Archivi categoria: News

Puerto Rico All Stars

Ritorna la Puerto Rico All Stars!

Messico, 11 agosto 2012

Dopo 30 anni di assenza dai palcoscenici internazionali, la formazione stellare della Puerto Rico All Stars si è riunita per iniziare una nuova serie di concerti in America Latina, Stati Uniti ed Europa, che segneranno un nuovo capitolo nella sua storia.

Formata da 24 musicisti di famose orchestre come Fania All Stars, La Orquesta de Eddie Palmieri, El Gran Combo de Puerto Rico e La Sonora Ponceña, la Puerto Rico All Stars è la formazione delle stelle della salsa portoricana. Il primo concerto si è tenuto in Messico dove sono stati presentati i nuovi integranti della SUPER orchestra.

Papo Lucca: “La Puerto Rico All Stars è un’organizzazione che ha molte difficoltà a riunirsi, a causa degli impegni che ognuno dei suoi componenti ha con i propri progetti, però c’è sempre la massima volontà di presentarci affinchè il pubblico possa apprezzare il nostro ritorno così come noi stessi lo abbiamo voluto”.

Fra i grandi nomi che compongono questa orchestre di stelle, Louis García dirige la Puerto Rico All Stars, mentre Papo Lucca è al piano e Paquito Guzmán, Domingo Quiñones, Luigi Texidor, Frankie Vázquez, Pedro Brull, Luisito Carrión, Deddie Romero e Darvel García sono le voci.

Gli album della “Puerto Rico All Stars”, “Los Profesionales” e “Homenaje al Mesías” sono stati lanciati fra il 1977 e il 1979. Il quarto dico, “De Regreso“, ha visto la luce nel 1996.

Puerto Rico All Stars
Puerto Rico All Stars
Enzo Conte con sua moglie Neia

Enzo Conte racconta il suo viaggio a Puerto Rico 2012

Ogni giorno il Maestro Enzo Conte ci racconta le sue esperienze nel viaggio a Portorico.

di Enzo Conte

31 agosto 2012

Come potete immaginare, questa nostra lunga vacanza è stata molto interessante, perché ci ha dato modo non solo di conoscere l’attuale situazione salsera di New York e Puerto Rico, sia per quanto riguarda la musica che il ballo, ma ci ha permesso di intraprendere un viaggio approfondito attraverso le sue diverse anime.

La cosa positiva è che oggi nella “Isla del encanto”, passata la sbornia del reggaetton, c’è un “rinascere della salsa” che però ha evidenziato più che mai l’esistenza di tre linee divergenti, ovvero tre modi di esprimersi e di interpretare, completamente differenti:

La salsa de la calle” (chiamata anche “salsa de pueblo”, “salsa cocola” o “salsa spontanea”)

La salsa de academia” (detta anche “salsa de salon”)

La salsa show

La cosa interessante è che mentre le ultime due hanno tra di loro qualche collegamento, la prima vive assolutamente di luce propria.

Per capire questo fenomeno bisogna partire dal fatto che essendo la salsa parte della cultura di questo popolo, essa non si apprende generalmente in una scuola di ballo. Molti imparano a ballare per imitazione, altri nell’ambito familiare, altri ancora in maniera spontanea, dando libero sfogo alla propria creatività (col risultato di vedere raramente due ballerini che ballano alla stessa maniera).

Questo tipo di ballerini, chiamati anche “cocolos” sono quelli che frequentano le feste patronali, oppure locali (per noi assolutamente alternativi) come “El Balcon del Zumbador”, “El Barril de Jun” o “La Placita de los Salseros” di Santurce (un quartiere proletario di San Juan).

La cosa che colpisce di questi “cocolos” è che loro sono lontanissimi da quello che succede nelle altre realtà e se ne disinteressano completamente. Ovvero un ballerino di “salsa spontanea” non lo vedrai certamente mai ad un Congresso di Salsa e negli anni continuerà a ballare sempre allo stesso modo (che è l’unico che conosce), infischiandosene completamente della “evoluzione” che i grandi ballerini stanno dando nel frattempo alla salsa.

Quella che si è modificata nel tempo è sicuramente la “salsa de academia o de salon” anche perché nel frattempo a Puerto Rico le accademie di ballo sono aumentate in maniera impressionante.

La cosa curiosa è che in queste accademie, a differenza del passato, oltre a dare maggiore attenzione alle figure, si insegna a ballare sia sull’uno che sul due, proprio per facilitare la diffusione della salsa anche tra le nuove generazioni, che stanno a poco a poco riscoprendo il fascino del ballo di coppia.

Quella che invece sta andando proprio per una sua strada è la “salsa da show” che ha subito una evoluzione (o se preferite una involuzione) che nella stessa Puerto Rico è molto criticata, soprattutto dagli esponenti della vecchia guardia.

Mentre una volta la salsa portoricana si distingueva per il suo sabor e per la quasi assenza di figure o acrobazie, oggi le nuove generazioni tendono a spettacolarizzare il tutto, imitando di fatto alcune tendenze provenienti dall’estero.

Questo fenomeno succede perché l’obbiettivo di questi giovani ballerini è quello di esibirsi al Congresso Mondiale della Salsa oppure di vincere il Salsa Open, la gara di ballo che si svolge ogni anno nell’ambito dello stesso Congresso (dove a vincere, piaccia o non piaccia, sono ormai quelli che fanno più acrobazie).

La cosa negativa è che questi ballerini dediti allo spettacolo, ormai non frequentano più le sale da ballo portoricane, che non sono certamente adatte alle loro evoluzioni, e quindi rimangono completamente avulsi dalla realtà locale.

Voglio dire che se una volta tu andavi a Puerto Rico ed in una stessa serata ti poteva capitare di incontrare in un locale come il “Tropico” i più bravi ballerini portoricani dell’epoca (in un vero e proprio festival di sabor che ti lasciava a bocca aperta), oggi questi ballerini di talento (molti nei quali, nel frattempo, trasformatosi in vere e proprie stelle) difficilmente li vedrai in qualche semplice pista da ballo…

I locali oggi sono frequentati da persone assolutamente normali, che però in positivo ti fanno capire come ci si possa esprimere in maniera più semplice, meno agitata, senza però perdere il tipico sabor boricua.

Ma, a ben vedere, è proprio questa la lezione più grande che ti può regalare un viaggio del genere.

Può aiutarti, in quel contesto genuino, a liberarti dal superfluo per esprimere solo l’essenziale, soprattutto se accompagnato da una bella orchestra che suona dal vivo (cosa che da queste parti per fortuna succede regolarmente).

La cosa più interessante è che quest’anno sono riuscito a documentare il tutto e presto metterò in rete tutti i miei filmati, così voi per primi potrete meglio capire ed apprezzare ciò che succede attualmente a Puerto Rico.

Mi auguro che proprio questi filmati vi aiuteranno ad oltrepassare gli stereotipi, i pregiudizi o quelle cattive informazioni che ci sono oggi sulla salsa a sabor boricua, da alcuni erroneamente chiamata “salsa in linea”, come se la linea (e non altro) fosse la principale caratteristica di questo stile.

Stile che, non dimenticherò mai di sottolinealo, non è assolutamente univoco e che nella madre patria si distingue al contrario (ed è questo in particolare il suo fascino) per la sua enorme varietà espressiva…

28 agosto 2012

Puerto Rico 39° ed ultimo giorno: oggi siamo stati a pregare sulla tomba dell’indimenticabile maestro boricua Miguel Matos Chevere, in arte Papito Jala Jala, che è sepolto a Cupey nel cimitero Senioral.

Enzo Conte davanti all'immagine di Papito Jala Jala
Enzo Conte davanti all’immagine di Papito Jala Jala

Prima di lasciare l’isola non potevo fare a meno di dare un ultimo saluto ad una persona che è stata capace di farmi innamorare così tanto della salsa, al punto da imprimere un indirizzo così diverso alla mia traiettoria artistica ed umana…
Da Cupey abbiamo proseguito per Santurce, dove siamo stati alla Cattedrale della Musica Latina, ovvero un meraviglioso negozio di dischi, di proprietà di Rafael Viera Figueroa, un monumento vivente della salsa qui a Puerto Rico.
Il suo negozio è un vero e proprio museo della salsa e ci passano spesso personaggi famosissimi. L’ultima volta che c’ero stato, qualche settimana prima, avevo addirittura incontrato il mitico Cheo Feliciano, anche se non avendo dietro la macchina fotografica non sono riuscito ad immortalare l’incontro.
Stavolta mi sono portato dietro anche il mio ultimo libro “La Salsa sulla rotta Puerto Rico-New York” con l’intenzione di mostraglielo a Viera. Ne è rimasto talmente impressionato che me lo voleva comprare.
“Non sia mai!” -gli ho detto- “Glielo regalo volentieri in attesa di approntare per il futuro una versione in spagnolo”.
Dopo qualche foto di rito, mi sono messo alla ricerca di diversi preziosi cd in grado di arricchire la mia già consistente collezione di musica portoricana. Mi interessava più che altro trovare pezzi appartenenti al folklore portoricano anche perché assolutamente introvabili da noi in Italia. Spulciando tra il suo nutritissimo catalogo ho trovato parecchie cose interessanti: le danze originali di Rafael Alers, il seis di Ramito, Tony Croatto e Chuito, delle compilations dedicate all’aguinaldo ed ai vari tipi di seis, poi diversi cd di plena sia quella rurale che quella da salon, un rarissimo cd di Ismael Rivera con la Orquesta Panamericana, alcuni classici del bolero e naturalmente qualche buon cd di bomba.

