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Una notte al Palladium 8, sabato 23 maggio 2015

Una notte al Palladium 8, le foto e i video!

24 maggio 2015

E sono otto!
Sembra ieri quando decidemmo di fare il primo evento dedicato interamente al periodo storico del Palladium di New York nel mitico Vallereno di Bologna e invece sono già passati otto anni…

Eppure l’atmosfera che si vive ogni volta è sempre la stessa.
Sarà la voglia di stare insieme a tante altre persone (che poi con gli anni diventano amici, come in una grande famiglia), unita alla passione per la musica e, perchè no, al desiderio di passare una notte diversa dal solito, eppure ogni volta rivedo gli stessi sorrisi e alla fine quando arriva il momento dei mitici cornetti caldi con il cappuccio, bè, ti rendi conto che anche questa volta il sogno sta per finire.

I vincitori del primo premio
I vincitori del primo premio

Un sogno che ti porta per una notte indietro nel tempo e nonostante tutto ti permette di dimenticare i problemi a cui la vita ci sottopone ogni giorno.

Il segreto del successo è tutto qui.

Unire queste persone, questi amici, con la musica che desiderano e che nessuno potrà MAI portargli via, di sicuro non fino a quando ci saranno veri e propri pazzi disposti a fare 600 chilometri per questi eventi!

Pertanto non posso far altro che ringraziare tutti voi, i protagonisti di queste folli notti.
E subito dopo quei due signori, Andrea e Samuele, che da anni ci danno la possibilità di organizzare questi incontri.
Ma se non fosse per l’ultimo ingrediente, ovvero per la musica dei nostri dj, bene, l’alchimia non si potrebbe mai creare.
Quindi grazie anche a Salsa Claude e David Rings da Milano, al Titone el Cachimbo da Ferrara e a Fabio El Barrio da Bologna!

Vai all’evento Una notte al castello

Max e Tommy

Ed ecco le foto del Palladium 8!

The Nitty Gritty Sextet

In uscita The Nitty Gritty Sextet, 48 anni dopo!

Dopo un’attesa di ben 48 anni il prossimo 11 maggio, 2015 sarà messo in vendita The Nitty Gritty Sextet.
La formazione vedeva alcuni artisti fra i più quotati del periodo come:

Willie Torres, Rudy Calzado, Bobby Marin: voce;
Jimmy Sabater: timbales e coro;
Louie Ramirez: arrangiamenti e vibrafono;
Charlie Palmieri, Ricardo Ray: piano;
Ozzie Torrens: congas;
Bobby Rodriguez: basso;
Tito Puente: percussioni;

E scusate se è poco…

1.Something New
2.Nitty Boo Boo
3.Would You Believe Me?
4.Rice And Beans
5.Dixie’s Mambo
6.Fun City Hippy 02:47
7.Say Listen
8.A Fool Like Me
9.Papel De Bambú
10.Shingaling Now, Boogaloo Later

The Nitty Gritty Sextet
The Nitty Gritty Sextet
La Sonora Poncena

La biografia della Sonora Ponceña

La Sonora Ponceña

tratto dal sito ufficiale della Sonora Ponceña

Traduzione a cura di Max Chevere e Silly

Storia

Don Quique, Papo Lucca e La Sonora Ponceña

Siamo a Ponce, Portorico, quando nel 1944 un musicista oriundo di Yauco, però residente in questa città, Enrique “Quique” Lucca Caraballo, decide di formare un gruppo musicale. La prima formazione viene chiamata “Orquesta Internacional” ed è formata da due trombe, percussioni e voci e viene costituita nella sua totalità da musicisti di Ponce.

Dieci anni più tardi il sogno di Lucca, ovvero quello di ottenere qualcosa di trascendentale, inizia a sfumare. Ormai stanco delle feste nei saloni da ballo e dei contratti domenicali decide di sciogliere il conjunto. Il suo desiderio era qualcosa di più di un quintetto, come quelli che andavano di moda in quel periodo, inoltre cercava l’occasione per aumentare gli introiti per migliorare la qualità della vita della sua sposa Angélica e dei suoi tre figli: Zulma, Enrique e Wanda.

Però aveva la musica nel sangue e poco tempo dopo, nel Febbraio del 1954, ricostituì di nuovo l’orchestra. Don Enrique crea un nuovo conjunto, più grande del precedente e con un suono più potente. Per farlo decide di puntare verso un repertorio di temi popolari composti da Arsenio Rodríguez (verso il quale provava una profonda ammirazione), dalla Sonora Matancera e dal Conjunto Casino dei due Roberto: Faz e Espí. Il nome ufficiale della fiammante orchestra sarà: “La Sonora Ponceña“!

I primi dischi della “Ponceña” nonostante il successo commerciale e l’eccellente strumentazione, avevano qualcosa di strano, considerando che si facevano chiamare “Sonora”, avevano il formato dell’Orchestra e suonavano come un Conjunto. E la ragione era evidente; si trovavano ancora sotto l’influenza del “Cieco Meraviglioso”, Arsenio Rodríguez, il terzo cubano il cui stile musicale era parte indissolubile dei conjuntos del tempo. All’inizio La Sonora Ponceña e La Perfecta di Eddie Palmieri (orchestra di New York) erano molto simili, con l’eccezione che la sezione dei fiati di quest’ultima era incentrata sui tromboni.

