel suo passato in Costa Rica c’era della salsa, di qualità e sabrosa. Candela! Candela!

Fonte: nacion.com

Español

¡Candela!, ¡Candela! Esta Salsa retro de Son de Tikizia está pegadita al grito de guerra de los que gozan de mover el talón, la tibia, el peroné, los hombros y el resto del esqueleto en una pista de baile.

Son de Tikizia se formó hace unos cinco años con la idea de abordar salsa clásica. Empezó “jugando” con covers y a la fecha tiene un álbum de material propio (Salsa dura pa’ los pies) y otro, Salsa retro, con nuevos y muy personales abordajes. El grupo se mueve con éxito tanto en Costa Rica como en el extranjero. Pablo Cambronero para LN. + MULTIMEDIA

Ya había hecho lo propio Son de Tikizia, hace tres años, cuando debutó con Salsa dura pa’ los pies. Aquel fue un disco con temas de su propia cosecha, un álbum alabado por la Revista LatinBeat, de Los Ángeles, y por medios puertorriqueños como El Nuevo Día.

Con aquel primer disco, el objetivo fue establecer la identidad de la orquesta liderada por el trombonista Alfredo Poveda y el pianista, flautista y hasta hombre que ahora toca los bongoes, Walter Flores. Sí, el tico que por su trabajo como productor musical del panameño Rubén Blades en los discos Mundo, Tiempos y Cantares del subdesarrollo obtuvo dos Grammy anglo y un Grammy Latino.

Tocaba ahora dar un segundo paso: Salsa retro, el álbum lanzado recién a finales de marzo.

¿Reto este retro? Para cualquier orquesta de salsa que se precie de ser buena, es un reto abordar clásicos del género en el Nueva York, el Puerto Rico o la Costa Rica de los años 60, 70 y 80.

A tiempo. El tiempo para Salsa retro era ahora. Una vez que Son de Tikizia ha sacado buen colmillo, por su agenda en suelo tico y porque se fue de gira en el 2008 con Rubén Blades para tocar por más de 12 países de Europa: Italia, Holanda y España… entre otros.

“Lo que hicimos en Salsa retro fue volver a las raíces de por qué hicimos Son de Tikizia. Queríamos retomar la salsa como se hacía antes porque eso se había perdido con la comercialización”, dijo en entrevista con Viva Walter Flores.

“Ahora muchos salseros suenan iguales, pero antes la gente ponía la radio y sabía, al oír una canción, de quién era. Había identidad”, dijo Walter Flores.

Por eso esta Salsa es retro. El título del álbum y su carátula también hacen clara referencia a la salsa del pasado, a la que se escuchaba en las épocas donde la música circulaba en LP y casetes.

Temprano este nuevo álbum dio resultados: el primer sencillo, Perico Mamaguela, estuvo más de cuatro numero uno en algunas listas de radio en Costa Rica.

Desmenuzando.El disco empieza con actitud de “a lo que vinimos”. El instrumental Fantasía cubana evoca a los salones de música latina en Nueva York. Dan ganas de ponerse un sombrero de ala ancha –el hombre– y un vestido casi impúdico –las mujeres–.

Es un homenaje a las orquestas de salsa de finales de los años 50 y principios de los 60, porque Fantasía cubana era obligatorio de la cubana Orquesta de Machito y del latino-estadounidense Charlie Palmieri, el Gigante de los teclados.

De seguido, el Salsa retro cae en Perico Mamaguela compuesto por los clásicos Chumalacatela; de Ismael Rivera, un gran sonero; Quítate de la vía, Perico y Mamaguela, de Tito Rodríguez.

Y el primer tributo a la salsa buena hecha en Costa Rica aparece en el tercer tema: Juan Soledad de la desaparecida agrupación Karibú.

“Karibú fue de esas orquestas que tocaban salsa de verdad, como la hacían las orquestas de Puerto Rico”, contó Walter Flores.

Y es después de Juan Soledad sigue Pasión, un nuevo abordaje de la versión bailable del tema folclórico que hizo El Tren Latino.