Purtroppo, oggi come oggi, molti vecchi cd di salsa sono introvabili, così come tanti vinili. L’amico Tito Tassinari mi aveva, ad esempio chiesto, di trovargli alcuni cd in particolare di Cheo Feliciano e Roberto Roena, ma purtroppo le case discografiche ormai non li ristampano più.
Materiale in negozio ce n’è ancora tantissimo (anche a livello di strumenti musicali, libri,vinili, video e poster di salsa) ma molte produzioni sono ormai fuori catalogo e bisogna prendere al volo quello che si trova sul momento…
Bellissimo in ogni caso il nuovo disco inciso a duo da Cheo Feliciano e Rubén Blades!
Dopo esserci scambiati un caloroso saluto, siamo stati a comprare gli ultimi regalini e poi a dare un ultimo abbraccio alla nostra carissima amica e maestra Janet Orta che spero in futuro di riportare in Italia.
Naturalmente non potevamo che chiudere in bellezza la nostra ultima serata portoricana in un locale di salsa: il Red Line, un disco bar ultimamente molto frequentato dai giovani portoricani…
Ciao Puerto Rico! Credo che ci rivedremo molto presto e che avrò ancora molto da dire e da raccontare su di te e sulle mille emozioni che ci hai fatto provare durante questa nostra straordinaria vacanza boricua…

26 agosto 2012

Puerto Rico, 37° giorno: una ottima opportunità per chi va in vacanza nella Isla del Encanto (e magari ha qualche giorno in più di ferie) è quella di regalarsi una settimana di crociera nei Caraibi. Costa davvero poco, appena 550 euro (tutto compreso) e ti da la possibilità di vedere in una settimana alcune tra le più belle isole del Caribe.
Noi, chiaramente, abbiamo colto al volo questa occasione ed abbiamo così festeggiato in maniera molto romantica il nostro primo anniversario di matrimoni, salpando sulla Carnival Victory in direzione di San Thomas, Barbados, Santa Lucia, San Kitts, San Martin e di nuovo a San Juan.
Al di là della bellezza e della diversità (anche dal punto di vista sociale) dei posti visitati e della tante comodità che offriva la nave, la cosa positiva è che a bordo c’era anche un’orchestra latina, Toda la Banda, che suonava anche parecchi pezzi di salsa per la gioia dei molti portoricani presenti a bordo…
Ritornati a San Juan, la nostra voglia di salsa non era però affatto sopita e così ne abbiamo approfittato per tornare, insieme alla nostra cara amica Janet Orta, al Balcon del Zumbador, per poi finire la nostra maratona salsera al Barril de Jun.
Questa domenica al Balcon del Zumbador abbiamo trovato l’orchestra Son de Aqui, che ci ha deliziato con alcuni classici della musica portoricana, e ancora una volta l’orchestra di Cachete Maldonado con un repertorio molto rumbero. Ambiente come sempre molto cocolo, con la possibilità di fare gratis una vera e propria sauna, anche se l’emozione di ballare in questo locale rimane davvero unica…
Alle 19, dopo ben quattro ore di musica, ci siamo trasferiti al Barril de Jun dove abbiamo avuto la bella sorpresa di incontrare gli amici Felipe Polanco (accompagnato dalle sorelle) e Mirko Stefio (anche lui in vacanza a Puerto Rico) in compagnia della boricua Francis Nieves, sua attuale partner di ballo e di vita.
La serata prometteva davvero bene, anche per la presenza di una ottima orchestra, Seis del Barrio, e per la contemporanea presenza sul palco di due grandi soneri locali Pupy Cantor (cantante dell’orchestra di Willie Rosario) e Rubén Roman (ex cantante di Roberto Roena ed attuale cantante della Primerissima di Tommy Olivencia jr.).
Ambiente anche qui molto cocolo, con un livello di ballo sempre molto semplice ma sabroso. La cosa incredibile è che questi locali non sono frequentati dai ballerini che escono dalle tante scuole di ballo di San Juan (più dediti ultimamente alle competizioni) ma sono frequentati dalla gente del “pueblo” che balla in maniera assolutamente spontanea (forse troppo per gli esigenti palati del pubblico italiano). Ma la cosa bella è proprio quella, osservare questa loro semplicità, così come è straordinario vedere un Felipe Polanco (in jeans e camicia sbottonata) o una Janet Orta ballare tranquillamente tra il pubblico senza nessuna ansia di prestazione ma solo con la voglia di divertirsi in quel contesto a loro più congeniale e familiare…
Ed è questa secondo me una delle cose più belle di questi locali (per noi purtroppo improponibili), una di quelle cose che ti fa cogliere in pieno ciò che la salsa rappresenta per questo popolo: un momento di condivisione, ma anche un momento identitario, figlio di una cultura “de pueblo” genuinamente boricua, che si contrappone a quei modelli che le elite annessioniste (filo-americane) vorrebbero a tutti i costi imporre…

19 agosto 2012

Oggi, 19 agosto, io e Neia festeggiamo il nostro primo anniversario di matrimonio!!!…
E per festeggiarlo nella maniera più romantica ci siamo regalati una crociera nei Caraibi, sulla Victory Carnival…

Enzo Conte con sua moglie Neia
Enzo Conte con sua moglie Neia

18 agosto 2012

La festa patronale di Cayey è una delle più belle e meglio organizzate di tutta l’isola. Dura praticamente 10 giorni ed ogni sera offre oltre a chioschi, giostre ed amenità varie un cartellone ricchissimo di artisti, dove a farla da padrone è la salsa.
Questo venerdì 18 era in programma una vera maratona salsera che cominciava alle ore 19 e terminava alle 2. Ben 8 ore di salsa con la presenza di ben 4 orchestre. Noi alle ore 19 eravamo già lì sotto il palco a goderci l’esibizione del Combo Casino che ha eseguito un tributo musicale al grande Tito Rodriguez, riproponendo i suoi brani di maggior successo.

Il concerto si teneva nel parcheggio dello Stadio Pedro Montañez. La piazza alle 19 era ancora semideserta. ma con il passare dei minuti, nonostante piovigginasse a tratti, si è riempita all’inverosimile.
Alle 20 e 30 è cominciato il concerto del mitico Andy Montañez, accompagnato dai figli Andy jr e Harold. “El niño de Trastalleres”, che proprio quest’anno festeggia le sue nozze d’oro con la salsa, ha proposto alcuni dei brani più noti del suo repertorio da “Las Hojas blancas“, “Julia“, “Cui Cui” a “Casi te envidio“, sfoggiando la consueta potenza della sua voce.

Enzo Conte alla festa ptronale di Cayey. Sullo sfondo Andy Montanez, con i figli Andy jr e Harold, e la loro orchestra
Enzo Conte alla festa ptronale di Cayey. Sullo sfondo Andy Montanez, con i figli Andy jr e Harold, e la loro orchestra

Le esibizioni delle varie orchestre erano arricchite da alcune dimostrazioni di ballo fatte dai giovanissimi allievi della scuola di salsa del Teatro di Bellas Artes di Cayey diretta dal maestro Stacey Lopez, originario proprio di questa cittadina dell’interno.
Molto interessante era però osservare quello che nel frattempo succedeva nella piazza: mentre c’era chi tranquillamente stava ai chioschi a bere e mangiare o chi accompagnava i figli sulle giostre, la maggior parte delle persone si erano portate le sedie smontabili da casa per assistere più comodamente al concerto. Contemporaneamente, ai lati del palco, i cocolos locali davano sfogo alla loro grande passione per il ballo, esprimendo il loro sabor attraverso una salsa assolutamente spontanea e creativa, lontanissima dai rigidi schemi che siamo abituati a vedere nelle nostre piste da ballo (a cominciare dalla famigerata LINEA).

Enzo Conte con Felipe e con un altro grande ballerino e maestro portoricano: Stacey Lopez , originario proprio di Cayey, dove insegna alla locale Univeristà e presso il Teatro Bellas Artes.
Enzo Conte con Felipe e con un altro grande ballerino e maestro portoricano: Stacey Lopez , originario proprio di Cayey, dove insegna alla locale Univeristà e presso il Teatro Bellas Artes.

Chiaramente abbiamo ripreso tutto e al ritorno in Italia ci sarà molto da mettere in rete.
Alle ore 22 è cominciato il concerto di Josè Alberto El Canario accompagnato da un’orchestra davvero in gamba in cui si distinguevano il grande trombonista Reynaldo Jorge, il timbalero Manolito Rodriguez e il bongocero Jhan Lee Aponteoro, figlio del famoso ballerino Jesus Aponte.
Il Canario, come sempre brillante e comunicativo, ha cantato brani come “El as de la rumba”, “La hora que me llamen voy”, “Sueno contigo”, “Disculpeme senora”, “La paella”, “Baila que baila”.