Sono tre i fatti che determinano il consolidarsi dello stile della Sonora Ponceña. Il primo è la nascita nel 1946 di Enrique Arsenio, oggi internazionalmente conosciuto come “Papo”, un bambino prodigio che farà il suo debutto professionale nel programma televisivo della popolare cantante portoricana, Ruth Fernández, suonando il piano e accompagnato dall’orchestra fondata da suo padre. Il secondo è l’acquisto da parte di Jerry Masucci (proprietario della Fania Records) dell’etichetta “Inca”, il quale aveva già ascoltato la Sonora in vari concerti durante la sua visita a New York. In questo modo darà l’opportunità all’orchestra di farsi conoscere presso tutto il bacino caraibico. Il terzo è l’individuazione da parte di Papo dell’opera musicale del pianista Oscar Peterson, considerato uno dei migliori esponenti di Jazz, il cui stile si ascoltava nei suoi assoli di piano.

La storia della crescita e dell’eventuale successo del piccolo Enrique è piena di piacevoli e strani aneddoti. Come quando nella sua prima presentazione professionale nel programma di Fernández, si rende conto di non essere in grado di raggiungere i pedali dell’immenso piano nero che gli avevano dato. Aveva 11 anni e siccome fisicamente era ancora molto minuto, da seduto non riusciva a raggiungere i pedali mentre se provava a suonare in piedi quasi non riusciva a vedere la tastiera. Arriva il papà Don Quique, che nel consolare il figlio gli dice di non preoccuparsi perchè non avrebbe mai permesso di fargli perdere l’opportunità di suonare professionalmente per la prima volta in quel pomeriggio e gli prepara un’estensione per le sue scarpe che gli permette di raggiungere i pedali del pianoforte.

Un altro aneddoto si registra quando aveva cinque anni. Il bambino stava suonando la clave con grande abilità e uno dei divertimenti preferiti di suo padre era quello di vederlo suonare con il gruppo. Un pomeriggio, mentre il Conjunto Internacional provava, Papo si siede dietro ad una tumbadora molto più grande di lui e comincia a suonare “Ran Kan Kan”, il mambo descarga che rese famoso Tito Puente, con una tale precisione che i membri dell’orchestra anzichè interromperlo decidono di accompagnarlo. Qualche giorno dopo, Don Quique parla con un buon amico, Francisco Alvarado, e con il suo aiuto iscrive il piccolo Papo presso la Escuela Libre de Música Juan Morel Campos di Ponce dove i professori gli insegnavano le regole di giorno e Don Quique le rinforzava di notte.

Nel Novembre del 1957 il bambino diventa l’attrazione principale della Sonora Ponceña durante un ballo nella città di Bayamón. I familiari, gli amici, i musicisti ed il pubblico in generale rimangono incantati con la presentazione e anche se in questa notte non si parlerà molto del piccolo pianista, per Don Quique, il suo congiunto aveva ormai iniziato il cammino che aveva sempre desiderato. L’anno successivo tre dischi a 78 giri materializzano il suo sogno. Specialmente l’ultimo di questi, dove la Sonora Ponceña con Papo Lucca al piano, accompagna ai boleristi Felipe Rodríguez e Pedro Ortíz Dávila, “Davilita”. Si ripete di nuovo lo stratagemma delle estensioni alle scarpe per fargli raggiungere i pedali del pianoforte.

Durante gli anni sessanta, Papo diventa il simbolo della Sonora Ponceña e gli impresari cominciano a richiedere nei loro contratti la partecipazione del ragazzino. Ormai ad ogni presentazione tutti gli sguardi si fissano verso Papo e non solo per la sua giovane età quanto per il suo innegabile talento. Verso la metà di questa decade il giovane diventa non più l’orgoglio di suo padre ma di tutta la sua città.

Il rappresentante dell’etichetta Inca, Pedro Páez, interessato alla Sonora Ponceña, offre a Don Quique un contratto che firma subito senza alcun dubbio, con canzoni composte dagli integranti del gruppo e altre tratte dal repertorio di Arsenio Rodríguez. La Sonora Ponceña registra così il primo disco di larga durata intitolato “Hacheros Pa’ Un Palo” ed i cui arrangiamenti vengono curati dal giovane Papo.

Il disco ed in particolare il tema che ne dava il nome, diventa un incredibile successo nelle radio di New York. La stessa cosa succede con la seconda registrazione “Fuego en el 23” del 1969 dove fra i musicisti si ricordano oltre a Don Quique e Papo Lucca, i cantanti Luigi Texidor e Tito Gómez, il bassista Tato Santaella, il timbalero Edgardo Morales, il conguero Félix Torres, il bongosero Francisco Alvarado ed i trombettisti Carmelo Rivera, José Rodríguez, Delfín Pérez e Ramón Rodríguez.

Papo Lucca riuscì a conciliare questa influenza con quella di Lili Martínez Griñan, il pianista e arrangiatore del Conjunto de Arsenio Rodríguez, raggiungendo uno stile molto proprio e che piano piano diventerà la base di tutto il gruppo; anche quando questo cambiamento non è ancora presente nelle prime registrazioni con la Fania. Il primo disco per questa etichetta fu “Navidad Criolla”, album che si ricollega con una gran parte delle tradizioni dell’aguinaldos e parrandas portoricane. I successivi tre dischi “Prende el Fogón”, “Sonora Ponceña” e “Sabor Sureño”, ritornano nuovamente allo stile di Arsenio e Palmieri. E’ solo nel 1975 con il disco “Tiene Pimienta” che Papo Lucca incorpora diverse sonorità con una tastiera elettronica, fatto che si consolida l’anno dopo con l’album “Conquista Musical”. La ragione: il cambio del produttore. Per questo disco la casa discografica rimpiazza Larry Harlow con Louie Ramírez che inoltre si associa con Papo.

