Celia Cruz y Johnny Pacheco at the Madison Square Garden
Per anni Johnny Pacheco è stata una delle figure più importanti della Musica Latina. Le sue 9 nomination ai Grammy Awards, i 10 dischi d’oro e i numerosi premi ricevuti rendono onore al suo talento creativo come compositore, arrangiatore, direttore di orchestra e produttore musicale. Inoltre è stato il pioniere di un indimenticabile periodo musicale che ha modificato la storia della Musica Latina, ovvero il periodo della Fania All-Stars.
Durante i suo i 40 anni di carriera impegnato nell’innovare la Latin Music, Johnny Pacheco ha ricevuto molti riconoscimenti ufficiali per il suo straordinario genio. Nel Novembre del 1998 è stato insignito nell’International Latin Music Hall of Fame. Nel 1997 ha ricevuto il Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, premiato dal Governatore George Pataki. Nel 1996 il presidente della Repubblica Dominicana, Juaquin Nalaguer, gli ha conferito la prestigiosa Medaglia Presidenziale di Onore. Inoltre, Pacheco ha ricevuto il primo International Dominican Artist Award dall’eminente Casandra Awards. Nel Giugno del 1996 Johnny Pacheco è stato il primo produttore musicale latino a ricevere il premio NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) a New York.
Johnny Pacheco y Pete Conde – Viralo Al Reves
Il suo approccio musicale innovativo lo ha reso uno dei più richiesti produttori nel panorama della musica latina. Ha lavorato con i più grandi artisti della Salsa come Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano e Pete “El Conde” Rodriguez. Il suo Curriculum Vitae comprende anche la produzione di hit come “Bailando Salsa” per il gruppo pop spagnolo Mecano il cui album ha venduto mezzo milione di copie in un mese subito dopo la sua uscita. Johnny Pacheco è stato anche co-autore e ha prodotto tre canzoni per il primo album da solista di David Byrne intitolato Rei Momo.
Pete “El Conde” Rodriguez and Johnny Pacheco – Sonero
Ha scritto più di 150 canzoni molte delle quali sono ancora dei classici. Tra queste citiamo “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”,“Acuyeye”, “El Rey de la Puntualidad” e “El Numero Cien” di Tito Puente. Pacheco è stato anche di ispirazione per le nuove generazioni: ha registrato e suonato con il gruppo DLG come artista ospite in una delle loro composizioni. Artisti Rap come Mangu hanno voluto questa leggenda della Latin Music per scrivere gli arrangiamenti, partecipare come corista e suonare il flauto nel loro album “Calle Luna Y Calle Sol”. Pacheco ha anche prodotto musiche per colonne sonore di film. E’ stato il direttore musicale del film “Our Latin Thing”, il primo film sulla Salsa e la sua influenza sul popolo latino di New York. Nel 1974 ha lavorato sul secondo film intitolato Salsa. Nel 1980 ha scritto le musiche e i temi per i film Mondo “New York” e “Something Wild”, quest’ultimo in collaborazione con David Byrne, leader del gruppo Talking Heads. La sua ultima collaborazione col mondo del cinema è la colonna sonora del film Mambo Kings, prodotto da Warner Brothers.
Azuquita – Fania All Stars e Johnny Pacheco
Hector Lavoe e Johnny Pacheco Live – NY Paladium
Nato a Santiago de Los Caballeros, Republica Domenicana, Johnny Pacheco ha ereditato la passione paterna per la musica. Suo padre, Rafael Azarias Pacheco, era clarinettista e direttore di un’orchestra molto conosciuta in quel tempo (The Santa Cecilia Orchestra). Fu il padre ad avvicinare il figlio al mondo della musica. All’età di 11 si trasferisce con la famiglia a New York dove la passione per la musica diventa motivo di studio serio e accurato. Impara a suonare diversi strumenti (fisarmonica, violino, sax e clarinetto). Frequenta anche la Julliard School of Music dove impara anche le percussioni diventando il principale percussionista di quel periodo. Suona e registra album con i più importanti artisti americani. Infine impara anche il flauto tanto da diventare uno dei più grandi flautisti sulla scena musicale.
Nel 1960 fonda la sua prima orchestra, chiamata “Pacheco y su charanga”, che esordisce con l’album “Pacheco y su charanga, vol.I” (di cui sono state vendute più di 100.000 copie nel solo primo anno di uscita), sotto il marchio Alegre Records.
In questi anni, fino al 1963, Pacheco introduce un nuovo tipo di ballo: la pachanga, per la quale diventa anche molto famoso. In questo periodo gira molto in tourné sia negli Stati Uniti, sia in Europa, Asia e America Latina. Inoltre Pacheco Y Su Charanga è stata la prima orchestra latina ad essere in cartello all’Apollo Theatre nel 1962 e nel 1963.
Alla fine del 1963, la sua carriera ebbe un’importante svolta quando egli creò la Fania Records assieme a Jerry Masucci. Nel 1964, la casa discografica lanciò il successivo lavoro di Pacheco intitolato Cañonazo che si caratterizza per una svolta dallo stile Charanga al Conjunto. Come dirigente, direttore artistico e produttore musicale della società, egli fu responsabile del lancio della carriera di molte delle giovani star che fecero parte della Fania Records.
