Latin Soul – Parte 1
di Tommy Salsero
Prologo
Se dovessi descrivere il Latin Soul in due parole, lo definirei come una fusione tra due culture musicali: quella Afrolatina e quella Afroamericana.
La nostra storia inizia nei primi del novecento, quando i primi immigrati “latini” arrivarono negli Stati Uniti. Il primo incontro fu proprio agli albori del Blues e del Jazz. Questo incontro è comunemente definito nella storiografia del jazz come “The Latin Tinge” (in italiano possiamo tradurlo come “la tinta latina”)che risale appunto agli inizi del secolo. Questa parte importantissima, sarà approfondita nella storia del Latin Jazz.
Ricordo che questo è il primo dei tre capitoli che compongono l’intero articolo, e che alla fine del terzo capitolo saranno riportate le varie fonti da cui ho attinte le notizie dell’epoca e la bibliografia completa.
Buona lettura.
PARTE UNO: Le origini del Latin Soul
Uno dei generi musicali più interessanti e importanti, precursore della musica latina di oggi, è sicuramente quello del Latin Soul.
Assieme al Latin Funk, quest’ultimo più strumentale e vicino al genere Funk-jazz anni 70, è diventato oggi motivo di studio da parte di molti musicologi, e di ricerca da parte di molti collezionisti di dischi e Dj.
All’interno di questo “multi genere” troviamo alcune etichette come il Latin Boogaloo, lo Shing A Ling, il Wobble Cha,l’Afroloo e tanti altri: ma di cosa si tratta?
E’ una fusione di ritmi africani, portoricani e cubani, come Makossa, Afro 6/8, Pata Pata, Jala Jala, Guajira-Son, Son Montuno, Cha Cha Cha, con quelli afroamericani come il Rhythm and Blues, il jazz, il Soul, il Boogaloo e il Funk.
Il genere conta moltissimi artisti in gran parte portoricani e newricans che vivevano tra lo Spanish Harlem, più precisamente nell’ East Harlem, zona conosciuta anche come “el barrio” e nella parte sud del Bronx, quartiere che invece era abitato nella parte nord dalla grande comunità afroamericana, oggi patria dell’Hip Hop.
Nonostante le due la grandi comunità (quella portoricana e quella afroamericana) non fossero mai andate troppo d’accordo, queste si erano comunque frequentate ballando negli stessi locali a cominciare in particolar modo dalla fine degli anni 40, grazie all’incontro tra il jazz e la musica afrocubana: il “Cu Bop“.
I musicisti avevano intuito la grande origine che entrambe le comunità avevano in comune: l’Africa.
Come sempre i musicisti si lasciano influenzare da tutti i tipi di musica anche quelli più distanti, e non a caso il primo hit del genere conosciuto come “Latin Boogaloo“, il celebre Bang Bang di Joe Cuba, vide la luce nel 1965 in un locale dove suonavano in genere band portoricane per un pubblico di afroamericani: il Palm Gardens ballroom.
Con questo brano si aprono le porte al Latin Soul che dominerà fino alla fine degli anni 60 le classifiche della musica latina, con un grande successo anche in Sud America e che genererà negli anni 70 il Boogaloo colombiano, nella città di Cali.
Ma per cominciare dall’inizio dobbiamo tornare indietro agli anni 40. La musica dello Spanish Harlem ribolliva di ritmi latini, generalmente cubani e portoricani, insieme al Blues al Jazz e ai grandi cantanti americani come Nat King Cole, Billy Eckstine, Frank Sinatra o Bing Crosby che facevano tendenza nei giovani latini.
Molta importanza ebbe la trasmissione radiofonica “Battle of the Baritones” del 1942 dove gli ascoltatori telefonando, votavano il loro cantante preferito. Il grande Nat King Cole era ad esempio l’idolo di Jimmy Sabater.
Questo decennio vide anche la diffusione dello Spanglish, una sorta di dialetto nato nella comunità portoricana fondendo il castigliano con l’inglese, e che diventerà parte integrante del lessico del Latin Soul.