Su consiglio di Louie la Ponceña inizia un tour per i caraibi e internazionalizza la propria musica interpretando e registrando temi come “La Pollera Colorá”, del colombiano Wilson Choperena e bombas, merengues, boleros-feeling, guaguancós e sones. Alla fine degli anni settanta la Sonora Ponceña registra un disco con Celia Cruz, “La Ceiba”. Questo disco rappresenta il cambio definitivo. In quel periodo erano già stati incorporati nella formazione i cantanti portoricani Miguel Ortíz e Yolanda Rivera che vengono scelti proprio a causa delle caratteristiche così diverse che avevano, cosa che al contrario di quel che molti pensavano, anzichè creare scompensi ottiene l’effetto contrario.

https://youtu.be/b_Z1vCD85Q8

Nel 1980 Papo registra uno dei dischi più conosciuti della Sonora, “New Heights”, registrazione che propone un nuovo concetto, l’illustrazione della copertina. Questa illustrazione e quelle successive li avvicinano ancor più al pubblico e li avvicinano ad un nuovo gruppo di fans, a quelli affezionati alla loro musica si aggiungono i collezionisti di copertine. Inoltre, con questo disco, iniziano a intitolare le registrazioni in inglese, cosa che rinforza il carattere internazionale dell’orchestra e che mostra ancor più una produzione a livello visuale.

Nella metà degli anni 80 la Sonora Ponceña era già conosciuta come l’orchestra più importante di salsa a Portorico ed i Lucca erano padroni e signori della sonorità, al punto che quando contrattano un nuovo e sconosciuto sonero, lo scomparso Toñito Ledée, in meno di due diventa un idolo popolare.

Parallelamente la Ponceña presenta due nuove novità. La prima, la tenace registrazione di canzoni di musica moderna cubana, specialmente quelle di Adalberto Alvarez e di Pablo Milanés. Il primo infatti essendo direttore di “Son 14”, consegna a Papo due inattesi successi: “Soledad” e “Cuestiones”; ed il secondo, ogni volta sempre più lontano dalla “nueva trova” che gli avrebbe portato fama e fortuna, gli concede “Canción”, tema basato su una poema di Nicolás Guillen, e “Sigo Pensando en Tí”. La seconda novità fu la loro incursione nel Latin Jazz, cosa che li obbligò a modificare la sezione dei fiati ed il loro suono basato anche negli arrangiamenti che ogni volta avevano maggiori elementi di Jazz, rendendoli sempre più brillanti.

Con una discografia di più di 30 dischi, uno di quelli che rispecchia maggiormente la storia ed il monumentale contributo che Papo e La Sonora Ponceña hanno dato alla musica popolare caraibica, è quello registrato dal vivo il 19 Febbraio del 2000 presso l’Anfiteatro Tito Puente di Portorico, per celebrare in forma ufficiale il loro 45° anniversario. Un impeccabile registrazione dove sono presenti molte delle figure che presero parte all’orchestra ed un repertorio che include, fra gli altri, i classici “Boranda”, “Timbalero”, “Fuego en el 23”, e “Ahora Sí”. Alcune in versione allungata giustificate solo perchè mostrano il virtuosismo del proprio direttore.

Negli anni successivi, anche se non tornarono a registrare fino al 2004, La Sonora Ponceña continuò a suonare tanto a Portorico come all’estero. Realizzarono innumeverevoli presentazioni nell’Isla del Encanto (Portorico), così come a New York, in Florida, a Washington, Connecticut, Philadelphia, Chicago, New Jersey, Venezuela, Panamá, Perú, Colombia, Ecuador, Francia, Inghilterra, Svizzera e Italia.

L’anno 2004 risultò essere molto importante per Don Quique, Papo Lucca e La Sonora Ponceña. Da un lato celebrarono a tutto campo i 50 anni nella musica, mentre lanciavano sul mercato una nuova proposta musicale: “Back to the Road” sotto l’etichetta Pianissimo, di proprietà del Maestro Papo Lucca.

“Back to the Road” è un classico disco della Sonora Ponceña, dove si mostra quello che ha fatto diventare questa Orchestra una vera istituzione, dimostrando che non hanno mai dormito sugli allori e sui passati successi e inviando un chiaro messaggio del fatto che Papo Lucca continua ad essere un musicista visionario come pochi. Questo lavoro discografico dimostra la qualità della Ponceña, sempre nella linea attuale ma mantenendo la tradizione ed il suono incomparabile. Include, fra gli altri brani, “Caprichosa”, “El Alacrán”, “Con Tres Tambores Batá”.

