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L’organo Hammond nella salsa

di Tommy Salsero

Con questo titolo inauguriamo una nuova serie di articoli dedicati ad alcuni strumenti elettrici che hanno rivestito un importante ruolo all’interno della musica Salsa e di altri generi latini.

Cos’è l’Hammond?

Organo Hammond

 

Questo organo elettrofonico a motore è un simbolo per generi musicali come Jazz, Blues, Gospel, Soul, Rock, ecc.

Anche nella musica latina l’organo ha avuto un suo momento d’oro e chi non poteva permettersi un vero Hammond, ingombrante e costoso, lo sostituiva con versioni portatili e più economiche, come quelle prodotte dalla casa marchigiana Farfisa.

Nel campo del Latin Jazz si è usato e si usa tutt’ora l’Hammond, mentre nella Salsa si sono utilizzati, tranne per rari casi che vedremo in seguito, organi portatili ed economici come appunto il Farfisa Compact , il Vox continental , l’Ace Tone e tanti altri che potete trovare a questo indirizzo web:

www.combo-organ.com

Il suono Hammond però è davvero unico, un suono caldo ed avvolgente, grazie anche al suo amplificatore rotante Leslie

(che vedete nella foto) che ha reso questo strumento un vero e proprio oggetto di culto, la Rolls Royce degli organi elettrici.

Purtroppo il costo dell’Hammond era proibitivo per i gruppi di salsa o di altri generi caraibici; del resto, la nostra amata Salsa era musica del barrio e per questo i gruppi si affidavano principalmente alla Farfisa.

La Farfisa invece era leader per la costruzione di organi che erano diffusissimi anche in gruppi noti come i Pink Floyd ed i Doors, per quanto riguarda il Rock, o i Tangerine Dream, Jean Michel Jarre, ecc. nel campo dell’elettronica.

La Farfisa aveva un suono acido dovuto alla distorsione dei transistor in fase di uscita del segnale dai VCA e proprio per questo suono “elettronico” si prestava facilmente ad essere trattato con effetti esterni come Phaser, distorsori o Chorus.

E’ in parte merito di questo che ebbe il suo successo anche in gruppi come appunto i Pink Floyd, i quali non avevano certo problemi economici (ma che per le parti di organo usavano un bel C3 Hammond!).

Chi suonava l’Organo elettrico e perchè?

L’organo elettrico, usato nelle chiese americane per suonare Gospel, Blues e Jazz, divenne rapidamente un’icona degli anni 50.

Ma è negli anni 60 che conobbe la sua massima diffusione attraverso il Soul, il Rock ed il Beat.

Anche la musica latina soprattutto a New York si impossessò di quei suoni come racconta Eddie Palmieri in questa intervista.

Anche se ci furono alcuni esperimenti commerciali come quelli del Mambo Rock di Perez Prado, colui che diventò un’icona dell’organo latino fu Charlie Palmieri. Quest’ultimo fu la massima espressione nell’uso dell’organo nella musica salsa, nonostante anche lui utilizzasse un Farfisa Compact! Lo stesso che si vede in questo video:

Eddie Palmieri – Solo Piano Live 1970s

Sulla scia di Charlie l’organo venne utilizzato anche da tante altre orchestre come l’orchestra Zodiac a Portorico, e da tanti altri gruppi degli anni 60/70 in America Latina (di cui parleremo nella seconda parte); ma si tratta purtroppo quasi sempre di organi elettrici portatili ed economici.

Il più delle volte questi grandi musicisti sopperivano alla mancanza di strumenti adeguati, a causa delle loro ristrettezze economiche, con il proprio talento.

Per sentire un vero Hammond invece dovete ascoltare i gruppi di Latin Jazz come il celebre quintetto di Cal Tjader, un genio che coniugava una ritmica eccelsa insieme a Mongo Santamaria e ad altri straordinari jazzisti.

Fra questi non possiamo non citare Clare Fisher o Dick Hayman.

Pensate che Dave Pike si permise il lusso di avere Herbie Hancock all’organo!

Johnny “Hammond” Smith insieme a Ray Barretto ed in tempi più recenti il grande Poncho Sanchez registrano sempre con un Hammond.

Un altro capitolo riguarda il Latin Soul vista l’attinenza con i grandi della musica Afroamericana con artisti come Pucho & The Latin Soul Brothers, Willie Bobo, Mongo Santamaria, Ralfi Pagán, Candido Camero, ecc. che hanno registrato spesso con organo Hammond e piano elettrico Fender Rhodes.

Sicuramente l’esempio più importante per chiunque suoni l’organo Hammond viene dal gruppo di Carlos Santana di cui parleremo in dettaglio nella seconda parte dell’articolo.

In seguito con il boom della Fania si cominciarono ad ascoltare dischi con Fender Rhodes, Minimoog, Yamaha CP 70 ovvero i migliori strumenti elettrici dell’epoca.

Un esempio è il grandissimo disco della Fania All star “Latin Soul Rock” dove uno straordinario Jan Hammer duetta con il celebre organo Hammond!

Nella seconda parte vedremo più in dettaglio gli album più importanti per l’uso dell’organo nei vari generi Latin Soul/Rock, Salsa e Latin Jazz.

Hector Lavoe

Hector Lavoe – Triste y Vacia

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Traduzione a cura della Redazione LaSalsaVive

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel que le decia
que era su amor y su locura

ya la vida le ha enseñado demasiado
cometer el mismo error no le interesa
los amores que ha tenido le fallaron
y dejaron en el aire las promesas
y dejaron en el aire las promesas

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura

va tratando de lograr lo que ha soñado
aprobecha la experiencia de la vida
va olvidando sufrimientos del pasado
la calumnia y la mentira la castigan
la calumnia y la mentira la castigan

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura

pero en todo este pasaje de la vida
ha sabido mantenerse con decencia
aunque muchos habladores la confundan
aunque muchos traten de inventar con ella
aunque muchos traten de inventar con ella

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura
que era su amor y su locura

(ella va triste y vacia)

en su rostro se comprenden
los fracasos de la vida
la calumnia y la mentira y el desamor la castigan
fue que todo el mundo le fallo
ella no lo merecia
por fracasos de la vida

asi es que muere un amor
hay que nadie comprendia
la promesa le fallaron
los errores de Sofia

a donde ira la pobre
niña triste y desolada
pero que cosa le harian
caminaba tan orgullosa
y de su dolor nadie sabia
mirala que linda viene
mirala que linda va
a donde se esconderia

yo la vi llorando yo la vi

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

La sua vita le ha già insegnato tanto
ripetere lo stesso errore non le interessa
gli amori che ha avuto sono falliti
ed hanno lasciato al vento le promesse
ed hanno lasciato al vento le promesse

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

Sta cercando di raggiungere quel che ha sognato
Aprofitta dell’esperienza della vita
per dimenticare le sofferenze del passato
La calunnia e la menzogna la colpiscono
La calunnia e la menzogna la colpiscono

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

ma in questo passaggio della vita
ha saputo mantenersi con decenza
anche se molti chiacchieroni la confondono
anche se molti cercando di inventare cose con lei
anche se molti cercando di inventare cose con lei

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
che era il suo amore e la sua follia

(Lei cammina triste e vuota)

Nel suo viso si comprendono
i fallimenti della vita
la calunnia e la menzogna e il disamore la colpiscono
ma tutto il mondo le è crollato addosso
lei non lo meritava
per i fallimenti della vita

così muore un amore
che nessuno comprendeva
la promessa l’ha ferita
gli errori di Sofia

dove andrà la povera
ragazza triste e desolata
però che cosa le hanno fatto
camminava così orgogliosa
e del suo dolore nessuno sapeva
guarda com’è dolce quando viene
guarda com’è dolce quando va
dove si nasconderà

Io l’ho vista piangere, io l’ho vista

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Beyond Salsa: un documentario celebra i 50 anni di carriera del Gran Combo de Puerto Rico

Per festeggiare i 50 anni di carriera del Gran Combo de Puerto Rico verrà prodotto un documentario che includerà concerti dal vivo, interviste e materiale di archivio.