Ogni tanto la pioggia si faceva più insistente ma il pubblico non si perdeva d’animo apriva l’ombrello, magari ti offriva di ripararsi sotto il suo e la festa continuava allegramente.
Finalmente alle 24 e 30 è arrivato il momento più atteso della serata: il concerto di Cano Estremera che qui a Puerto Rico è uno dei cantanti più amati dal pubblico locale. In realtà in Italia Cano Estremera non è molto conosciuto ma per poterlo apprezzare al massimo è fondamentale conoscere lo spagnolo perchè la sua dote migliore è l’improvvisazione, non a caso è soprannominato “el dueño del soneo”. Ha infatti esordito dicendo, “A me non mi importa se mi registrate e mettete poi miei video su Youtube, tanto io ogni sera canto in maniera diversa, a differenza degli altri che cantano sempre uguale!”
Personaggio, accusato dai suoi denigratori di essere spesso scurrile, ha deliziato il pubblico presente con alcuni classici del suo repertorio come “La boda de ella”, “El muñeco de la ciudad”, “El caiman”, “El Toro” insieme alla riproposizione di alcuni classici della salsa come “Mi gente”, “El callejero”, “Borandà” e “Bemba colorà”.

Il pubblico chiedeva ancora salsa ma ormai erano le 2 e si doveva chiudere, mentre per noi l’ora di tornare al nostro appartamento di Carolina. Giusto il tempo però per riabbracciare il mitico ballerino boricua Felipe Polanco arrivato anche lui a Cayey per acclamare i suoi beniamini e per ballare e mescolarsi, senza alcuna ansia di esibizione, ai cocolos locali…

17 agosto 2012

Quest’anno festeggerò le mie nozze d’argento con la salsa (tutto cominciò nel 1988).
Al momento sono ancora in vacanza a Puerto Rico (dove resterò fino al 29 di agosto) ma non vedo l’ora di riprendere a settembre le mie lezioni, proprio perchè questo ritorno nella Isla del Encanto mi ha procurato una tale carica di energia positiva che muoio dalla voglia di condividerla con tutti i miei allievi…
Enzo Conte (25 anni di amore con la salsa)

16 agosto 2012

Puerto Rico 27° giorno: il nostro viaggio nella isla del encanto non è dedicato solo alla musica ed al ballo, ma stiamo approfittando anche per visitare tanti posti e per fare tanto mare.
Ieri, ad esempio, siamo stati nell’isola di Culebra, dove si trova la spiaggia più bella di Puerto Rico: Playa Flamengo. Una lunga striscia di spiaggia bianca ed acqua assolutamente cristallina.
Il viaggio a Culebra vale davvero la pena e non è neanche tanto complicato. Si arriva all’imbarco di Fajardo (che si trova sulla costa nord est ad un’ora di strada da San Juan) e poi si prende il Ferry (costa pochissimo, appena 3 dollari) che in un’ora ti porta sull’isola. Qui un taxi collettivo ti accompagna alla spiaggia di Playa Flamengo (ma molte altre sono le opzioni che offre l’isola) e ti viene a riprendere all’ora che vuoi (per appena 5 dollari).
Altro che Ponza e Capri (almeno a livello di prezzi)!!!…
E siamo stati anche fortunatissimi perchè abbiamo beccato una bellissima giornata di sole.

Isola di Culebra
Isola di Culebra

Siamo rimasti addirittura fino alle sette di sera (orario in cui parte l’ultimo ferry per Fajardo), tempo per fare anche una piccola passeggiata a Dewey (che qui chiamano Duì), che è l’unica cittadina dell’isola.

Il ferry boat per l'isola Culebra
Il ferry boat per Fajardo

Insomma un viaggio che consiglio a tutti coloro che in futuro hanno intenzione di visitare la isla del encanto…Volendo ci si può fermare anche a dormire, ma, attenzione, la sera mi hanno detto che l’unica attrazione che offre l’isola è il Karaoke!…
Ricordatevi però di evitare di andare a Culebra nel fine settimana, potreste rischiare di non trovare posto sul ferry, causa superaffollamento…

Enzo Conte a Culebra
Enzo Conte a Culebra

Stasera ci attende invece la festa patronale di Cayey (una città dell’interno che si trova a metà strada tra San Juan e Ponce) dove canteranno nella stessa serata tre grandi stars della salsa:
Andy Montanez, Josè Alberto el Canario e Cano Estremera (uno dei miei favoriti).
E tutto assolutamente gratis!!!….

14 agosto 2012

Cari amici questo è il calendario salsero a San Juan e dintorni:
Bueno amigos boricua, este es el calendario salsero en San Juan y alrededor:

Lunes – Lunedì:
Yerbabuena (Condado) no se baila pero hay musica en vivo de latin jazz – non si balla però c’è musica dal vivo (latin jazz).

Martes – Martedì:
Red Line (Hato Rey)

Miercoles – Mercoledì:
Nuyorican Cafè (Viejo San Juan) con musica en vivo… – con musica dal vivo…

Jueves – Giovedì:
U Spot (Carolina) con musica en vivo – con musica dal vivo
Logan’s (Rio Piedras) con musica en vivo – con musica dal vivo
Shannan’s (Guaynabo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Coabey (Puerto Nuevo) con musica en vivo – con musica dal vivo

Viernes – Venerdì:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Coabey (Puerto Nuevo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

Sabado – Sabato:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Lobby Hotel San Juan (Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Lobby Hotel Marriot (Condado) con musica en vivo – con musica dal vivo
Achè (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Shannan’s (Guaynabo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Nuyorican Cafè (Viejo San Juan) con musica en vivo… – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

Domingo – Domenica:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

13 agosto 2012

La domenica è un giorno davvero speciale a Puerto Rico. E’ l’unico giorno della settimana in cui i portoricani si riversano in massa sulle spiagge, oppure si danno alla loro attività preferita: BALLARE!!!
Una delle aree più affolate è quella di Pinones, una spiaggia di carattere molto popolare (e per certi versi ancora selvatica) che contrasta notevolmentre con i grattacieli di Isla Verde o del Condado. A Pinones sembra davvero di essere in un altro mondo ed è qui che puoi meglio apprezzare la vera anima latina della Isla del Encanto.
In questa area si trova un locale storico, El Balcon del Zumbador, uno dei ritrovi preferiti dei cocolos locali. Qui la musica comincia addirittura alle tre del pomeriggio e va avanti fino a notte inoltrata.

In un negozio di dischi del Viejo San Juan dove vendono i poster delle icone della salsa
In un negozio di dischi del Viejo San Juan dove vendono i poster delle icone della salsa

Attenzione però, se avete la puzza sul naso, se vestite solo alla moda o indossate solo scarpe da ballo da 100 euro in su, allora ho paura che non sia il posto adatto per voi, anzi potreste fuggire a gambe levate. Il posto infatti è una specie di baracca in muratura che si trova davanti al mare, anche se in realtà si balla dentro, tra i tavoli. Il caldo è soffocante, l’odore di fritto (proveniente dalla cucina) impregnante, la pulizia lascia un po’ a desiderare, ma l’ambiente, se amate il popolo, è davvero eccezionale…
Qui troverete di tutto: gente che balla con la birra in mano, altri che provano a muovere due passi, gente che balla sull’uno, altri su tempo variabile, insieme però a persone che ballano in clave, in maniera semplice ma con grande sabrosura, come l’ottantenne Gilberto Aquino (che si vanta di aver ballato in gioventù persino nel mitico Palladium di New York) oppure la nostra cara amica Janet Orta, che si distingue sempre per mantenere in vita lo stile dell’indimenticabile Papito Jala Jala.
Il tutto chiaramente con musica dal vivo ed ingresso assolutamente gratuito. A suonare ieri c’erano addirittura due orchestre, entrambe favolose: La Orquesta Melaza e la Orquesta di Cachete Maldonado.

Orquesta Melaza

Cachete Maldonado

Per i veri cultori della salsa questo locale è imperdibile, anche perchè sulle sue mura ci sono molto reliquie salsere ed è pieno di strumenti musicali a disposizione degli avventori. Insomma una vera festa popolare boricua (abbiamo ballato persino la plena), in cui è d’obbligo lasciarsi andare. Certo, il locale non è frequentato dalle grandi stars locali del ballo e non è certo paragonabile alle nostre enormi e lussuose sale da ballo, ma è proprio in locali come questi che si può apprezzare come il “salsero de pueblo”, “el salsero de la calle”, vive la salsa nel suo paese di origine…
Non paghi, dopo El Balcon del Zumbador, questa domenica siamo stati in un altro locale del genere, El Barril de Jun, che si trova a Rio Grande (sulla strada che và verso la bella spiaggia di Luquillo). Anche questo locale è molto semplice e di carattere popolare. Qui la musica comincia alle 18 e va avanti fino a mezzanotte. A suonare c’era un’altra ottima orchestra, Son Criollo, che ci ha deliziato con un repertorio di classici della musica boricua.
Anche qui, ambiente molto callejeiro, ballerini di livello molto diverso (c’era persino una scatenata nonnetta che non si fermava davvero mai) ed ingresso assolutamente gratuito, con birra a soli due dollari
Per i più sofisticati, ieri l’Hotel Marriot di Isla Verde inaugurava le sue matinèe salsere (dalle tre del pomeriggio) con la rediviva orchestra di Cesar Concepcion (una delle orchestre storiche di Puerto Rico).

Per i più avventurosi, amanti della bomba e del folklore boricua, c’era invece in contemporanea un bel “bombazos” sempre nell’area di Pinones, che si teneva presso il Social Place a partire dalle ore 18 e 30.
Insomma a Puerto Rico chi cerca trova (soprattutto se ti adatti al loro spirito ed al loro modo di vivere la salsa)…e peccato che Cayey è a 100 km da San Juan, altrimenti saremmo andati alla locale festa patronale a vedere a gratis la gloriosa Sonora Poncena.
Ma ci rifaremo questo prossimo venerdì visto che, sempre a Cayey, nella stessa sera si esibiranno: Josè Alberto El Canario, Andy Montanez e l’idolo locale Cano Estremera.