Durante il “Jubileo de Oro” che si celebrò il 21 Febbraio del 2004 presso il Colosseo Rubén Rodríguez di fronte a 12 mila persone, La Sonora Ponceña riaffermò la propria posizione come uno dei gruppi più famosi di Portorico. Fu una festa come tante altre che si formano quando la Ponceña è sul palco. L’orchestra che dirigevano Don Quique e Papo Lucca propose solo le proprie specialità, la migliore salsa sul mercato ed un album musicale riempito di nostalgia che incluse alcune pagine gloriose del repertorio ballabile afroantillano.

La Camera dei Rappresentanti e la Legislatura di Portorico, così come le istituzioni ed i gruppi relazionati con la cultura e l’arte portoricana, hanno riconosciuto il grande merito a Don Quique e a Papo Lucca, per l’apporto che questi due artisti hanno dato alla musica popolare a Portorico e nel mondo intero durante i passati 50 anni.

Il 16 Marzo del 2004 gli hanno dedicato il 23° “Día Nacional de la Salsa”, che è il più importante ricoscimento salsero a Portorico, celebrato nella città di Carolina.

Nella città di Ponce, la loro città d’origine, hanno ricevuto il riconoscimento dal Sindaco, On. Rafael “Churumba” Cordero (QEPD), che ha nominato una delle vie della città “Enrique Lucca Carballo”, in onore di Don Quique Lucca.

Durante una votazione unanime, la giunta dei Direttori del “Día Nacional de la Parada Puertorriqueña” a New York, ha designato la Sonora Ponceña, nel suo 50° anniversario, come l’orchestra invitata d’onore alla nuova sfilata annuale celebrata il 13 Giugno del 2004.

Prima che terminasse il 2004, il 4 Settembre ebbero il grande onore di inaugurare, insieme all’“Apolo Sound” di Roberto Roena e a Richie Ray y Bobby Cruz, uno degli scenari più importanti di Portorico e dei Caraibi, il Colosseo José Miguel Agrelot.

La Sonora Ponceña è attualmente formata da: Don Quique Lucca, Fondatore e Direttore; Papo Lucca, Pianista, Arrangiatore e Direttore Musicale; Edwin Rosas, Daniel Dávila, Héctor L. Pérez e Fernando L. Colón, Cantanti; Delfín Pérez, Efrén Camacho, Mario Marcucci e Alfredo del Valle, Trombettisti; Alexander Rosas al Basso; Wilfredo López alle Congas; Domingo Gutierrez al Bongó e Jessie Colón e Manolito Rodríguez al Timbal.


Tratto da: www.sonorapocenapr.com

La Charanga Moderna, Adelayde, 5 aprile 2015

Le foto del concerto della Charanga all’Adelayde! Domenica 5 aprile 2015

Grazie per la bellissima serata di ieri sera all’Adelayde, tutto pieno per la serata con la Charanga Moderna pur essendo Pasqua!
Grazie a tutte le persone, amici, amiche che sono venute da tante regioni, vicine e lontane, siete davvero una grande “familia”!
Il viaggio con mio fratello Max Chevere e la super Jessica Sichetti, che è venuta da Chieti e ci ha accompagnato fino a Copparo, è stato uno spettacolo…già da li avevamo iniziato bene!
Il resto lo avete fatto voi con il vostro entusiasmo e con la vostra passione.
Grazie a Stefano e suo fratello dell’Adelayde per l’ottima organizzazione e per aver scelto ancora la musica dal vivo. Grazie a Tito el Cachimbo per la musica e a tutta la mia orchestra che anche senza Valentino Negri ( a letto con 40 di febbre) hanno cercato di sostituire le sue parti improvvisandone di nuove.
Stasera metteremo le foto!
Alla prossima il 23 Maggio al Don Chisciotte con Una Notte Al Palladium 8!

La Charanga Moderna, Adelayde, 5 aprile 2015
La Charanga Moderna, Adelayde, 5 aprile 2015

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Tito Rodríguez – El Doctor De La Salsa

Le recensioni de LaSalsaVive

Tito Rodríguez – El Doctor De La Salsa

Attenzione, qui siamo davanti ad uno dei Capolavori della musica latina, eseguito da uno dei suoi maggiori interpreti newyorchesi oriundi boricua: Tito Rodríguez (Santurce, PR, 1923 – New York City, 1973).

El Doctor De La Salsa è il classico CD che non deve assolutamente mancare non solo nel raccoglitore dei Dj, ma anche e soprattutto in quello degli insegnanti di ballo; 10 canzoni tutte di splendida fattura e tutte decisamente ballabili: insomma, 18 eurini spesi benissimo! Musicalmente è uno dei dischi più “omogenei” che si possano trovare, 35 minuti che ti bevi come l’acqua (anzi, come il nettare) non solo perché – a parte un Cha Cha Chá – le rimanenti 9 tracce son tutte di salsa (di cui 7 Guaguancó e 2 Guaracha) ma anche e soprattutto perché le atmosfere qui create non si discostano molto tra un brano e l’altro; si è scritto su questo forum che Tito Rodríguez ha il velluto nella voce, e io aggiungo che il velluto ce lo mette anche in tutti gli altri strumenti, sia quelli che – come il sax – son preposti alla Melodia, e sia quelli che – come le percussioni – marcano il Ritmo: non c’è mai “rumore” nel timbro musicale di questo grande direttore d’orchestra, tutto è molto “suave”, in linea coi testi anch’essi romantici, e ciononostante tutto è molto energico e “istigativo” al ballo!