Il titolo di questo lavoro è Beyond Salsa.

Al fine di creare un film con la giusta qualità che questo leggendario gruppo merita, gli autori hanno seguito l’orchestra per diversi anni e compilato migliaia di ore di filmati storici degli ultimi 50 anni della band.

Yomo Toro

Yomo Toro ricoverato in ospedale in gravi condizioni

Yomo Toro
Yomo Toro

Il leggendario chitarrista portoricano Yomo Toro, maestro del cuatro, è stato ricoverato in ospedale per una crisi renale causata dalla pressione alta ed è grave.

Purtroppo le condizioni di fragilità in cui si trova impediscono ai medici di intervenire con un trapianto.

Gli auguriamo una pronta guarigione, forza Yomo Toro!

 

Nato a Ensenada, Portorico, figlio di un chitarrista amatoriale, Yomo Toro ha alle spalle una carriera che dura da cinquant’anni come uno dei più rispettati musicisti latini di New York.
Lo strumento che lo ha reso famoso è il cuatro, una chitarra portoricana a 4 corde che discende dalla Vilhuela spagnola.

Dopo il primo atterraggio a New York nel 1953 con la sua band, Los 4 Aces, Yomo si imbarca in una serie di tour per i Caraibi, per poi stabilirsi nel 1956 nel Bronx. Ha suonato con il Trio Los Panchos nei primi anni sessanta e registrato quattro dischi con loro, incluso uno con il cantante Eydie Gormé.
Subito dopo inizia a registrare con la leggendaria etichetta Fania, entrando a far parte della famosissima orchestra Fania All-Stars. Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è protagonista dello show televisivo Yomo Toro Show trasmesso a New York sul canale 41.Lo show, nel quale vengono intervistati molti artisti latini, dura sette anni.
Il 1969 è un anno particolarmente fecondo per Yomo Toro. Registra Tribute to Arsenio con la Larry Harlow Orchestra – un album di salsa che ne influenzerà molti altri.Toro entra in contatto con altre leggende della salsa nel 1970 quando registra l’album natalizio Asalto Navideño con Willie Colon e Hector Lavoe, combinando i nuovi suoni della salsa di New York con la musica tradizionale natalizia di Portorico. L’album è, e continua ad essere, uno dei dischi Fania più venduti di tutti i tempi.

La sua carriera continua per tutti gli anni settanta, ottanta e novanta con oltre 150 partecipazioni in altrettanti dischi, di cui 20 come solista con la Fania, Island, Rounder e Green Linnet Records.
Ritorna a lavorare in televisione e al cinema, suona in diversi spot pubblicitari di importanti società internazionali e lavora alle colonne sonore di numerosi film, fra i quali Crossover Dreams con Ruben Blades e il film di Woody Allen il dittatore del libero Stato di Bananas. Spazia in molti generi diversi, registrando con Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt e David Byrne.
Nel 1994, Yomo inizia a suonare e registrare con i Latin Legends con Larry Harlow e Aldaberto Santiago. Fra gli ultimi lavori ricordiamo Cortijo’s Tribe CD con i Zon del Barrio’s ed il singolo “Homenaje al Sonero Mayor” dove Yomo vola su assoli che gli consentono di allungare ed espandere il suo virtuosismo sulle stringhe.

Biografia in inglese:

Date of Birth:
26 July 1933, Guánica, Puerto Rico

Birth Name:
Víctor Guillermo Toro Vega Ramos Rodríguez Acosta

Born in Ensenada, Puerto Rico as the son of an amateur guitarist,Yomo Toro grew to have a five-decade career as one of New York City’s best respected Latin musicians. Toro’s instrument of choice was the cuatro, a Puerto Rican 4-string guitar-like instrument descended from the Spanish Vilhuela.

After first landing in New York in 1953 with his band, Los 4 Aces, Yomo embarked on a series of tours of the Caribbean, finally settling for good in the Tremont section of the Bronx in 1956. He played with Trio Los Panchos in the early ’60s and recorded four albums with them, including one featuring Eydie Gormé.Soon after that he began recording with the legendary Fania label, eventually joining their world-famous house band, the Fania All-Stars. During the late ’60s and early ’70s he hosted a tv show called the Yomo Toro Show on New York’s Channel 41.The show, which featured interviews and entertainment from a host of Latin personalities, was on for seven years. 1969 was an especially fruitful year for Toro. He recorded Tribute to Arsenio with the Larry Harlow Orchestra — an incredibly influential salsa album.Toro also got to hook up with some legends in 1970 when he recorded the classic Asalto Navideño with Willie
Colon and Hector Lavoe, combining the new sounds of NewYork salsa with traditional Puerto Rican Christmas music.The album was, and continues to be, one of Fania’s best-selling products of all time.

In the ’70s, ’80s and ’90s Toro’s career continued non-stop. He appeared on over 150 albums, recording over 20 solo albums for Fania, Island, Rounder and Green Linnet Records. He broke back into television and film, playing on commercials for several major international companies and working on the soundtracks for several films, including Crossover Dreams with Ruben Blades and Woody Allen’s Bananas. He broke out into many different genres, recording with Harry Belafonte, Paul Simon, Linda Rondstadt and David Byrne. In 1994, Yomo began playing and recording in the Latin Legends with Larry Harlow and Aldaberto Santiago. Today, his rapid fire guitar strains are heard over Zon del Barrio’s Cortijo’s Tribe CD and the single “Homenaje al Sonero Mayor” where Yomo soars on solos that let him stretch and expand his virtuosity on strings.

 

Intervista a Frankie Figueroa

di JUAN CARLOS ÁNGEL per la rivista Sonero de Barrio

Le interviste che ho realizzato, per me, sono state tutte molto soddisfacenti, alcune per il carisma degli artisti e altre per l’importanza del personaggio. Però intervistare quei musicisti e cantanti che attraverso il tempo si sono persi senza dare segnali, mi da ancora maggiori motivazioni. Ogni volta che ci troviamo a casa di collezionisti o in qualche bar e ascoltiamo le nostre canzoni preferite, ci domandiamo che ne sarà stato della vita di quell’artista; a volte non abbiamo una risposta chiara, il più delle volte si dice che probabilmente sarà già morto.

Per questo motivo ho iniziato a fare delle ricerche sui luoghi di ognuno dei nostri idoli salseri, alcuni già ritirati e altri ancora con la voglia di continuare a suonare. In questa occasione abbiamo invitato alla rivista “El Sonero del Barrio” Frankie Figueroa, meglio conosciuto come “Mr. Estilo”, originario della città di Guayama, che si trova nella costa sud di Portorico. Questa zona è conosciuta come il paese degli stregoni, a causa di un leggendario lanciatore di una squadra di baseball di Guayama soprannominato “Moncho el brujo”, terra dove era nato il compositore più prolifico della salsa: Tite Curet Alonso. Frankie Figueroa è un altro figlio del paese stregato, uno straordinario sonero che è riesce facilmente a interpretare tanto un bolero quanto un guaguanco o un son montuno. Ha fatto parte di orchestre di grande successo come quella di César Concepción, Jorge Ortega, Willie Rosario, Chucho Rodríguez, Memo Salamanca e Tito Puente fra le altre, lasciando il suo segno di grande qualità in ognuna di esse, così come nella sua orchestra. Vi invito pertanto a gustare la seguente intervista che ho realizzato con questo gran cantante.

