Ricorre oggi il nono anniversario della scomparsa della grande Celia Cruz, morta il 16 luglio 2003 a Fort Lee nel New Jersey.
A noi piace ricordarla così…
Ricorre oggi il nono anniversario della scomparsa della grande Celia Cruz, morta il 16 luglio 2003 a Fort Lee nel New Jersey.
A noi piace ricordarla così…
Edit 09 settembre 2012
G R A Z I E a tutti voi ragazzi, sto ancora finendo di leggere i vs. commenti su facebook e sono veramente senza parole, anche perchè quelle le avete spese tutte voi. Ieri è stata l’ennesima dimostrazione di quanto la passione possa superare gli ostacoli ed il buon Tommy ne sa qualcosa… :D. Per sostituirlo ho dovuto correre per due dalle 17 di sabato 8 settembre alle 6:40 del giorno successivo ma ne è valsa la pena e nonostante sia ancora distrutto, sono strafelice perchè alla fine la nostra amata musica e la voglia di stare insieme hanno vinto ancora una volta.
Ieri il nostro Tommy Salsero (soprannominato il regista per via della carrozzina sulla quale ha passato la serata) ha dovuto guardare le tante ballerine che gli chiedevano cosa fosse successo e solo grazie allo loro coccole (e se lo avesse fatto apposta??? :D) è riuscito a superare la tristezza di non poterci ballare insieme.
I ns. eventi vivono anche di queste situazioni: la musica è una parte importante ma non basta, ci vuole tanta passione, spirito di sacrificio (penso anche e soprattutto a chi si fa centinaia di chilometri per vivere questo evento di un giorno nonostante la crisi di questi tempi), voglia di condividere un momento che rimarrà impresso per sempre nei propri ricordi.
Quindi non posso non ringraziarvi ancora una volta cari amici malati di sooooooooooooolo salsa classica, TUTTI indistintamente, perchè non c’è differenza fra ballerini, dj, maestri di ballo, gestori e organizzatori, alla fine quel che conta è portare avanti un’idea che è nata dalla passione di qualche amico in un forum di salsa e che a distanza di quasi DIECI anni continua a…vivere più forte che mai.
Appuntamento al prossimo anno per la festa dei 10 anni LaSalsaVive, intanto, nell’attesa, vi diamo appuntamento al 21 settembre con la Charanga Moderna a Bergamo nel nuovo locale dell’amico Vannydj Capoferri.
Ed ecco le prime foto!
Vai alle foto 9 compleanno LaSalsaVive by redazione LSV
edit 22/9/12
E finalmente ecco anche i video!!!:
Finalmente ci risiamo! Anche quest’anno LaSalsaVive festeggia il compleanno al Don Chisciotte di Galliera (BO), questa volta il nono!
L’evento degli eventi, come dice qualcuno, semplicemente “l’evento” o “la madre di tutti gli eventi” di salsa classica… 🙂 troppo buoni, ci fa un immenso piacere leggere questi commenti e ogni anno cerchiamo sempre di fare qualcosa in più per rendere la serata al di sopra delle aspettative (che sono sempre molto alte) 🙂
Anche quest’anno riproporremo l’ormai collaudata formula (il Galà della Salsa Classica alla sua settima edizione) dei dj da ogni parte d’Italia e qualche ospite anche dall’estero, che suoneranno in coppia su tre piste.
Inoltre ci sarà la quarta edizione della mostra dei vinili di salsa classica con collezionisti e appassionati da ogni parte d’Italia.
Quindi, se ami la salsa classica e vuoi passare una notte completamente diversa dalle altre, l’8 settembre 2012 non puoi mancare, ti aspettiamo per il nostro 9 compleanno!
E come ogni anno c’è la possibilità di cenare dentro il locale! Ecco il menù che potrete degustare al Don Chisciotte previa prenotazione (Max Chevere (tel. 392.1047764) o Tommy Salsero (tel. 392.1047764) e vi daremo tutti i dettagli).
PROGRAMMA
Ore 17: Apertura mostra/scambio del vinile. (la mostra è aperta al pubblico gratuitamente)
Ore 20: CENA:
pennette tricolore
grigliata mista di carne con patate al forno
creme caramel
caffè
acqua e vino
Per le persone con problemi alimentari tipo celiaci c’è la possibilità di avere un menù specifico, vi preghiamo solo di farcelo sapere per tempo in modo da non creare problemi alla cucina. GRAZIE!
Ore 23: Inizio pre-serata con i dj
Questi i dj invitati che hanno partecipato: (in ordine alfabetico)
Andrew Rusig (Gorizia) – Sesar Dj (Napoli)
Antonio Fei (Avellino) – Francesco “Frankaly Lavoe” (Napoli)
El Temba (Los Calvos) (Genova) – Norberto Rios (Ascoli)
Fabio El Barrio (Bologna) – Ivan El Conde (Taranto)
Giancarlo Coppo – Paolo Falzetti (Salsa 7o y Guaguanco) (Torino)
Max “El Bacán” (Ancona) – Pio4te (Roma)
Mascalzone Latino (Lucca) – Claude dj (Milano)
Pupo (Milano) – Fabrizio Zoro (Milano) – Franco Monte (Milano)
Vannydj Capoferri (Bergamo) – Paolo “El Chino” (Bolzano)
Altri dj in attesa di conferma…
Ore 24: Presentazione e partenza con i dj a coppie che si alterneranno nelle due postazioni.
Ore 02: Torta di compleanno Lasalsavive!
La festa andrà avanti fino all’alba e saranno dispensati brioche e cappuccino ai sopravvissuti alla maratona!
Per avere un’idea dell’evento:
Ed ecco alcuni video della scorsa edizione a cura di Pietro Naldi:
Per scaricare il banner ufficiale del 9 compleanno LaSalsaVive clicca qui:
HOTEL CONVENZIONATI:
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HOTEL PAMELA
Hotel Pamela – Via Galliera Sud, 74 – 40018 San Pietro in Casale (BO) Italy
Tel. +39 051 810754 (6 Linee) – Fax +39 051 817202 info@hotelpamela.it
Quando prenotate ricordate di dire convenzione LASALSAVIVE, persona da contattare: Gianni.