12 agosto 2012

Puerto Rico 23 giorno: altre belle notizie in arrivo dall’Isla del Encanto. A riprova dell rinnovato interesse verso la salsa si è ricominciato a ballare nei grandi alberghi come succedeva negli anni d’oro. Adesso si balla salsa, non solo all’Hotel Marriot di Isla Verde, ma anche all’Hotel San Juan e all’Hotel Marriot del Condado e naturalmente con musica dal vivo.

Enzo Conte e alle spalle la big band di Luis Perico Ortiz.
Enzo Conte e alle spalle la big band di Luis Perico Ortiz.

Certo il pubblico non è proprio dei più giovani, la gente balla in maniera fin troppo semplice per gli esigenti gusti del pubblico italiano, ma è bello vedere persone di una certa età vestirsi a festa per andare a riscoprire una passione che è ormai radicata nella loro cultura.
Molte altre sono però le opzioni che la isla del encanto riserva il sabato sera. Noi siamo stati da Shannan’s, ad una serata organizzata da vecchio amico Jorge Santana Cancel, ma si ballava contemporaneamente all’Aché e al Nuyorican Cafè, senza dimenticare le opzioni più “cocole” come come El Balcon del zumbador di Pinones e La Placita de Los Salseros di Santurce (dove c’è sempre musica da giovedì alla domenica).
Poi volendo spostarsi da San Juan si ballava anche al Blue West di Mayaguez e alla festa patronale di Cayey (dove questa domenica c’è addirittura La Sonora Poncena de gratis).
La cosa spettacolare è stato però il Festival del Latin Jazz che si è tenuto sempre questo sabato in un parco pubblico di Isla Verde (il tutto assolutamente gratuito). A deliziare la platea è stata in particolare la big band di Luiz Perico Ortiz formata da 5 sassofoni, 5 trombe, 5 tromboni + piano, basso e rtimica completa. Come invitati speciali poi c’erano altri due grandi trombettisti. il boricua Humberto Ramirez e il cubano Arturo Sandoval. Che musica ragazzi! Altro che il reggaetton, salsaton o bachata!!!…

11 agosto 2012

Conobbi Papito Jala Jala nel 1994. Una sua allieva mi diede il suo telefono, lo chiamai e quella sera stessa venne a prendermi al mio albergo per portarmi in uno dei locali storici di Puerto Rico: El Coabey, diretto da Eugenio Acosta.
Ieri sera ci sono tornato per festeggiare il compleanno di Geñito Acosta Rosario (uno dei più promettenti ballerini locali) e quel locale è stata capace di suscitare in me una marea di ricordi.

Enzo Conte con Papito Jala Jala
Enzo Conte con Papito Jala Jala

In realtà la prima volta che ci misi piede non mi era piaciuto affatto: si trattava di un piccolo bar con tanto di biliardo (dove ogni tanto ci giocava anche il mitico Roberto Roena), la gente ballava tra i tavoli e la colonna sonora era condita da moltissima musica cubana, oltre da quella portoricana DOC.
Mi chiedevo come mai i portoricani invece di andare nei locali da ballo o nei i lussuosi saloni dei grandi alberghi preferissero frequentare un locale così angusto. Poi con il termpo invece ne ho capito il fascino…
All’epoca nei fine settimana facevamo delle vere e proprie maratone salsere: la notte cominciava al Coabey dove si scaldavano i motori, poi all’una si andava al Tropico, un locale lì vicino dove c’era sempre un’orchestra, infine alle tre si andava all’Habana di Isla Verde (trasferitosi poi a Santiurce) dove si ballava fino alle 6 del mattino se non oltre. Perchè i portoricani magari non escono tutte le sere, ma quando escono ci danno davvero dentro…

All’epoca lo scenario del ballo era incredibile. Oltre ai cocolos che ballavano in maniera semplice e spontanea, c’era una generazione di ballerini che si era riunita attorno a Papito Jala Jala e che ogni sera davano spettacolo di sabor ed eleganza. Era il momento in cui quella generazione era nel fior fiore della sua gioventù e smaniava di dare fiato a tutto il suo talento. Ricordo che rimanevo letteralmente a bocca a aperta davanti al ballo sabroso di Felipe Polanco, Pilar D’Oleo, Tito Ortos, Eliut Colon, Tania Santiago, Jorge Santana Cancel, Vivian Ayala, Ingrid Reyes, Angel Martinez Davila, Dianne Sierra Burgos, Jesus Aponte, David Ortiz Soto, Alicia Chacha Seguinot, Zoraida Rivera, Fito Bataola, Janet Orta, Joe Bartolomey, Miguelito Rodriguez, Stacey e Lucy Lopez, Tony Quinones (solo per citarne alcuni) e fu lì che mi innamorai del loro stile di ballo. Che tempi ragazzi!!!…Torneranno mai?…
Oggi lo scenario, anche se si nota un bel ritorno di fiamma tra i portoricani e la salsa, è notevolmente cambiato, perché i talenti di quella generazione (alcuni diventati nel frattempo delle stelle internazionali) raramente frequentano le sale da ballo. Inoltre locali come il Tropico e l’Habana hanno da tempo chiuso i loro battenti, anche se nel frattempo sono sorti nuovi locali, così come una nuova generazione di ballerini che però, sinceramente, non possiede lo stesso sabor e lo stesso spirito di quella generazione che l’ha preceduta (ed in questa involuzione credo che c’entri molto l’infausta influenza del Congresso che ha distolto molti portoricani dalle loro radici, dalle loro vere peculiarità). Di contro per sopperire alla crescente difficoltà dello stile di ballo che ha imposto il Congresso (con una infinità di figure, sulla falsa riga di quello che si fa anche in Italia), sono nate a Puerto Rico diverse scuole come Cambio en Clave di Rafa Cancel che insegnano a ballare direttamente sull’uno e che spingono più sulla socializzazione (come succede ad esempio il martedì al Red Line) che sul puro virtuosismo…

10 agosto 2012

Puerto Rico 21° giorno: l’altra bella notizia è che a Puerto Rico LA SALSA VIVE!!!
Certo sono lontani i fasti degli anni ’70, ma sicuramente rispetto ad un recente passato si assiste ad un rinascimento: la maggior parte delle orchestre storiche sono ancora in attività, ne sono nate delle nuove, si balla praticamente tutte le sere e contemporaneamente sono sorte tantissime scuole di ballo che stanno diffondendo la passione per la salsa anche nelle nuove generazioni, che hanno nel frattempo abbandonato il reggaeton!!!…

Enzo Conte davanti al murales di Hector Lavoe
Enzo Conte davanti al murales di Hector Lavoe

Ieri sera, ad esempio, siamo stati a ballare all’U Spot dove suonava l’orchestra Son del Patio, poi non paghi siamo stati da Logan’s dove suonava un’altra orchestra. Ma saremmo potuti anche andare al Coabey dove suonava il quartetto di José Lugo, oppure da Shanna’s dove suonava il Conjunto Puerto Rico, oppure alla Placita de Los Salseros dove suonava una Charanga.
Insomma cinque posti diversi e tutti con musica dal vivo!

La cosa interessante è che la gente balla solo quando suona l’orchestra. Quando entra in scena il dee jay la gente si riposa o va al bar a bere!…
Certo i locali sono piccoli e un po’ spartani, ma la cosa bella è che sono frequentati da portoricani “de pura cepa” e non da turisti. L’ambiente è molto semplice ed anche il livello di ballo è molto amatoriale…La maggior parte della gente balla sull’uno e non balla rigorosamente in linea come da noi in Italia. Qui sono tutti molto più spontanei e ballano senza la smania di mostrare tutto il loro repertorio.
E’ in ogni caso un bel spettacolo per gli occhi, per l’udito ma soprattutto per il cuore…

8 agosto 2012

C’è una bellissima notizia in arrivo da Puerto Rico: IL REGGAETON NON E’ PIU’ DI MODA!!!…
Molti in Italia non sanno che il reggaeton è nato, all’inizio degli anni ’90, proprio qui (e contemporanemanete a Panamà), anche se all’epoca si chiamava più semplicemente spanish reggae.
Fino a qualche anno fa per le strade di San Juan era un martellamento continuo, adesso sembra che il reggaeton continui ad avere sì un suo circuito, ma ormai dà evidenti segni di stanchezza, come se alla lunga avesse stufato la gioventù boricua.
E’ se fosse l’inizio di una svolta?…

Il paradosso è che adesso è di moda a Cuba e che i gruppi cubani di reggaeton quando vengono in tournée in Italia fanno il pienone. Ma credo che anche questa sarà una moda che passerà prima o poi. In realtà il vero pericolo per un ritorno alla grande della salsa, è l’attuale mancanza di un mercato discografico. I cd non si vendono più e gli artisti sono poco motivati a produrre nuovi lavori anche perché molti di loro non hanno più un contratto discografico. Le catene di negozi contemporanemanete chiudono le loro filiali e tutto ciò non favorisce il ritorno alla creatività. Per fortuna, almeno qui a Puerto Rico, c’è ancora tantissima musica dal vivo al punto che qui le feste patronali duranovuna settimana, come appunto quella che si terrà la settimana prossima di Cayey dove tra l’altro suoneranno Tito Rojas, La Sonora Poncena, Jose’ Alberto El Canario e Cano Estremera.