D. Juan Carlos: Quali sono i nomi dei suoi genitori e cosa facevano nella vita?

R. Frankie: Mia madre si chiamava Vicenta López Villa ed era una casalinga, mio padre Félix Frank Figueroa lavorava come verniciatore e meccanico d’auto, oltre a impegnarsi in politica per molti anni a Portorico.

Frankie Figueroa. Foto: cortesia de Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD
Frankie Figueroa. Foto: cortesia di Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD

D. Può dirci il suo nome di battesimo, la data ed il luogo di nascita? E come furono i primi anni della sua infanzia?

R. Mi chiamo Félix Frank Figueroa: sono nato a Guayama, Portorico, il 27 gennaio del 1941; ho iniziato la scuola all’età di 7 anni; da bambino lavoravo vendendo giornali e frutta, ho anche pulito le scarpe; l’ho fatto solo per due anni, poi ho smesso perchè mi vergognavo quando mi vedevano le ragazze della scuola (ride). Ho cominciato con la musica suonando i barattoli di latta perchè non avevo soldi per comprarmi delle percussioni, mi ricordo che andavo nella cucina di mia madre a fare pratica con le percussioni e utilizzavo come tamburo la latta dove lei conservava il combustibile per accendere la stufa. Successivamente mi chiamarono a far parte della Banda Municipale di Guayama; il canto a quell’epoca non mi interessava più di tanto, cantavo solo nella scuola musica di Natale.
Entrai nella Banda suonando la batteria, quando iniziarono a dirmi come fare non fu necessario perchè io ero già capace di suonarla. Nessuno mi insegnò a suonare le percussioni perchè imparai a farlo ad orecchio ascoltando la radio. La prima orchestra che ascoltai fu quella di César Concepción, era la mia orchestra preferita e mai avrei pensato un giorno di entrarne a far parte; alla radio ascoltavo anche la musica di trii come Johnny Albino, il trio Los Panchos, Felipe Rodríguez, e grandi orchestre come quelle di Pérez Prado e Tito Puente.

L’orchestra di Cesar Concepcion
 

Frankie Figueroa

Terminati gli studi nel 1959 andai negli Stati Uniti e iniziai a suonare come percussionista con vari gruppi minori amatoriali e per un breve periodo nell’orchestra di Moncho Leña. Successivamente fui raccomandato da un mio grande amico pianista che era soprannominato “Macucho”, per suonare nell’orchestra di Paquito López Vidal, il compositore di Espérame en el cielo.
Ho lavorato per tre anni suonando le tumbadoras, il cantante di questa orchestra mi dava l’opportunità di cantare una canzone per ogni concerto.
A seguire ho lavorato per quasi due anni al Broadway Casino con l’orchestra di Carlos Pizarro; poi andammo al Caravana Club, che per quell’epoca era il miglior club di salsa e pachanga, e fu lì dove mi videro Willie Rosario e Bobby Valentín che era il trombettista della sua orchestra.

Loro mi sentirono cantare una delle canzoni che mi lasciavano cantare durante l’esibizione, un bolero chiamato Negrura che registrò Rolando Laserie; fu così che mi invitarono a far parte della loro nuova orchestra, la quale era stata modificata a seguito di un problema con il cantante Yayo el Indio, che l’orchestra di Willie accompagnava nel club Caborrojeño. Yayo ed il pianista Héctor Rivera rimasero con tutti i musicisti ad eccezione di Bobby Valentín.

Registrai il primo LP di Willie Rosario, come vocalista però non ero ancora il cantante della nuova orchestra; lui aveva l’intenzione di integrare Alfredo Vargas che era il cantante dell’orchestra più antica di Portorico, l’orchestra Happy Hills de San Germán, però a Willie non piaceva questo cantante e decise di scegliere me.

Con l’orchestra di Willie lavorai per due stagioni, dopo di che entrai a far parte dell’orchestra di César Concepción e viaggiammo a Portorico. Andai avanti per due anni con questa orchestra. Dopo andai in Messico dove firmai per la famosa etichetta discografica Musart, io sono stato il primo cantante portoricano a registrare per questa gloriosa compagnia messicana, ebbi il grande onore di registrare con grandi maestri come Memo Salamanca, Nacho Rosales e Bobby Ortega.

Bene, dopo queste esperienze in Messico mi chiamò da Panama il figlio di Miguelito Valdés “Mr. Babalú” detto “Chengue”, per lavorare in un programma televisivo che lui dirigeva per il canale TV2 nello show di Blanquita Amaro, che era una ballerina, cantante e attrice cubana.
Inizialmente il mio contratto con il canale era per dieci giorni ma rimasi per tre mesi.

Willie Rosario - El bravo soy yo
Willie Rosario - El bravo soy yo

D. Quali sono stati i cantanti che l’hanno influenzata maggiormente?

R. Indubbiamente Benny More, lui è stato il più grande, però ammiravo anche cantanti come Gilberto Monroy, Vitín Avilés, Ismael Rivera e Joseíto Mateo.

D. In quali altri programmi televisivi ha lavorato?

R. Ho lavorato a New York nello show di Gaspar Pumarejo. Poi con Myrta Silva (che diventerà la manager di Frankie) nel programma “Una hora contigo”, che lei presentava. Inoltre con Polito Vega in un programma che si chiamava “El show de la juventud”.

D. Con quali altre orchestre ha avuto esperienze come cantante e percussionista?

R. Dopo aver lavorato con l’orchestra di Willie Rosario e prima di entrare in quella di César Concepción ho lavorato con Kako, Rey Terrace, Héctor Rivera, Joe Cotto il cui cantante in quel periodo era Mon Rivera; ho lavorato anche con Johnny Pacheco, in sostituzione di Chivirico Dávila che cantava con Monguito el único; questi erano i cantanti di Johnny in quel periodo, io cantavo un po’ con tutti quelli che mi chiamavano anche se con nessuna di queste orchestre registrai dischi come cantante.

Frankie Figueroa con Rafael Cortijo e Ismael Rivera
Frankie Figueroa con Rafael Cortijo e Ismael Rivera

D. Con quali altre orchestre ha registrato?

Con Ray Terrace ho registrato suonando le congas e con Kako facendo i cori e come conguero. Nell’LP che contiene le canzoni “Las nenas del barrio”, “El jaleo”, “El bebé”, il cantante era Julián Llano, tremendo vocalista scomparso.

D. Cosa ci può raccontare del lavoro che registrò con Dave Montagne?

R. Guarda, io non mi ricordavo di quella registrazione, lui era un pianista e vibrafonista che mi vide cantare con Ray Terrace e mi invitò a registrare, però io non pensavo che l’avrebbe pubblicata, credevo fosse solo per un suo uso personale, non ho mai avuto l’opportunità di ascoltare quel disco.

Ti racconto un aneddoto: stavo registrando con l’orchestra di Pérez Prado che era in tour a Portorico, però non riuscii ad accompagnarli perchè avevo alcuni impegni con il mio lavoro come paramedico.

