Tutti gli articoli di Max Chevere

Anniversario della nascita di “Nicky” Marrero 17-06-50

AGENDA SALSERA a cura di Carlos Zabaleta Fajardo:
17-06-50:


Nicky Marrero ai timbales. Foto di Martín Cohen tratta da Herencia Latina

Nasce nel Bronx, New York, il timbalero Nicolás Marrero, “Nicky” Marrero. La sua prima registrazione la realizza a 15 anni con la banda originale di un altro adolescente nato nel 1950: Willie Colón.
Ha suonato anche con Ray Romero, “Kako” Bastar, Manny Oquendo, Estrellas de Fania, Eddie Palmieri, Patato Valdés, Larry Harlow, Ismael Miranda, Típica Novel, Louie Cruz e Machito.

http://www.youtube.com/watch?v=ZxywRvoTiTw

Anniversario della nascita di Joel “Pibo” Márquez 22-06-1966

AGENDA SALSERA a cura di Carlos Zabaleta Fajardo:

22-06-66:

Nasce a Caracas, Venezuela, il percussionista Joel “Pibo” Márquez, che ha suonato con Alfredo Naranjo y El Guajeo e Orlando Poleo, fra le altre orchestre.
Con il suo gruppo “Las manos calientes” ha partecipato a vari festival in Svizzera, Germania, Italia, Romania, Finlandia, Brasile, Croazia, Ecuador, Colombia, Messico, Stati Uniti, Portorico, Spagna, Mozambico, Senegal, Chile.

http://www.youtube.com/watch?v=h3fLZG_BfHw

Muore a Caracas il trombettista dominicano Porfi Jimenez

10 giugno 2010

CARACAS – La figlia Marita Jiménezha confermato alla stampa la scomparsa di suo padre Porfi, indicando che da quasi tre mesi il musicista soffriva di un’infezione al duodeno derivata da una setticemia.L’artista nato nel 1928 nel piccolo quartiere dominicano di Hato Mayor del Rey, arrivò in Venezuela a seguito di un tour internazionale dell’orchestra di Rafael Minaya nel 1954.

Il suo legame con questo paese diventò subito molto forte, lo stesso Jimenez durante un’intervista del 2008 aveva detto: “Ho messo radici in questo meraviglioso paese. Il Venezuela mi è entrato subito nel cuore e per sempre”.

Fra il 1955 e il 1962 fece diverse esperienze con alcune fra le principali orchestre del paese, incluse anche le due nascenti televisioni private venezuelane RCTV e Venevisión. Nel frattempo studiò alla prestigiosa scuola di musica Berklee, a Boston, dopo di che entrò come arrangiatore e produttore della Velvet, un’impresa discografica che stava muovendo i primi passi in Venezuela.

Nel 1963 finalmente formò la sua orchestra. Durante più di 4 decadi, “Porfi Jiménez y su Orquesta” ottennero diversi successi come: “Chivo Florete” e “Consentida”, “Dolores” e “La hierba se movía”, che sono state ballate per intere generazioni di venezuelani e in paesi come Colombia, fra gli altri paesi latino americani. Fonte: AP

Español

Venezuela: Fallece trompetista dominicano Porfi Jiménez

9 de junio de 2010, 12:22 AM

CARACAS (AP) – El trompetista y compositor dominicano Porfi Jiménez, que puso a bailar al público venezolano durante décadas con sus interpretaciones de los más variados ritmos tropicales, falleció el martes. Tenía 82 años.

Su hija Marita Jiménez confirmó a la prensa su fallecimiento e indicó que, desde hace tres meses, se detectó al músico una “infección en el duodeno” que derivó en una “septicemia que se regó”. La Septisemia es una infección generalizada por presencia de bacterias en la sangre.

Jiménez encontraba hospitalizado desde hace 20 días y el martes por la tarde sufrió un “shock séptico”, agregó su hija.

Con su trompeta, el artista nacido en 1928 en el pequeño poblado dominicano de Hato Mayor del Rey, llegó a Venezuela como parte de una gira internacional de la orquesta de Rafael Minaya en 1954.

“Eché raíces en este maravilloso país. Venezuela se me metió en el corazón rápida y para siempre”, dijo Jiménez a la prensa durante un homenaje en el 2008.

Entre 1955 y 1962 formó parte de muchas de las más populares orquestas del país, incluyendo las dos nacientes televisoras privadas venezolanas RCTV y Venevisión. En el ínterin estudio en la prestigiosa escuela de música de Berklee, en Boston, tras lo cual se sumó como arreglista y productor de Velvet, una empresa disquera que daba sus primeros pasos en Venezuela.

En 1963 finalmente formó su propia orquesta. Durante más de cuatro décadas, “Porfi Jiménez y su Orquesta” cosecharon numerosos éxitos como “Chivo Florete” y “Consentida”, “Dolores” y “La hierba se movía”, que han sido bailadas por varias generaciones de venezolanos y en países como Colombia, entre otros países de América Latina.

Le sobreviven su esposa Pura de Jiménez y sus hijas Marita y Zoraida.

Dedicato un busto alla carriera di Roberto Roena

Dedicato un busto a Roberto Roena

A cura di Patricia Vargas Casiano

Roberto Roena sarà il primo salsero a ricevere un busto in vita, nella Plaza de los Salseros, a Santurce, Portorico.

Domenica 12 settembre si è infatti svolta una grande festa nella quale è stata scoperta la statua in bronzo, che è posizionata insieme ad altre sculture di artisti salseri come Rafael Cortijo, Ismael Rivera, Héctor Lavoe, Tito Puente, Pellín Rodríguez, Tommy Olivencia e Marvin Santiago, tutti grandi musicisti e suoi amici già scomparsi.

Roena scherzando ha detto:“Quando me lo hanno detto ho pensato due cose: o che mi stavano anticipando la morte o che mi volevano portare li per fare la veglia ai defunti”.
Dopo, tornando serio, ha continuato dicendo che per lui è un vero onore essere stato incluso con tutti questi grandi musicisti.
“Vado, come si dice, a portare un saluto da parte di tutti quelli che sono rimasti in vita perchè tutti quelli che sono in questa piazza sono stati miei cari amici”.

Però la cosa non finisce qui, poichè si sta pensando di dare il suo nome ad una via, Calle Aponte de Santurce, dove l’artista è nato e ancora oggi va a giocare a domino con gli amici.

“Provate a pensare, quando la gente mi chiamerà potrò dire che mi trovo nella Strada Roberto Roena… Mi sento molto emozionato di essere stato scelto”.

Il fondatore dell’ Apollo Sound ha anche detto di essersi sentito defraudato per aver partecipato a diversi eventi in quella piazza, che non erano all’altezza di un luogo dove si ricordano i più grandi artisti della musica tropicale.

Senza dubbio, il progetto portato avanti dal senatore José “Nuno” López e dal sindaco di San Juan, Jorge Santini, sta andando avanti con grande attenzione. Inoltre, la piazza sarà rinnovata.