7 agosto 2012

Molti mi chiedono come sono le spiagge a Puerto Rico. Potenzialmente sono bellissime ma il problema di fondo è che nono sono assolutamente valorizzate. Sono al contrario molto trascurate. Soprattutto non si fanno interventi per rivitalizzare la sabbia (cosa che avviene invece in tutti gli stabilimenti balneari in Italia) o per ripulire la folta vegetazione.
Il problema di fondo è sempre quello. il turismo portoricano è finalizzato solo al mercato americano, per cui ci sono bellissimi alberghi con piscine favolose (e spiagge magari curate), in quanto l’americano tipico entra nell’hotel e non si muove da lì.
Tutto il resto è per i portoricani di qui o per gli emigranti che tornanno per le vacanze, persone che sono però in partenza meno esigenti e che spesso purtroppo contribuiscono a sporcare piuttosto che a pulire.
Ieri siamo stati ad esempio a Fajardo alla spiaggia di Seven Seas. Il posto è bellissimo ma davvero sia la spiaggia, che la sabbia non erano così tanto invitanti. Che peccato!…
Per non parlare di tutta l’area di Pinones che potrebbbe essere un vero paradiso naturale se solo le autorità locali se ne prendessero un po’ più di cura.

Enzo Conte a Pinones
Enzo Conte a Pinones

Quando Puerto Rico si accorgerà che per vincere la crisi, che anche qui si sta sentendo moltissimo, deve cominciare a guardare al turismo europeo (adattandosi quindi alle sue esigenze) e non solo a quello americano?…

6 agosto 2012

Ieri siamo stati alla festa patronale di Comerìo, un piccolo paese dell’interno, regno dell’jibaro portoricano.

La festa patronale è uno degli spaccati più belli della cultura boricua ed è uno dei momenti in cui è più facile capire la sua vera anima popolare e cocola.
Ecco io credo che a tutti coloro che vengono a Puerto Rico per il Congresso Mondiale della Salsa dovrebbero essere assolutamente accompagnati ad una festa patronale, altrimenti potrebbero cadere nell’errore di pensare che Puerto Rico è solo un albergo a 5 stelle, gare, lustrini e show di ballo.
C’è invece molto ma molto di più… ed è un vero peccato che tanta gente viene qui ma non gli si dà la possibilità di conoscere i tesori che questa isola nasconde.
Ieri alla festa patronale di Comerìio suonava la straordinaria orchestra “Tommy Olivencia Pa La Historia“. Ancora una volta Paquita Olivencia, direttrice del gruppo ci ha dato la possibilità di salire sul palco e di ballare insieme all’orchestra il tema “Periquito Pin Pin“.
E’ meraviglioso vedere come i portoricani siano orgogliosi del fatto che la loro musica, la salsa, sia ballata ed amata in tutti gli angoli del mondo e di come in Italia ci sia ancora chi mantiene in vita lo stile di uno dei loro più grandi ballerini del passato: Papito Jala Jala.
Le doy la gracias a Paquita y a todos ustedes por el apoio y qué siempre viva Puerto Rico y la salsa!!!…

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 1

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 2

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 3

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 4

3 agosto 2012

Puerto Rico 13° giorno: oggi siamo stati a trovare Donna Lydia, la mamma di Papito Jala Jala. Ci ha accolto con grande gioia, ma allo stesso tempo con grande commozione nel ricordo dell’adorato figliolo scomparso. Dall’Italia le ho portato un libro contenente le più belle foto di Papito ed è stato un regalo che ha gradito tantissimo. Abbiamo scoperto che ad ottobre compierà 90 anni. Complimenti!!!

Con Donna Lydia, mamma di Papito Jala Jala, mostrando con orgoglio una raccolta di fotografie del suo adorato figliolo, che le ho portato in regalo dall'Italia...
Enzo Conte con Donna Lydia, mamma di Papito Jala Jala, mostrando con orgoglio una raccolta di fotografie del suo adorato figliolo, che le ha portato in regalo dall’Italia…

Siamo poi stati a fare un salto alla Placita de los Salseros de Santurce, dove dalle 17 in poi si ritrovano, dal giovedì alla domenica, i cocolos locali.
La notte alla fine siamo stati in un locale molto carino, lo Shannan’s, dove suonava il gruppo di Manolito Rodriguez, una emergente orchestra locale.

29 luglio 2012

Bellissima festa al Batey dei Los Hermanos Ayala, al ritmo di bomba e plena, con balli, canti i e tanta tanta energia… Poi abbiamo assistito alla simpaticissima processione di Loiza Aldea con la sfilata delle maschere allegoriche.
In nottata serata conclusiva del Congresso Mondiale della Salsa con i concerti di Luisito Carrion e di una delle leggende viventi di Puerto Rico: La Sonora Poncena!!!….

28 luglio 2012

Ieri siamo stati a Villa Palmera, a visitare il quartiere dove è nato Ismael Rivera, “el sonero mayor“. Oggi c’è una via a lui dedicata ed un bel murales che lo ricorda.

Accanto ad un ritratto in pietra di Ismael Rivera, el sonero mayor, che si trova nella sua casa natale nel quartiere di Villa Palmera
Enzo Conte accanto ad un ritratto in pietra di Ismael Rivera, el sonero mayor, che si trova nella sua casa natale nel quartiere di Villa Palmera

Poi siamo stati alla distilleria Bacardi, alla spiaggia di Punta Salinas e a cena in un ristorante tipico di Catano.
In nottata siamo stati al Ritz Carlton a vedere i concerti della Primerissima e del nipote di Ismael Rivera: il bravissimo Moncho Rivera

Amici boricuas, oggi 28 di luglio comincia la finale del Salsa Open di Puerto Rico.
IO NON CI ANDRO’!!!…
Non è questa la salsa che amo, né la salsa che mi interessa vedere.
Amici che sta succedendo con tutte queste acrobazie? Che cosa
ha vedere tutto ciò con la vostra cultura e la vostra storia?
Oggi io me ne andrò a Loiza Aldea al Batey dei Fratelli Ayala a vedere un vero bombazos. E’ questo c
he dovrebbero mostrare alle persone che vengono da fuori, ai congressisti che vengono a visitare la “isla del encanto”.
Questa è la vera Puerto Rico che tutto il mondo dovrebbe conoscere: una nazione che ancora vibra e si emoziona al suono della bomba e della plena.
RISVEGLIATI BORICUA: DIFENDI LA TUA CULTURA E LA TUA IDENTITA’!!!…

Mentre cominciava il Congresso con le sue gare ed i suoi spettacoli, noi abbiamo preferito andare alla festa patronale di Loiza Aldea a vedere il Festival della Bomba e della Plena con l’eccezionale partecipazione dei Los Hermanos Ayala e del gruppo Bella Bomba. Poi sulla strada del ritorno ci siamo fermati al Balcon del Zumbador, originalissimo ritrovo dei cocolos locali. A conclusione di questo stupendo tour siamo stati alla serata inaugurale del Congresso ad assistere ad un bellissimo concerto del Canario.

Ed ecco alcune foto tratte dal Festival de la Bomba y de la Plena di Loiza Aldea:

Questa foto è meravigliosa. Una bambina tra il pubblico, rapita dal ritmo, incomincia anche lei ad improvvisare passi di bomba...
Questa foto è meravigliosa. Una bambina tra il pubblico, rapita dal ritmo, incomincia anche lei ad improvvisare passi di bomba…
Un'altra bambina che si lancia sul palco per sfidare il tamburo...
Un’altra bambina che si lancia sul palco per sfidare il tamburo…
 Il gruppo Bella Bomba della bravissima Maribella
Il gruppo Bella Bomba della bravissima Maribella
Al Festival della Bomba e della Plena di Loiza Aldea con il balletto folklorico dei Los Hermanos Ayala
Al Festival della Bomba e della Plena di Loiza Aldea con il balletto folklorico dei Los Hermanos Ayala
 Uno spettacolo assolutamente emozionante!

Uno spettacolo assolutamente emozionante!
Una bambina che improvvisa al ritmo della bomba. Il vecchietto che suona con il cappello è il mitico Jesus Cepeda della famosissima familia Cepeda di Villa Palmera.
Una bambina che improvvisa al ritmo della bomba. Il vecchietto che suona con il cappello è il mitico Jesus Cepeda della famosissima familia Cepeda di Villa Palmera.

25 luglio 2012

Non abbiamo fatto in tempo ad atterrare a Puerto Rico che subito eravamo alla festa patronale di Catano a ballare sul palco con l’orchestra di Tommy Olivencia. Que bienvenida! Gracias mi Borinquen!!!!…

Ci stiamo dando da fare alla grande alla ricerca del vero sabor boricua che puoi trovare alla festa patronale di Catano o a quella di Loiza Aldea con la sua bomba e la sua plena, oppure in locali frequentati dai cocolos locali come el Balcon del Zumbador. Siamo stati alla serata inaugurale del Congresso ma c’era poca gente rispetto al glorioso passato. Fantastico e’ stato pero’ il concerto del Canario.

Un momento del concerto di Eddie Palmieri al Serravalle Outlet del 29 Luglio 2012

Eddie Palmieri live al Serravalle Outlet (AL)

Serravalle Scrivia, 29 luglio 2012

In quest’estate 2012 così avara di concerti di Salsa Classica appare su Facebook un post della nostra Chica che recitava con non-chalance “Hey, a proposito, vi ricordo quanto già anticipatovi tre mesi fa: questo weekend c’è Eddie Palmieri”.