Non è casuale che questa opera fu prodotta nel ’69, ossia nel pieno della maturità artistica di questo cantante e percussionista che iniziò la sua carriera a 13 anni a Puerto Rico, per poi seguire suo fratello Johnny a New York quattro anni dopo, entrando nel Cuarteto Caney; Enrique Madriguera, Xavier Cugat, Noro Morales, Curbelo, Tito Puente, Chano Pozo, Arsenio Rodríguez e Miguelito Valdés furono i musicisti con cui collaborò fino al ’47, quando cominciò la carriera come direttore di una orchestrina subito abbandonata per poi formare nel ‘48 i Mambo Devils/Mambo Wolves/Tito Rodríguez And His Orchestra, conjunto che subito assunse la forma della Big Band e rivaleggiò al Palladium con Tito Puente nell’epoca d’oro del locale negli anni ’50: per dare un’idea del loro conflitto, basti pensare che i due non si rivolsero la parola per oltre 20 anni… per non parlare degli sfottò che Tito Rodríguez gli dedicava nelle sue canzoni tra cui la più nota fu “Avísale A Mi Contrario” fino all’ultima “Esa Bomba”, traccia 7 di questo album, una delle due Guaracha qui presenti.

A tí te han dicho payazo/ Que él que se va no hace falta/ Y tú sigues diciendo/ Que eres nomber one
Esa bomba/No la quieren en San Juan Esa bomba/No la quieren en San Juan
Pasan los años, los años, los años/Y tú, siempre lo mismo…

Dopo cover di successo come Cuando Cuando e Inolvidable (un bolero del pianista cubano Julio Gutiérrez il cui titolo divenne il suo nickname) e dopo collaborazioni con La Playa Sextet, Israel Cachao Lopez ed alcuni artisti jazz (in “Live At Birdland”), stressato dalla gestione operativa ed amministrativa di 14 orchestrali, Tito sciolse nel ‘66 il gruppo con l’intento di lavorare in tv e – dopo uno sfortunato intermezzo a Las Vegas – si trasferì nella sua terra natìa dove però “El Show De Tito Rodríguez” trovò l’ostilità di molti conterranei, i quali lo accusavano di “aver rinunciato alla sua cultura nativa abbracciando quella americana”; in seguito fece tappa in Florida per un altro programma in lingua spagnola, ma nel ’68 decise di tornare a New York, la sua vera casa, col progetto di fondare la sua discografica (la TR Records Inc.) e scoprendo amaramente di avere contratto la leucemia: dopo tre (o sei?) album autoprodotti (di cui l’ultimo con Louie Ramírez) e un mese dopo l’ultimo concerto tenuto con Machito al Madison Square Garden, Pablo Rodríguez Lozada – di padre dominicano e madre cubana – morì nell’inverno del ’73.
Tornando al disco, di cui non riesco a esprimere la mia canzone preferita (son tutte bellissime!), chiudo con alcune parole della traccia 2.

En El Balcón – (D.R)

Recuerdas tú/Aquella tarde gris/En el balcón, aquel/Donde te conocí Yo te miré/Y en un beso febril/Que nos dimos tú y yo/Sellamos nuestro amor Recuerdas tú/La luna se asomó/Para mirar feliz/Nuestra escena de amor Hoy ya no estás/Y lleno de dolor/Muy solo en el balcón/Sufrido por tu amor Hoy ya no estas/Y lleno de dolor/Muy solo en el balcón/Sufrido por tu amor Tu volverás/Lo dice el corazón/Porque te espero yo/Colmado de ansiedad Y me darás/Tu amor igual que ayer/En el balcón, aquel/La luna brillará Y me darás/Tu amor igual que ayer/En el balcón, aquel/La luna brillará Recuerdas tú/La noche que te ví Yo me acuerdo, Mi Cosa Rica/De aquel beso que te dí/Que te dí Recuerdas tú/La noche que te ví Que no me llores, no me llores Mi Mulatica/Tu sabes que yo soy de tí/De tí Recuerdas tú/La noche que te ví Yo quisiera, Mi Cosa Buena/Estar siempre junto a tí/Sólo a tí Recuerdas tú/La noche que te ví

Che altro aggiungere? Highly Recommended!

Track list:

  1. Buenas Noches Che Che
  2. En El Balcón
  3. El Doctor del Amor
  4. Hay Craneo
  5. El Hueso De María
  6. El Vive Bién
  7. Esa Bomba
  8. La Ley Del Guaguancó
  9. Llora Timbero
  10. Preludio En Ritmo

By Claudio “Claude”

Letto qualche vaccata? Correct any entry? Dillo al Claude

Ruben Blades – Paula C.

Ruben Blades – Paula C.