Tariffe convenzionate:
Singola: 45 EURO con prima colazione (caffè,succo e brioche)
Doppia o matrimoniale: 52 EURO (caffè,succo e brioche)
Tripla: 67 EURO (caffè,succo e brioche)
Quadrupla: 79 EURO (caffè,succo e brioche)
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HOTEL LUNA BLU di CASUMARO (FE)
44041 Casumaro (FE) – Via Del Lavoro, 1/B
Tel.051 6849994
http://www.hotellunablu.it/info.php
Mappa:
http://www.hotellunablu.it/cartina.php
L’hotel sarà chiuso dal 1 al 31 Agosto, per prenotare potete inviare un sms al N. 338.8523858 (Silvia) inviare una mail a info@hotellunablu.it oppure telefonare dopo il 1 Settembre.
Quando prenotate ricordate di dire convenzione LASALSAVIVE.
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HOTEL GALLIERA
40010 Galliera (BO) – Via Dante Alighieri, 2/C
051 812148
http://www.hotelgalliera.it/
Mappa:
http://www.hotelgalliera.it/carta.html
Camera singola 34 Euro
Camera doppia 50 Euro
Camera tripla 65 Euro
Quando prenotate ricordate di dire convenzione LASALSAVIVE.
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Come arrivare al Don Chisciotte:
1. Prendere A13 (direzione Padova ).
2. Uscire ad Altedo (uscita dopo Bologna Interporto e prima di Ferrara sud).
3. Seguire per San Pietro in Casale (girando a destra usciti dal casello continuare 4 km).
4. All’incrocio prima di entrare a San Pietro girare a destra verso Ferrara.
5. Dopo circa 50 mt a sinistra e seguite le indicazioni “POGGETTO” “MASSUMATICO”.
6. Percorrere questa stradina senza mai lasciarla, oltrepassando “MASSUMATICO”.
7. Dopo circa 8 km troverete le indicazioni “Sant’Agostino” (girate a sinistra poi a destra).
8. Dopo circa 1km sulla destra troverete il Don Chisciotte.
Don Chisciotte
S. Agostino – Galliera (BO)
Via Confine, 1 –
Info: 051/814340
Vai alla mappa:
5 Luglio 2012
Notizia tratta da Primera Hora
Dopo aver dato la notizia della prossima uscita del nuovo disco dei Lebron Brothers ecco un’altra bella notizia per tutti i fans di Johnny Ventura: il merenguero dominicano di 72 anni sta lavorando al nuovo disco insieme al figlio Jandy Ventura che si occupa della produzione e della direzione del disco.
L’album si chiama “El viejo está en la calle“, mentre il primo singolo lanciato sul mercato è “Sigo en la rumba“.
Per maggiori informazioni: http://www.johnnyventuraonline.com/
Español
A sus 72 años, el merenguero dominicano Johnny Ventura recarga su espirítu vivaracho, que lo caracteriza y la energía con la que se mueve en tarima con el calor y apoyo incondicional de su público.
Es por ello que “el Caballo Mayor” reitera a Primera Hora que “la energía en la música me la imprime el público, que juega un papel de un 80 por ciento de lo que es la presentación de un artista, y tengo la bendición de que el público siempre me recibe con mucho entusiasmo y eso lo reflejo en la tarima”.
Para mantener ese contacto con sus más fieles seguidores, la voz de Capullo y sorullo planifica lanzar su álbum El viejo está en la calle, cuyo primer sencillo es Sigo en la rumba.
Este proyecto musical le hincha el pecho de orgullo al cantante porque trabajó con su hijo Jandy Ventura, quien se encargó de la producción y dirección del disco.
“Es muy grato cuando uno es dirigido y producido por un hijo, es muy grato. Es un orgullo definitivamente”, sostiene el orgulloso padre, cuyo nombre de pila es Juan de Dios Ventura Soriano.
En cuanto al título de su oferta musical, dice riendo que “yo soy un bebé de 72 años y dije: ‘Vamos a hacer algo fresco con arreglos de merengue y otros géneros muy actualizados con el toque de lo que es la música de Johnny Ventura.
Entre sus planes en agenda, Johnny Ventura estará en Puerto Rico para el concierto de su amigo y colega Andy Montañez, quien celebrará sus 50 años de trayectoria musical el sábado 14 de este mes, en el Coliseo de Puerto Rico.
“Puerto Rico me recibe siempre con mucho cariño, y durante tantos años ha sido una base fundamental en mi carrera”, recalca.
Aprovechó esta entrevista para “invitar al público que asista al evento porque se van a divertir con la calidad del espectáculo que se está montando, y todo el mundo conoce a Andy Montañez y, en mi caso, yo quiero contar anécdotas y no se las deben perder”.
Direttamente dal profilo twitter dei Lebron Brothers, ecco la notizia che tutti i fans del mitico gruppo dei fratelli Lebron, stavano aspettando: Los Hermanos Lebron sono in studio a registrare il nuovo disco!
Ecco la foto delle registrazioni:
https://twitter.com/LEBRONBROS/status/220322623203180544
Alla nostra domanda per sapere quando il disco sarà pronto, i Lebron Brothers hanno risposto entro poche settimane.
Bene, non ci resta che aspettare e presto potremo ascoltare il nuovo lavoro!
https://twitter.com/LEBRONBROS/status/220503355687055360
https://twitter.com/LEBRONBROS/status/221076464328650752
Ecco le date del tour 2012 di Ruben Blades.