Memori della tournée dello scorso anno, quando il Maestro si era sì presentato ma con il suo Jazz Quartet, questa notizia ha subito scombussolato i piani di molta gente, incredula nell’apprendere di un’occasione così ghiotta in un ambito non uso alla salsa ed oltretutto gratis (nonché a sola metà strada tra Genova, Milano e Torino).

Gli indizi però erano contrastanti e le informazioni difficili da reperire; il concerto era inserito nell’ambito di una rassegna jazz, ma un noto integrante dell’orchestra di Palmieri (Jimmy Bosch, non certo un jazzista) postava in bacheca la propria presenza il 29 al “Seravelle”… un collezionista alessandrino mi informava di avere ricevuto in casella postale un volantino dell’Outlet che parlava di Palmieri come di un jazzista, però La Chica assicurava tramite i propri canali che la Salsa ci sarebbe stata… e come se non bastasse il sito di Palmieri – nelle altre date della tournée europea, munifico di dettagli sul genere proposto – non riportava null’altro che la data e il luogo.
In realtà il dubbio sulla effettiva presenza dell’orchestra di Salsa è perdurato, almeno nel sottoscritto che in quel weekend si è macinato svariati chilometri a rischio, quasi fino all’ultimo sms che mi avvisava – mentre ero a 20 chilometri dalla meta – del montaggio sul palco di timbales e congas!
Lo scenario che mi si è proposto al mio arrivo nella piazza centrale del noto Centro Commerciale era questo:

L'ingresso al concerto di Eddie Palmieri al Serravalle Outlet del 29 luglio 2012
L’ingresso al concerto di Eddie Palmieri al Serravalle Outlet del 29 luglio 2012

Decine, centinaia di sedute, tutte occupate, quasi completamente da persone non avvezze alla Salsa, ma che sarebbero rimaste al loro posto – e applaudendo – fino alla fine del concerto.
Guadagno una sedia abbastanza centrale in quinta fila e parte subito il primo brano, non proprio popolare in quanto non molto ballabile per via dei suoi inserti in Ritmo Mozambique, ma che per una ouverture dal vivo era perfetto: La Libertad Lógico (Revolt), su cui la sezione ritmica dà sfoggio del proprio talento Afro-Cuban per poi lasciare spazio – a 4:15 – all’entrata in Salsa con tutti gli strumentisti dell’orchestra.

Questa la line up completa della Eddie Palmieri’s Salsa Orchestra:
Prima linea “Melodia”: Piano – Eddie Palmieri, Chitarra – Nelson Gonzales, Lead Vocal – Herman Olivera, Chorus Vocal & Maracas – Joseph Gonzalez.
Seconda linea “Ritmica”: Luques Curtis – Contrabbasso, José Claussell – Timbales, Vicente “Little Johnny” Rivero – Congas, Orlando Vega – Bongo & Campana.
Terza linea “Fiati”: Jimmy Bosch – Trombone, Doug Beaver – Trombone, Jonathan Powell – Tromba, Charlie Sepúlveda – Tromba.

Un momento del concerto di Eddie Palmieri al Serravalle Outlet del 29 Luglio 2012
Un momento del concerto di Eddie Palmieri al Serravalle Outlet del 29 Luglio 2012

Il secondo brano è Dame Un Cachito Pa’ Huele, celebre Son Montuno di Arsenio Rodriguez, uno degli artisti cubani più seminali per il genere che vent’anni dopo, fuori da Cuba, si evolse nel genere “Salsa”; il Ritmo Son, tipicamente caratterizzato dal tres cubano, permette qui di mettere in evidenza il chitarrista che si produce in un applauditissimo assolo ad esecuzione ancora in corso.

Il brano dà l’occasione a Palmieri di interrompere un attimo il concerto per esporre la propria opinione sulle origini, la successiva evoluzione nonché il presente attuale del genere che definiamo Salsa: “In principio era Afro-Cuban, poi divenne Afro-Caribbean e adesso è Afro-World”, sintetizzando così in poche ma significative parole l’essenza di questa musica, che trae sì origine dall’incontro dell’Africa con Cuba, ma che poi si sviluppa coi contributi da tutto il Caribe e, ai giorni nostri, financo da altri Paesi.
Il concerto prosegue con una brano richiesto dal pubblico (Azucar Pa’ Ti) e con un altro bel Son Montuno (Lindo Yambu) per poi arrivare ad una delle hit più conosciute anche da chi non sa chi è Palmieri: Malanga.

Su questo brano mi rendo conto che alle mie spalle si son messi a ballare!
Riprendo la Genova Salsera per qualche secondo ma poi torno subito a filmare il palco perché a livello musicale ciò che si può scorgere è veramente interessante; i vari musicisti (inclusi i cantanti) seguono sì una base certamente prestabilita, ma sulla quale cedono la scena agli altri per poi riprendersela, talvolta con un segnale scandito 4 battute prima (quello di Jimmy Bosch è plateale); idem per il direttore musicale, Palmieri, quando decide che la canzone deve terminare, e l’orchestra lo fa all’unisono: questa sorta di programmazione/improvvisazione è per me una delle cose più emozionanti della Salsa dal vivo, e finora mi è capitato come spettatore di goderne ai massimi livelli in occasione di concerti di Salsa Classica, ossia quella Salsa che fra tutte è la più complessa e che quindi più si presta a queste dinamiche.
Il brano di chiusura è una perla che, in epoca di Salsa Romantica, testimoniava che la Salsa Dura, in Palmieri, rimaneva viva: Palo Pa’ Rumba del 1984:

Su questo brano esplosivo (soprattutto nella sua seconda metà) Palmieri chiudeva il concerto nonostante i ripetuti o-tra o-tra che si levavano dal pubblico, ringraziava i tecnici del suono (che invero hanno svolto un lavoro eccellente) e si allontanava veloce dal palco insieme a cinque guardie, proteggendolo da alcuni fans delusi dal mancato bis.
Ciononostante il concerto è stato stre-pi-to-so, quasi due ore di musica eseguita in maniera impeccabile da 12 musicisti, tutti in splendida forma, nessuno escluso; per lavorare con Palmieri il talento non può mancare!
Degni di nota sono proprio tutti, sia nella esecuzione collettiva che negli assoli; in particolare mi ha colpito il cantante Herman Olivera, questo Sonero che lavora con Palmieri dal 1998 (anno d’uscita del bellissimo, ma poco conosciuto CD “Rumbero de Piano”) e che avevo già sentito nel ’99, dove però l’impianto audio non aveva messo in evidenza le sue doti e forse anche lui stesso non aveva sviluppato quella presenza scenica da Front Man che ho invece potuto vedere in questo concerto.
Viene da chiedersi, in presenza di una lunga tournée europea del gruppo, come mai che non sia stato possibile un ingaggio all’interno del noto circuito latino-americano: ma l’importante è che ciò si sia realizzato, anche se altrove.

Articoli correlati:

La biografia di Eddie Palmieri

Intervista a Eddie Palmieri del 17 Luglio 2006

Claude
www.facebook.com/salsaclaude

Ray Perez en Londres, Ray Perez a Londra

Directamente de Londres llegan las fotos de Ray Perez con la orquesta Ondatropica.
Ed ecco le foto di Ray Perez a Londra, durante il concerto dell’orchestra Ondatropica.

Ray Perez en Londres - Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres – Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres - Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres – Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres - Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres – Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres - Ray Perez a Londra
Ray Perez en Londres – Ray Perez a Londra
Cristhian Loor el timbalerito

Cristhian Loor, piccoli timbaleri crescono

Era il mese di Aprile del 2008 quando ricevemmo una email dal Sig. Loor in cui ci parlava del talento di suo figlio Cristhian, giovane timbalero di appena 11 anni (ne avrebbe compiuti 12 il 14 maggio 2008), che aveva una grande sogno: suonare il timbales come il grande Tito Puente.
Bene, oggi a distanza di 4 anni, Cristhian è un giovane adolescente di 16 anni che a differenza di tanti coetanei continua ad avere una grande passione per le percussioni e per la salsa.
Ed il suo talento è rimasto immutato, anzi, possiamo dire che si è trasformato in una solida realtà.
Eccolo alla trasmissione televisiva “Ecuador tiene su talento”, format conosciuto in Italia come “Italia’s got talent”.

Cristhian Loor el timbalerito
Cristhian Loor el timbalerito

Ed eccolo qualche anno fa, quando iniziava il suo percorso musicale:

Questo invece è l’articolo tratto dal ns. forum nel quale portammo a conoscenza del pubblico italiano questo giovanissimo timbalero ecuadoriano.


https://www.lasalsavive.org/forum.salsa/index.php?topic=2995.0

Ismael Rivera e Ruben Blades

Il bacio di Ruben Blades a Ismael Rivera

In questo video Ruben Blades racconta la sua storia per avere il permesso di soggiorno negli Stati Uniti.
Nel 1977 Ruben ottenne la residenza dopo essere stato illegale per due anni, la notte prima di riceverla
doveva tornare a Panama e la sua paura era quella di non poter rientrare negli Stati Uniti per continuare il suo lavoro di musicista, qualora il permesso non gli fosse stato concesso.