Traduzione di Cafè Caribe e Paola “Calleluna” Sampaolo

Paula C. con el silencio
se marcho sin contestar,
Y comprendi aquella noche
que ya nunca jamas,
olvidarias su querer,
Paula C. la madrugada me
envolvio en su oscuridad,
Y aunque paresca raro me
hizo ver con mas claridad,
lo que es amar a una mujer,
Ya tu regreso, de nuevo aquel beso
me hizo vibrar y asi volvi a sonar,
Y asi volvi a cantar, y con el llanto
volviste tembalando y te oi
murmurar,
Que yo era todo para ti y nada mas,
Paula C. hoy la distancia
nuevamente entre los dos,
Es la que anima y me inspira
por ti, esta cancion,
A la que me entrego
su amor a Paula C.
A la que me entrego
su amor a Paula C.
CORO:
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Madrugada triste llega caramba,
y mi cama esta vacia,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Busco de noche, busco de dia,
busco en la tarde, a donde se iria,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Vivir sin un amor, no vale
nada,
no vale nada tu vez,
Oye que triste quede
cuando se fue Paula C.
Paula donde te has metido caramba,
donde te has ido a esconder,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Nueva York cuidad fria
muestrame tu corazon,
Y si estas aqui en Manhattan,
o estas halla en El Bronx,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Me paso la noche por la calle ochenta y dos
a ver si la encuentro asomada al balcon
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
De buscar por el barrio me canse,
busca, busca, y nunca la halle,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Oye pero que triste, pero que triste,triste,
triste quede cuando se fue Paula C.
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Tristeza vete, vete lejos
para no perder la fe,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Busco de noche, busco de dia,
busco en la tarde, a donde se iria,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Pero que triste, triste, triste, triste,
triste quede cuando se fue Paula C.
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Pero que vuelve nena,
pero que vuelve pronto, apurate,
Oye que triste quede,
cuando se fue Paula C.
Tristeza vete muy lejos,
para no perder la fe.

Paula C. con il silenzio
se ne andò senza rispondere
E capii quella notte
che mai e poi mai
avrei dimenticato il suo amore
Paula C. l’alba mi
avvolse nella sua oscurità,
E anche se sembra strano
mi fece vedere con più chiarezza
cosa significa amare una donna
E al tuo ritorno nuovamente quel bacio
mi fece vibrare e così tornai a sognare
e così tornai a cantare e con il pianto
tornasti tremando e ti ascoltai mormorare
Che io ero tutto per te e nulla più
Paula C. oggi la distanza
nuovamente tra noi due
È quella che anima e mi ispira
questa canzone per te
A colei che mi donò
il suo amore, a Paula C
A colei che mi donò
il suo amore, a Paula C
CORO:
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
L’alba triste arriva, accidenti,
ed il mio letto è vuoto
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Cerco di notte, cerco di giorno,
cerco di sera, per vedere dove sia
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Vivere senza un amore,non serve a niente,
non serve a niente, lo vedi
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Paula dove ti sei cacciata, accidenti,
dove ti sei andata a nascondere
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
New York, città fredda
mostrami il tuo cuore
e se sta qui a Manhattan
o se sta là nel Bronx
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Passo la notte per la strada 82
a vedere se la incontro affacciata al balcone
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
sono stanco di cercarla nel quartiere,
cerca, cerca e non la trovo
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Ascolta, ma che triste, ma che triste, triste,
triste rimasi quando Paula C. se ne andò
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Tristezza vattene, vattene lontano,
per non perdere la fede
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Cerco di notte, cerco di giorno,
cerco di sera per vedere dove sia
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Però che triste, triste, triste,
triste rimasi quando Paula C se ne andò
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Però torna piccola,
torna presto, sbrigati
Ascolta come rimasi afflitto,
quando Paula C se ne andò
Tristezza vattene lontano,
per non perdere la fede

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes de Italia, al Salsafestival 2015 di Zurigo

Salsafestival Zurigo: Grande successo per Ray Perez, Teo Hernandez e Los Dementes de Italia!

Si è concluso con un grande successo di pubblico e con tanti applausi e commenti positivi nei social network, il concerto di Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes de Italia al Salsafestival 2015 di Zurigo.
Gli organizzatori, Gianluca e Patricia Petrolo, hanno dato vita ad un congresso che ormai è diventato un punto di riferimento per tutte le persone che amano la salsa a livello mondiale.
Ed è grazie a loro se abbiamo potuto portare di nuovo Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes in Svizzera, dopo il primo congresso a Ginevra del 2009.

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“Sono stati 3 giorni incredibili, rivedere Teo Hernandez e Ray Perez assieme ai musicisti Los Dementes de Italia, in una cornice meravigliosa come quella del Salsafestival e della bellissima città di Zurigo! Voglio ringraziare a nome di tutta l’orchestra Gianluca Petrolo e Patricia Petrolo per la professionalità nonchè gentilezza con la la quale ci hanno trattato per tutto il periodo del festival. Organizzando anche io con mio fratello Max Chevere so cosa vuol dire e loro sono stati impeccabili.

Tommy Salsero con i Los Dementes de Italia, Ray Perez e Teo Hernandez
Tommy Salsero con i Los Dementes de Italia, Ray Perez e Teo Hernandez

Voglio ringraziare anche Luis Gutierrez che ci ha accompagnato in giro per Zurigo, anche lui persona squisita. E’ stato bello poi rivedere tanti amici dj da tutta Europa, con cui avevamo collaborato in passato (non faccio i nomi perchè non vorrei dimenticarne qualcuno) sappiate che Ray vi ringrazia tutti per l’amore che avete per la sua musica, e prossimamente avrà una grande sorpresa per tutti voi. Poi gli amici italiani che sono stati presenti in massa, un grande abbraccio da Ray per tutti voi. Un consiglio a tutti gli amanti della natura, visitate la Svizzera in treno, ne vale la pena…è una terra bellissima! Grazie per tutto quanto ed alla prossima! Dementes para siempre!”.