Richy Miranda-Cortese, organizzatore della manifestazione ha dichiarato: “Vogliamo organizzare delle attivitè prima dell’omaggio, come ad esempio la mostra delle copertine di tutti i dischi di Roberto Roena, e un’altra con tutti gli oggetti che ricordano la sua carriera, approfittando del fatto che l’artista è ancora vivo.
Alla fine il tutto culminerà con una grande celebrazione nella quale, Roena, si esibirà insieme ai musicisti della sua orchestra. Sono stati invitati anche altri musicisti che non hanno fatto parte dell’Apollo Sound, ma che hanno condiviso parte della vita musicale di Roena, come Johnny Pacheco e Nicky Marrero, fra gli altri”.

L’evento sarà registrato in alta definizione per essere venduto alle televisioni internazionali e saranno invitati gli organi di stampa in Europa, America Latina e Stati Uniti.

Miranda ha inoltre aggiunto: “Questo evento sarà utilizzato come piattaforma per il lancio di una nuova tappa della carriera di Roena, che ha ancora molto da dare. Lo porteremo nell’est Europa, dove la salsa è molto cresciuta, e in mercati consolidati come Italia, Inghilterra, Francia e Spagna, e cercheremo di farlo tornare in Asia”.

Roena ha concluso dicendo: “Non mi preoccupo di come mi vedrò, ma di quel che lascerò alle future generazioni, che è quel che do mentre sono sulla scena, perchè non sono mai salito su un palco per fare il buffone”.

Fonte: El nuevo dia

Español

Por Patricia Vargas Casiano / pvargas@elnuevodia.com

Roberto Roena se convertirá en el primer salsero al que se le dedicará en vida un busto en la Plaza de los Salseros, ubicada en la barriada Shangai de Santurce.

El 12 de septiembre se celebrará una gran fiesta para desvelar la estatua en bronce, que estará junto a las esculturas de Rafael Cortijo, Ismael Rivera, Héctor Lavoe, Tito Puente, Pellín Rodríguez, Tommy Olivencia y Marvin Santiago, todos grandes músicos y amigos suyos ya fallecidos.

“Cuando me lo dijeron pensé dos cosas: o que me estaban anticipando la muerte o que me llevan ahí para que me velen los muertos”, dijo Roena en broma.

Luego, más serio, señaló que ha sido un honor haber sido incluido en ese “corillo”.

“Voy, como quien dice, a llevar la batuta de los que quedamos vivos porque todos los que están en esa plaza han sido íntimos amigos míos”.

Pero la cosa no queda ahí, pues también se considera ponerle su nombre a la Calle Aponte de Santurce, donde el artista se crió y todavía va a jugar dominó con su gente.

“Imagínate, cuando la gente me llame y me pregunte les voy a decir estoy en la Calle Roberto Roena… Me siento demasiado emocionado de que me hayan escogido a mí”.

El fundador del Apollo Sound se sinceró al decir que ha participado en varios eventos en esa placita y ha salido defraudado porque no se han organizado a la altura requerida para el lugar que alberga las figuras de los grandes de la música tropical.

Sin embargo, el proyecto, una gestión del senador José “Nuno” López y el alcalde de San Juan, Jorge Santini, está siendo muy cuidado. Incluso, se harán renovaciones a la plaza.

“Queremos hacer actividades previas al homenaje, como la exhibición de un coleccionista que tiene todas las carátulas de los discos grabados por Roena y otra de su memorabilia, aprovechando que el artista está en vida. Culminará con una magna celebración en la que el homenajeado podrá compartir con los cantantes de su orquesta. También se están invitando a otros músicos que aunque no fueron parte del Apollo Sound tuvieron que ver con la vida musical de Roberto, como Johnny Pacheco y Nicky Marrero, entre otros”, adelantó el licenciado Richy Miranda-Cortese, a cargo de la organización.

El evento se va a grabar en video de alta definición para venderlo a la televisión internacional y se van a invitar a medios internacionales de Europa, América Latina y Estados Unidos.

“Se va a usar como plataforma de lanzamiento de una nueva etapa en el cierre de la carrera de Roena, que aún tiene mucho que aportar. Vamos a exportarlo nuevamente al este de Europa, donde la salsa está muy sólida, aparte de los mercados regulares como Italia, Inglaterra, Francia y España, y tratar de que regrese a Asia”, dijo Miranda.

Esta semana, Roena se realizó una sesión de fotos para que el escultor, aún no seleccionado, pueda trabajar con el busto.

“A mí no me preocupa cómo me vea, sino lo que va a quedar de mí para la posteridad, que es lo que doy en el escenario, porque nunca me he subido a una tarima a ‘miquear’ ”, cerró el veterano salsero.

Intervista a Richie Ray y Bobby Cruz

a cura della Redazione LaSalsaVive
realizzata durante il Festival Latinoamericando di Milano il 25 giugno 2011

Richie Ray y Bobby Cruz
Richie Ray y Bobby Cruz

Quali sono stati i musicisti che vi hanno influenzati maggiormente?

Bobby Cruz: Richie iniziò a suonare nel mio gruppo e all’epoca suonavamo come orchestra di supporto alternandoci a quelle più famose e fummo influenzati da musicisti come Johnny Pacheco, Tito Puente, Charlie Palmieri, il pianista che sicuramente ha influenzato anche Richie.
Loro erano i grandi e noi solo dei ragazzini che avevano appena iniziato.
Il mio mentore come cantante invece è stato Chivirico Davila.
Lui è stato un grande amico oltre che il mio maestro ed anche la persona che mi ha insegnato l’uso della clave.

Richie Ray: Io iniziai a studiare musica classica per fare il concertista, ma l’ambiente non mi piaceva.
Noi ci conoscevamo tramite le nostre famiglie e Bobby aveva già un suo gruppo nel quale suonavo anche io. Dopo gli studi classici iniziai ad avvicinarmi al jazz e fui influenzato da artisti come George Shearing, Bud Powell, Dave Brubeck, Miles jazz quartet, Art Blakey, Jazz Messengers, Miles Davis, Charlie Parker.
Inoltre quando noi iniziammo a suonare era il periodo dei Beatles e dei Rolling Stones e la nostra idea fu quella di differenziarci dai tanti gruppi ottimi che già c’erano, come Tito Puente, Tito Rodriguez, Eddie Palmieri, Joe Cuba, anche perchè noi eravamo solo dei ragazzini agli inizi e fu così che pensammo di mischiare vari generi per fare qualcosa di diverso.
Iniziammo con il boogaloo che era un ritmo di Chubby Checker che veniva dal mondo del twist, così iniziammo a mischiare guajira con blues e allo stesso tempo tutti iniziarono a suonare boogaloo.

Il migliore di tutti era Pete Rodriguez che fece canzoni come “I like it like that”, lui era molto avanti. Continuammo a sperimentare con il ritmo “Jala Jala” (ndr. inventato da Roberto Roena) e continuammo a farlo fino a che non arrivammo a realizzare “Sonido Bestial” dove inserimmo una parte del piano dello “Studio Rivoluzionario” di Chopin, e fu a quel punto che la gente iniziò a meravigliarsi ed iniziò il grande successo.