Ismael Rivera e Ruben Blades
Ismael Rivera e Ruben Blades

Ismael Rivera che viveva nello stesso quartiere si presentò a casa di Ruben con una bottiglia di vino rosso e gli disse di non preoccuparsi, di viaggiare sereno che tutto sarebbe andato bene e che il Nazareno lo avrebbe protetto.
E fu così che Ruben viaggiò e tutto andò bene, per questo alla fine del discorso abbraccia Ismael Rivera e lo bacia.
Un video molto bello che ritrae due fra i più grandi salseri di tutti i tempi.

Ray Perez suonerà a Londra con la Orquesta Ondatropica il prossimo 20 luglio 2012

Ray Perez presenzierà al concerto dei “Los Irreales de Ondatrópica” insieme ad altri artisti fra i quali Alfredito Linares e Michi Sarmiento, il prossimo 20 luglio 2012 per un concerto che si terrà il giorno dell’indipendenza della Colombia a Londra.
Fra i brani scelti ce ne sono due di Ray Perez, uno dei quali è Pal 23.

Ecco un video sul progetto musicale di Ondatrópica:

Español

Esta es la lista de artistas que conforman la orquesta “Los Irreales de Ondatrópica” que estará tocando su 1er concierto internacional el próximo 20 de julio (Día de la independencia de Colombia) en la ciudad de Londres y para su 2do concierto estarán en el escenario de las Americas en BT River of Music.

Ray Perez y la Orquesta Ondatropica

– Nidia Gongora (Voz)
– Wilson Viveros (Timbales)
– Juan Carlos Puello (Percusión,Alegre, Caja)
– Mario Galeano Toro (Bajo)
– Pedro Ojeda (Batería)
– Will Holland (Acordeón, guitarra)
– Alfredito Linares (Piano)
– Ramaya (Flauta de Millo)
– Michi Sarmiento (Saxo Alto)
– Markitos Mikolta (Voz)
– Jorge Gaviria (Trompeta)
– Marco Fajardo (Clarinete y Saxo)

Artistas invitados:
– Ray Perez (Venezuela)
– Casimiro Granillo (México)

Fotografía por: Maria Elisa Duque FOTOGRAFIA / PHOTOGRAPHY — con Juan Carlos Puello e altre 3 persone presso Bogotá.

African Jet

El pianista, il nuovo spettacolo 2012 targato African Jet

Bologna, 18 luglio 2012

Ho appena ricevuto il link con il nuovo spettacolo 2012 degli African Jet in versione a una coppia, con Tarek e Debbie.
Lo spettacolo è veramente molto bello, pulito ed emozionante.
Una prova di grande maturità dei due ballerini del famoso gruppo nato a Parma nel 2006 e che da allora ha saputo rinnovarsi costantemente fino all’ultima esibizione, “El pianista”, che riesce a condensare in quattro minuti l’essenza della tecnica e dell’estro di questi giovani ballerini, ormai consacrati sui palcoscenici internazionali come uno dei principali gruppi emergenti della scena salsera italiana.

di Max Chevere

African Jet
African Jet, El pianista, il nuovo spettacolo 2012 con Tarek e Debbie

El pianista, il nuovo spettacolo del 2012 degi African Jet

Per maggiori informazioni sugli African Jet clicca qui.

64 anni e non sentirli, buon compleanno Ruben!

Ruben compie 64 anni e festeggia con un sacco di progetti che faranno la felicità di tutti i suoi fans.
Fra questi un tour mondiale, ben TRE film di cui due che usciranno a breve e l’idea di tornare a studiare, sì, avete capito bene, Ruben vorrebbe laurersi!
E dopo tutto questo, non esclude nemmeno la possibilità di tornare a impegnarsi in politica…

Ruben Blades
Ruben Blades

“Il compito non termina così come la fede va alla ricerca di un risultato migliore”.
“I codardi si inacidiscono, mentre la maggior parte di noi continua a cercare una risposta”.
Rubén Blades.

16 Luglio 2012

Un essere umano pratico e completamente semplice, estremamente organizzato e geloso del suo tempo, che dice di non cercare la sua felicità sulla base dell’infelicità altrui e suggerisce che per trasformare la società della quale ci lamentiamo, dobbiamo iniziare a modificare i nostri atteggiamenti, imparare dagli errori, essere meno materialisti e più spirituali. Gli sembra assurdo che la società con il migliore accesso alle informazioni di tutti i tempi, scelga di morire nell’ignoranza.

Festeggiando oggi il suo sessantaquattresimo compleanno Blades assicura che gli manca ancora tanto da fare, senza contare che questo instancabile imprenditore ha una fabbrica di progetti che ai più sembrerebbe impossibile realizzare. Fra la registrazione di 15 dischi, un tour mondiale con l’orchestra di Roberto Delgado di Panamá, il suo ritorno al cinema insieme a Denzel Washington in “Safe House”, Andy García in “For Greater Glory: The true Story of Cristiada,” e prossimamente in “The Counselor” diretto da Ridley Scott e con Brad Pitt, Michael Fassbender e Javier Bardem. Ancora trova il tempo per scrivere, pensare di ritornare all’Università per ottenere una laurea e non scarta l’idea di tornare a servire il suo paese con un incarico di governo.

Ruben potrebbe potrebbe essere catalogato come un imprenditore con più sfaccettature che ha sfruttato la preziosa risorsa di influenzare le persone, non solo tramite le riflessioni che provocano le sue lettere non deperibili, ma anche tramite la sua azione capace di materializzarsi con decisioni drastiche come quella di lasciare la carriera di attore e musicista per andare a lavorare come funzionario pubblico.

Sulla crisi finanziaria mondiale racconta che parte del problema è che la nostra eccessiva attitudine al consumismo crea questi mostri. “Mi risulta impossibile credere che la sua colpa non è collegata alla nostra irresponsabilità civile e dal desiderio immediato di consumo. Ricordate quando non esistevano le carte di credito e si comprava quel che si desiderava, certo che potevi farlo, però solo dopo aver trovato il denaro per poterlo fare? Io sì, lo ricordo. Il potere che tengono queste istituzioni glielo diamo noi con la nostra irresponsabilità. A cosa serve l’oro concretamente? Non lo puoi mangiare, non ti cura dalle malattie, perchè lo desideriamo allora? Cosa gli da tanto valore? La nostra vanità e stupidità. Questa è la chiave che ci spinge a mettere un pezzo di minerale giallo che non serve realmente a niente se non ad alimentare la nostra vanità”.

Sull’amministrazione pubblica sostiene che “il problema di un paese non è di un dirigente: è dell’intera nazione. Ogni persona deve essere un cittadino, non un semplice abitante. Per questo non accetto la premessa che la colpa dei mali di un paese è di un tipo e che una volta eliminato il tipo tutto si rimette a posto. Questo è il classico racconto di chi vuole rimpiazzare il tipo per mettersi al suo posto, chissà con quale fine. E’ troppo semplicistico questo argomento. La responsabilità per i dirigenti di qualsiasi paese è di ogni cittadino. Se ci sono ladri o presidenti e politici che non servono allora è solo un riflesso della cattiva cittadinanza, non un’aberrazione. Di conseguenza è dovere di ogni cittadino cercare altre risposte anzichè rieleggere chi sbaglia”.

Rubén dice di avere più passato che futuro ed è convinto che il processo di apprendimento non finisca mai. “Nessuno ha mai saputo di più”. Questo lo porta a continuare osservando e cercando costantemente argomenti e proposte che potranno essere utilizzate per migliorare non solo la forma di amministrare una nazione, quanto la qualità di vita dei cittadini che l’abitano, incluso uno dei suoi progetti, che è quello di scrivere un manuale di amministrazione e pianificazione pubblica a largo raggio che possa essere utilizzato come guida per i governi.

Per quel che riguarda la parte musicale, sta lavorando alla produzione di 15 dischi, fra i quali c’è anche il recente “Eba Say Ajá” insieme a Cheo Feliciano uscito lo scorso 29 Maggio 2012.
Chiunque potrebbe pensare che questo è “nuotare contro corrente” dove oggi giorno il solo pensiero di registrare o lanciare una sola produzione discografica è un processo di grande analisi e rischio a causa della grande mole di pirateria digitale e fisica.

“L’industria del disco non è più come prima, però continua ad operare secondo vecchi schemi. Il problema adesso, per gli indipendenti come il sottoscritto è che i fans scaricano illegalmente la musica che facciamo e questo rende difficile ottenere un’effettiva e sostenuta distribuzione internazionale. Per l’immediato, nelle radio mi ascoltano solo se il dj decide di inserirmi nella programmazione senza chiedere nulla in cambio. Non ho “hits”, non ho una casa discografica, non ho managers. Continuo a fare quel che faccio perchè ci credo. Se non lo facessi non sarei la persona che sono”, sottolinea Rubén, che è produttore esecutivo dei suoi progetti.

Senza dubbio a quanto pare questa “pirateria” digitale unita al lavoro e al suo percorso musicale ha permesso al genere della salsa di continuare a vivere e a farlo ascoltare in tutto il mondo, prova di questo è il successo del suo tour mondiale “Cantos y Cuentos Urbanos” che ha toccato città come Darmstadt, Lugano, Roskilde, Malmoe, Stoccolma, Oslo, Amsterdam, Marciac, diverse città della Spagna come Huelva, Avilés, Coruña, Barcelona, Madrid, inoltre arriva negli Stati Uniti e in vari paesi latino americani.