Mi Gente. Hector Lavoe & Fania All Stars. Kinshasa. 1974
Nel 1968, egli riunì molti dei musicisti della casa discografica e li presentò tutti insieme in un concerto. Questo evento segnò la nascita della leggendaria Fania All-Star. Nel 1971, questa orchestra composta dal meglio della Fania occupò tutto lo scenario della salsa dando inizio a un incredibile periodo musicale per la musica Latina che continuò per oltre 30 anni sotto l’autorevole direzione di Mr Pacheco.
Per più di 40 anni, Mr Pacheco è stato uno degli artisti più richiesti nel campo dell’industria musicale in generale. Si è esibito come solista e come guest artist in molti Festival Jazz Internazionali. Ha suonato con i migliori musicisti latini del secolo, inclusi Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente e Celia Cruz tra gli altri. Si è esibito e ha collaborato con numerose leggende della musica Jazz e della musica popolare americana come ad esempio Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder e molti altri.
Johnny Pacheco è fortemente impegnato nella crescita della comunità latina nel mondo. Ha dimostrato la sua solidarietà verso le vittime dell’uragano Georges collaborando con la Fondazione Hispanic Federation Relief durante l’evento “Hurricane Georges Relief Fund 1998”, trasmesso dal vivo in tutti gli Stati Uniti del nordest dalla NBC e partecipando a un evento nello Hostos Community College. Ha anche preso parte al concerto benefico per l’AIDS, Concerto Per La Vita, nel novembre del 1988 a New York presso l’Avery Fisher Hall.
Nel 1994 fondò la Fondazione Borsa di Studio Johnny Pacheco dimostrando il suo amore per la musica e il suo impegno per una migliore educazione. Ogni anno una matricola del college riceve una borsa di studio e la benedizione di Mr Pacheco. Egli dice: “Io spero di riuscire a dare a un musicista talentuoso e con aspirazioni la possibilità di diventare un artista e di beneficiare dell’educazione di un college.”
La musica di Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continua a consacrare il settore della musica latina. Pacheco è ancora fortemente attivo nel campo della musica, esibendosi e registrando con il suo gruppo avendo come guida ispiratrice la migliore musica tropicale. Sempre all’avanguardia, egli è uno degli artisti più ammirati e amati nello scenario musicale di tutto il mondo. Johnny Pacheco è un pioniere, un grande innovatore e, cosa più importante, una leggenda vivente.
For decades, Johnny Pacheco has been at the center of the Latin music universe. His nine Grammy nominations, ten Gold records and numerous awards pay tribute to his creative talent as composer, arranger, bandleader, and producer. Moreover, he is the pioneer of an unforgettable musical era that changed the face of tropical music history, the Fania All-Stars era.
Throughout his 40-year involvement with the development of Latin music, Johnny Pacheco has received many kudos for his extraordinary genius. In November of 1998, he was inducted into the International Latin Music Hall of Fame. In 1997, he was the recipient of the Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, awarded by Governor George Pataki. In 1996 the president of the Dominican Republic, Juaquin Balaguer bestowed him with the prestigious Presidential Medal of Honor. In addition, Pacheco was presented with the First International Dominican Artist Award from the distinguished Casandra Awards. In June 1996, Johnny Pacheco was the first Latin music producer to receive the NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) Governor’s Award in New York City.
Pacheco’s pioneering musical approach has made him one of the most solicited producers in Latin music. He has worked with many of the best Salsa artists like Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano, and Pete “El Conde” Rodriguez. His resume also includes producing the hit song “Bailando Salsa” for the Spanish pop group, Mecano whose album sold half a million copies one month after its release. Johnny Pacheco also co-wrote and produced three songs for David Byrne’s first solo album entitled Rei Momo.
He has written more than 150 songs and most of them are now classics. Among them are “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”, “Acuyuye”, “El Rey de la Puntualidad”, and Tito Puente’s “El Numero Cien”. Pacheco has also been inspirational to the younger generations.He recorded and performed with the group DLG as a guest artist in one of his own compositions. Rap artist Mangu asked this Latin legend to write arrangements, sing chorus, and play the flute in his album Calle Luna Y Calle Sol. Mr. Pacheco has also produced music for feature films. He was the musical director of the film, Our Latin Thing, the first film about Salsa and its influence on New York Latinos. In 1974, he worked on a second film entitled Salsa. During the 1980s, he wrote the musical scores and themes for the film Mondo New York and Something Wild. The last one was in collaboration with David Byrne, leader of the group Talking Heads. His most recent work in the movie industry was the feature film The Mambo Kings released by Warner Brothers.
Born in Santiago de los Caballeros, Dominican Republic, Johnny Pacheco inherited his father’s passion for music. Rafael Azarias Pacheco, his father, was the bandleader and clarinetist of one of the most famous orchestras of that time–the Santa Cecilia Orchestra. It was his father that first put a musical instrument into his son, Johnny’s hands. At the age of 11, the Pacheco family moved to New York where he continued polishing his musical skills. He learned to play accordion, violin, saxophone and clarinet. He attended the Julliard School of Music where he studied percussion making him the leading percussionist of the time. He performed and recorded with the most important American artists. He then learned to play flute. He is recognized as one of the top flutists of his era.
In 1960, he organized his first and legendary orchestra, Pacheco y Su Charanga. The band signed with Alegre Records and its first album Johnny Pacheco Y Su Charanga Vol. 1 sold over 100,000 copies within the first year, becoming the best selling album of the time. The album is a classic. Beginning then and through the end of 1963, Pacheco introduced a new dance craze called “Pachanga”. He became an internationally renowned star. He toured extensively throughout the United States, Europe, Asia, and Latin America. Moreover Pacheco Y Su Charanga, was the first Latin band to ever headline the Apollo in 1962 and 1963.