Dave Montagne
Dave Montagne

D Come arrivò all’orchestra di Tito Puente?

R. Dopo l’uscita di Santos Colón e Meñique, mi chiamò Charlie Palmieri ed io pensai che era per lavorare con lui, invece lui mi disse che era per l’orchestra di Tito Puente perchè i suoi due cantanti erano andati via. In quel periodo io lavoravo all’emergenza medica come paramedico, questa professione la iniziai studiando per conto mio e leggendo libri sul tema, poi per prendere il diploma presi delle lezioni in un ospedale di New York e al tempo stesso lavoravo con l’orchestra di Tito.

Lp di Frankie Figueroa
Lp di Frankie Figueroa

 

Lp di Tito Puente
Lp di Tito Puente

 

Lp Tito Puente
Lp Tito Puente

D. Quanti anni lavorò con l’orchestra di Tito Puente e quale fu il motivo della sua uscita?

R. Ho lavorato con Tito Puente per 23 anni, me ne andai nel 1990 quando il manager Ralph Mercado iniziò a lavorare con Tito. Ralph voleva darmi ordini e io non li accettavo nè da lui, nè da Tito, lui voleva farmi fare il corista nei concerti con Celia Cruz ed io gli dissi che non ero un corista, che Tito Puente mi aveva messo sotto contratto come cantante della sua orchestra, non come corista; gli dissi anche che facevo cori solo nelle registrazioni dei dischi, non nei concerti. Per questo motivo me ne andai definitivamente dalla sua orchestra e fu così che iniziai a lavorare con il mio gruppo.

Lp Tito Puente
Lp Tito Puente

D. Chi le diede il soprannome di Míster Estilo?

R. Fu Ulises Frenes, un attore di novelas e presentatore di un programma televisivo chiamato “El show del medio día” a Portorico, nel quale io mi esibivo tutti i giorni con l’orchestra di César Concepción; il nomignolo di “Míster Estilo” nacque per il fatto che quando io cantavo mi buttavo per terra e tiravo dei pugni quando le trombe iniziavano a suonare. Anche “Chori” Castro, che era un attore e cantante, mi diede il soprannome di “il pugile che canta”, però io non feci mai pugilato, lo praticavo solo per difesa personale, niente di più, però nel mondo musicale mi conoscono di più come “Míster Estilo”.

Frankie Figueroa fa la mossa del pugile
Frankie Figueroa fa la mossa del pugile.Foto:cortesia di Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD

D. Quali altri strumenti suonava oltre le percussioni?

R. Bè, a quei tempi si ascoltava molto l’orchestra di Pérez Prado e mi piaceva molto come suonavano le trombe di questa eccellente band, e iniziai a fare pratica con la tromba, imparai a suonarla ad orecchio, come il flauto, però era solo per divertimento, non a livello professionale.

D. Secondo lei perchè la maggior parte delle orchestre e cantanti non registrano più il bolero? E cosa si potrebbe fare per far rinascere questo genere musicale?

R. Secondo me ormai nessuno registra più bolero perchè sanno che le radio non li trasmettono, dando la priorità ad altri generi come il reggaeton o la salsa romantica.

Per non far morire il bolero tutte le emittenti radiofoniche dovrebbero inserire nella loro programmazione uno spazio dedicato al bolero di almeno un’ora, questa potrebbe essere una soluzione per non far morire questo genere che io continuo ad interpretare con molta passione.

Lp Frankie Figueroa Lp Frankie Figueroa

Lp Frankie Figueroa
D. Fra tutte le orchestre di cui ha fatto parte, con quale si è sentito più a suo agio a interpretare bolero?

R. E’ stato con l’orchestra di César Concepción, perchè lui arrangiava i bolero con molta maestria, lui era un vero maestro ed un eccellente trombettista.

D. Fra i nuovi cantanti di salsa qual è quello che preferisce?

R. Io continuo a preferire i cantanti di un tempo che vanno avanti con la loro attività, fra i nuovi non c’è nessuno che mi interessi.

D. Che cosa ricorda dei suoi viaggi in Colombia?

R. Mi piace molto la Colombia, le sue donne, la cucina ed il tremendo pubblico salsero. Fra le città dove ho sentito maggiormente il calore e l’ammirazione del pubblico, mi ricordo in particolare di un concerto nel 1987 a Cali, con Ismael Rivera Jr., Orlando Watussi e Jr. González, questo concerto è stato uno dei più belli della mia carriera artistica.

D. Ci parli un po’ della sua famiglia.

R. Ho tredici figli, otto maschi e cinque femmine e tutti i maschi hanno il mio nome e quello di mio padre, tutti si chiamano Félix Frank Figueroa, ho quindici nipoti e vivo felice con la mia attuale moglie, lei si chiama Victoria José. Sono già in pensione e continuo a cantare perchè è la mia passione.

D. Come si chiama la sua attuale orchestra e che progetti ha per il futuro?

R. Ho due formati, la più grande si chiama Orquesta La Madre mentre il gruppo piccolo si chiama Son de Nariz, gli ho dato questo nome perchè alcuni musicisti della mia banda, capisci…(ride). Attualmente sto terminando di registrare un nuovo cd dove ho incluso alcune canzoni nuove come Pruebo e Vivito y coleando.

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ENTREVISTA CON FRANKIE FIGUEROA

Por JUAN CARLOS ÁNGEL                                                          PUBLICADA JUNIO 22. 2010

MÍSTER ESTILO

Las entrevistas que he realizado, para mí, todas han sido muy satisfactorias, unas por el carisma de algunos artistas y otras por la importancia de cada personaje. Pero entrevistar a aquellos músicos y cantantes que a través del tiempo se han perdido sin dejar señal, es aún más motivador. Siempre en algunas reuniones en casas de coleccionistas y en los bares cuando suena alguna canción de nuestra preferencia, nos preguntamos, qué hay de la vida del cantante que la interpreta; algunas veces no tenemos una respuesta clara de dicho personaje, lo más común que escuchamos decir de algún amigo es que posiblemente ya murió.

Pues me he dado a la tarea de investigar el paradero de cada uno de nuestros ídolos salseros, algunos ya retirados y otros aún con ganas de seguir trabajando. En esta oportunidad tenemos como invitado en El Sonero de Barrio a Frankie Figueroa, más conocido con el apelativo de “Míster Estilo”, oriundo de la ciudad de Guayama, localizada en la costa sur de Puerto Rico.  Se le conoce como el Pueblo de los brujos, por un legendario lanzador del equipo de béisbol de Guayama apodado “Moncho el brujo”, tierra donde nació el compositor más prolífico de la salsa Tite Curet Alonso. Frankie Figueroa es otro hijo del pueblo embrujado, no es para nada la excepción, un extraordinario sonero al que le es fácil interpretar tanto un bolero como un guaguancó o un son montuno; integró exitosas orquestas como la de César Concepción, Jorge Ortega, Willie Rosario, Chucho Rodríguez, Memo Salamanca y Tito Puente entre otras, dejando un nivel de calidad muy alto en cada una de ellas, tanto como en su propia orquesta. Los invito para que disfruten la siguiente entrevista que sostuve con este gran cantante