Per noi la salsa è un insieme di differenti culture musicali basato sulla clave, sul ritmo afrocubano, però sopra di questo ci puoi mettere qualsiasi cosa: jazz, rock’n’roll, musica araba, qualsiasi cosa! La salsa è una fusione di differenti cose!
Tu non puoi suonare una guaracha e dire che è una salsa, perchè una guaracha è una guaracha. Molti cubani dicono che la salsa è una musica di Cuba.
Certo, la salsa è basata sulla musica cubana, però anche la musica cubana non è solo cubana in quanto basata su ritmi afrocubani: è africana e cubana.
Tutta la musica è una mescolanza di altri generi. Ascoltavamo Stravinsky e rubavamo qualcosa da lui, la stessa cosa con John Lennon.
Questo è il metodo con cui abbiamo creato la nostra musica salsa.

C’è una radio in Italia che fa un programma di Soul e Funk la cui sigla è un brano tratto dal tuo disco “Nitty Gritty”

Richie Ray: Nitty Gritty si!!! L’epoca del Rock’n’Roll!

E la gente non sa che è vostro, di un gruppo di salsa, ma pensa che sia stato fatto da qualche band di funkie o Soul.

Richie Ray: Si, perchè a noi piace fare cose diverse. Questa fu un’idea della casa discografica che era la Alegre, la quale faceva parte della Bullet Records che registrava musicisti di Rock’n’Roll, e visto che detenevano tutti i diritti di queste canzoni pensarono di farci sperimentare questa musica con strumenti della salsa come la campana, le congas…
Per noi fu molto interessante ma in quel momento venne fuori Jose Feliciano che è un’artista latino, che ottenne maggior successo e ci mise in secondo piano.

Abbiamo appena terminato di parlare dell’epoca d’oro degli anni sessanta e settanta della salsa. Ora che la salsa ha subito un calo, quando voi andate a suonare in giro per il mondo dove trovate il maggior sostegno da parte degli appassionati della salsa di quell’epoca?

Richie Ray e Bobby Cruz: In Colombia.

Richie Ray: I colombiani sono quelli che hanno mantenuto le radici salsere.

Bobby Cruz: La Colombia è salsa!
Lì non c’è reggaeton, non c’è merengue.

Richie Ray: Se vai a Portorico si ascolta reggaeton e musica americana, esattamente come a New York, ma se vai in Colombia loro ascoltano la musica salsa.
E se gli chiedi del reggaeton ti insultano! Non gli piace.

Ma voi a Portorico nel 2008 avete fatto due concerti con molta gente…

Richie Ray: Si è un pubblico diverso, più adulto.

La cosa interessante è che in Colombia anche i giovani seguono la salsa mentre negli altri paesi latini sono principalmente persone di quella generazione…

Richie Ray: In Colombia i genitori insegnano ai figli ad ascoltare salsa fin da piccoli, ed i ragazzi conoscono tutte le parole delle nostre canzoni.

Bobby Cruz: E devo cantarle esattamente come nel disco perchè se provo a cantarle in modo diverso mi riprendono e mi dicono che è un’altra cosa!

Quali sono le nazioni nel mondo dove suonate maggiormente?

Bobby Cruz: Stiamo girando per tutto il mondo. In questo momento abbiamo viaggiato in Colombia e a Portorico.
Adesso rientriamo da qui e torniamo in Colombia.
Poi andremo a New Jersey e da lì a Panama, poi in Equador…

Non andate in Perù?

Bobby Cruz: Si, andremo anche in Perù. Richie Ray: Ci sono molti bravi musicisti peruviani che suonano salsa, come il pianista dei Mercado Negro.

Di recente abbiamo suonato anche in Messico, insomma c’è tanta gente a cui piace questa musica in diversi paesi nel mondo.
Però come hai detto tu, l’epoca d’oro di questa musica è passata e adesso è in calo.
Non so perchè, però alla gente piace solo la salsa vieja (classica).

Bobby Cruz: Le emittenti radio non suonano più salsa moderna, nè nostra nè di nessun’altra orchestra. Noi abbiamo più di 114 registrazioni. Dal 1992 ad oggi ne abbiamo fatte 12 che nessuno conosce, perchè le radio continuano a trasmettere i nostri vecchi successi: Aguzate, Sonido Bestial, Jala Jala, Pancho Cristal.

Richie Ray: Come saprete nel 1974 io e Bobby ci siamo convertiti al Cristianesimo e abbiamo messo un po’ da parte la musica. Da lì in poi è nata la “salsa sofisticata”, la “salsa romantica”, la “salsa erotica”, ma questo genere ha avuto successo per un tempo limitato perchè non era musica autentica, era qualcosa di costruito per cercare di conquistare una ragazza magari vestiti con abiti eleganti, niente a che vedere con la salsa di prima dove la gente apprezzava la musica.

Bobby Cruz: E grazie a Dio che era così! Provate a immaginare i musicisti di allora: Roberto Roena, Cheo Feliciano, Celia Cruz, Bobby Cruz…non ce n’era uno che fosse bello!!!
La gente veniva per la musica.

Richie Ray: Poi è venuta la moda dei videoclip, la rivoluzione di MTV.
Inizialmente alla gente piaceva quel tipo di salsa, poi si accorsero che tutto suonava uguale, che i cantanti sembravano tutti uguali, e la verità era che gli stessi musicisti negli studi di registrazione registravano per tutti quanti.
Tutto era uguale, al punto che oggi le persone dicono: quella era la salsa monga (la salsa sgonfia). Per questo le persone oggi non vogliono più ascoltare nuovi brani di salsa a tal punto che anche se noi registriamo un disco nuovo non lo vogliono sentire!
Quindi tutto il vecchio dove finisce?
In un museo!
Capite?Così che la salsa è destinata a morire.

Bobby Cruz: Non si rinnova.

Richie Ray: La gente del reggaeton sono ragazzi talentuosi, molti di essi sono latini, con origini nella salsa, però le opportunità sono poche, così finiscono a suonare rap, reggaeton e altre cose simili.
E finisce che se oggi volete registrare un disco di Richie Ray e Bobby Cruz ci vogliono almeno 500.000 dollari e nessuna compagnia investe questi soldi perchè prima che il disco esca tutti quanti lo hanno già nei loro computer!
La pirateria.
Come sapete la tecnologia ha ucciso il mondo del disco.
Adesso la cosa che serve è venire qui, suonare, e vedere la gente che dice:” Uaoo!”.
Il nostro spettacolo lo possiamo vendere perchè è dal vivo ma il disco non ti permette di guadagnarci.

Questo è successo per tutti i generi.

Richie Ray: Si, questo è successo con tutti i generi.

Bobby Cruz: Come con i film. Appena esce un film nuovo lo trovi già sul web.

I vostri testi avevano molti riferimenti alla santeria…

Bobby Cruz: (interrompe la domanda) Non eravamo santeri.

Richie Ray: A quell’epoca c’erano molti appassionati della musica tropicale che seguivano la religione Lucumi della Santeria e noi notammo questo.
A noi piaceva molto il sound che era diverso, perchè proviene dalla religione.
E’ più africano.
Fu così che acquistai un disco di un gruppo che si chiamava Celina y Reutilio. Celia Cruz registrò alcuni dischi con loro, inclusa la canzone “Cabo E“. Io la rubai e ne feci una mia versione, più popolare, in salsa.

Facevamo molte canzoni simili a questa (santeria) ma per questioni economiche, perchè sapevamo che piacevano a tanti.