In late 1963, his career took another historical turn when he created Fania Records with Jerry Masucci. In 1964, the label released Pacheco’s next endeavor entitled Canonazo featuring a switch from the Charanga to Conjunto style. As the company’s executive, creative director and musical producer, he was responsible for launching the careers of many of the young stars that formed part of Fania Records.
In 1968 he gathered many of the musicians from the label and showcased them together in concert. This marked the birth of the legendary Fania All-Stars. In 1971, this orchestra consisting of Fania’s elite exploded all over the Salsa scene starting an incredible musical era for Latin music that has continued for over 30 years under the masterful direction of Mr. Pacheco.
For more than 40 years, Mr. Pacheco has been one of the most in-demand artist in the music industry in general. He has performed as soloist and guest artist in many Jazz Festivals worldwide. He has played with the best Latin musicians of the century including Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente, and Celia Cruz among others. He has performed and collaborated with many legends of Jazz and popular American music such as Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis, Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder and many others.
Johnny Pacheco is deeply committed to the improvement of the Latin community worldwide. He demonstrated his solidarity with the victims of Hurricane Georges by collaborating with the Hispanic Federation Relief Fund during “Hurricane Georges Relief Fund 1998” transmitted live across the northeastern United States by the NBC television network and by participating at an event at Hostos Community College. He also participated in the AIDS benefit concert Concierto Por La Vida, in November 1988 at New York City’s Avery Fisher Hall.
In 1994, he established the Johnny Pacheco Scholarship Fund demonstrating his love for music and commitment to higher education. Each year a college freshman is honored with financial support and Mr. Pacheco’s blessing. He says, “My hope is to give a young aspiring and talented musician a chance to develop as an artist and benefit from a college education.”
The music of Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continues to bless the Latin music industry. He remains highly active in the recording industry performing and recording with his group as the guiding force behind the best tropical music. Always ahead of his time, he is one of the most admired and loved musicians on the music scene all over the world. Johnny Pacheco is a pioneer, an innovator and more importantly a living legend.
Aurora Communication ha appena confermato il decesso di Yomo Toro.
Ci lascia il più grande cuatrista della storia della salsa.
Riposa in pace.
26 Luglio 1933 – 30 giugno 2012
Biografia
Nato a Ensenada, Portorico, il 26 Luglio del 1933, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.
Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.
La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.
E’ nato nel 2001 con descargas e latin jazz. Il formato originale era senza piano, solo con il basso.Si dava molta importanza alle percussioni, alla sezione fiati e agli assoli di ogni strumento.
Sabor y Control è un’orchestra con un “sabor” molto classico, con similitudini alla salsa degli anni ’70, quando si suonava per il gusto di farlo e non per i ballerini come fanno molti gruppi di salsa oggi.Com’è nata questa idea di suonare con lo stile del barrio?
La nostra influenza viene dalla musica degli anni ’70 ed è per questo che cerchiamo di conservarne l’essenza. Secondo noi nel decennio degli anni ’70 è stata prodotta la miglior salsa.
Nel nostro disco “El guapo soy yo” tutte le registrazioni sono state realizzate in blocco, ovvero suonando tutti insieme, esattamente nello stesso modo in cui si registrava negli anni settanta.
In Italia ci sono molti appassionati che vorrebbero poter ascoltare e ballare questa salsa. Sono passati quasi quattro anni da quando abbiamo inaugurato il sito web de LaSalsaVive.org e da allora molte cose sono cambiate in meglio. Adesso anche in Italia ci sono molte persone che ricercano questa musica senza “compromessi”, la musica che noi abbiamo voluto ribattezzare “salsa cazzuta”.
Cosa ne pensate di questa nuova rinascita ed in Perù qual è la situazione?
Effettivamente la nostra è una musica “senza compromessi”. Ci preoccupiamo molto del fatto che gli ascoltatori possano viverla al 100%. Non abbiamo voluto inserirci in una posizione prestabilita, infatti la nostra musica si presta ad essere interpretata in maniera molto personale, la stessa cosa accade quando la si deve ballare, non è “salsa monga” (ndr scialba, piatta) dove ci sono dei pasitos prestabiliti.
Anche in Perù ci sono appassionati di salsa dura. Fortunatamente i programmi specializzati l’hanno accolta molto bene. Sfortunatamente come in tutto il mondo, anche in Perù c’è molta “salsa monga” però al tempo stesso c’è un gruppo di salseri “veri” che ogni giorno cresce e che si identifica con la musica di Sabor y Control.
Ci sono altri gruppi in Perù che suonano salsa dura?
In Perù non esiste nessun gruppo che suona salsa dura propria. Esistono orchestre che fanno cover, cioè orchestre che interpretano la musica di altri musicisti, però senza suonare nulla di proprio.
Quali sono i musicisti che vi piacciono di più e che hanno influenzato maggiormente il vostro stile musicale?
Qual è per voi la differenza tra la salsa di ieri e quella di oggi?
La salsa di ieri era quella del barrio, parlava di temi quotidiani. La salsa di oggi è legata a temi romantico-amorosi. Al di là della musica, la salsa di ieri era più agguerrita, non era così “protetta” come quella di adesso. In Sabor y Control cerchiamo di conservare l’essenza della vera salsa per quel che riguarda i testi mentre diamo il 100% di noi stessi alla musica dando grande importanza all’improvvisazione e agli assoli di ogni strumento. Sentiamo molto quel che facciamo.