Un evento importante e decisivo avvenne quando alcuni musicisti afroamericani, tra cui Charlie Parker e Dizzie Gillespie influenzati dalla musica Afrocubana di Mauro Bauzà e Machito,
crearono nel 1947 il Cu Bop, fusione di ritmi come il Mambo e la Rumba con la musica Jazz “Be Bop“, dando vita al genere musicale che negli anni 60 grazie al boom della Bossa Nova brasiliana,venne ribattezzato Latin jazz, un’etichetta più corretta per via dell’inclusioni di altri ritmi latinoamericani come Samba, Bossa Nova, Tango, Joropo, Bomba,etc.
Un cambio importante ci sarà a partire dal 1952, quando Willie Torres e Nick Jimenez incisero il primo pezzo di successo in lingua inglese tra la comunità latina (precedentemente il portoricano Pupi Campo nel 1947 aveva registrato una Guaracha in inglese chiamata Mary Ann), il Mambo I’ve Got You Under My Skin.
Sempre nel 1952 Tito Puente incise per la Tico Records il brano Tonight I am in Heaven cantata in inglese dalle “Castro Sister” lanciando una moda che ripresero anche Machito ed Josè Curbelo assieme ad altre Big Band dell’epoca.
Ma furono Willie Torres e Nick Jiménez, (in futuro entrambi suoneranno nella formazione di Joe Cuba come come cantante e pianista) che registrarono i primi grandi successi con pezzi latini in lingua inglese, tra cui si distinsero oltre alla già citata I’ ve Got You Under My Skin, la celebre Mambo of the Times, e la stupenda ballad To Be With You, (incisa successivamente anche da Joe Cuba)che divenne il piu’ importante successo discografico e la prima canzone latina in inglese ad essere accettata da entrambe le culture presenti a New York.
In quel periodo erano molti gli artisti latini che suonavano musica americana: in particolare Doo Wop e Rock, come Tony Rojas, Bobby Marín, Tony Pabon o Fernando Rivera, noto con lo pseudonimo di King Nando.
Molti di loro cominciarono a fondere le due tradizioni, come i “The Drifters” o King Nando, che ammise di aver latinizzato i suoi arrangiamenti musicali di R&B e Doo Wop, dopo aver ascoltato Tito Rodriguez al Palladium nel 1959.
Tra l’altro, alcuni gruppi arrivati da Puerto Rico avevano avuto un grande successo nei generi doo-wop, rock-and-roll e R&B, come gli Harptones o i Teenagers, o come il grande Johnny Colón che si era formato proprio con una band di Doo-Wop, i “The Sunset”, prima di diventare uno dei più importanti musicisti sia di Boogaloo, con Boogaloo Blues che di salsa con Merecumbè.
Tutto questo incrementò l’interesse reciproco tra le due comunità, che darà i suoi frutti musicali migliori con il Latin Soul, il Latin Funk e oggi dopo piu’ di 30 anni, con il Latin Hip Hop e con la Timba cubana, anche se con quest’ultima i riferimenti sono solo da un punto di vista strettamente musicale.
La musica dei primi anni 60 vedeva il trionfo da una parte del Rock con i Beatles e i Rolling Stones e dall’altra il successo della musica nera, in particolare il R&B e il Soul della Motown, la celebre casa discografica di Chicago.
I musicisti latini dopo la fine del successo del Mambo e del Cha Cha Cha, si dovettero confrontare con le nuove forme musicali e ne furono ovviamente influenzati.
I primi musicisti che incorporarono le nuove influenze in maniera creativa furono:
Ray Barretto y la Charanga Moderna “Viva Watusi!” |
Eddie Palmieri y la Perfecta “Azucar” |
Cal Tjader “Soul Sauce” |
Joe Cuba “Steppin Out” |
Mongo Santamaria “Watermelon Man” |
William Correa conosciuto come “Willie Bobo” “Un Dos Tres” |
Henry Lee Brown conosciuto come “Pucho and his Latin Soul Brothers” |
Se i gruppi di Mongo Santamaria, Willie Bobo, Pucho, Cal Tjader, erano famosi per le loro sessions strumentali, tra jazz e funk, anticipando cosi’ il Latin funk dei 70, gli ingredienti del Latin Boogaloo li possiamo già sentire nelle produzioni dei primi anni 60, soprattutto in quelle di Ray Barretto e Joe Cuba.