Tommy Salsero

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Moliendo Cafe, Ray Perez, Teo Hernandez y Los Dementes de Italia

“Rompelo” Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes de Italia – Salsafestival Zurigo 2015

“Vengo de Oriente” Ray Perez, Teo Hernandez e i Los Dementes de Italia – Salsafestival Zurigo 2015

Ricordiamo la formazione dei Los Dementes de Italia:

Ray Perez: Piano, voce
Teo Hernandez: voce
Horst Gasser: timbales
Tullio Sartori: congas
Davide Lanzarini: basso
Federico Guarneri: bongo
Renato Pignieri: trombone
Francesco Bucci: trombone

La stampa svizzera:

La notizia su Ray Perez pubblicata da "Ticino News".
La notizia su Ray Perez pubblicata da “Ticino News”.

Amor y Control, LaSalsaVive @ San Valentino, Don Chisciotte (Galliera - Bo), 14 febbraio 2015

Amor y Control, 14 febbraio 2015, Donky

Io e Max Chevere siamo rientrati alle 6 del mattino dal Don Chisciotte….abbiamo chiuso alle 4….e mi riprendo solo ora….volevo dire solo GRAZIE. Ora che viviamo al mare e siamo lontani dai nostri vecchi amici e amiche emiliani,ritornare è qualcosa di ancor piu’ speciale. Rivedere tutti voi è qualcosa che va al di la’ del semplice ballo. E poi tutti gli amici del Veneto,Toscana,Liguria,Lombardia, e scusate se dimentico qualcuno..Grazie ai due matti Andrea Melloni e Samuele Melloni detto vampiro, per l’accoglienza e le risate, e ai nostri due infaticabili DJ Fabio ElBarriodj Bindelli e Marco Angelo della Marca per la musica. Poi Una Nessuna Centomila cofondatrice de Lasalsavive ed Emanuela Tavano per il supporto continuo alla causa della salsa buena.

Tommy Salsero

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Ruben Blades con il figlio Joseph Verne Blades

Ruben Blades: “il 2014 mi ha portato un figlio ed una nipote”!

“Desidero fare una dichiarazione pubblica che, per quanto necessaria, mi riempie di gioia e soddisfazione, per varie ragioni che comprenderete facilmente una volta che avrete terminato di leggere questa nota”.
Comincia così la dichiarazione pubblicata sul sito di Ruben Blades dallo stesso artista che racconta una storia che potrebbe essere presa come spunto per un film natalizio.

Circa due anni fa, il giovane Joseph Verne, dichiarò pubblicamente che c’era la possibilità che io, Rubén Blades, fossi il suo padre naturale. Già in qualche altra occasione mi avevano parlato di questa cosa, ma non gli avevo mai dato credito.

Nel maggio del 2013, un mio familiare decise di fare una prova del DNA con il Sig. Verne, e anche se il risultato comprovava una chiara relazione di consanguineità fra di loro, non fui informato del fatto. Sei mesi più tardi, a dicembre 2013, mio padre ricevette una lettera a casa sua a Panama dove veniva informato dei risultati della prova del DNA.

In quel momento mi trovavo a Panama e mio padre mi fece leggere la lettera, che era indirizzata a lui e non a me. L’informazione contenuta nella lettera catturò immediatamente la mia attenzione, perchè sembrava avere un carattere scientifico e serio, pertanto al mio rientro a New York contattai un gruppo di avvocati di Portorico e gli diedi i dati affinchè si mettessero in contatto con il Sig. Verne per richiedere la prova di paternità che egli aveva già sollecitato nel passato.

Gli avvocati trovarono il Sig. Verne e prepararono tutto affinchè lui, sua madre ed io potessimo fare la prova del DNA in un laboratorio.
Queste prove furono fatte nel febbraio del 2014 e i risultati furono i seguenti: Joseph Verne, uomo di 39 anni, è il mio figlio biologico. La convinzione di Joseph è risultata essere vera, ed io, di conseguenza, mi ero sbagliato nel considerare che questa possibilità non esistesse.

Ruben Blades con il figlio Joseph Verne Blades
Ruben Blades con il figlio Joseph Verne Blades

Anche se nulla potrà mai placare la mia vergogna nei suoi confronti e con me stesso, ci siamo riuniti nel mese di marzo del 2014 e da allora abbiamo mantenuto una comunicazione ottima, inclusa mia nipote, una brillante ragazzina di 13 anni.

Ad agosto del 2014 li ho portati a Panama affinchè conoscessero, il mio paese, i miei amici e le mie origini, che in qualche modo sono anche le loro. Adesso stiamo ultimando il processo di normalizzazione della situazione, per quanto possibile, dal punto di vista personale e legale, anche perchè ci attende un percorso che durerà fino alla fine dei nostri giorni.

Ruben Blades con il figlio e la nipote
Ruben Blades con il figlio e la nipote

Ancora mi risulta difficile crederci e assimilare quanto accaduto e anche se mi tormenta continuamente l’idea di non aver potuto assumermi prima le mie responsabilità di padre, il rapporto che abbiamo instaurato e che continua a migliorare con il passare dei giorni, ci ha portato a considerare quanto la nostra vita ci dia subito la possibilità di rimediare agli errori del passato.