Ya están anunciadas las fechas oficiales de Junio, Julio y Agosto de la gira mundial de Rubén #CantosyCuentosUrbanos , http://t.co/9HDRuDRZ
— Rubén Blades (@rubenblades) June 29, 2012
MAESTRA VIDA, Con la Orquesta Sinfónica Simón Bolivar y la Orquesta Latino Caribeña Simón Bolívar. Director: GUSTAVO DUDAMEL
Hollywood Bowl
Curaçao North Sea Jazz Festival
New York 30 giugno 2012
Aurora Communication ha appena confermato il decesso di Yomo Toro.
Ci lascia il più grande cuatrista della storia della salsa.
Riposa in pace.
26 Luglio 1933 – 30 giugno 2012
Biografia
Nato a Ensenada, Portorico, il 26 Luglio del 1933, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.
Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.
La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.
Per festeggiare i 50 anni di carriera del Gran Combo de Puerto Rico verrà prodotto un documentario che includerà concerti dal vivo, interviste e materiale di archivio.
Il titolo di questo lavoro è Beyond Salsa.
Al fine di creare un film con la giusta qualità che questo leggendario gruppo merita, gli autori hanno seguito l’orchestra per diversi anni e compilato migliaia di ore di filmati storici degli ultimi 50 anni della band.
Il leggendario chitarrista portoricano Yomo Toro, maestro del cuatro, è stato ricoverato in ospedale per una crisi renale causata dalla pressione alta ed è grave.
Purtroppo le condizioni di fragilità in cui si trova impediscono ai medici di intervenire con un trapianto.
Gli auguriamo una pronta guarigione, forza Yomo Toro!
Nato a Ensenada, Portorico, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.
Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.
La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.
Biografia in inglese:
Date of Birth:
26 July 1933, Guánica, Puerto Rico
Birth Name:
Víctor Guillermo Toro Vega Ramos Rodríguez Acosta
Born in Ensenada, Puerto Rico as the son of an amateur guitarist,Yomo Toro grew to have a five-decade career as one of New York City’s best respected Latin musicians. Toro’s instrument of choice was the cuatro, a Puerto Rican 4-string guitar-like instrument descended from the Spanish Vilhuela.
After first landing in New York in 1953 with his band, Los 4 Aces, Yomo embarked on a series of tours of the Caribbean, finally settling for good in the Tremont section of the Bronx in 1956. He played with Trio Los Panchos in the early ’60s and recorded four albums with them, including one featuring Eydie Gormé.Soon after that he began recording with the legendary Fania label, eventually joining their world-famous house band, the Fania All-Stars. During the late ’60s and early ’70s he hosted a tv show called the Yomo Toro Show on New York’s Channel 41.The show, which featured interviews and entertainment from a host of Latin personalities, was on for seven years. 1969 was an especially fruitful year for Toro. He recorded Tribute to Arsenio with the Larry Harlow Orchestra — an incredibly influential salsa album.Toro also got to hook up with some legends in 1970 when he recorded the classic Asalto Navideño with Willie
Colon and Hector Lavoe, combining the new sounds of NewYork salsa with traditional Puerto Rican Christmas music.The album was, and continues to be, one of Fania’s best-selling products of all time.
In the ’70s, ’80s and ’90s Toro’s career continued non-stop. He appeared on over 150 albums, recording over 20 solo albums for Fania, Island, Rounder and Green Linnet Records. He broke back into television and film, playing on commercials for several major international companies and working on the soundtracks for several films, including Crossover Dreams with Ruben Blades and Woody Allen’s Bananas. He broke out into many different genres, recording with Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt and David Byrne. In 1994, Yomo began playing and recording in the Latin Legends with Larry Harlow and Aldaberto Santiago. Today, his rapid fire guitar strains are heard over Zon del Barrio’s Cortijo’s Tribe CD and the single “Homenaje al Sonero Mayor” where Yomo soars on solos that let him stretch and expand his virtuosity on strings.
di JUAN CARLOS ÁNGEL per la rivista Sonero de Barrio
Le interviste che ho realizzato, per me, sono state tutte molto soddisfacenti, alcune per il carisma degli artisti e altre per l’importanza del personaggio. Però intervistare quei musicisti e cantanti che attraverso il tempo si sono persi senza dare segnali, mi da ancora maggiori motivazioni. Ogni volta che ci troviamo a casa di collezionisti o in qualche bar e ascoltiamo le nostre canzoni preferite, ci domandiamo che ne sarà stato della vita di quell’artista; a volte non abbiamo una risposta chiara, il più delle volte si dice che probabilmente sarà già morto.
Per questo motivo ho iniziato a fare delle ricerche sui luoghi di ognuno dei nostri idoli salseri, alcuni già ritirati e altri ancora con la voglia di continuare a suonare. In questa occasione abbiamo invitato alla rivista “El Sonero del Barrio” Frankie Figueroa, meglio conosciuto come “Mr. Estilo”, originario della città di Guayama, che si trova nella costa sud di Portorico. Questa zona è conosciuta come il paese degli stregoni, a causa di un leggendario lanciatore di una squadra di baseball di Guayama soprannominato “Moncho el brujo”, terra dove era nato il compositore più prolifico della salsa: Tite Curet Alonso. Frankie Figueroa è un altro figlio del paese stregato, uno straordinario sonero che è riesce facilmente a interpretare tanto un bolero quanto un guaguanco o un son montuno. Ha fatto parte di orchestre di grande successo come quella di César Concepción, Jorge Ortega, Willie Rosario, Chucho Rodríguez, Memo Salamanca e Tito Puente fra le altre, lasciando il suo segno di grande qualità in ognuna di esse, così come nella sua orchestra. Vi invito pertanto a gustare la seguente intervista che ho realizzato con questo gran cantante.
D. Juan Carlos: Quali sono i nomi dei suoi genitori e cosa facevano nella vita?
R. Frankie: Mia madre si chiamava Vicenta López Villa ed era una casalinga, mio padre Félix Frank Figueroa lavorava come verniciatore e meccanico d’auto, oltre a impegnarsi in politica per molti anni a Portorico.