In particolare El Watusi di Ray Barretto,nel 1962(Top 20 nelle classifiche americane, e suo più grande successo) fu il brano che anticipò il boom del Latin Soul.
Qui si trovano i classici “handclap” ovvero i battiti di mani sul secondo tempo musicale in stile R&B, le voci del barrio, e una certa struttura piuttosto libera e aperta della canzone, tutte cose che ritroveremo nel Latin Boogaloo.
Il brano sfruttò anche il successo della canzone del 1961 The Watusi dei Vibration, che fece conoscere l’omonimo ballo arrivato anche in Italia, anche se musicalmente parlando non aveva nulla a che fare con quello di Ray Barretto.
L’altro gruppo che diede un certo sviluppo al nuovo movimento musicale, soprattutto per l’uso dei fiati in stile R&B del trombonista Barry Rogers fu La Perfecta di Eddie Palmieri. La sua orchestra La Perfecta registra nel 1965 il brano Azucar, dedicato proprio ai ballerini afroamericani che affollavano spesso i suoi concerti.
Una delle caratteristiche e degli aspetti più interessanti del Latin Soul è lo Spanglish, ovvero un felice mix tra spagnolo e inglese: questa era infatti la lingua delle nuove generazioni portoricane, il linguaggio del barrio era pieno di frasi a metà tra le due lingue.
Il Latin Soul è più di un genere musicale, è anche la cultura a metà tra quella USA e quella delle numerose famiglie portoricane immigrate a New York dalla “isla de l’encanto” , in pratica il primo genere interamente Newricans.
I testi delle canzoni non avevano molta importanza, piuttosto era presente “el ruido del barrio“, le frasi, le parole, i suoni, quei modi di dire assolutamente incomprensibili per chi non era avvezzo a quel linguaggio.
Questo crea una analogia con altre forme musicali nate ai margini delle società, dove il linguaggio diventa una forma di appartenenza sociale, come la Salsa, l’Hip Hop o la Timba cubana.
Attraverso quelle frasi che si ascoltano nel Latin Soul c’è un modo di essere latini finalmente compatibile con il paese che li aveva accolti: gli Stati Uniti.
Latin Soul – Parte 2
THE LATIN SOUL & LATIN FUNK: The Soul of Latin Music.
PARTE DUE: Il boom del Latin Boogaloo
Il Boogaloo fu inizialmente un genere musicale e un ballo afroamericano, le cui origini a livello musicale le possiamo rintracciare nel classico “backbeat” introdotto dal grande batterista di New Orleans, Earl Palmer, che ritroviamo nel classico brano Alligator Boogaloo del 1963 del sassofonista Lou Donaldson.
Questo divenne uno degli stilemi classici del sound della Motown, la casa discografica che rese celebre il Soul negli anni 60 e 70.
Un’altra influenza in questo genere musicale che per molti musicologi anticipò il funk, fu il Soul/R&B di Wilson Pickett, in particolare brani come Mustang Sally e In The Midnight Hour.
Il boom vero e proprio avvenne però grazie al nuovo ballo che sostituì quelli precedenti come il “Jerk”, il “Twine”, ed il “Monkey”.
Questo cominciò nell’Aprile del 1965 da un duo di Chicago: Tom and Jerrio diffuso dalla rete ABC, il brano Boo-ga-loo vendette milioni di dischi, cui seguì a ruota il gruppo dei Flamingos con Boogaloo Party.
Nello stesso anno nacque il Latin Boogaloo, grazie a Joe Cuba che divenne l’idolo incontrastato delle nuove generazioni.
Il gruppo di Joe Cuba viene giustamente riconosciuto come il fondatore di questo genere, visto anche l’apporto di autori che lavoravano nel gruppo, come Hector Rivera, Nick Jimenez e Willie Torres.
Nel 1965 il disco,We Must Be Doing Something Right, conteneva il brano El Pito – I’ll Never Go Back To Georgia.