Però le avete arrangiate molto bene, il sound è spettacolare.

Richie Ray: Si, i santeri venivano ai nostri concerti e iniziavano a ballare fino a entrare in uno stato di trance perchè la musica gli arrivava.
Però noi non eravamo santeri, non lo siamo mai stati.

Bobby Cruz: Noi non eravamo di nessuna religione.
Ancora oggi non siamo di nessuna religione, apparteniamo a Cristo.

A proposito di canzoni reinterpetate con testi religiosi, questa sera come le canterete?

Bobby Cruz: Le canteremo con i testi originali.

Richie Ray: Suoneremo molte canzoni di successo, incluse due che sono cristiane e che hanno avuto successo: “Juan en la ciudad” e “Los fariseos“.

Anniversario della nascita di Leo Pacheco

AGENDA SALSERA a cura di Carlos Zabaleta Fajardo:

17-05-48: Nasce nel settore Las González, stato Miranda, il sonero Alejo Véliz Pacheco, Leo Pacheco.
Debutta professionalmente, nel 1973, con La Renovación, successivamente va con La Crítica, la Salsa Mayor di Oscar D´León, Nuestra Orquesta la Salsa Mayor con il panamense Carlos “El Grande”, Pellín Rodríguez e Alfredo Padilla.

Leggi l’articolo su Leo Pacheco: http://www.lasalsavive.com/portale/pagine/biblioteca/biografie/leo_pacheco.shtml

http://www.youtube.com/watch?v=aFR6EEXs-0k

Hector Lavoe – El rey de la puntualidad

Hector Lavoe – El rey de la puntualidad

Nosotros como buenos compañeros
con mucho gusto les vamo´a presentar
a un cantante que lo hemos coronado
como el rey de la puntualidad (bis)

Ya nos dieron la señal
que el hombre por fin llego (bis)
ahora queda con ustedes
el cantante de los cantantes
con ustedes Hector Lavoe

Yo soy Hector Lavoe
cinco ocho
de estatura
miren que musculatura
miren que linda figura
la verdad es que yo me veo bien

Yo seguire
mi vaiven
cantando con sabrosura
siempre estare con ustedes ¡mi gente!
hasta que a mi
me lleven
en contra de mi voluntad
que me lleven a mi sepultura

Por mi madre que esta es la ultima vez
que llego tarde

Pregon:

Tu gente quiere oir tu voz sonora,
nosotros solo queremos que llegues a la hora

Aqui estan equivocados y se los digo como un hermano
yo no soy quien llega tarde es que ustedes llegan muy temprano

Y ustedes me critican con eso de llegar tarde

pero mi gente se da cuenta que yo vengo con bonito maquillaje

Ustedes siempre me critican dejen esa boberia

miren bien de arriba abajo que yo soy estuche de moneria

Antes era bien bandido ahora todos son prendidos
me ven que llego temprano y dicen que cambio el muchacho ha tenido

Que no !!!

Ahora pa complacerlos se los digo de a verdad
la proxima vez que llegue
voy a llegar en puntualidad

Alalalalalala que cante mi gente,
si en un tiempo se los dije, hoy de pecho y bien de frente

Ya son las doce y no llega, hara lo mismo de ayer
espera y espera y no viene pero la gente lo quiere
ver

Pregon:

Cantante sigue adelante
el cantante de los cantantes

Ahora vengo de frente bien caliente voy pa´lante

Asi me llama la gente pero siempre vengo con el plante

A veces yo llego tarde si es que no tengo quien de la cama me levante

Si me levanto por el otro lao no me quedo en casa ni me voy pa ningun lao

Noi da buoni
amici
con molto piacere vi andiamo a presentare
un cantante che abbiamo incoronato
come il re della puntualità (bis)

Ci hanno appena dato il segnale
che l’uomo è appena arrivato (bis)
ora resta con voi
il cantante dei cantanti
con voi Hector Lavoe

Io sono Hector Lavoe
un metro e settantuno
di statura
guardate che muscolatura
guardate che bel figurino
la verità è che io mi piaccio

Io continuerò con il mio “vai e vieni”
cantando con “sabrosura”
resterò sempre con voi, mia gente!
fino a quando mi porteranno
contro la mia volontà
mi porteranno al mio funerale

Lo giuro su mia madre che questa è l’ultima volta che arrivo in ritardo

Coro:

La tua gente vuole sentire la tua voce melodiosa
noi vorremmo soltanto che arrivassi in tempo

Qui siete in errore, ve lo dico come un fratello,
non sono io che arrivo in ritardo siete voi che arrivate troppo
presto

Voi mi criticate con questa cosa dell’arrivare
tardi
però il mio pubblico capisce, perchè io arrivo ben preparato

Voi mi criticate sempre, smettetela con questa stupidaggine
Guardate bene dall’alto al basso perchè io sono un tesoro

Prima ero stato bandito ora sono tutti
impazziti
mi vedono che arrivo presto e dicono “Com’è cambato il ragazzo!”

E no !!!

Ora per campiacervi ve lo dico sinceramente
la prossima volta che arrivo sarò
puntuale

Alalalalalala, cantate mio
pubblico
se tempo fa ve lo dissi, oggi la prendo di petto e ve lo dico in faccia

E’ già mezzanotte e non arriva, farà come ieri
aspetta e spera e non viene però la gente vuole vederlo

Coro:

Cantante vai avanti
il cantante dei
cantanti

Ora sono di fronte a voi e bello carico vado avanti

Così mi chiama la gente però vengo sempre con decisione.

A volte arrivo tardi se non ho qualcuno che mi svegli nella camera

D’altra parte se mi sveglio non rimango a casa e non vado da nessuna parte

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Intervista a Chi è Paula C? Parte 1

 

Traduzione a cura di Jimi


Ringraziamo “www.maestravida.com” per l’autorizzazione a pubblicare e tradurre in italiano l’articolo.

Foto di Paula C a Panama

Chi è Paula C? Da dove provieni, che scuole hai fatto, che lavoro fai e cosa facevi in quel periodo?

Sono cresciuta a Boston, Massachusetts, e sono Americana di origine Irlandese. Mia madre era un’insegnante e mio padre un medico. Sono la più giovane di 4 figli. Quando ero giovane i miei genitori spesso visitavano Cuba e portavano indietro dischi. Così sono crsciuta ascoltando quei favolosi gruppi cubani. Il mambo era il ballo alla moda in quel tempo e la mia famiglia lo ballava in soggiorno, come maniaci, al suono di quei dischi. Penso che il grande Machito abbia una figlia di nome Paula – una cosa che da piccola mi piaceva molto.

Sono andata al college e mi sono laureta in Letteratura Inglese e Filosofia, e poi mi sono spostata a New York. All’inizio ho fatto l’assistente sociale a West Harlem ma nei tardi ’70/primi ’80 ho lavorato per Liberty House – una cooperativa artigianale,che era stata allestita durante i movimenti libertari a favore dei diritti civili. A quel tempo vendevano oggetti fatti da individui conosciuti dagli attivisti nel Sud. Gli oggetti erano meravigliosi ma in molti casi dovevano essere ridisegnati e distribuiti per attirare una più larga base di vendita al dettaglio,così noi lavoravamo con gli artigiani per fare questo. Io ho disegnato una linea di abbigliamento femminile per il negozio come membro della cooperativa. Molta gente famosa faceva acquisti lì, compresi John Lennon e Yoko Ono, Julie Christie e l’amore di tutti noi, l’incredibile attore Raul Julia.La mia amica Cathy Hawkins gestisce tuttora il negozio, che ora si trova a West 112th Street di Broadway. Ora io lavoro per un’azienda di selezione personale che ha i suoi clienti fra i media, i pubblicisti dello spettacolo e le ditte di tecnologia.