SABOR y CONTROL – La cosa no sigue más
La salsa romantica prima e la salsa con pop e reggaeton adesso, sono state utili allo sviluppo del movimento salsero?
Forse può rappresentare un’esca per chi non ha mai ascoltato salsa dura. Però siamo convinti che le persone che vogliono divertirsi davvero quando iniziano ad ascoltare salsa dura non la lasciano più. Dal punto di vista dell’apporto al genere musicale non crediamo che questi incroci apportino molto alla salsa.
Pensate che il reggaeton possa convivere insieme alla salsa o che la salsa con reggaeton rappresenti la fine di questa musica?
Rispettiamo molto chi fa reggaeton e anche chi lo ascolta. Però non crediamo che si debbano mischiare per farne un ibrido. A nostro parere ogni genere deve differenziarsi e andare per conto suo.
Che cosa pensate della nuova musica popolare cubana chiamata timba?
In Perù ha avuto successo, ma attualmente praticamente non la si ascolta più. Rispettiamo anche chi fa e ascolta questa musica, però il fatto che, almeno in Perù, sia quasi scomparsa ci fa riflettere, perchè generalmente si dice che quel che è realmente valido non finisce mai.
Qual è la differenza fra la timba e la musica che voi suonate?
Sabor y Control – Piensa con clarida’
La tematica è molto diversa perchè, come abbiamo già detto, la salsa dura parla di fatti di vita quotidiana, invece la timba no. La struttura musicale della timba da maggior importanza ai cori ripetitivi e alle coreografie in serie. La salsa dura invece viene apprezzata da chi la ascolta senza bisogno di essere ripetitiva. Una gran differenza è nel sentimento nel momento di suonare e anche quel che l’ascoltatore prova senza avere parametri stabiliti. Un’altra differenza è legata alla carenza di descargas nella timba, in pratica non ci sono quasi assoli strumentali.
Potete parlarci del vostro nuovo cd “El Guapo soy yo”?“El Guapo soy yo” è stato registrato alla fine del 2006, la registrazione è stata fatta matenendo lo stile della salsa degli anni settanta, in pratica abbiamo registrato in blocco, suonando tutti insieme.
Tutte le canzoni sono nostre e come vi rendarete conto ascoltandolo è legato a temi quotidiani.
Questa produzione ha ricevuto un gran numero di critiche positive da parte dei mezzi di comunicazione specializzati, così come numerose recensioni in pagine web nazionali e internazionali.
A Lima abbiamo avuto il piacere di chiudere la stagione 2006 di un programma molto prestigioso chiamato JAMMIN’ con la presentazione del nostro disco.
SABOR y CONTROL – El niche del callejón
Avete mai suonato in Europa? E vi piacerebbe suonare in Italia?
Abbiamo avuto diversi contatti tramite internet con molte persone in Europa che hanno manifestato il loro interesse per il nostro lavoro. Ci piacerebbe moltissimo poter suonare per voi e condividere quello che facciamo con immenso piacere. Siamo coscienti che in Italia ci sono ballerini di salsa molto competenti e ci farebbe un grande piacere suonare per loro.
Nel nostro sito ci sono molti fan’s di Ray Perez, un pianista venezuelano che sul finire degli anni sessanta suonava con la Orchestra dei Los Dementes, lo conoscete e avete mai suonato sue canzoni?
Naturalmente conosciamo Ray Pérez, lui con l’Orchestra dei Los Dementes rappresenta uno dei maggiori esponenti di salsa di qualità. Non abbiamo mai suonato sue canzoni ma crediamo che lo faremo prossimamente visto che la sua musica ci piace molto.
Progetti per il futuro?
Abbiamo suonato molto a Lima e siamo molto contenti perchè ogni giorno riceviamo tante email con buoni commenti e di sostegno per il nostro lavoro. Questi complimenti non arrivano solo dal Perù ma anche da altri paesi d’America, Europa e Asia. Ci piacerebbe molto poter concretizzare un tour per l’Europa, specialmente in Italia, dato che sappiamo che c’è un buon pubblico di salseri. Finalmente vorremmo ringraziare Max per la sua onda positiva e per la promozione e divulgazione della buona musica in Italia. Un saluto a tutti i salseri e speriamo di vedervi presto.
Daria: ”Che strano essere l’uno di fronte all’altra in questa veste, specialmente se penso che sei ore fa mentre facevamo le prove eri il mio ballerino, due ore fa davanti al commercialista il mio socio in affari, a pranzo lo zio delle mie figlie, ieri sera dopo i corsi,mentre ci confidavamo i fatti nostri, il mio miglior amico e ….forse sempre, in ogni momento… il bambino paffutello a cui dovevo dar la mano per attraversare la strada!
Caspita, se con questo non ottengo la lacrimuccia dei lettori non saprei come altro fare!!
Ok, ok, torniamo alla formalità necessaria.
Dando per scontata la conoscenza sulla tua formazione artistica e professionale passo alle domande che ritengo più interessante farti.
Come definisci lo stile di Salsa che balli?
Pietro: “Mambococolo”
Daria e Pietro Mingarelli, Torino 8 dicembre 2006
Daria: “Ti prego, non sprecare troppe parole !!!!”
Pietro: “Ok.”