Una canzone ispirata dalla fusione delle due culture, la frase I’ll Never Go Back To Georgia è infatti una citazione di Dizzie Gillespie nel brano Manteca del 1947, preso come punto di riferimento come primo grande esempio di fusione culturale tra afroamericani e latini.
Fu comunque nel 1966 con il brano Bang Bang, che avvenne il lancio definitivo, come ricorda in una intervista il cantante Jimmy Sabater, intervista tratta dal libro From Bomba To Hip Hop di Juan Flores(Columbia University Press 2000):
“Successe una sera in un locale di “Midtown Broadway” il Palm Gardens Ballroom nel 1966. Quella sera il locale era stipato di gente afroamericana, i brani in scaletta non facevano molta presa su quel pubblico, così dissi a Joe Cuba che avevo un’idea per un brano da improvvisare per quel pubblico.
All’inizio Joe non ne voleva sapere, voleva presentare i brani del nuovo album, ma verso la fine del secondo set, acconsentì. Andai dal pianista Nick Jimenez e gli dissi :”suona questo riff. Poi iniziai a suonare seguendolo con il timbales…..fu un trionfo! La gente si mise a ballare trasversalmente, intonando “she-free, she-free”, come una sorta di canto e ballo tribale africano.” I passi erano una fusione tra quelli latini e quelli afro, una sorta di pre Hip Hop! Il gruppo completò il brano in studio, ed uscì Bang Bang come singolo a 45 giri, arrivando ai primi posti della classifica nazionale per 10 settimane!
Nel 1966 il brano venne incluso nel bellissimo 33 giri Wanted: Dead or Alive.
La febbre del Latin Boogaloo contagiò tutta l’America.
PARTE TRE: Gli stili
Le etichette Latin Soul e Latin Funk erano nate per raggruppare alcuni stili che in comune avevano la fusione tra la musica latina e quella afroamericana, in particolare:
LATIN SOUL | Joe Bataan chiamava così la sua miscela musicale,per differenziarsi dal Latin Boogaloo,così che abbiamo sia l’etichetta musicale che racchiudeva tutto il fenomeno Afrolatino che un genere specifico,più vicino al Soul e al blues che al latin,una sorta di evoluzione dello Shing A Ling. |
LATIN FUNK | In realtà si tratta di un vero e proprio genere a se stante con caratteristiche musicali e culturali simili a quelle del latin soul. Il genere prettamente strumentale e ricco di descargas vide negli anni 70 il suo momento di massimo splendore. La celebre “Welcome to the party” è un pezzo di Latin Funk. Ricorrenti sono le fusioni tra Funk con Jala Jala,Mambo,Mozambique, Guaguancò,Calipso,Gangà,Bomba,Plena,ecc.ecc. |
LATIN BOOGALOO | Una fusione musicale con percussioni e sezione fiati latine, con una ritmica che poteva variare tra Cha Cha Cha,Guajira,Soul,R&B. |
SHING A LING | E’ una variante del Boogaloo, che si differenzia(di solito)per una più spiccata ritmica Soul o R&B. |
GUAJIRA BOOGALOO | Fusione tra Guajira cubana e Boogaloo. |
WOBBLE CHA | Cha Cha Cha con Rock. |
SOUL MAKOSSA | La Makossa è un ritmo africano popolarizzato da Manu Dibango,nei primi anni 70,arrangiato nello stile Funk o Soul. |
PATA PATA | Ritmo del Sud Africa popolarizzato da Miriam Makeba. |
AFRO SOUL 6/8 | Tipica fusione usata da Mongo Santamaria e Willie Bobo tra l’Afro in 6/8 e la Soul Music. |
AFROLOO | Boogaloo con Afro. |
JALA JALA | Tipico ritmo di Puerto Rico, (ne esiste una variante facente parte del ritmo “Bomba holande”), veniva fuso con il Soul,il Jazz o il R&B, da gruppi come Gran Combo, Richie Ray & Bobby Cruz o Joe Bataan. |
Vi furono anche altre fusioni durante i primi anni 70 ad esempio Samba con Funk (Frankie Dante), Gangà con Soul (Joe Bataan), Mozambique con Funk (Eddie Palmieri).