D. Può dirci il suo nome di battesimo, la data ed il luogo di nascita? E come furono i primi anni della sua infanzia?
R. Mi chiamo Félix Frank Figueroa: sono nato a Guayama, Portorico, il 27 gennaio del 1941; ho iniziato la scuola all’età di 7 anni; da bambino lavoravo vendendo giornali e frutta, ho anche pulito le scarpe; l’ho fatto solo per due anni, poi ho smesso perchè mi vergognavo quando mi vedevano le ragazze della scuola (ride). Ho cominciato con la musica suonando i barattoli di latta perchè non avevo soldi per comprarmi delle percussioni, mi ricordo che andavo nella cucina di mia madre a fare pratica con le percussioni e utilizzavo come tamburo la latta dove lei conservava il combustibile per accendere la stufa. Successivamente mi chiamarono a far parte della Banda Municipale di Guayama; il canto a quell’epoca non mi interessava più di tanto, cantavo solo nella scuola musica di Natale.
Entrai nella Banda suonando la batteria, quando iniziarono a dirmi come fare non fu necessario perchè io ero già capace di suonarla. Nessuno mi insegnò a suonare le percussioni perchè imparai a farlo ad orecchio ascoltando la radio. La prima orchestra che ascoltai fu quella di César Concepción, era la mia orchestra preferita e mai avrei pensato un giorno di entrarne a far parte; alla radio ascoltavo anche la musica di trii come Johnny Albino, il trio Los Panchos, Felipe Rodríguez, e grandi orchestre come quelle di Pérez Prado e Tito Puente.
Terminati gli studi nel 1959 andai negli Stati Uniti e iniziai a suonare come percussionista con vari gruppi minori amatoriali e per un breve periodo nell’orchestra di Moncho Leña. Successivamente fui raccomandato da un mio grande amico pianista che era soprannominato “Macucho”, per suonare nell’orchestra di Paquito López Vidal, il compositore di Espérame en el cielo.
Ho lavorato per tre anni suonando le tumbadoras, il cantante di questa orchestra mi dava l’opportunità di cantare una canzone per ogni concerto.
A seguire ho lavorato per quasi due anni al Broadway Casino con l’orchestra di Carlos Pizarro; poi andammo al Caravana Club, che per quell’epoca era il miglior club di salsa e pachanga, e fu lì dove mi videro Willie Rosario e Bobby Valentín che era il trombettista della sua orchestra.
Loro mi sentirono cantare una delle canzoni che mi lasciavano cantare durante l’esibizione, un bolero chiamato Negrura che registrò Rolando Laserie; fu così che mi invitarono a far parte della loro nuova orchestra, la quale era stata modificata a seguito di un problema con il cantante Yayo el Indio, che l’orchestra di Willie accompagnava nel club Caborrojeño. Yayo ed il pianista Héctor Rivera rimasero con tutti i musicisti ad eccezione di Bobby Valentín.
Registrai il primo LP di Willie Rosario, come vocalista però non ero ancora il cantante della nuova orchestra; lui aveva l’intenzione di integrare Alfredo Vargas che era il cantante dell’orchestra più antica di Portorico, l’orchestra Happy Hills de San Germán, però a Willie non piaceva questo cantante e decise di scegliere me.
Con l’orchestra di Willie lavorai per due stagioni, dopo di che entrai a far parte dell’orchestra di César Concepción e viaggiammo a Portorico. Andai avanti per due anni con questa orchestra. Dopo andai in Messico dove firmai per la famosa etichetta discografica Musart, io sono stato il primo cantante portoricano a registrare per questa gloriosa compagnia messicana, ebbi il grande onore di registrare con grandi maestri come Memo Salamanca, Nacho Rosales e Bobby Ortega.
Bene, dopo queste esperienze in Messico mi chiamò da Panama il figlio di Miguelito Valdés “Mr. Babalú” detto “Chengue”, per lavorare in un programma televisivo che lui dirigeva per il canale TV2 nello show di Blanquita Amaro, che era una ballerina, cantante e attrice cubana.
Inizialmente il mio contratto con il canale era per dieci giorni ma rimasi per tre mesi.
D. Quali sono stati i cantanti che l’hanno influenzata maggiormente?
R. Indubbiamente Benny More, lui è stato il più grande, però ammiravo anche cantanti come Gilberto Monroy, Vitín Avilés, Ismael Rivera e Joseíto Mateo.
R. Ho lavorato a New York nello show di Gaspar Pumarejo. Poi con Myrta Silva (che diventerà la manager di Frankie) nel programma “Una hora contigo”, che lei presentava. Inoltre con Polito Vega in un programma che si chiamava “El show de la juventud”.
D. Con quali altre orchestre ha avuto esperienze come cantante e percussionista?
R. Dopo aver lavorato con l’orchestra di Willie Rosario e prima di entrare in quella di César Concepción ho lavorato con Kako, Rey Terrace, Héctor Rivera, Joe Cotto il cui cantante in quel periodo era Mon Rivera; ho lavorato anche con Johnny Pacheco, in sostituzione di Chivirico Dávila che cantava con Monguito el único; questi erano i cantanti di Johnny in quel periodo, io cantavo un po’ con tutti quelli che mi chiamavano anche se con nessuna di queste orchestre registrai dischi come cantante.
D. Con quali altre orchestre ha registrato?
Con Ray Terrace ho registrato suonando le congas e con Kako facendo i cori e come conguero. Nell’LP che contiene le canzoni “Las nenas del barrio”, “El jaleo”, “El bebé”, il cantante era Julián Llano, tremendo vocalista scomparso.
D. Cosa ci può raccontare del lavoro che registrò con Dave Montagne?
R. Guarda, io non mi ricordavo di quella registrazione, lui era un pianista e vibrafonista che mi vide cantare con Ray Terrace e mi invitò a registrare, però io non pensavo che l’avrebbe pubblicata, credevo fosse solo per un suo uso personale, non ho mai avuto l’opportunità di ascoltare quel disco.