Daria: “Daiiiii!!! Devi rispondere come se io non fossi io, come se parlassi con una persona che non ti conosce affatto. Quindi : cosa intendi per “Mambococolo”???”
Pietro: “Lo sai benissimo .”
Daria: “PIETROOO!!”
Pietro: “Si tratta del connubio, intersezione, sovrapposizione, chiamala come vuoi, tra il mambo tradizionale e lo stile della “calle”di Puerto Rico.
In breve, la parola mambo riguarda la tecnica e cioè il come muoversi, come mettere i piedi, come tenere la posizione, le direzioni, le linee ….eccetera la parola cocolo è l’essenza, l’imprescindibile, il succo del passo ….il debito verso il folclore …..si pensi ai “pasitos” ballati dai coristi e a volte da altri componenti delle orchestre ……per essere più chiari si pensi all’anno 1953 e al Combo di Cortijo, a Ismael Rivera cantando il Negro Bembon!!!
Potrei allora dire che mambo rappresenta la tecnica, cocolo la naturalezza, ma attenzione, la divisione è apparente e così pensata sarebbe fuorviante.
Non si comprende veramente ciò che dico se non si focalizza l’attenzione sul fatto che, per come la vedo io, Tecnica = Coordinazione e Coordinazione = Naturalezza …perciò se vogliamo credere alla validità della proprietà transitiva…la conclusione è ovvia …..
Daria: “…forse no….altrimenti non si sentirebbero tante discussioni e commenti inutili.
Non importa, non dilunghiamoci. Passo a un’altra domanda :
Quanto è importante la conoscenza musicale e quella storico musicale per un ballerino?”
Pietro: “Entrambe fondamentali. Mi rendo conto di diventare …come dici tu???….scomodo, impopolare . beh, ti devo dar ragione sul fatto che i più non amano essere messi davanti ai propri limiti, alle proprie mancanze, specialmente se non riescono a superarle …….. ma, diciamo la verità, se mi fosse interessato risultare simpatico avrei adottato un’altra politica tanti anni fa.
Non c’è compromesso in questo, non per me …per te! Se penso che c’è gente che pretende di fare questo mestiere e ha nozioni poverissime sugli argomenti in questione ….beh, la trovo una bella presa in giro ….nei confronti degli altri, ma soprattutto di se stessi”
Daria: “Condivido. Ma dimmi due parole sul perché queste conoscenze sono importanti.”
Pietro: “Si dovrebbe partire da una constatazione evidente: se prendi dischi degli anni ’60, trovi un nome preciso per identificare ogni canzone …..le stesse canzoni che oggi vengono chiamate allo stesso modo: salsa !!!!
Nei dischi in questione si legge : guaracha, son montuno, mambo jazz, guaguancò eccetera.
Certo, se prendi un cd di Jimmy Bosch la precisione della suddivisione rimane ……., ok, però è un cane che si morde la coda perché l’eredità avuta da Many Oquendo è tangibile.
Premesso che fondamentalmente la penso come te sull’arbitrarietà del nome, resto dell’ idea che sia (a dir poco) un grosso AIUTO per l’interpretazione non confondere, ad esempio, il guaguancò metropolitano di Ray Barretto (quando di guaguancò metropolitano si tratta) con il mambo. Ma non è solo questo……..…….mi spiace dirlo, ma escludendo rare eccezioni, l’unico aggettivo che mi sembra adeguato per la salsa moderna è “monotematica…monotimbrica”…scrivila un po’ come ti sembra meno urtante se ti fa piacere! Lo sai bene: per quel che riguarda la salsa classica riesco a riconoscere di che orchestra si tratta dal solo arrangiamento; ….certo uno come Hector Rivera quando indossa le vesti dell’arrangiatore è inconfondibile; e come non distinguere gli arrangiamenti di Larry Harlow da quelli di Willie Colon, o di Israel “Cachao” Lopez, o di Jorge Millet, o di Luis “Perico” Ortiz, o di …. ….
Daria: “Perfetto, va bene, credo che il concetto sia chiaro…”
Pietro: “Aspetta, non puoi non nominare Bobby Valentin, o un paroliere come Catalino “Tite” Curet Alonso e poi …”
Daria: “TI PREGOOOO!!!
Pietro: “Come vuoi ….comunque l’intervista è la mia …..precisa almeno che la lista è incompleta!!”
Daria: “Per carità ….diciamolo assolutamente!!!! …………………alcuni minuti di silenzio…………………….
Pietro: “Hai scritto che è incompleta??”
Daria: “Certo!!!! L’ho scritto in rosso e l’ho sottolineato. Stai tranquillo. Concentrati sulla prossima domanda : Cosa pensi di chi balla uno stile totalmente diverso dal tuo?”
Pietro: “Può piacermi tantissimo, come può dispiacermi !!! Dipende molto da chi lo balla!! In ogni caso, anche quando ho assistito a spettacoli bellissimi di stili diversi, non ho mai avuto cedimenti!! …nel senso che sono contento per gli artisti che ben si esprimono con gli stili più disparati ….e sono tanto contento per me che mi esprimo con il mio …che con gli anni si è evoluto, ha avuto diverse sfaccettature, che spero si evolverà ancora, ma che nelle “strutture portanti” si mantiene fedele a se stesso.