Ruben Blades con il figlio e la nipote
Ruben Blades con il figlio e la nipote

Mi rimane il resto della vita per cercare di apprendere, per quanto possibile, tutto quello che hanno fatto fino ad oggi, e subito dopo, contribuire alla crescita e alla formazione di mia nipote.
Di conseguenza in questo modo potrò migliorare anche la mia stessa formazione e carattere, con le esperienze che solo questo tipo di relazioni possono offrire ad un essere umano.

Da parte di tutti noi, tanti auguri per un prospero 2015!

Rubén Blades

31 dicembre, 2014

Mai come questa volta possiamo affermare: “la vita te da sorpresas, sorpresas te da la vida”…

Declaración Pública

Deseo hacer una declaración pública que, aparte de necesaria, me complace y satisface, por varias razones que comprenderán fácilmente una vez que terminen de leer esta nota.

Hace un par de años, el joven Joseph Verne declaró públicamente que existía una posibilidad de que yo, Rubén Blades, fuese su padre natural. Ya en alguna otra ocasión anterior se me había abordado acerca del tema, pero nunca le di crédito alguno.

En mayo del 2013, sin embargo, un familiar mío accedió a realizarse una prueba de ADN con el Sr. Verne, y aunque el resultado parecía evidenciar una clara relación de consanguinidad entre ambos, no fui notificado de ello. Seis meses más tarde, en diciembre de 2013, se recibió una carta en el hogar de mi padre en Panamá, informándole del hecho.

En ese momento me encontraba en Panamá y mi padre me dio a leer la carta, que estaba dirigida a él y no a mi. La información contenida en la carta captó inmediatamente mi atención, pues parecía tener carácter científico y serio, por lo que a mi regreso a New York contacté a un grupo de abogados en Puerto Rico. Les di los datos necesarios para que comunicaran al Sr. Verne mi propósito de realizarme la prueba de paternidad que ya él había solicitado previamente.

Los abogados localizaron al Sr. Verne y se hicieron los arreglos logísticos para que tanto él, como su madre y yo, concurriésemos a un laboratorio a realizarnos una prueba de ADN. Esas pruebas se lograron en Febrero del 2014 y los resultados fueron concluyentes: Joseph Verne, varón de 39 años de edad, es mi hijo biológico. La convicción de Joseph resultó ser verdad y yo, desde luego, estaba equivocado al haber considerado que no existía esa posibilidad.

Aunque nada podrá jamás aplacar mi vergüenza con él y conmigo mismo, nos reunimos en marzo del 2014 y desde entonces hemos mantenido una comunicación óptima incluyendo a mi nieta, una brillante joven de 13 años.

En agosto de este año los llevé a Panamá, para que conocieran a mi padre, mi país, mis amigos y mis orígenes, que de alguna manera son también los de ellos. Estamos en el proceso de normalizar en lo posible la situación, en lo personal y legal, entendiendo que es una tarea que durará hasta el día de nuestra muerte.

Todavía me resulta difícil creer y asimilar lo ocurrido y aunque me continúa atormentado el hecho de no haber asumido antes la responsabilidad que me correspondía en esta situación, el contacto que tenemos y que hemos ido aumentando tanto en tiempo como en intensidad nos ha llevado a considerar con regocijo las nuevas posibilidades que nos ofrece este súbito giro en nuestras vidas.

He querido esperar hasta ahora para hacer este anuncio, porque deseaba un tiempo de tranquilidad para nosotros, que nos permitiera establecer la necesaria y deseada conexión entre ambos. No quise hacer un anuncio público sin haber establecido la base para una relación real entre los dos. Como comprenderán, la situación no resulta fácil de administrar para nadie.

Tal como siempre he manejado mis cosas, considero que este es un asunto personal que será atendido de forma privada, como corresponde, especialmente cuando se trata de un hecho ocurrido hace 39 años, con la dificultad que conlleva el manejo de memorias distintas y la imposibilidad de probar adecuadamente cualquiera de las versiones existentes.

Por otro lado, no voy a contribuir al desarrollo de ninguna acción ajena a nosotros, que vaya a incomodar a mi esposa, a mi nieta, a Joseph, a su madre, al Sr. Verne ni a nuestras familias, participando en programas o entrevistas que solo buscan satisfacer morbos y obtener así ventajas comerciales. No pienso hacer ninguna otra declaración pública sobre el tema. Joseph y yo consideramos que este anuncio público es claro y suficiente.

En el plano íntimo, pretendo hacer todo lo que sea necesario para mitigar las consecuencias adversas de un hecho acontecido hace muchos años, y que por mi terquedad y aprehensiones no fue atendido de la manera correcta. Creo que nunca es tarde para corregir un error. Así lo establecí también a través de una comunicación personal con la señora madre de Joseph, incluyendo al Sr. Verne, quienes le criaron y cuidaron de una forma muy correcta. A ellos les debo mi agradecimiento eterno y mi absoluta expresión de vergüenza, por no haber considerado posible lo que ahora ha sido demostrado. La crianza de mi hijo la debí compartir con ellos.

Me queda el resto de vida que tengo para tratar de complementar, en lo posible, lo que ellos han hecho y desde luego, contribuir a la crianza y formación de mi nieta. Con ello también voy a mejorar mi propia formación y carácter, con las experiencias que solo este tipo de relación puede ofrecer a un ser humano.

De parte de todos nosotros, felicidades y que tengan un próspero 2015!

Rubén Blades

31 de diciembre, 2014