D Come arrivò all’orchestra di Tito Puente?
R. Dopo l’uscita di Santos Colón e Meñique, mi chiamò Charlie Palmieri ed io pensai che era per lavorare con lui, invece lui mi disse che era per l’orchestra di Tito Puente perchè i suoi due cantanti erano andati via. In quel periodo io lavoravo all’emergenza medica come paramedico, questa professione la iniziai studiando per conto mio e leggendo libri sul tema, poi per prendere il diploma presi delle lezioni in un ospedale di New York e al tempo stesso lavoravo con l’orchestra di Tito.
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D. Quanti anni lavorò con l’orchestra di Tito Puente e quale fu il motivo della sua uscita?
R. Ho lavorato con Tito Puente per 23 anni, me ne andai nel 1990 quando il manager Ralph Mercado iniziò a lavorare con Tito. Ralph voleva darmi ordini e io non li accettavo nè da lui, nè da Tito, lui voleva farmi fare il corista nei concerti con Celia Cruz ed io gli dissi che non ero un corista, che Tito Puente mi aveva messo sotto contratto come cantante della sua orchestra, non come corista; gli dissi anche che facevo cori solo nelle registrazioni dei dischi, non nei concerti. Per questo motivo me ne andai definitivamente dalla sua orchestra e fu così che iniziai a lavorare con il mio gruppo.
D. Chi le diede il soprannome di Míster Estilo?
R. Fu Ulises Frenes, un attore di novelas e presentatore di un programma televisivo chiamato “El show del medio día” a Portorico, nel quale io mi esibivo tutti i giorni con l’orchestra di César Concepción; il nomignolo di “Míster Estilo” nacque per il fatto che quando io cantavo mi buttavo per terra e tiravo dei pugni quando le trombe iniziavano a suonare. Anche “Chori” Castro, che era un attore e cantante, mi diede il soprannome di “il pugile che canta”, però io non feci mai pugilato, lo praticavo solo per difesa personale, niente di più, però nel mondo musicale mi conoscono di più come “Míster Estilo”.
D. Quali altri strumenti suonava oltre le percussioni?
R. Bè, a quei tempi si ascoltava molto l’orchestra di Pérez Prado e mi piaceva molto come suonavano le trombe di questa eccellente band, e iniziai a fare pratica con la tromba, imparai a suonarla ad orecchio, come il flauto, però era solo per divertimento, non a livello professionale.
D. Secondo lei perchè la maggior parte delle orchestre e cantanti non registrano più il bolero? E cosa si potrebbe fare per far rinascere questo genere musicale?
R. Secondo me ormai nessuno registra più bolero perchè sanno che le radio non li trasmettono, dando la priorità ad altri generi come il reggaeton o la salsa romantica.
Per non far morire il bolero tutte le emittenti radiofoniche dovrebbero inserire nella loro programmazione uno spazio dedicato al bolero di almeno un’ora, questa potrebbe essere una soluzione per non far morire questo genere che io continuo ad interpretare con molta passione.
R. E’ stato con l’orchestra di César Concepción, perchè lui arrangiava i bolero con molta maestria, lui era un vero maestro ed un eccellente trombettista.
D. Fra i nuovi cantanti di salsa qual è quello che preferisce?
R. Io continuo a preferire i cantanti di un tempo che vanno avanti con la loro attività, fra i nuovi non c’è nessuno che mi interessi.
D. Che cosa ricorda dei suoi viaggi in Colombia?
R. Mi piace molto la Colombia, le sue donne, la cucina ed il tremendo pubblico salsero. Fra le città dove ho sentito maggiormente il calore e l’ammirazione del pubblico, mi ricordo in particolare di un concerto nel 1987 a Cali, con Ismael Rivera Jr., Orlando Watussi e Jr. González, questo concerto è stato uno dei più belli della mia carriera artistica.
D. Ci parli un po’ della sua famiglia.
R. Ho tredici figli, otto maschi e cinque femmine e tutti i maschi hanno il mio nome e quello di mio padre, tutti si chiamano Félix Frank Figueroa, ho quindici nipoti e vivo felice con la mia attuale moglie, lei si chiama Victoria José. Sono già in pensione e continuo a cantare perchè è la mia passione.
D. Come si chiama la sua attuale orchestra e che progetti ha per il futuro?
R. Ho due formati, la più grande si chiama Orquesta La Madre mentre il gruppo piccolo si chiama Son de Nariz, gli ho dato questo nome perchè alcuni musicisti della mia banda, capisci…(ride). Attualmente sto terminando di registrare un nuovo cd dove ho incluso alcune canzoni nuove come Pruebo e Vivito y coleando.
ENTREVISTA CON FRANKIE FIGUEROA
Por JUAN CARLOS ÁNGEL PUBLICADA JUNIO 22. 2010
MÍSTER ESTILO
Las entrevistas que he realizado, para mí, todas han sido muy satisfactorias, unas por el carisma de algunos artistas y otras por la importancia de cada personaje. Pero entrevistar a aquellos músicos y cantantes que a través del tiempo se han perdido sin dejar señal, es aún más motivador. Siempre en algunas reuniones en casas de coleccionistas y en los bares cuando suena alguna canción de nuestra preferencia, nos preguntamos, qué hay de la vida del cantante que la interpreta; algunas veces no tenemos una respuesta clara de dicho personaje, lo más común que escuchamos decir de algún amigo es que posiblemente ya murió.