P. Juan Carlos. ¿Cuáles son los nombres de sus padres y en qué se desempeñaban?

R. Frankie. El nombre mis padres son Vicenta López Villa, fue ama de casa, mi padre se llamaba Félix Frank Figueroa y trabajaba de hojalatero de pintura y mecánico de autos, también se desempeñó muchos años en la política en Puerto Rico

frankie_figueroa_web

Foto: cortesia de Joe Quijano, Tito Puente, ROAST DVD

P. ¿Cuál es su nombre, lugar de nacimiento y fecha? Y, ¿como fueron sus primeros años de infancia?

R. El nombre mío es Félix Frank Figueroa: yo nací en Guayama, Puerto Rico, el 27 de enero de 1941; entré a la escuela de la edad de 7 años; de niño trabajaba vendiendo periódicos y frutas, también trabajé lustrando botas; sólo realicé este trabajo por dos años, me salí de eso porque me daba vergüenza de las muchachas de la escuela, ja.ja.ja.  Yo empecé tocando tarros de lata porque no tenía para comprar unos tambores, me acuerdo que me metía a la cocina de mi madre a practicar percusión y utilizaba como tambor el galón donde ella guardaba el combustible para prender la estufa. Luego me llamaron a integrar la Banda Municipal de Guayama; el canto por esa época no me llamaba la atención, sólo cantaba en la escuela música de Navidad, entré a la Banda tocando la batería, cuando me estaban dando las indicaciones no fue necesario, porque yo ya sabía tocar, nadie me enseñó a tocar percusión pues aprendí de oído, escuchando la radio. La primera orquesta que escuché fue la de César Concepción, fue mi orquesta preferida y nunca creí que integraría esa gran banda, también escuchaba en la radio música de tríos como Johnny Albino, el trío Los Panchos, Felipe Rodríguez, y orquestas grandes como la de Pérez Prado y Tito Puente.

Frankie Figueroa

Terminados mis estudios viajo en 1959 a Estados Unidos y comienzo a tocar como percusionista con varios grupitos que no eran profesionales, luego tengo un paso fugaz por el grupo de Moncho Leña. Y después por recomendación de un gran amigo mío que era pianista apodado “Macucho” integré la orquesta de Paquito López Vidal el compositor de Espérame en el cielo. Trabajé por tres años tocando las tumbadoras, el cantante de esa orquesta me daba la oportunidad de cantar una canción en cada presentación, luego integro la orquesta de Carlos Pizarro, en la cual trabajé casi por dos años en el Broadway Casino; luego nos fuimos a trabajar en el Caravana Club, que por esa época era el mejor club de salsa y pachanga, ahí fue donde me vieron Willie Rosario y Bobby Valentín que era el trompetista de su orquesta. .

Ellos me oyeron interpretar un número que me dejaban cantar en la noche un bolero llamado Negrura el cual grabó Rolando Laserie; ellos me vieron cantar y me invitaron a integrar su nueva orquesta, la cual Willie reformó por un inconveniente con el cantante Yayo el Indio, al que la orquesta de Willie lo acompañaba en el club Caborrojeño. Yayo y el pianista Héctor Rivera se quedaron con todos los músicos, con  excepción de Bobby Valentín.

Grabo el primer LP de Willie Rosario, como vocalista pero yo no iba a ser el cantante de la nueva orquesta; él tenía planeado integrar a Alfredo Vargas que era cantante de la orquesta más vieja de Puerto Rico. La orquesta Happy Hills de San Germán, pero a Willie no le gustaba ese cantante y se decidió por mí

Con la orquesta de Willie trabajé durante dos temporadas, después me vinculo a la orquesta de César Concepción y viajamos a Puerto Rico.  Duré dos años con esa orquesta. Después viajo a México y firmo con ese gran sello Musart,  yo fui el primer cantante puertorriqueño que grabó con  esa gloriosa compañía mexicana, tuve el gran honor de grabar con grandes maestros como Memo Salamanca, Nacho Rosales y Bobby Ortega.

Bueno, luego de mi estadía en México me llamaron de Panamá el hijo de Miguelito Valdés “Mr. Babalú” que le decían “Chengue”, para trabajar en un programa de televisión que él dirigía en el canal TV2 el show de Blanquita Amaro, ella era una bailarina, cantante y actriz cubana. Inicialmente mi contrato en el canal fue por diez días y me quedé trabajando por tres meses.

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P. ¿Cuales son los cantantes que más lo influenciaron?

R.El que más me influenció fue Benny More, él fue el más grande, pero también admiraba a cantantes como Gilberto Monroy, Vitín Avilés, Ismael Rivera y Joseíto Mateo.

P. ¿En cuáles otros programas de televisión trabajó?

R. Trabajé en Nueva York en el show de Gaspar Pumarejo. Luego con Myrta Silva en el programa Una hora contigo, que ella presentaba. Y con Polito Vega en un programa que se llamaba El show de la juventud.

A raíz de mi trabajo con Myrta Silva firmo con ella un contrato para que sea mi manager, la cual trabajó conmigo hasta el día de su muerte.

P. ¿Por cuáles orquestas pasó fugazmente como percusionista y cantante?

R. Después de trabajar con Willie Rosario y antes de integrarme con César Concepción yo trabajé con Kako, Rey Terrace, Héctor Rivera, Joe Cotto que su cantante por esa época era Mon Rivera; también estuve con Johnny Pacheco, reemplacé a Chivirico Dávila que cantaba con Monguito el único; esos dos eran los cantantes de Johnny por esa época, yo cantaba con el que me llamara y con estas orquestas no grabé como cantante.

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FOTO: CORTIJO, FRANKIE FIGUEROA, ISMAEL RIVERA

 

P. ¿Con cuáles otras orquestas grabó?

Con Ray Terrace grabé tocando congas y con Kako grabó haciendo coros y como conguero. En el LP donde están los temas Las nenas del barrioEl jaleo, El bebé, el cantante era Julián Llano, tremendo vocalista fallecido.

P. ¿Qué nos puede contar del trabajo que grabó con DAVE MONTAGNE?

R. Mira, yo no me acordaba de esa grabación, él era un pianista y vibrafonista que me vio cantando con Ray Terrace y me invitó a grabar, pero yo nunca pensé que él iba a sacar esa grabación, yo pensé que eso era solo para uso personal de él, yo nunca he tenido la oportunidad de escuchar ese LP.

Te cuento una anécdota, estuve ensayando con la orquesta de Pérez Prado; él tenía una gira para Puerto Rico, pero al final no puede acompañarlo porque tenía unos compromisos en mi trabajo como paramédico.

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P ¿Cómo fue la vinculación suya con Tito Puente?

R. Después de la salida de Santos Colón y Meñique, me llamó Charlie Palmieri y yo pensé que era para trabajar con él, pero no, él me dijo que integrara la orquesta de Tito Puente porque sus dos cantantes se retiraron de su banda. Por esa época yo ya trabajaba en emergencias médicas como paramédico, esta profesión la empecé estudiando por mi propia cuenta leyendo libros relacionados con el tema, luego para tener la licencia tomé clases en un hospital de Nueva York y a la par trabajaba con la orquesta de Tito.

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P. ¿Cuántos años trabajó con la orquesta de Tito Puente y cuál fue el motivo de su salida?

R. Trabajé con Tito Puente 23 años, el motivo de mi retiro fue en 1990 cuando el manager Ralph Mercado empezó trabajar con Tito. Ralph quería darme órdenes y ni el propio Tito me las daba, él me quería imponer que en los conciertos le hiciera coros a Celia Cruz y le dije que yo no era corista, que Tito Puente me contrató como cantante de su orquesta, no como corista; le dije que solo hacía coros en las grabaciones, no en los conciertos. Eso motivó mi retiro definitivamente de la orquesta. Continué con mi propio grupo trabajando.