“Me acuerdo haber visto en vivo a El Tren Latino cuando yo tenía como 15 años en un concierto de la Semana Universitaria (de la Universidad de Costa Rica). Quedé maravillado”, recordó Flores quien hoy tiene 39 años de edad.

Y nadie mejor que Pangui Mora, un ex-Tren Latino, un ex-Karibú y un ex-Los Brillanticos, para referirse a esta famosa canción.

“Canté Pasión con El Tren Latino. La de ahora es una versión moderna, pero que no ha perdido su esencia”, explicó Pangui Mora que, tras haber estado 16 años con Los Brillanticos y cuatro con El Tren Latino, ahora canta y toca el timbal y el bongó en Son de Tikizia.

Aparece en Salsa retro, Navarreteando, un tributo al desaparecido músico costarricense Paco Navarrete. Es el tema cinco.

Son de Tikizia había montado este mosaico antes de que Navarrete falleciera en julio del 2006.

Navarreteando había sido tocada por Son de Tikizia durante un concierto en el Parque Nacional, de San José, un tributo a la salsa.

“De pequeño siempre oí hablar de don Paco, se escuchaba la música de él y además llegué a tocar con él también”, contó Flores.

El gran clásico.Tema clave es Pa’ Curubandé yo voy, calificado por el cantante y trombonista Alfredo Poveda como: “el clásico más grande de la salsa hecha en Costa Rica”.

Tocado por muchos exponentes internacionales de la salsa y que ha dado vueltas por medio planeta, es del costarricense Vinicio Meza y fue grabado, originalmente, por la famosa orquesta Los Brillanticos.

Y más salsa tica aparece con EnDC –“D” en música es la nota Re y “C” es la nota Do, por tanto el tema se lee Enredo.

De Alfredo Poveda, el tema fue el primero que el grupo montó, en materia de originales, cuando ni siquiera se llamaba Son de Tikizia. Era Trombones en Salsa.

El disco va cerrando con Mosaico indestructible (El Negro Bembón, El Nazareno, Anacaona e Indestructible) para hacer un tributo a Ray Barreto y con Sonero Mayor, de Willie Colón, pero con una adaptación para cuatro trombones de Wálter Espinoza Chavarría, pianista de Los Brillanticos.

En sus nueve temas, Salsa retro logra mostrar la fusión de la academia y la calle.

“Un 50% del grupo es de músicos que venimos de conservatorios y la otra parte son músicos cuya escuela fue la calle, como el caso de Pangui (Mora). Eso hace una mezcla realmente interesante”, explicó Alfredo Poveda.

Salsa retro le recuerda al presente que en su pasado en Costa Rica había salsa, buena y sabrosa. ¡Candela, candela!

Los Dementes al Salsa Vintage Festival 2009

Le recensioni de LaSalsaVive

Salsa Vintage Festival, Ginevra 1 Maggio 2009 con Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes italiani

A cura della Redazione LaSalsaVive

1 Maggio 2009

È stata un’esperienza fantastica! Gli organizzatori del Salsa Vintage Festival di Ginevra hanno realizzato un vero capolavoro e grazie alla loro passione per la musica hanno reso possibile un piccolo miracolo: il primo concerto di Ray Perez con Teo Hernandez e i Los Dementes italiani in Svizzera.
Abbiamo ancora negli occhi i volti felici e sorridenti (nonchè le lacrime di gioia) dei ragazzi che assistevano alle prove.
Il ricordo corre alla prima volta che Ray Perez suonò al compleanno de LaSalsaVive: allora le scene furono esattamente identiche.
Questo a dimostrazione del fatto che la passione per la salsa classica e per quella di Ray Perez non ha barriere geografiche.
Ringraziamo tutta la redazione del Salsa Vintage e gli organizzatori (Alfonso Julio per primo)per averci dato la possibilità di vivere 3 giorni veramente splendidi.

Ecco le foto dell’evento!

E i video!


Rio Manzanares


Pa’ Puerto Rico


Vengo de Oriente


Mi salsa llego


La cinta verte