Quando e dove hai conosciuto Ruben? Che impressione ne hai avuto, come artista e scrittore? Lui è sempre stato un artista ambizioso, lo prendevano tutti sul serio?

Ho effettivamente conosciuto Ruben alla Liberty House. A quel tempo il negozio si trovava a Broadway and West 84 Street, e lui abitava nell’86^ strada. Il negozio era in un edificio che aveva un parcheggio sul lato della strada. Una mia amica Karen (la figlia di un campione di Rumba, potrei aggiungere) lavorava anch’essa nel negozio e usciva insieme al bassista di Mongo Santamaria. Mongo parcheggiava il suo furgone nel garage e qualche volta veniva nel negozio in quanto avevamo in vendita anche una meravigliosa collezione di strumenti africani. Era divertente quando entrava Mongo – lui era un tipo allegro, si metteva a suonare tutti gli strumenti e faceva il filo a tutte. Di solito a parcheggiare il furgone di Mongo era il suo collaboratore Ralphie, che era una persona dolce e un vero personaggio. Quando Ralphie parcheggiava il furgone di solito andava a sbattere contro il muro, e tutti i nostri articoli volano giù dagli scaffali, così imparammo a conoscere Ralphie veramente bene. Fu Ralphie a chiedermi se avevo mai sentito parlare del cantante panamense Ruben Blades – io gli risposi “No”. Lui mi chiese se andavo mai nei locali di salsa, come il Barney Googles e il Corso, e di nuovo gli risposi “No”. Circa due settimane dopo Ruben entrò nel negozio per conoscere “la ragazza italiana di nome Paula” che Ralphie gli aveva detto essere “una sua grande fan”. Penso fosse intorno al 1975.

Estate del 1976, Ruben aveva 28 anni, Paula C 32

In quel periodo Ruben cantava con Ray Barretto e come artista tentava di diventare un musicista professionista e guadagnarsi da vivere. Scriveva una gran quantità di musica, cantava come corista in varie registrazioni e faceva concerti per sbarcare il lunario. Non è che non fosse ambizioso quanto invece che aveva chiaro il proprio obiettivo ed era fiducioso nel proprio successo – e lo inseguiva con grande determinazione. E lavorava molto duro. Mi disse quando lo conobbi che sarebbe diventato un cantante famoso e che sarebbe andato a Hollywood a fare films. Mi ricordo di aver pensato che avrebbe potuto essere deluso. Una cosa che fece fin dall’inizio alla Fania fu di dare ai maggiori artisti del tempo, come Ismael Miranda, alcune delle sue canzoni da registrare, così prima di essere veramente conosciuto come cantante divenne apprezzato come compositore all’interno della casa discografica. Furono le sue composizioni a farlo prendere in buona considerazione dalla Fania. Mi ricordo in particolare di Ismael perchè fu il primo cantante a rendere pubblico omaggio a Ruben per la canzone che eseguiva, e Ruben non lo dimenticò mai. Io ho sempre considerato Ruben come un compositore che cantava – piuttosto che il contrario. La gente lo chiamava di continuo dicendo “Ho bisogno di un buon pezzo”. E’ esattamente quello che accadde con El Cantante: Willie lo chiamò perchè Hector era stato trovato in overdose in una macchina e aveva bisogno di “un buon pezzo” per aiutarlo a fare un buon ritorno in scena. Ruben all’inizio non voleva dargli quel brano – ma io lo convinsi a farlo. Io adoravo Hector e ci prendevamo sempre in giro proprio perchè Hector Lavoe era il mio cantante preferito – e lo è ancora. Dovunque si esibisse facevo in modo di andare a vederlo.

Una volta, quando gli All Stars erano al Madison Square Garden, Ruben venne a prendermi fra il pubblico e mi portò nel back-stage – cosa che io odiavo – …che scena! Senza una parola mi conduce dritto dove Hector stava appoggiato a una porta. Quando arriviamo lì mi dice “Chi è il tuo cantante preferito?”. Io rispondo: “Hector Lavoe“. Hector accenna un sorriso senza capire cosa stia succedendo e allora Ruben dice: “Hector – sai chi è questa? E’ la mia ragazza Paula”. Allora Hector inizia veramente a ridere a crepapelle. Ero mortificata, ma, a guardare indietro, fu un gesto ben generoso da parte di Ruben. Lui e Hector erano rivali nel business in quel periodo. Prima di arrivare a New York Ruben era già un cantante famoso a Panama. Sua madre Anoland, lei stessa musicista, non approvava che lui cantasse e lo spingeva sempre a finire il corso di laurea. Sapeva fin troppo bene quanto potesse essere difficile la vita di un musicista. Un anno, durante il Carnevale, mi disse che per quanto ne sapeva Ruben aveva acconsentito a non cantare per tutto il periodo in cui stava all’Università. Ma un giorno, mentre andava al lavoro in macchina nella zona del Canale, vide questo enorme manifesto che annunciava un suo spettacolo durante il Carnevale. Mi disse che si infuriò così tanto che quasi uscì di strada. Si scoprì poi che la sua esibizione era stata tenuta nascosta a Anoland. Un tizio era incaricato di far sparire il cartellone al mattino prima che Anoland passasse in macchina e poi di riattaccarlo dopo che lei fosse passata. Ma quel particolare mattino era rimasto addormentato, così Anoland vide il cartellone e andò su tutte le furie. Quando mi raccontò questa storia non smettevo più di ridere. Anoland era una donna stupenda e sento molto la sua mancanza.

La gente lo prendeva sul serio?

Beh, Ruben è estremamente intelligente ed ha avuto una buona istruzione. Egli aveva una visione articolata di cosa pensasse dovesse succedere e lavorava duro e aveva un incredibile rapporto con il pubblico. Non so ora – ma allora lui apprezzava sinceramente i fans che amavano la sua musica e questo lo incoraggiava molto. Ruben è un affabulatore nato. Io ero una grande ammiratrice di ciò che considero essere il genio di Willie Colon e spinsi Ruben a cantare con il suo gruppo e a collaborare con lui. Parlando dei fans – quando Siembra uscì per la prima volta nel 1978, Jerry Masucci disse a Ruben che era un buon album ma che non stava vendendo bene. Il nostro condominio era di fronte a parecchi altri nel nostro quartiere Latino. Riuscivo a sentire l’album che veniva suonato al massimo volume tutto il tempo – così non pensavo che Jerry dicesse la verità. La prima volta che l’album venne eseguito in Puerto Rico, poco tempo dopo l’uscita, l’ospite principale era Roberto Roena y Su Apollo Sound. Quando Willie e Ruben iniziarono a suonare, tutti nell’arena cantarono sulle canzoni e andarono fuori di testa. Siccome conoscevo bene Ruben, potevo vedere che lui era fortemente toccato dal caloroso responso del pubblico, ma continuò a cantare. Mi ricordo che arrivò di corsa Ralph Mercado, e pure Roberto Roena. Fu fenomenale. Ricordo che, una volta terminato lo spettacolo, Ruben si mise in piedi vicino a una delle uscite e strinse la mano di tutti quelli che uscivano. Ci vollero ore – ma ce la fece. Penso sia stata la volta in cui si rese conto che era sulla strada buona, e gli fece molto piacere. I fans di musica latina sono i più fedeli al mondo.