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P. ¿Quién le puso el apodo de Míster Estilo?

R. Eso fue Ulises Frenes un actor de novelas y presentador de un programa de televisión llamado El show del medio día, de Puerto Rico, en el cual yo estaba presentándome todos los días con la orquesta de César Concepción; el apodo de “Míster Estilo” fue porque cuando yo cantaba me tiraba al piso y tiraba puños cuando empezaban las trompetas a sonar. También “Chori” Castro, que era un actor y cantante, me puso el apodo de El boxeador que canta, pero yo nunca fui boxeador, sólo lo practicaba para defensa personal, nada más, pero en el mundo musical me conocen más como “Míster Estilo”.

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Foto:cortesia  de Joe Quijano, Tito Puente,  ROAST DVD

P. ¿Qué otros instrumentos fuera de la percusión ejecutaba?

R. Bueno, por aquellos tiempos se escuchaba mucho la orquesta de Pérez Prado y me gustaba mucho como sonaban las trompetas de esa excelente banda, y empecé a practicar trompeta, la aprendí a tocar de oído, igual que la flauta, pero solo era por hobby, no fue nada profesional.

P. ¿Por qué crees que la mayoría de orquestas y cantantes ya no graban bolero? y que solución tienes para que este genero musical reviva.

R. En mi opinión las orquestas y los intérpretes ya no graban bolero, porque saben que las emisoras no los van a pasar, porque le dan prioridad a otros ritmos como el reggaetón y la salsa monga.

Para que el bolero no muera todas las emisoras musicales deben de tener en su programación un espacio de bolero mínimo de una hora, creo que eso puede ser una solución para que no muera este lindo género, que yo siempre interpreto con mucho filin.

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P. De las orquestas que integraste, ¿con cuál de ellas te sentiste más cómodo interpretando bolero?

R. Fue con la orquesta de César Concepción, porque él me marcaba los boleros con mucha maestría, él era un verdadero maestro y excelente trompetista.

P. De los nuevos cantantes de la salsa, ¿cuál le llama la atención?

R. Yo aún creo en los cantantes de antes que se mantienen, de los nuevos ninguno me llama la atención.

P. ¿Qué recuerda de sus viajes a Colombia?

R .Bueno, me gusta mucho Colombia, sus mujeres y su comida y el tremendo público salsero. De los países donde más he sentido el cariño y la admiración de su gente, me acuerdo en especial de un concierto en 1987 en Cali, con Ismael Rivera Jr., Orlando Watussi y Jr. González, esta presentación fue una de las más gratas de mi carrera artística.

P. Háblenos un poco sobre su familia

R. Tengo trece hijos, ocho hombres y cinco mujeres y todos los hombres tienen el mismo nombre mío y el de mi padre, todos se llaman Félix Frank Figueroa, tengo quince nietos y vivo feliz con mi esposa actual, ella se llama Victoria José. Ya  estoy jubilado Y  sigo cantando porque es mi pasión.

P. ¿Como se llama su orquesta actualmente y qué nuevos proyectos tiene a futuro?

R. Tengo dos formatos, la más grande se llama Orquesta La Madre y el grupo pequeño Son de Nariz, este nombre se lo puse porque algunos músicos de mi banda, tú sabes, ja.ja.ja, actualmente estoy terminando de grabar un nuevo CD donde incluí canciones nuevas como Pruebo, y Vivito y coleando

Ismael Rivera

Ismael Rivera: 25 anni dalla sua scomparsa

Ismael Rivera
Ismael Rivera

La sua voce è ancora presente in ogni angolo del paese. Il suo grido musicale, quel “Ecuajey”, continua provocando, affascinando. Ismael Rivera, “El Sonero Mayor” riuscì con quel modo di cantare così particolare a raccontare un popolo con le sue allegrie e pene.
Diede voce alla gente povera, alle persone di colore, alla gente più bella, riuscendo a superare generazioni e frontiere. Tutto questo con una potenza interpretativa unica, capace di far sentire ogni parola, Ismael Rivera è ancora vivo nella memoria di un popolo che oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, non lo dimentica e continua a cantare e ballare le sue canzoni.

Biografía

Ismael Rivera nasce il 5 di ottobre del 1931 a San Mateo de Cangrejo a Santurce, dal matrimonio di Margarita Rivera (doña Margó) e Luis Rivera Esquilín, che successivamente si separeranno. Cresce nella calle calma a Villa Palmeras e inizia a fare piccoli lavori cone lustrascarpe e muratore. Fin da piccolo dimostra la sua passione per la musica, la quale si alimenta quando adolescente conosce il suo amico e compagno musicale Rafael Cortijo. Nel 1954 si mette in luce come cantante dell’Orquesta Panamericana, diretta dal maestro Lito Peña, portando al successo canzoni come Chacha in blue e Charlatán. Nel 1955 entra a far parte come cantante del Combo de Rafael Cortijo, rendendo popolari canzoni come El bombón de Elena, El negro bembón e Con la punta del pie, fra le tante altre canzoni.

Nel 1962, Maelo viene arrestato con l’accusa di possesso di droghe e passa 4 anni in carcere. Quando esce ricomincia a cantare e forma a New York una nuova orchestra, Los Cachimbos. Il successo che ottiene lo porta a viaggiare per il mondo con la sua musica, dal Venezuela, alla Colombia, fino a Panama dove diventa devoto del Cristo Nero di Portobelo.

Il 13 maggio del 1987 la morte sorprende Maelo, a 56 anni, nella casa di sua madre nella Calle Calma del suo quartiere di Santurce che lo vide nascere. Il mondo intero pianse la sua morte.

Fonte: Primera Hora

Su voz todavía retumba en cada esquina del país. Su grito musical, ese “Ecuajey”, sigue provocando, hechizando. Ismael Rivera, “el Sonero Mayor” logró con ese cantar tan suyo dibujar a un pueblo con sus alegrías y penas. Le dio voz a la gente pobre, a la gente negra, a la gente linda, logrando traspasar generaciones y fronteras. Con una potencia interpretativa única, capaz de hacer sentir cada palabra, Ismael Rivera se mantiene vivo en la memoria de un pueblo que hoy, a 25 años de su muerte, no lo olvida y que sigue cantando y bailando con sus canciones.

Biografía

Ismael Rivera nació el 5 de octubre de 1931 en San Mateo de Cangrejo en Santurce, fruto del matrimonio de Margarita Rivera (doña Margó) y Luis Rivera Esquilín, quienes luego se divorciaron. Se crió en la calle calma en Villa Palmeras y se desempeñó como limpiabotas y albañil. Desde niño demostró su pasión por la música, la cual se avivó cuando conoció en la adolescencia a su amigo y cómplice musical Rafael Cortijo. En 1954 se estrenó como cantante de la Orquesta Panamericana, dirigida por el maestro Lito Peña, convirtiendo en éxitos temas como Chacha in blue y Charlatán. En 1955 se unió como cantante de El Combo de Rafael Cortijo, popularizando canciones como El bombón de Elena, El negro bembón y Con la punta del pie, entre tantas otras canciones. En 1962, Maelo fue arrestado y acusado por posesión de drogas y cumplió cuatro años de cárcel. A su salida, se reintegró a la música, creando en Nueva York su banda Los Cachimbos. El éxito que obtuvo lo llevó a recorrer el mundo con su música, destacándose en países como Venezuela, Colombia y Panamá, donde se hizo devoto del Cristo Negro de Portobelo.