Comunque, per tornare a ciò che chiedevi, mi è capitato di vedere performance di Eddie Torres che mi hanno entusiasmato e vedere persone, presumo allievi degli allievi degli allievi che, pur dicendo di ballare lo stesso stile, non mi sono piaciuti affatto. Ma che vuol dire ?… ho allievi, alcuni anche molto conosciuti, che non mi piacciono neppure un po’ e altri che apprezzo. Ma ti senti bene? Che domande mi fai?!?”
Daria Mingarelli
Daria: “Mi sento benissimo ….è solo che ….meglio di no… rischio di diventare polemica”
Pietro: “In che senso?”
Daria: “Nel senso che provo una certa tenerezza ….no, bando alla diplomazia, provo una certa compassione verso chi ha spesso decontestualizzato le tue parole, o verso chi ha fatto, fa lezione con te ed è convinto di conoscerti, di capirti e ….UTILIZZA la tua vicinanza, la tua personalità, per fare di te e del tuo pensiero una falsa imitazione ….portando avanti un certo disprezzo per i non eletti, per chi non balla il loro stile …perché scusa, lo stile è il loro, non di certo il nostro!!! Estendo la compassione a chi usa le medesime cose per dare addosso senza ragione, senza sapere, senza averti mai visto, senza …un bel cavolo di niente. Se sapessero che un sacco di volte per giocare con la falsa apparenza ti ho definito “talebano”, quando a livello di chiusura mentale sugli argomenti lavorativi, tra noi due, il vero talebano sono io!!! Ma qui hai ragione tu : CHI SE NE FREGA!!??!! …..quando c’è la salute!!!
Pietro: “…..quando c’è la salute !!!!”
Daria: “Procediamo. Cosa pensi di chi balla sull’ uno? E non ridere, so che è una domanda ridicola”
Pietro: “La stessa cosa che penso di chi balla sul due, sul break, sul sei..
Credo che tanti ballino sull’uno perché è il primo numero!
Credo che tanti ballino sul due perché è quello che viene subito dopo il primo numero!
Credo insomma che ballino con un “sistema”; il succo è che per me non ballano ritmicamente. Discorso lungo che sicuramente viene spesso frainteso, anche se tanti fanno finta di aver capito….e dico far finta perché se non hai mai sperimentato “l’alternativa” al conteggio è impossibile comprendere…. Speriamo almeno sia chiaro che non sto dicendo che è sbagliato ballare su questo o quel tempo.
Cavolo, pensa che crisi esistenziale se potessero parlare quei matematici, alcuni dei quali illustrissimi, che dicono che i numeri non esistono!!!!!!
Daria e Pietro Mingarelli – Willie Rosario, Afro Cha – Joe Cuba, El Hueso
Daria: “Discorso lungo, bisognerebbe spiegare ……ora però non abbiamo tempo!!! Facciamo così: uno dei prossimi articoli della rubrica, magari uno di quelli di febbraio, lo scriveremo insieme, a quattro mani, proprio su questo argomento.”
Pietro: “A disposizione!”
Daria: “Ok!….. Conosco allievi che sono a dir poco intimoriti da te. Cosa ne pensi?”
Pietro: “…emmmm…..io da me stesso non lo sarei….”
Daria: “Cosa non sopporti in un ballerino? E in una ballerina?”
Pietro: “In una dama non sopporto l’ “inguidabilità”!!! Non amo le donne poco femminili, non amo le donne volgari, quelle che sono talmente impegnate nelle varie imitazioni da non lasciarsi portare in alcun modo. Nell’ uomo odio il “virtuosismo solista”, l’abuso di passi su momenti musicali totalmente inopportuni. Non sopporto l’uomo che non sa guidare e mette a disagio la dama. Odiosa la mancanza totale di contatto tra i due e non parlo di “SGUARDO”!!! Come dici tu,si tratta di aver quanto meno presente che ho una persona davanti e i miei movimenti, passi, figure non devono essere eseguiti come se fossi solo/a !!! Di entrambi trovo antipatico quando un atteggiamento, un modo di ballare diventa “ostentare”, “eccedere” ……e poi ci sono luoghi appropriati per fare gli spettacoli, il salone è un’altra cosa…per carità, ben venga il coinvolgimento, l’entusiasmo, la grinta…quando sono orientati alla propria coppia, a se stessi…..ma che tristezza quando gli occhi di chi sta ballando sono impegnati a controllare se li guardi oppure no…..tranquilli, se non sono troppo stanco guardo, guardo!! .
Daria e Pietro Mingarelli
Daria: “I tuoi cantanti o musicisti preferiti.”
Pietro: “Questa è la domanda più difficile . Se parliamo di Mambo, di timbalero : Tito Puente. Tra le orchestre …..durissima ….sicuramente una delle preferite è l’orchestra di Willie Rosario : che eclettismo, coprono un periodo che va dal ’70 al 2000. Come cantante, tra i soneros : Chamaco Ramirez. Per la varietà ritmica : Ray Barretto. Ancora tra i cantanti : Cheo Feliciano. Per i virtuosismi vocali : Andy Montañez.
Daria: “ A chi ti ispiri nel ballo e nell’insegnamento?”
Pietro: “A te.”
Daria: “Allora lo scrivo!!!!”
Pietro: “Devi ….l’intervista è la mia.”
Daria: “Se insisti ….comunque…. tra una serata in “salsoteca” 15 anni fa e una serata di oggi?”
Pietro: “Nessun dubbio : 15 anni fa….e per te?”
Daria: “Nessun dubbio : 15 anni fa… E a livello di forma professionale, fisica e artistica tra 15 anni fa ed oggi?”