Ringraziamo Paula per la sua grande generosità, cordialità e buon umore; e per tutto il tempo e gli sforzi che ci ha dedicato durante l’intervista. Le siamo particolarmente grati per il suo interesse e appoggio a Maestravida.com.

COPYRIGHT 2007 MAESTRAVIDA.COM, Alison Weinstock, & Paula C

Español

¿Quién es Paula C.? ¿De dónde eres? ¿Cuál es tu educación? ¿A qué te dedicas y a qué te dedicabas entonces?

Crecí en Boston, Massachussets, y soy descendiente de irlandeses en Estados Unidos. Mi madre fue maestra y mi padre doctor en medicina. Soy la menor de cinco hijos. Cuando era joven mis padres visitaban Cuba frecuentemente y solían traer discos y producciones musicales. Así que crecí escuchando aquellas fabulosas orquestas cubanas. El mambo era el ritmo de moda de entonces y mi familia solía bailar aquellos discos, alrededor de la sala principal de la casa, como locos. Creo que el gran Machito tiene una hija llamada Paula – algo que de niña me encantaba.

Acudí a la universidad y recibí una licenciatura en Literatura Inglesa y Filosofía para posteriormente mudarme a la ciudad de Nueva York. Originalmente me desempeñé como trabajadora social en el oeste del barrio Harlem, pero hacia el final de la década de los años 70 y principio de los años 80 trabajé para Liberty House, una cooperativa de manualidades que fue creada durante la época de mayor auge del movimiento de libertades civiles, en la década de los años 60. En ese entonces se vendían manualidades hechas por individuos que los activistas del movimiento conocían durante sus viajes por el sur de Estados Unidos. Las manualidades eran maravillosas pero en muchos casos necesitaban ser rediseñadas y mercadeadas para atraer a una mayor clientela, así que trabajábamos con los artesanos para lograrlo. Diseñé una línea de ropa femenina para la tienda, como parte de mi contribución hacia la cooperativa. Muchos famosos de la época fueron compradores de la tienda, incluyendo a John Lennon y Yoko Ono, Julie Christie y, el amor de nuestras vidas, el asombroso actor Raúl Julia. Mi Amiga Cathy Hawkins continúa al frente de la tienda como gerente, la cual ahora está localizada en el West 112th Street y Broadway.

Ahora trabajo para una firma de reclutamiento ejecutivo cuya base de clientes es conformada por empresas relacionadas con los medios de comunicación, publicistas para la industria del entretenimiento y la tecnología.

¿Cuándo y cómo conociste a Rubén? ¿Qué te pareció como artista y compositor? Siempre fue un artista ambicioso, ¿Fue tomado en serio por todo el mundo?

Conocí a Rubén en Liberty House. Para entonces, la tienda estaba localizada sobre Broadway y West 84th Street y él vivía en West 86th Street. La tienda estaba ubicada en un edificio que tenía un estacionamiento en una calle lateral. Una de mis amigas, Karen (hija de un campeón de la Rumba, debo agregar), también trabajaba en la tienda y en esa época ella salía con un bajista de la orquesta de Mongo Santamaría. Mongo estacionaba su van y algunas veces entraba a la tienda, ya que entonces vendíamos también una maravillosa colección de instrumentos musicales africanos. Nos divertíamos mucho cunado Mongo entraba a la tienda, tenía mucho entusiasmo y generalmente tocaba los instrumentos para después ponerse a coquetear con todas. Estacionar la van de Mongo era, algunas veces, el trabajo de su amigo Ralphie, un buen muchacho y, además, todo un personaje. Cuando Ralphie estacionaba la van usualmente golpeaba la pared, haciendo que toda nuestra mercancía saliera volando desde los anaqueles o estantes, así que nos tocó conocer a Ralphie bastante bien. Fue Ralphie quien me preguntó si había escuchado alguna vez al cantante panameño Rubén Blades – le respondí que no. Me preguntó si alguna vez había ido al club local de Salsa Barney Google and the Corso y le contesté que no. Aproximadamente dos semanas después de eso Rubén visitó la tienda para conocer a la ‘muchacha italiana de nombre Paula’ de la cual Ralphie le había hablado y comentado que se trataba de ‘una de sus más grandes admiradoras’. Creo que sucedió en 1975. Para ese entonces Rubén cantaba con Raymond [Barretto] y, como artista, trataba de mantenerse musicalmente activo al mismo tiempo que debía mantenerse económicamente. Escribió una gran cantidad de música, hizo coros para grabaciones y realizó presentaciones para poder ganarse la vida. No se trataba de ambición sino de la claridad en cuanto a sus metas y la confianza de que sería exitoso en su carrera. Ese fue su enfoque. Trabajó muy duro. Cuando lo conocí me dijo que iba a ser un cantante famoso y que después iría a Hollywood para actuar en películas. Recuerdo haber pensado que tal vez él estaba enloqueciendo.

Una de las cosas que hizo, desde el principio con Fania, fue componer para que artistas ya consagrados como Ismael Miranda grabaran sus canciones. Asi que, antes de ser reconocido como cantante, ya era apreciado como compositor dentro de la empresa disquera. Fue su calidad como compositor lo que le permitio ser reconocido por Fania. Recuerdo en particular que fue Ismael Miranda el primero en reconocer, y dar credito publicamente, a Rubén por sus composiciones. Rubén nunca lo olvido. Simpre crei que Rubén es un compositor que tambien canta, en vez de un cantante que tambien es compositor. Constantemente recibia llamadas de gente diciendo “necesito una buena tonada”. Eso fue lo que precisamente ocurrio con “El Cantante”. Willie lo llamo porque Héctor habia sido hallado con una sobredosis dentro de un auto y necesitaba una “buena cancion o tonada” para ayudarle a regresar a la escena. Inicialmente Rubén no quiso darle la cancion a Héctor, pero lo convenci de que lo hiciera. Me encantaba Héctor Lavoe y la broma mas grande entre Rubén y yo era que Héctor fue mi cantante favorito (lo sigue siendo). Cada vez que Héctor se presentaba me aseguraba de ir a escucharlo En una oportunidad, durante un concierto de Fania All Stars en el Madison Square Graden de Nueva York, Rubén vino hasta donde yo estaba sentada en medio de la audiencia y me llevo tras bastidores –lo que yo odiaba- Sin pronunciar palabra me condujo hasta donde Héctor estaba, recostado sobre una de las puertas. Al llegar justo al frente de Héctor me pregunto: ‘quien es tu cantante favorito?’ y le conteste ‘ Héctor Lavoe’. Héctor se sonrió sin saber exactamente lo que ocurría y fue cuando Rubén dijo: ‘ Héctor, sabes quien es ella? Es mi novia Paula’. Héctor entonces rió a carcajadas. Al principio me molesto un poco pero después entendí que se trato de un gesto muy generoso de Rubén. El y Héctor eran, para ese entonces, rivales musicales.