Pues me he dado a la tarea de investigar el paradero de cada uno de nuestros ídolos salseros, algunos ya retirados y otros aún con ganas de seguir trabajando. En esta oportunidad tenemos como invitado en El Sonero de Barrio a Frankie Figueroa, más conocido con el apelativo de “Míster Estilo”, oriundo de la ciudad de Guayama, localizada en la costa sur de Puerto Rico. Se le conoce como el Pueblo de los brujos, por un legendario lanzador del equipo de béisbol de Guayama apodado “Moncho el brujo”, tierra donde nació el compositor más prolífico de la salsa Tite Curet Alonso. Frankie Figueroa es otro hijo del pueblo embrujado, no es para nada la excepción, un extraordinario sonero al que le es fácil interpretar tanto un bolero como un guaguancó o un son montuno; integró exitosas orquestas como la de César Concepción, Jorge Ortega, Willie Rosario, Chucho Rodríguez, Memo Salamanca y Tito Puente entre otras, dejando un nivel de calidad muy alto en cada una de ellas, tanto como en su propia orquesta. Los invito para que disfruten la siguiente entrevista que sostuve con este gran cantante
P. Juan Carlos. ¿Cuáles son los nombres de sus padres y en qué se desempeñaban?
R. Frankie. El nombre mis padres son Vicenta López Villa, fue ama de casa, mi padre se llamaba Félix Frank Figueroa y trabajaba de hojalatero de pintura y mecánico de autos, también se desempeñó muchos años en la política en Puerto Rico
Foto: cortesia de Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD
P. ¿Cuál es su nombre, lugar de nacimiento y fecha? Y, ¿como fueron sus primeros años de infancia?
R. El nombre mío es Félix Frank Figueroa: yo nací en Guayama, Puerto Rico, el 27 de enero de 1941; entré a la escuela de la edad de 7 años; de niño trabajaba vendiendo periódicos y frutas, también trabajé lustrando botas; sólo realicé este trabajo por dos años, me salí de eso porque me daba vergüenza de las muchachas de la escuela, ja.ja.ja. Yo empecé tocando tarros de lata porque no tenía para comprar unos tambores, me acuerdo que me metía a la cocina de mi madre a practicar percusión y utilizaba como tambor el galón donde ella guardaba el combustible para prender la estufa. Luego me llamaron a integrar la Banda Municipal de Guayama; el canto por esa época no me llamaba la atención, sólo cantaba en la escuela música de Navidad, entré a la Banda tocando la batería, cuando me estaban dando las indicaciones no fue necesario, porque yo ya sabía tocar, nadie me enseñó a tocar percusión pues aprendí de oído, escuchando la radio. La primera orquesta que escuché fue la de César Concepción, fue mi orquesta preferida y nunca creí que integraría esa gran banda, también escuchaba en la radio música de tríos como Johnny Albino, el trío Los Panchos, Felipe Rodríguez, y orquestas grandes como la de Pérez Prado y Tito Puente.
Terminados mis estudios viajo en 1959 a Estados Unidos y comienzo a tocar como percusionista con varios grupitos que no eran profesionales, luego tengo un paso fugaz por el grupo de Moncho Leña. Y después por recomendación de un gran amigo mío que era pianista apodado “Macucho” integré la orquesta de Paquito López Vidal el compositor de Espérame en el cielo. Trabajé por tres años tocando las tumbadoras, el cantante de esa orquesta me daba la oportunidad de cantar una canción en cada presentación, luego integro la orquesta de Carlos Pizarro, en la cual trabajé casi por dos años en el Broadway Casino; luego nos fuimos a trabajar en el Caravana Club, que por esa época era el mejor club de salsa y pachanga, ahí fue donde me vieron Willie Rosario y Bobby Valentín que era el trompetista de su orquesta. .
Ellos me oyeron interpretar un número que me dejaban cantar en la noche un bolero llamado Negrura el cual grabó Rolando Laserie; ellos me vieron cantar y me invitaron a integrar su nueva orquesta, la cual Willie reformó por un inconveniente con el cantante Yayo el Indio, al que la orquesta de Willie lo acompañaba en el club Caborrojeño. Yayo y el pianista Héctor Rivera se quedaron con todos los músicos, con excepción de Bobby Valentín.
Grabo el primer LP de Willie Rosario, como vocalista pero yo no iba a ser el cantante de la nueva orquesta; él tenía planeado integrar a Alfredo Vargas que era cantante de la orquesta más vieja de Puerto Rico. La orquesta Happy Hills de San Germán, pero a Willie no le gustaba ese cantante y se decidió por mí
Con la orquesta de Willie trabajé durante dos temporadas, después me vinculo a la orquesta de César Concepción y viajamos a Puerto Rico. Duré dos años con esa orquesta. Después viajo a México y firmo con ese gran sello Musart, yo fui el primer cantante puertorriqueño que grabó con esa gloriosa compañía mexicana, tuve el gran honor de grabar con grandes maestros como Memo Salamanca, Nacho Rosales y Bobby Ortega.
Bueno, luego de mi estadía en México me llamaron de Panamá el hijo de Miguelito Valdés “Mr. Babalú” que le decían “Chengue”, para trabajar en un programa de televisión que él dirigía en el canal TV2 el show de Blanquita Amaro, ella era una bailarina, cantante y actriz cubana. Inicialmente mi contrato en el canal fue por diez días y me quedé trabajando por tres meses.
P. ¿Cuales son los cantantes que más lo influenciaron?
R.El que más me influenció fue Benny More, él fue el más grande, pero también admiraba a cantantes como Gilberto Monroy, Vitín Avilés, Ismael Rivera y Joseíto Mateo.
P. ¿En cuáles otros programas de televisión trabajó?
R. Trabajé en Nueva York en el show de Gaspar Pumarejo. Luego con Myrta Silva en el programa Una hora contigo, que ella presentaba. Y con Polito Vega en un programa que se llamaba El show de la juventud.
A raíz de mi trabajo con Myrta Silva firmo con ella un contrato para que sea mi manager, la cual trabajó conmigo hasta el día de su muerte.
P. ¿Por cuáles orquestas pasó fugazmente como percusionista y cantante?
R. Después de trabajar con Willie Rosario y antes de integrarme con César Concepción yo trabajé con Kako, Rey Terrace, Héctor Rivera, Joe Cotto que su cantante por esa época era Mon Rivera; también estuve con Johnny Pacheco, reemplacé a Chivirico Dávila que cantaba con Monguito el único; esos dos eran los cantantes de Johnny por esa época, yo cantaba con el que me llamara y con estas orquestas no grabé como cantante.