Pietro: “Nessun dubbio : oggi….per te?
Daria: “Nessun dubbio : oggi…… Bene, ti ringrazio; sei stato carino…..”
Pietro: “A te . ……..ah, magari scrivi che io sono sempre carino!!”
Daria: “Certamente…..in rosso e sottolineato !”
Ringraziamo Daria e Pietro Mingarelli per averci concesso l’autorizzazione a pubblicare l’intervista.
Con questo titolo inauguriamo una nuova serie di articoli dedicati ad alcuni strumenti elettrici che hanno rivestito un importante ruolo all’interno della musica Salsa e di altri generi latini.
Questo organo elettrofonico a motore è un simbolo per generi musicali come Jazz, Blues, Gospel, Soul, Rock, ecc.
Anche nella musica latina l’organo ha avuto un suo momento d’oro e chi non poteva permettersi un vero Hammond, ingombrante e costoso, lo sostituiva con versioni portatili e più economiche, come quelle prodotte dalla casa marchigiana Farfisa.
Nel campo del Latin Jazz si è usato e si usa tutt’ora l’Hammond, mentre nella Salsa si sono utilizzati, tranne per rari casi che vedremo in seguito, organi portatili ed economici come appunto il Farfisa Compact , il Vox continental , l’Ace Tone e tanti altri che potete trovare a questo indirizzo web:
Il suono Hammond però è davvero unico, un suono caldo ed avvolgente, grazie anche al suo amplificatore rotante Leslie
(che vedete nella foto) che ha reso questo strumento un vero e proprio oggetto di culto, la Rolls Royce degli organi elettrici.
Purtroppo il costo dell’Hammond era proibitivo per i gruppi di salsa o di altri generi caraibici; del resto, la nostra amata Salsa era musica del barrio e per questo i gruppi si affidavano principalmente alla Farfisa.
La Farfisa invece era leader per la costruzione di organi che erano diffusissimi anche in gruppi noti come i Pink Floyd ed i Doors, per quanto riguarda il Rock, o i Tangerine Dream, Jean Michel Jarre, ecc. nel campo dell’elettronica.
La Farfisa aveva un suono acido dovuto alla distorsione dei transistor in fase di uscita del segnale dai VCA e proprio per questo suono “elettronico” si prestava facilmente ad essere trattato con effetti esterni come Phaser, distorsori o Chorus.
E’ in parte merito di questo che ebbe il suo successo anche in gruppi come appunto i Pink Floyd, i quali non avevano certo problemi economici (ma che per le parti di organo usavano un bel C3 Hammond!).
Chi suonava l’Organo elettrico e perchè?
L’organo elettrico, usato nelle chiese americane per suonare Gospel, Blues e Jazz, divenne rapidamente un’icona degli anni 50.
Ma è negli anni 60 che conobbe la sua massima diffusione attraverso il Soul, il Rock ed il Beat.
Anche la musica latina soprattutto a New York si impossessò di quei suoni come racconta Eddie Palmieri in questa intervista.
Anche se ci furono alcuni esperimenti commerciali come quelli del Mambo Rock di Perez Prado, colui che diventò un’icona dell’organo latino fu Charlie Palmieri. Quest’ultimo fu la massima espressione nell’uso dell’organo nella musica salsa, nonostante anche lui utilizzasse un Farfisa Compact! Lo stesso che si vede in questo video:
Eddie Palmieri – Solo Piano Live 1970s
Sulla scia di Charlie l’organo venne utilizzato anche da tante altre orchestre come l’orchestra Zodiac a Portorico, e da tanti altri gruppi degli anni 60/70 in America Latina (di cui parleremo nella seconda parte); ma si tratta purtroppo quasi sempre di organi elettrici portatili ed economici.
Il più delle volte questi grandi musicisti sopperivano alla mancanza di strumenti adeguati, a causa delle loro ristrettezze economiche, con il proprio talento.
Per sentire un vero Hammond invece dovete ascoltare i gruppi di Latin Jazz come il celebre quintetto di Cal Tjader, un genio che coniugava una ritmica eccelsa insieme a Mongo Santamaria e ad altri straordinari jazzisti.
Fra questi non possiamo non citare Clare Fisher o Dick Hayman.
Pensate che Dave Pike si permise il lusso di avere Herbie Hancock all’organo!
Johnny “Hammond” Smith insieme a Ray Barretto ed in tempi più recenti il grande Poncho Sanchez registrano sempre con un Hammond.
Un altro capitolo riguarda il Latin Soul vista l’attinenza con i grandi della musica Afroamericana con artisti come Pucho & The Latin Soul Brothers, Willie Bobo, Mongo Santamaria, Ralfi Pagán, Candido Camero, ecc. che hanno registrato spesso con organo Hammond e piano elettrico Fender Rhodes.
Sicuramente l’esempio più importante per chiunque suoni l’organo Hammond viene dal gruppo di Carlos Santana di cui parleremo in dettaglio nella seconda parte dell’articolo.
In seguito con il boom della Fania si cominciarono ad ascoltare dischi con Fender Rhodes, Minimoog, Yamaha CP 70 ovvero i migliori strumenti elettrici dell’epoca.
Un esempio è il grandissimo disco della Fania All star “Latin Soul Rock” dove uno straordinario Jan Hammer duetta con il celebre organo Hammond!
Nella seconda parte vedremo più in dettaglio gli album più importanti per l’uso dell’organo nei vari generi Latin Soul/Rock, Salsa e Latin Jazz.
Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel que le decia
que era su amor y su locura
ya la vida le ha enseñado demasiado
cometer el mismo error no le interesa
los amores que ha tenido le fallaron
y dejaron en el aire las promesas
y dejaron en el aire las promesas
Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura
va tratando de lograr lo que ha soñado
aprobecha la experiencia de la vida
va olvidando sufrimientos del pasado
la calumnia y la mentira la castigan
la calumnia y la mentira la castigan
Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura
pero en todo este pasaje de la vida
ha sabido mantenerse con decencia
aunque muchos habladores la confundan
aunque muchos traten de inventar con ella
aunque muchos traten de inventar con ella
Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura
que era su amor y su locura
(ella va triste y vacia)
en su rostro se comprenden
los fracasos de la vida
la calumnia y la mentira y el desamor la castigan
fue que todo el mundo le fallo
ella no lo merecia
por fracasos de la vida
asi es que muere un amor
hay que nadie comprendia
la promesa le fallaron
los errores de Sofia
a donde ira la pobre
niña triste y desolada
pero que cosa le harian
caminaba tan orgullosa
y de su dolor nadie sabia
mirala que linda viene
mirala que linda va
a donde se esconderia
yo la vi llorando yo la vi
Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
La sua vita le ha già insegnato tanto
ripetere lo stesso errore non le interessa
gli amori che ha avuto sono falliti
ed hanno lasciato al vento le promesse
ed hanno lasciato al vento le promesse
Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
Sta cercando di raggiungere quel che ha sognato
Aprofitta dell’esperienza della vita
per dimenticare le sofferenze del passato
La calunnia e la menzogna la colpiscono
La calunnia e la menzogna la colpiscono
Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
ma in questo passaggio della vita
ha saputo mantenersi con decenza
anche se molti chiacchieroni la confondono
anche se molti cercando di inventare cose con lei
anche se molti cercando di inventare cose con lei
Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
che era il suo amore e la sua follia
(Lei cammina triste e vuota)
Nel suo viso si comprendono
i fallimenti della vita
la calunnia e la menzogna e il disamore la colpiscono
ma tutto il mondo le è crollato addosso
lei non lo meritava
per i fallimenti della vita
così muore un amore
che nessuno comprendeva
la promessa l’ha ferita
gli errori di Sofia
dove andrà la povera
ragazza triste e desolata
però che cosa le hanno fatto
camminava così orgogliosa
e del suo dolore nessuno sapeva
guarda com’è dolce quando viene
guarda com’è dolce quando va
dove si nasconderà
Per festeggiare i 50 anni di carriera del Gran Combo de Puerto Rico verrà prodotto un documentario che includerà concerti dal vivo, interviste e materiale di archivio.
Il titolo di questo lavoro è Beyond Salsa.
Al fine di creare un film con la giusta qualità che questo leggendario gruppo merita, gli autori hanno seguito l’orchestra per diversi anni e compilato migliaia di ore di filmati storici degli ultimi 50 anni della band.
Il leggendario chitarrista portoricano Yomo Toro, maestro del cuatro, è stato ricoverato in ospedale per una crisi renale causata dalla pressione alta ed è grave.
Purtroppo le condizioni di fragilità in cui si trova impediscono ai medici di intervenire con un trapianto.
Gli auguriamo una pronta guarigione, forza Yomo Toro!
Nato a Ensenada, Portorico, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.
Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.
La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.
Born in Ensenada, Puerto Rico as the son of an amateur guitarist,Yomo Toro grew to have a five-decade career as one of New York City’s best respected Latin musicians. Toro’s instrument of choice was the cuatro, a Puerto Rican 4-string guitar-like instrument descended from the Spanish Vilhuela.
After first landing in New York in 1953 with his band, Los 4 Aces, Yomo embarked on a series of tours of the Caribbean, finally settling for good in the Tremont section of the Bronx in 1956. He played with Trio Los Panchos in the early ’60s and recorded four albums with them, including one featuring Eydie Gormé.Soon after that he began recording with the legendary Fania label, eventually joining their world-famous house band, the Fania All-Stars. During the late ’60s and early ’70s he hosted a tv show called the Yomo Toro Show on New York’s Channel 41.The show, which featured interviews and entertainment from a host of Latin personalities, was on for seven years. 1969 was an especially fruitful year for Toro. He recorded Tribute to Arsenio with the Larry Harlow Orchestra — an incredibly influential salsa album.Toro also got to hook up with some legends in 1970 when he recorded the classic Asalto Navideño with Willie
Colon and Hector Lavoe, combining the new sounds of NewYork salsa with traditional Puerto Rican Christmas music.The album was, and continues to be, one of Fania’s best-selling products of all time.
In the ’70s, ’80s and ’90s Toro’s career continued non-stop. He appeared on over 150 albums, recording over 20 solo albums for Fania, Island, Rounder and Green Linnet Records. He broke back into television and film, playing on commercials for several major international companies and working on the soundtracks for several films, including Crossover Dreams with Ruben Blades and Woody Allen’s Bananas. He broke out into many different genres, recording with Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt and David Byrne. In 1994, Yomo began playing and recording in the Latin Legends with Larry Harlow and Aldaberto Santiago. Today, his rapid fire guitar strains are heard over Zon del Barrio’s Cortijo’s Tribe CD and the single “Homenaje al Sonero Mayor” where Yomo soars on solos that let him stretch and expand his virtuosity on strings.