Cuando Rubén llego a Nueva York ya era reconocido, como cantante, en su natal Panamá. Su madre, Anoland, también músico, desaprobaba la inclinación de Rubén por la música y, en su lugar, siempre trato de que Rubén finalizara sus estudios. Siempre supo lo difícil que era la vida de un músico. En una oportunidad, durante un carnaval, me dijo que Rubén estuvo de acuerdo con no cantar mientras estuviera en la universidad. Pero un día, mientras manejaba hacia su trabajo en la zona del canal, vio una pancarta gigantesca que anunciaba la presentación de Rubén durante el carnaval. Me dijo que se enojo tanto que casi perdió el control del vehículo. Resulto que la presentación de Rubén debía mantenerse como un secreto para Anoland. Uno de los hombres, responsable de remover la pancarta por las mañanas antes de que Anoland pasara por el lugar y colgarla de nuevo después de eso –lo mismo ocurría por las tardes, al regreso del trabajo- se quedo dormido y Anoland enfureció al ver la pancarta. Ella reía a carcajadas cuando me contó esta historia. Fue una mujer excepcional, en realidad la extraño.

Era Rubén tomado en serio por la gente?

Rubén es hombre extremadamente inteligente y bien educado. Claramente articulaba su visión de como creía que las cosas deberían darse, trabajaba duro y tenia interacción increíble con la audiencia. No se cual sea la situación ahora, pero en ese entonces realmente apreciaba al publico que se deleitaba con su música y que siempre, en retorno, lo aprecio. Rubén nació para contar historias. Siempre fui gran admiradora de lo que consideré el genio de Willie Colon y siempre motivé a Rubén para que cantara y colaborara con la banda de Willie. Y hablando de los seguidores de su música, cuando el disco “Siembra” salió a la luz en 1978, Jerry Masucci le dijo a Rubén que el disco era un buen álbum pero no se estaba vendiedo bien. El edificio donde estaba nuestro apartamento estaba justo al frente de muchos otros en un vecindario predominantemente Latino y podíamos escuchar, a todo volumen, los reproductores de música con las canciones del álbum –no creí que Jerry estuviera diciendo la verdad-. El primer concierto en Puerto Rico, donde se interpretaron las canciones del álbum, fue titulado ‘Roberto Roena y su Apollo Sound’ pero cuando Willie y Rubén comenzaron a tocar y cantar el público entero cantó las canciones y enloqueció. Yo sabía que Rubén estaba emocionado con la abrumadora respuesta del público –yo lo conocía muy bien-. Recuerdo que Ralph Mercado y Roberto Roena salieron corriendo. Era fenomenal. Rubén se paró en una de las puertas de salida y estrechó las manos de todo el que salió. Fueron horas las que pasaron mientras lo hacía. Creo que fue allí cuando supo que triunfaría y aquello (estrechar manos) fue un gesto de su apreciación. Los seguidores de la música Latina son los más fieles del mundo”.

Agradecemos a Paula su gran generosidad, cordialidad y buen humor; y por todo el tiempo y esfuerzo que nos dedicó durante la entrevista. Estamos especialmente agradecidos por su interés y apoyo a maestravida.com.

COPYRIGHT 2007 MAESTRAVIDA.COM, Alison Weinstock, & Paula C

English

Who is Paula C? Where are you from, what education, what work do you do, and did you do then?

I was raised in Boston Massachusetts and I am Irish American. My mother was a teacher and my father was a medical doctor. I am the youngest of four children. When I was young my parents frequently visited Cuba and they brought back records. So I grew up with listening to those fabulous Cuban bands. The mambo was the dance craze at the time and my family used to dance around our living room like maniacs to those records. I think the great Machito has a daughter named Paula – a fact I loved as a kid.

I went to college and received a degree in English Literature and Philosophy, and then moved to New York City. Originally I was a social worker in West Harlem but in the late 1970-early 1980’s I worked for Liberty House- a craft cooperative, which was formulated during the 1960s civil rights “freedom” rides. At that time, they sold American crafts made by individuals the freedom riders met during their time in the South. The crafts were wonderful but in many instances needed to be redesigned and marketed to attract a broader retail base, so we worked with the craftsmen to do this. I designed a line of women’s clothing for the store as part of the cooperative. A lot of famous people shopped there including John Lennon and Yoko Ono, Julie Christie and the love of all of our lives – the amazing actor Raul Julia. My friend Cathy Hawkins still runs the store, which is now located at West 112th Street and Broadway.

Now I work for an executive recruitment firm that has a client base of media, entertainment publishers and technology companies.

When and how did you meet Ruben? How did he seem to you then, as an artist and writer? He was always an ambitious artist, did everyone take him seriously?

I actually met Ruben in Liberty House. At that time the store was located on Broadway and West 84 Street and he was living on West 86th Street. The store was in a building that had a parking garage on the side street. A friend of mine Karen (the daughter of a Rumba champion I might add) also worked in the store and she was dating the bass player for Mongo Santamaria. Mongo parked his van in the garage and sometimes would come into the store as we also sold a wonderful collection of African instruments. It was great fun when Mongo came in – he was a cheerful soul and he would play all the instruments and then flirt with everyone. The parking of Mongo’s van usually fell to his road guy Ralphie, who was a sweet person and real character. When Ralphie parked the van he usually hit the wall and all of our merchandise went flying off the shelves, so we got to know Ralphie really well. It was Ralphie who asked me if I had ever heard of the Panamanian singer Ruben Blades – I told him “no.” He asked me if I ever went to the local salsa clubs, like Barney Googles and the Corso? I told him “no.” About two weeks later Ruben came into the store to meet the “Italian girl named Paula” that Ralphie told him was “a big fan of his.” I guess that was about 1975.

At that time Ruben was singing with Raymond [Barretto] and as an artist – he was trying to be a working musician and support himself. He wrote a great deal of music, sang coro on recordings and performed to earn his living. It wasn’t that he was so ambitious as much as he was clear about his goals and confident that he would be successful – and he single-mindedly pursued that. And he worked very hard. He told me when I first met him that he was going to be a famous singer and then go to Hollywood and make movies. I remember thinking that he may be delusional.

One thing he did right from the start at Fania was to give the major artists at the time like Ismael Miranda some of his songs to record, so before he was really known as a singer he was appreciated as a composer within the company. It was his composing that got him taken seriously by Fania. I remember about Ismael in particular because he was the first singer who gave Ruben public credit for the song when he performed and Ruben never forgot that. I have always felt that Ruben was a composer who sang – rather than the other way around. People constantly called saying “I need a good tune.” That’s exactly what happened with El Cantante, Willie called him because Hector had been found OD in a car and needed a “good tune” to help him with a comeback. Ruben at first didn’t want to give him that tune – but I convinced him to do it. I adored Hector and it was a big joke between us because in fact Hector Lavoe was my favorite singer – still is. Whenever he performed I made sure I went to see him.