FOTO: CORTIJO, FRANKIE FIGUEROA, ISMAEL RIVERA
P. ¿Con cuáles otras orquestas grabó?
Con Ray Terrace grabé tocando congas y con Kako grabó haciendo coros y como conguero. En el LP donde están los temas Las nenas del barrio, El jaleo, El bebé, el cantante era Julián Llano, tremendo vocalista fallecido.
P. ¿Qué nos puede contar del trabajo que grabó con DAVE MONTAGNE?
R. Mira, yo no me acordaba de esa grabación, él era un pianista y vibrafonista que me vio cantando con Ray Terrace y me invitó a grabar, pero yo nunca pensé que él iba a sacar esa grabación, yo pensé que eso era solo para uso personal de él, yo nunca he tenido la oportunidad de escuchar ese LP.
Te cuento una anécdota, estuve ensayando con la orquesta de Pérez Prado; él tenía una gira para Puerto Rico, pero al final no puede acompañarlo porque tenía unos compromisos en mi trabajo como paramédico.
P ¿Cómo fue la vinculación suya con Tito Puente?
R. Después de la salida de Santos Colón y Meñique, me llamó Charlie Palmieri y yo pensé que era para trabajar con él, pero no, él me dijo que integrara la orquesta de Tito Puente porque sus dos cantantes se retiraron de su banda. Por esa época yo ya trabajaba en emergencias médicas como paramédico, esta profesión la empecé estudiando por mi propia cuenta leyendo libros relacionados con el tema, luego para tener la licencia tomé clases en un hospital de Nueva York y a la par trabajaba con la orquesta de Tito.
P. ¿Cuántos años trabajó con la orquesta de Tito Puente y cuál fue el motivo de su salida?
R. Trabajé con Tito Puente 23 años, el motivo de mi retiro fue en 1990 cuando el manager Ralph Mercado empezó trabajar con Tito. Ralph quería darme órdenes y ni el propio Tito me las daba, él me quería imponer que en los conciertos le hiciera coros a Celia Cruz y le dije que yo no era corista, que Tito Puente me contrató como cantante de su orquesta, no como corista; le dije que solo hacía coros en las grabaciones, no en los conciertos. Eso motivó mi retiro definitivamente de la orquesta. Continué con mi propio grupo trabajando.
P. ¿Quién le puso el apodo de Míster Estilo?
R. Eso fue Ulises Frenes un actor de novelas y presentador de un programa de televisión llamado El show del medio día, de Puerto Rico, en el cual yo estaba presentándome todos los días con la orquesta de César Concepción; el apodo de “Míster Estilo” fue porque cuando yo cantaba me tiraba al piso y tiraba puños cuando empezaban las trompetas a sonar. También “Chori” Castro, que era un actor y cantante, me puso el apodo de El boxeador que canta, pero yo nunca fui boxeador, sólo lo practicaba para defensa personal, nada más, pero en el mundo musical me conocen más como “Míster Estilo”.
Foto:cortesia de Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD
P. ¿Qué otros instrumentos fuera de la percusión ejecutaba?
R. Bueno, por aquellos tiempos se escuchaba mucho la orquesta de Pérez Prado y me gustaba mucho como sonaban las trompetas de esa excelente banda, y empecé a practicar trompeta, la aprendí a tocar de oído, igual que la flauta, pero solo era por hobby, no fue nada profesional.
P. ¿Por qué crees que la mayoría de orquestas y cantantes ya no graban bolero? y que solución tienes para que este genero musical reviva.
R. En mi opinión las orquestas y los intérpretes ya no graban bolero, porque saben que las emisoras no los van a pasar, porque le dan prioridad a otros ritmos como el reggaetón y la salsa monga.
Para que el bolero no muera todas las emisoras musicales deben de tener en su programación un espacio de bolero mínimo de una hora, creo que eso puede ser una solución para que no muera este lindo género, que yo siempre interpreto con mucho filin.
P. De las orquestas que integraste, ¿con cuál de ellas te sentiste más cómodo interpretando bolero?
R. Fue con la orquesta de César Concepción, porque él me marcaba los boleros con mucha maestría, él era un verdadero maestro y excelente trompetista.
P. De los nuevos cantantes de la salsa, ¿cuál le llama la atención?
R. Yo aún creo en los cantantes de antes que se mantienen, de los nuevos ninguno me llama la atención.
P. ¿Qué recuerda de sus viajes a Colombia?
R .Bueno, me gusta mucho Colombia, sus mujeres y su comida y el tremendo público salsero. De los países donde más he sentido el cariño y la admiración de su gente, me acuerdo en especial de un concierto en 1987 en Cali, con Ismael Rivera Jr., Orlando Watussi y Jr. González, esta presentación fue una de las más gratas de mi carrera artística.
P. Háblenos un poco sobre su familia
R. Tengo trece hijos, ocho hombres y cinco mujeres y todos los hombres tienen el mismo nombre mío y el de mi padre, todos se llaman Félix Frank Figueroa, tengo quince nietos y vivo feliz con mi esposa actual, ella se llama Victoria José. Ya estoy jubilado Y sigo cantando porque es mi pasión.
P. ¿Como se llama su orquesta actualmente y qué nuevos proyectos tiene a futuro?
R. Tengo dos formatos, la más grande se llama Orquesta La Madre y el grupo pequeño Son de Nariz, este nombre se lo puse porque algunos músicos de mi banda, tú sabes, ja.ja.ja, actualmente estoy terminando de grabar un nuevo CD donde incluí canciones nuevas como Pruebo, y Vivito y coleando
La sua voce è ancora presente in ogni angolo del paese. Il suo grido musicale, quel “Ecuajey”, continua provocando, affascinando. Ismael Rivera, “El Sonero Mayor” riuscì con quel modo di cantare così particolare a raccontare un popolo con le sue allegrie e pene.