Al domandare a Rubén sul futuro del genere ci dice: “C’è salsa in Giappone, Lettonia, Israele e Francia, solo per ricordare quattro paesi. Possibilmente c’è un tipo proprio in questo momento in Himalaya che sta sistemando i suoi yaks mentre fischia “Pedro Navaja”. Il punto non è essere popolari: la questione è essere rilevanti e poter definire un argomento urbano con proprietà. Per questo la salsa non ha una data di scadenza. Ci sarà sempre. Avrà i suoi alti e bassi, come qualsiasi genere. Però fino a quando esisteranno le città non sparirà.”

Un altro dei suoi progetti più importanti di quest’anno è la presentazione il prossimo 22 luglio in Venezuela dell’opera di salsa “Maestra Vida” la quale era stata scritta dall’artista 32 anni fa e descrive come la sua opera musicale più completa. Gli chiediamo qualcosa su questa produzione e Rubén riassume, “Maestra Vida, combina musica classica, letteratura e musica popolare, con un argomento imbastito attaverso un diario ed elementi del teatro popolare, suddivisi in tre tempi distinti”. Questo concerto sarà diretto dal prestigioso Gustavo Dudamel e accompagnato dall’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar. Si spera che più di 200 mila persone si riuniscano presso “La Carlota” a Caracas domenica prossima e possano essere parte di questo evento senza precedenti.

Possiamo argomentare che Rubén Blades, si è convertito in uno dei personaggi più influenti in America Latina, dove viene riconosciuto come “Il poeta o la Leggenda Vivente della Salsa”, senza dubbio questi appellativi sono molto lonanti dal pensiero di Blades, che preferisce essere ricordato come qualcuno che semplicemente “Trató” (ci provò).

Español

“La tarea no termina y la fe en un mejor desenlace tampoco”.
“Se amargan los cobardes, los demás seguimos en busca de una respuesta.”
Rubén Blades.

16 de Julio 2012

Un ser humano práctico y complejamente sencillo, extremadamente organizado y celoso de su tiempo, que dice no buscar su felicidad basado en la infelicidad de los demás y sugiere que para transformar la sociedad de la que nos quejamos debemos empezar por cambiar nuestras propias actitudes, aprender de los errores, ser menos materialistas y mas espirituales. Le parece absurdo que nos convirtamos en una sociedad que a pesar de tener el mejor acceso a la información que haya visto el mundo, escoge morir de ignorancia.

Cumpliendo hoy 64 años Blades asegura que todavía le hace falta mucho por hacer, y es que al parecer este incansable emprendedor tiene una fábrica de proyectos que para muchos parecería inconcebible poder realizar. Entre la grabación de 15 discos, una gira mundial con la orquesta de Roberto Delgado de Panamá, su retorno al cine con participaciones junto a Denzel Washington en “Safe House”, Andy García en “For Greater Glory: The true Story of Cristiada,” y próximamente en “The Counselor” dirigida por Ridley Scott y actuaciones de Brad Pitt, Michael Fassbender y Javier Bardem. Todavía busca el tiempo para escribir, pensar en regresar a la universidad para obtener un doctorado, y no descartar la idea de volver a servir a su país desde un cargo gubernamental.

Se podría catalogar a Rubén como un empresario multifacético que ha explotado el valioso recurso de poder influir, no solo por medio de la reflexión que provocan sus letras no perecederas si no por su acción materializando su argumento al tomar decisiones drásticas como dejar la comodidad que produce ser una estrella del cine y la música para irse a trabajar como un funcionario público.

Y es que ¿Qué mejor manera de complementar su argumento crítico, que haciendo y no solo diciendo. Blades en una reciente entrevista expresó: “Me convencí que desde el gobierno efectivamente se puede trabajar a favor del país y de la gente y aportar positivamente a su crecimiento espiritual y físico. Además, enfrenté la necesidad de sustentar con hechos y acciones lo que digo con palabras y música en mi faceta artística. Sin hacer eso estaría simplemente hablando y quejándome, de lejos y no desde la trinchera pública, asumiendo el riesgo de equivocarme haciendo. Trabajar exclusivamente por Panamá me hizo menos egoísta, mejor persona, mejor Panameño, mejor músico, mejor artista, mejor ser humano, mejor persona. Es una de las lo mejores cosas que he hecho”.

Sobre la crisis financiera mundial opina que parte del problema es que nuestra desmedida actitud frente al consumismo crea esos monstruos. “Me resulta imposible creer que su culpa no esta abonada por nuestra propia irresponsabilidad civil y deseo inmediatista de consumo. ¿Recuerdas los días cuando no existían las tarjetas de crédito y comprabas lo que deseabas, si es que podías, pero solo después de haber ahorrado para hacerlo? Yo si lo recuerdo. El poder que tienen esas instituciones se lo damos nosotros con nuestra irresponsabilidad. ¿De qué sirve el oro, concretamente? No te lo puedes comer, no te cura una enfermedad; ¿por qué lo deseamos entonces? ¿Qué le da tanto valor? nuestra vanidad y estupidez. Eso hace que hasta matemos por un pedazo de mineral amarillo que no sirve realmente para nada mas que para alimentar nuestra vanidad”.

Sobre la administración Pública opina que “El problema de un país no es de un dirigente: es de la nación entera. Cada persona debe ser un ciudadano, no un simple habitante. Por lo tanto no acepto la premisa de que la culpa de los males de un país la tiene un tipo y que eliminado a ese tipo todo se arregla. Ese es el eterno cuento de los que quieren reemplazar al tipo y quedarse ellos con la ventaja, quien sabe con cual fin. Es demasiado simplista ese argumento. La responsabilidad por la dirigencia de cada país la tiene cada ciudadano. Si tienen lideres o presidentes o políticos que no sirven entones estos son un reflejo de la mala ciudadanía, no una aberración. Es su deber entonces producir respuestas distintas en vez de reelegirlos”.

Rubén dice tener mas pasado que futuro y está convencido de que el proceso de aprendizaje nunca termina. “Nadie jamás ha sabido de más” Esto lo lleva a continuar observando y buscando constantemente argumentos y propuestas que podrían ser empleados para mejorar no solo la forma de administrar una nación si no la calidad de vida de los ciudadanos que la habitan, inclusive uno de sus planes es poder escribir un manual de administración y planeación pública a largo plazo que pueda ser utilizado como guía por los gobiernos.

En cuanto a su faceta musical, está trabajando en la producción de 15 discos, de los cuales acaba de lanzar “Eba Say Ajá” junto a Cheo Feliciano el pasado 29 de Mayo. Cualquiera pudiera pensar que esto es “Nadar en contra de la corriente” donde hoy en día el pensar grabar o lanzar una sola producción discográfica es un proceso de mucho análisis y riesgo debido al gran auge de la piratería digital y física.

“La industria del disco no existe como antes, pero continua operando bajo otros esquemas. El Problema ahora, para los independientes como yo es que los fans se roban la música que hacemos y esto dificulta lograr una efectiva y sostenida distribución internacional” Por lo pronto, en la radio solo me escuchan si la persona D.J. decide incluirme en la programación sin esperar nada a cambio. No tengo “hits”, no tengo disquera, ni tengo managers. Continuo haciendo lo que hago porque creo en eso. De no hacerlo así no podría ser la persona que soy”, recalca Rubén, quien es productor ejecutivo de sus proyectos.

Sin embargo al parecer esta “piratería” digital unida al trabajo y su trayectoria musical ha permitido que el genero de la salsa continúe vivo y se escuche en todo el mundo, prueba de ello es el éxito de su gira mundial “Cantos y Cuentos Urbanos” que incluye ciudades como Darmstadt, Lugano, Roskilde, Malmo, Stockolmo, Oslo, Amsterdan, Marciac, presentaciones en diferentes ciudades de España como Huelva, Avilés, Coruña, Barcelona, Madrid, además recorre Estados Unidos y varios países de Latinoamérica.

Al preguntarle a Rubén sobre la vigencia de genero dice “Hay salsa en Japón, en Latvia, Israel y Francia para mencionar cuatro países. Posiblemente hay un tipo ahora mismo en el Himalaya arreando sus yaks mientras silba “Pedro Navaja”.El asunto no es ser popular: el asunto es ser relevante y poder definir un argumento urbano con propiedad. Por eso, la salsa no tiene fecha de expiración. Siempre existirá. Tendrá sus alzas y bajas, como cualquier genero. Pero no desaparecerá mientras exista la ciudad, la urbe.”

Otro de sus proyectos mas transcendentales de este año es la presentación el próximo 22 de Julio en Venezuela de la opera de salsa “Maestra Vida” la cual el artista escribió hace 32 años y describe como su obra musical mas completa. Al preguntarle sobre esta producción Rubén resume, “Maestra Vida, combina música clásica, literatura y música popular, con un argumento hilvanado a través de un diario y elementos del teatro popular, abarcando tres etapas de vivencias en tres tiempos distintos”. Este concierto será dirigido por el prodigioso Gustavo Dudamel y acompañado de la Orquesta Sinfónica Simón Bolívar. Se espera que mas de 200 mil personas se congreguen en “La Carlota” en Caracas este próximo domingo y puedan ser parte de este evento sin precedentes.

Podemos argumentar que Rubén Blades, se ha convertido en uno de los personajes mas influyentes de Latinoamérica, donde se le reconoce como “El poeta o la Leyenda Viviente de la Salsa ”, sin embargo muy lejos están estos calificativos a los pensamientos de Blades que prefiere ser recordado como alguien que simplemente “Trató”.