One time when the All Stars were at Madison Square Garden, Ruben came and got me from the audience and brought me back stage – which I hated – what a scene! Without a word, he marches me over to where Hector was leaning against a door. When we get there he says to me “who is your favorite singer”? I respond Hector Lavoe. Hector smiles slightly not knowing what’s going on and then Ruben says “Hector – do you know who this is – this is my girlfriend Paula.” Then Hector really started to laugh his head off. I was mortified but in retrospect, it was a very generous gesture by Ruben. He and Hector were rivals in the business at that time.

By the time Ruben came to New York he already was a well known singer in Panama. His mother Anoland, a musician herself, didn’t approve of his singing and was always pushing him to finish his degree. She knew all too well how difficult a musician’s life could be. One year during Carnival – she told me that as far as she knew Ruben had agreed not to sing while he was at the University. But one day while driving to her job in the Canal Zone – there was this huge banner over the street announcing his appearance during Carnival. She told me she got so mad she nearly drove her car off the road. As it turned out – his performance was being kept a secret from Anoland. Some guy was responsible for removing the banner in the morning before Anoland drove by and then hanging it back up after she passed by. He would repeat this process when she was about to drive home at night. But that particular morning he overslept and Anoland saw the banner and was furious. When she told me this story though, she laughed and laughed. Anoland was a wonderful woman and I miss her.

Did people take him seriously?

Well Ruben is extremely intelligent and was well educated. He clearly articulated his vision of what he thought should happen and he worked hard and had an incredible rapport with the audience. I don’t know about now – but then he truly appreciated the fans who loved his music and this encouraged him. Ruben is a born storyteller.

I was a great admirer of what I consider to be the genius of Willie Colon and really pushed Ruben to sing with his band and to collaborate with him. Speaking of the fans – when Siembra first came out in 1978, Jerry Masucci told Ruben that it was a good album but that it wasn’t selling. Our apartment building faced several others in our Latino neighborhood. I could hear the album being played at top volume all the time – so I didn’t think Jerry was telling the truth. The first time the album was performed in Puerto Rico soon after the release – the headliner was Roberto Roena y Su Apollo Sound. When Willie and Ruben started playing everyone in the arena sang along and they went absolutely nuts. Because I knew Ruben so well, I could see he was touched deeply by the overwhelming response but he kept singing. I remember Ralph Mercado came running out, as did Roberto Roena. It was phenomenal. What I remember is that after the performance was over – Ruben stood by one of the exits and shook hands with everybody as they left. It took hours – but he did it. I think it was then that he knew he was on his way and he appreciated it. Latin music fans are the most loyal fans in the world.

We wish to thank Paula for her great generosity, kindness and humor, and for all the time and effort she put in for this interview. We are especially grateful for her interest and support for maestravida.com.

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Il concerto di Richie Ray y Bobby Cruz al Festival Latinoamericando di Milano, 25 giugno 2011

 

 

 

Le recensioni de LaSalsaVive

 

RICHIE RAY & BOBBY CRUZ: CONCERTO BESTIAL!

Le due/trecento persone in gran parte latine che ieri sera erano davanti al palco del festival Latinoamericando hanno assistito ad uno dei concerti più belli per importanza storica e impatto sonoro di tutta la lunga storia del festival.
L’unione tra i due campioni della salsa con l’oramai collaudatissima orchestra dei Mercado Negro ha lasciato senza parole, per precisione tecnica e interplay degno delle migliori jam session del jazz e vista l’incredibile difficoltà tecnica del repertorio del celebre duo, la cosa non può che essere ben evidenziata.

In particolare il trio Bongò (Walter “Chato” Rebatta), Timbales(Rodrigo Rodríguez) e Tumbadoras (Edwin Sanz)
provenienti rispettivamente da Perù, Colombia e Venezuela, ha creato il giusto tappeto ritmico
interpretando liberamente le varie figure ritmiche dei celebri brani.

Una cosa che dovrebbe far capire che la salsa senza interplay tra i musicisti semplicemente NON è salsa!
In particolare il Chato alla campana supportava benissimo con la figura ritmica del Danzon i vari assoli del timbalero.
Nel video di Sonido Bestial si capisce bene quanto scritto sopra.

L’altra sorpresa è stata la sezione fiati, 3 trombe (Giancarlo Ciminelli, Massimo Guerra e Sergio Vitale) e due tromboni (Leonardo Govin e Carlos Miñoso), che hanno riprodotto in modo incredibile la mitica e storica
sezione fiati del gruppo originale che è uno dei marchi di fabbrica del gruppo.
Un plauso a chi rifaceva la parte più difficile dei sovracuti della prima tromba, il romano Giancarlo Ciminelli, un vero precursore della salsa in Italia che suonava già nel 1988 nell’orchestra Yemayà.

Clicca per maggiori informazioni su Giancarlo Ciminelli

Ma tutti hanno avuto il loro momento di gloria come nel finale di Sonido Bestial con il celebre “turn around” di derivazione jazzistica.

Ottimo anche il bassista con il suo Baby Bass, preciso negli stacchi e con un bel suono rotondo e senza sbavature
anche nei passaggi più difficili all’unisono con il piano.

Era presente anche una bella sezione cori, con la moglie di Richie Ray e i due cantanti cubani tra cui il fondatore
dell’orchestra Armando Miranda.

Poi veniamo a loro, il duo delle meraviglie:
Bobby Cruz ha lasciato di stucco per la sua bellissima voce, ancora viva e presente, sia nel timing che nella potenza,
un vero miracolo di Dio, come lui stesso ha ripetuto più volte nel concerto, riferendosi a come il Signore li ha mantenuti e protetti negli anni.

Il concerto di Richie Ray e Bobby Cruz
Il concerto di Richie Ray e Bobby Cruz

Poi lui … il pianista bestial … Ricardo Ray, la leggenda dei pianisti di salsa.
Fu proprio lui infatti il modello di riferimento del primo Papo Lucca e a seguire per centinaia di pianisti di tutto il mondo.
La sua fusione di jazz bebop, soul e musica classica è un marchio indelebile nella storia della salsa.
Quello stile lo ha inventato lui negli anni ’60 e tutti lo hanno imitato negli anni successivi.
Non solo nella mano destra, ma anche nei contrappunti della mano sinistra sempre in levare e usata
come percussione nei momenti di break per rilanciare la sezione fiati.
La destra invece è sempre un fiorire di melodie neo classiche con arpeggi discendenti, cromatismi alla Chopin
alternati a blues notes, liks di Bebop alla McCoy Tyner (pianista di Coltrane) e mille altre influenze.
Una sorta di enciclopedia del pianismo in punta di salsa!

Per finire vi rimandiamo alla loro webradio che trasmette i loro successi 24 ore al giorno:

Vai alla radio di Richie Ray y Bobby Cruz

La scaletta della serata:

Aguzate
Amparo Arrebato
Pancho crystal
Los fariseos
El gallo y la vaca
Ahora vengo Yo
Los fariseos
Mi Mayoral
A mi manera
Richie’s Jala Jala
Juan en la ciutad
La Zafra
bomba camarà
Sonido bestial

Si ringrazia l’organizzazione del Latino Americando Expò.