Diede voce alla gente povera, alle persone di colore, alla gente più bella, riuscendo a superare generazioni e frontiere. Tutto questo con una potenza interpretativa unica, capace di far sentire ogni parola, Ismael Rivera è ancora vivo nella memoria di un popolo che oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, non lo dimentica e continua a cantare e ballare le sue canzoni.
Biografía
Ismael Rivera nasce il 5 di ottobre del 1931 a San Mateo de Cangrejo a Santurce, dal matrimonio di Margarita Rivera (doña Margó) e Luis Rivera Esquilín, che successivamente si separeranno. Cresce nella calle calma a Villa Palmeras e inizia a fare piccoli lavori cone lustrascarpe e muratore. Fin da piccolo dimostra la sua passione per la musica, la quale si alimenta quando adolescente conosce il suo amico e compagno musicale Rafael Cortijo. Nel 1954 si mette in luce come cantante dell’Orquesta Panamericana, diretta dal maestro Lito Peña, portando al successo canzoni come Chacha in blue e Charlatán. Nel 1955 entra a far parte come cantante del Combo de Rafael Cortijo, rendendo popolari canzoni come El bombón de Elena, El negro bembón e Con la punta del pie, fra le tante altre canzoni.
Nel 1962, Maelo viene arrestato con l’accusa di possesso di droghe e passa 4 anni in carcere. Quando esce ricomincia a cantare e forma a New York una nuova orchestra, Los Cachimbos. Il successo che ottiene lo porta a viaggiare per il mondo con la sua musica, dal Venezuela, alla Colombia, fino a Panama dove diventa devoto del Cristo Nero di Portobelo.
Il 13 maggio del 1987 la morte sorprende Maelo, a 56 anni, nella casa di sua madre nella Calle Calma del suo quartiere di Santurce che lo vide nascere. Il mondo intero pianse la sua morte.
Fonte: Primera Hora
Su voz todavía retumba en cada esquina del país. Su grito musical, ese “Ecuajey”, sigue provocando, hechizando. Ismael Rivera, “el Sonero Mayor” logró con ese cantar tan suyo dibujar a un pueblo con sus alegrías y penas. Le dio voz a la gente pobre, a la gente negra, a la gente linda, logrando traspasar generaciones y fronteras. Con una potencia interpretativa única, capaz de hacer sentir cada palabra, Ismael Rivera se mantiene vivo en la memoria de un pueblo que hoy, a 25 años de su muerte, no lo olvida y que sigue cantando y bailando con sus canciones.
Biografía
Ismael Rivera nació el 5 de octubre de 1931 en San Mateo de Cangrejo en Santurce, fruto del matrimonio de Margarita Rivera (doña Margó) y Luis Rivera Esquilín, quienes luego se divorciaron. Se crió en la calle calma en Villa Palmeras y se desempeñó como limpiabotas y albañil. Desde niño demostró su pasión por la música, la cual se avivó cuando conoció en la adolescencia a su amigo y cómplice musical Rafael Cortijo. En 1954 se estrenó como cantante de la Orquesta Panamericana, dirigida por el maestro Lito Peña, convirtiendo en éxitos temas como Chacha in blue y Charlatán. En 1955 se unió como cantante de El Combo de Rafael Cortijo, popularizando canciones como El bombón de Elena, El negro bembón y Con la punta del pie, entre tantas otras canciones. En 1962, Maelo fue arrestado y acusado por posesión de drogas y cumplió cuatro años de cárcel. A su salida, se reintegró a la música, creando en Nueva York su banda Los Cachimbos. El éxito que obtuvo lo llevó a recorrer el mundo con su música, destacándose en países como Venezuela, Colombia y Panamá, donde se hizo devoto del Cristo Negro de Portobelo.
El 13 de mayo de 1987 la muerte sorprendió a Maelo, a los 56 años de edad, en la casa de su madre en la calle Calma de su barrio santurcino que lo vio nacer. El mundo entero lloró su muerte.
Visita el especial Ecuajey: Maelo vive
Entierro
El entierro de Ismael Rivera fue uno de los más concurridos en la historia de Puerto Rico.
“Dicen que el más grande fue el de (el gobernador) Luis Muñoz Marín y que el de Maelo lo sobrepasó”, contó Ivelisse Rivera, hermana de Maelo.
Cuando murió “el Sonero Mayor”, el 13 de mayo de 1987, el entonces gobernador de Puerto Rico, Rafael Hernández Colón, declaró tres días de duelo. El cuerpo del cantante estuvo un día expuesto en el Instituto de Cultura Puertorriqueña (ICP) y luego pasó al centro comunal del residencial Luis Llorens Torres. Artistas como el compositor Tite Curet Alonso, los cantantes Celia Cruz, Rubén Blades, Andy Montañez, entre tantos otros, estuvieron presentes. Fue un entierro de pueblo al que asistieron miles de personas. La música no faltó: se tocó bomba y plena durante los tres días. Aunque hubo coche fúnebre, nunca se utilizó porque el pueblo insistió en cargar el féretro, que era abrazado por una bandera de Puerto Rico.
Ivelisse Rivera recordó que el entierro se le fue de las manos a la familia y que pasó lo que les había dicho Ismael Rivera.
“Él lo había dicho: `No me van a enterrar ustedes, a mí me entierra el pueblo’. Y así fue”, rememoró.
Ismaelito Rivera, hijo del Sonero Mayor, por su parte, comunicó que países como Panamá y Venezuela también se vistieron de luto. Indicó que hace 25 años el barrio La Bombilla en Venezuela conmemora la fecha de la muerte de su padre. Destacó que lleva 16 años participando esa actividad y que este año no será la excepción.
“Creo que la mejor manera de recordar a mi padre es haciendo música y oyendo la de él”, concluyó.