El 13 de mayo de 1987 la muerte sorprendió a Maelo, a los 56 años de edad, en la casa de su madre en la calle Calma de su barrio santurcino que lo vio nacer. El mundo entero lloró su muerte.

Visita el especial Ecuajey: Maelo vive

Entierro

El entierro de Ismael Rivera fue uno de los más concurridos en la historia de Puerto Rico.

“Dicen que el más grande fue el de (el gobernador) Luis Muñoz Marín y que el de Maelo lo sobrepasó”, contó Ivelisse Rivera, hermana de Maelo.

Cuando murió “el Sonero Mayor”, el 13 de mayo de 1987, el entonces gobernador de Puerto Rico, Rafael Hernández Colón, declaró tres días de duelo. El cuerpo del cantante estuvo un día expuesto en el Instituto de Cultura Puertorriqueña (ICP) y luego pasó al centro comunal del residencial Luis Llorens Torres. Artistas como el compositor Tite Curet Alonso, los cantantes Celia Cruz, Rubén Blades, Andy Montañez, entre tantos otros, estuvieron presentes. Fue un entierro de pueblo al que asistieron miles de personas. La música no faltó: se tocó bomba y plena durante los tres días. Aunque hubo coche fúnebre, nunca se utilizó porque el pueblo insistió en cargar el féretro, que era abrazado por una bandera de Puerto Rico.

Ivelisse Rivera recordó que el entierro se le fue de las manos a la familia y que pasó lo que les había dicho Ismael Rivera.

“Él lo había dicho: `No me van a enterrar ustedes, a mí me entierra el pueblo’. Y así fue”, rememoró.

Ismaelito Rivera, hijo del Sonero Mayor, por su parte, comunicó que países como Panamá y Venezuela también se vistieron de luto. Indicó que hace 25 años el barrio La Bombilla en Venezuela conmemora la fecha de la muerte de su padre. Destacó que lleva 16 años participando esa actividad y que este año no será la excepción.

“Creo que la mejor manera de recordar a mi padre es haciendo música y oyendo la de él”, concluyó.

LaSalsaVive ritorna in Veneto! Parhasard venerdì 15 giugno 2012

Edit 16 giugno 2012:

Bellissima serata!!!

Ho rivisto tanti amici e amiche, mi ricordo che l’ultimo evento LaSalsaVive al Par Hasard fu nel 2007, in Agosto! E’ stato un bellissimo ritorno in quel locale che è rimasto bello come me lo ricordavo, e con un ottima pizza! Ringrazio Fabrizio,Rossano e Fabio, per averci voluto di nuovo in quel mitico locale. Abbiamo portato con noi scipione l’africano (Marco francesconi) che come promesso vi ha portato il caldo!!! Poi ottima divisione della consolle tra i due Fabio, quando uno suonava l’altro ballava! Fabio&Fabio ^___^ Il latin jazz di Bertipaglia e la old school in vinile del Barrio hanno dato il bianco. Ringrazio tutti gli amici che si sono fatti tantissimi km. da Assisi,Perugia,Milano,Brescia,Bologna,Modena,Rimini, e sicuramente dimentico qualche città e tutto il triveneto. E vi aspetto il Martedì 26 Giugno per il prossimo incontro con “Musicando con Tommy Salsero” a Villa Barbieri per lo stage in preserata sulla storia del son Guaguancò + selezione in serata di Bertipaglia del genere proposto nello stage con una mia selezione storica. E adesso le fotooooooooo!!!
Tommy Salsero

Ed ecco le foto!!! Clicca qui per vederle.

LaSalsaVive en Veneto, Par Hasard 15 giugno 2012

Dopo una lunga assenza LaSalsaVive ritorna in Veneto!!!

Venerdì 15 giugno 2012, Parhasard Abano Terme (PD)

    Dj Fabio Bertipaglia

LaSalsaVive al Parhasard, venerdì 15 giugno 2012

Possibilità di cenare con pizza all’interno del locale con 16€ incluso ingresso, consumazione e caffè.

Ecco gli hotel convenzionati:

1. HOTEL LANTERNA
Via Alessandro Volta 10 – 35031 ABANO TERME (PD)
Tel. 049.8669018
Fax 049.8638170
info@albergolanterna.it
www.albergolanterna.it/

Prezzi pernottamento e prima colazione : Singola 48€, Doppia 58€, Tripla 69€, Quadrupla 80€.

2. S.DANIELE Bed & Breakfast
Via S. Daniele n° 138 – 35038 Torreglia (PD)
tel: 049 9930099 – fax: 049 9930099
E’ una gestione famigliare .Si trova proprio all’inizio della stradina a 500 mt. dal Par Hasard, ( Ci si può arrivare anche a piedi ) Il prezzo patuito è di 30 € a persona SOLO PERNOTTAMENTO. L’unico problema è che ha solo 2/3 stanze disponibili per quella data e sono da liberare entro le 10,00 del mattino perchè il sabato gli arriva una grossa comitiva. Il numero di telefono: 049.9930099 oppure chiamare direttamente il titolare GIANCARLO 336.498616. Da prenotare prima possibile almeno la settimana prima. Per maggiori informazioni visita il sito: www.s-daniele.it.

3. l’ HOTEL MASTER
Via Mameli – Strada Statale 16 60-Località Mezzavia – 35020 Albignasego (PD) | mappa
tel: 049 8629111, 049 8629145 fax: 049 8629145
Si trova fuori Abano , ma vicino alle uscite Autostradali di TERME EUGANEE e PADOVA SUD e tangenziali per la Milano – Trieste .I prezzi sono i seguenti: Singola 45€, Doppia 75€, Tripla 85€, e comprendono Pernottamento e Prima Colazione
Info su www.hotelmaster.it/

Per prenotare basta chiamare e ricordare la convenzione “PAR HASARD – LA SALSA VIVE“.

Willie Rosario ha detto che nonostante i suoi 82 anni non ha alcuna intenzione di ritirarsi, anche se è più selettivo nello scegliere le date.

Willie Rosario: la biografia e la discografia

Willie Rosario: la biografia e la discografia

a cura di Daikil


foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

Il direttore d’orchestra, percussionista, compositore e DJ, Fernando Luis Rosario-Marin, Willie Rosario, detto “Mr. Afinque”, nasce il 6 maggio 1924, a Coamo, Portorico.
Comincia a suonare chitarra e saxofono dall’età di sei anni nel suo paese natale, incoraggiato dalla madre. Qui a sedici anni forma il Conjunto Coamex. Un anno più tardi W. si trasferisce con la sua famiglia nello Spanish Harlem di Nueva York, dove si distingue come conguero nelle orchestre di Noro Morales, Aldemaro Romero e Johnny Seguí, ma anche in quelle di Joe Quijano e Wilfredo Figueroa. Nel frattempo studia anche giornalismo e relazioni pubbliche.
Inizia ad interessarsi ai timbales dopo aver visto Tito Puente suonarli al famoso Palladium di NY. Gli interessa anche lo stile di Ubaldo Nieto, che suona con Machito e che l’aiuta a creare un suo stile. Le sue prime lezioni di timbales le prende col percussionista Henry Adler a 22 anni di età. Durante questi anni ascolta il Sexteto Puerto Rico, l’Orquesta de Rafael Muñoz con il suo cantante José Luis Moneró, Mingo y sus Whoopee Kids con la cantante Ruth Fernández, e César Concepción.

Dopo aver suonato nelle orchestre più importanti , nel 1958 Willie crea la sua propria orchestra, che si accinge a diventare una delle più acclamate nel mercato latinoamericano, in particolare nei più prestigiosi locali notturni della Grande Mela. Una sera visita il Little Neck, sede a Long Island del cantante e bandleader Tito Rodriguez, il quale gli insegna ad amministrare e dirigere un’organizzazione disciplinata di musicisti. Impara a sviluppare il suo proprio stile di rilassato ma ardente swing da Rodriguez. Nello spirito di “aiutare uno di loro”, i Portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente aiutano la band di Rosario ad attingere dai pezzi dei loro repertori, in attesa di crearsene uno suo.

foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

Al Santiago, il proprietario della Alegre Recordings, scrittura Charlie Palmieri per organizzare un serie di sessioni jazz “Descargas” per registrarle. W. Rosario viene selezionato come percussionista.
Nel 1962, Rosario viene nuovamente richiamato per un nuovo lavoro con la Alegre Records. In questo periodo viene scritturato anche dal Tropicana insieme al compatriota e grande amico Bobby Valentin, ed alla sua band si aggiungono la voce di Carlos Pizzaro e Frankie Figueroa alle congas, il quale di lì a poco diventerà cantante della band di Tito Puente.

Durante la mania della “Charanga” di questi primi anni ’60 , Al Santiago si aggiudica la band di Rosario per tutte le date del suo club. Dopo la chiusura della Alegre e dopo che il suo mecenate Santiago diviene debole, Rosario apprende la realtà del mondo della musica latina di NY. Impara presto che l’ingaggio di orchestre da ballo per le date dei clubs è come un circo; lo stesso show viaggia da un club all’altro, e chi non ha agente non riesce a guadagnare abbastanza. Il popolare DJ latino Dick “Ricardo” Sugar procura a Rosario una registrazione per la Atco Atlantic Record, dal titolo “Boogaloo Y Guaguanco”;, con Adalberto Santiago alla voce. Nel testo sul retro di questo LP Sugar scrive: “il successo si misura sfortunatamente in termini monetari, se avvenisse in termini di abilità, uno dei musicisti latini di maggior successo sarebbe Rosario”. Scrive ancora “lui è una di quelle personalità rare, colte e raffinate che ti costringe a cercarlo fuori, piuttosto che imporsi alla tua attenzione.”

Per sostenere la sua famiglia, Willie fa diversi lavori, uno come insegnante di percussioni. In più fa il magazziniere per un distributore di cibo durante il giorno e di notte era un supervisore per la posta. Nel 1967 è DJ in un programma di latin jazz chiamato WADO: un programma in lingua spagnola sulla storia della musica latina, sulle origini dei ritmi e gli aneddoti. La programmazione include invitati come Tito Rodriguez, il pianista e bandleader Pete Rodriguez, Larry Harlow, Joe Quijano, eccetera. Rosario può così essere ascoltato da tutta la NY latina.

Rosario non può stare lontano dalla musica. Organizza una band e cerca ingaggi. E lo fa senza un’incisione recente, cosa quasi impossibile da ottenere. Pete Bonet, al tempo cantante di Louie Ramirez, che scrittura band per il Corso Ballroom, procura 12 date a Rosario. Nel 1970 una nuova gestione del Corso pone fine al contratto di Rosario.

L’anno seguente la sua fama cresce dopo l’incisione per l’etichetta Inca di “El Barrio Obrero A La Quince”, in collaborazione con Gilberto Santarosa, Tony Vega ed altri numeri uno a Portorico. “El Barrio Obrero è il mio più grande successo” afferma Rosario. Ritorna a Portorico ed un nuovo mondo gli si spalanca davanti. Dopo sei mesi la sua band lavora stabilmente.

foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

L’orchestra di Rosario è una scuola di musica. Non pochi esponenti attuali di salsa e latin jazz si “laurea” all’università di Rosario ed afferma che non c’è un gruppo in nessuno palco del mondo che superi l’Orchestra di Rosario. W. Rosario fonda la sua propria compagnia di produzione musicale a Portorico e la chiama “WilRo Productions”. Sin dall’inizio l’orchestra di W. è stata considerata una delle orchestre più d’avanguardia nella scena latina.

Nei 40 anni alla direzione della sua orchestra Willie è stato in tour in moltissimi paesi quali Venezuela, Panama, Colombia, Messico, Curazao, Islole Vergini e tutti gli Stati Uniti. Come direttore d’orchestra W. è considerato come innovatore per aver introdotto, al fianco di quattro trombe, il sax baritono nella formazione tipica di salsa a partire dal 1965, sostituendo il tradizionale trombone.

Ad oggi Rosario ha registrato 40 album, tanto da essere nominato ai Grammy’s nel 1987 per la sua produzione “Nueva Cosecha”, ma ha ricevuto anche altri numerosi riconoscimenti come diversi dischi d’oro e di platino e premi quali il Premio Agüeybaná de Oro, il Premio ACE e quello Diplo y Paoli. Uno dei sui ultimi albums è “Back to the future”, inciso in occasione dei suoi 40 anni di carriera ed al quale hanno preso parte artisti come Gilberto Santa Rosa, Tony Vega, Papo Lucca e Bobby Valentín. Sempre in occasione dei 40 anni di carriera, nel marzo del 2000, ha ricevuto un’onorificenza dal Senato di Portorico, mentre dal 2002 è entrato a far parte della The International Latin Music Hall of Fame.

Discografia completa

•El Bravo Soy Yo 1963 Alegre 8250

•Fabuloso y Fantastico 1966 Neliz 1564

•Latin Jazz A Go Go Go 1967 Neliz 1574

•Two Too Much 1968 WS Latino 4259

•Haida Huo 1968 WS Latino 4448

•Boogaloo and Guaguanco 1968 ATCO SD 33-236

•El Bravo de Siempre 1969 Inca SLP 1012

•De Donde Nace el Ritmo 1970 Inca SLP 1021

•Mas Ritmo 1972 Inca SLPI 1025

•Infinito 1973 Inca SLP 1032

•Otra Vez 1975 Inca SLPI 1044

•Gracias Mundo 1977 Inca JMIS 1056

•Campanero Rumbero 1978 Inca JMIS 1059

•From the Depth of my Brain 1978 Top Hits 2041

• El Rey Del Ritmo 1979 Top Hits 2070

• El de a 20 de Wille 1980 Top Hits 2103

• The Portrait of a Salsa Man 1981 Top Hits 2155

•Atizame El Fogon 1983 Top Hits 2182

•The Salsa Machine 1983 Top Hits 2223

•Nuevos Horizontes 1984 Bronco 128

•Afincando 1985 Bronco 134

•Nueva Cosecha 1986 Bronco 142

•A Man of Music 1987 Bronco 145

•Desde Cali Para El Mundo 1987 Roosevelt Records

•A Salsa legend 1988 Bronco 150

•The Roaring Fifties 1991 Bronco 2511

•Unique 1989 Bronco 154

•Viva Rosario 1990 Bronco 2507

•Tradicion Clasica, 35 Aniversario 1993 NRT 1005

•Oro Salsero 1994 Universal Latino

•Sorpresas 1995 Tiffany 0070

•Back to the Future 1999 J&N 83435

•Salsa Machine 2004 Rodven Records 273502

• Pura Salsa 2006 National Own 7233268

Clicca sul video per vedere i saluti di Willie Rosario a Lasalsavive

Fonti
Sito ufficiale di Willie Rosario