In realtà non vi erano regole fisse, infatti alcuni chiamavano boogaloo quello che altri chiamavano Shing A Ling: la cosa comune era la fusione non solo a livello di armonia e melodia tra i due generi, Latin e Afroamericano, ma anche a livello ritmico.
Il Latin Soul infatti non segue la Clave 3/2 o 2/3 in quanto tutto si svolge in una sola battuta musicale, (tranne alcune eccezioni) e non su due, come nella Salsa.
La differenza con la Salsa è proprio questa, nel Latin Soul vi è una fusione anche a livello percussivo con i generi afroamericani.
Nella Timba,nel Latin Hip Hop o nel Raggaeton di oggi, invece ritroviamo questa fusione anche a livello ritmico, tanto che potremmo definire la Timba come un Latin Soul/Funky contemporaneo.
Nella Salsa gli altri generi non latini(Rock, Pop, Funky, Soul, etc) si fondono solo a livello melodico o armonico e non a livello ritmico, in quanto la Salsa rappresenta l’essenza della musica latina, che si ritrova appunto nel ritmo.
Senza contare quello che la Salsa rappresentò negli anni 70 per tutti gli immigrati latini a New York,in pieno conflitto con tutte le altre comunità presenti, ma avrò modo di approfondire questo discorso nella storia della Salsa.
Tornando al Latin Soul, la casa discografica che divenne il fulcro di queste produzioni fu la Cotique di George Goldner e Stan Lewis, che fu per il Latin Soul quello che la Blue Note e la Fania furono per il Jazz e la Salsa.
Una etichetta coraggiosa che scelse i tromboni come suono definitivo per il genere, il migliore strumento per la musica dura del barrio!
Altre piccole etichette furono la Fonseca,la Swinger e la Speed.
Latin Soul – Parte 4
COME SI BALLA IL BOOGALOO E LO SHING A LING?
Su questi balli non ci sono molte informazioni se non che derivano dal boogaloo Afroamericano, il quale si potrebbe considerare un antesignano dell’ Hip Hop sia nel linguaggio che nel ballo.
Quindi la diretta evoluzione del Boogaloo ci porta al Funky ed infine all’Hip Hop.
Nato a New York il ballo del Boogaloo si trasforma in una moda che arriva in tutti gli Stati Uniti e in America Latina in particolar modo a Puerto Rico e in Colombia,dove nasce un vero e proprio ballo locale,reso celebre dai ballerini della città di Cali, totalmente diverso da quello originale di New York.
Nello Shing A Ling si balla staccati,con movimenti di braccia e di busto marcando gli accenti forti della musica, mentre nel Latin Boogaloo e nella Guajira Boogaloo si puo’ ballare in coppia con i passi del Cha Cha Cha.
Alcuni ballerini di New York, come Frankie Martinez,Franklin Diaz e Juan Matos, hanno ripreso le posture, i passi ed i movimenti che molti attribuiscono all’hip hop ma che in realtà provengono dal Latin Boogaloo e dallo Shing A Ling.
Un esempio di come oggi viene ballato il Latin Boogaloo lo possiamo vedere in questo video di Frankie Martinez:
A questo proposito tutti gli appassionati saranno contenti di sapere che Frankie Martinez ha aggiunto un corso di Latin Funky a quello di movimento Afrocaraibico nella sua scuola di New York, dove spiega i principi del Boogaloo e della Pachanga!
E’ appena uscito il primo dei tre dvd di Frankie Martinez dedicati all’ Afro-funk Body Movement. Per maggiori informazioni potete visitare il sito di Frankie Martinez, www.abakuadancers.com
Foto 1- Una tipica postura del boogaloo
Latin Soul – Parte 5
IL LATIN SOUL A PUERTO RICO
Il Gran Combo De Puerto Rico insieme a Richie Ray e Bobby Cruz introdussero la febbre del Boogaloo nell’ isla de l’encanto.
Gran Combo’s Boogaloo fu il successo maggiore e la sala dell’Hotel Flamboyán di San Juan divenne uno dei locali storici del periodo d’oro del Latin Boogaloo.
Dischi come Se Solto,on The Loose, Jala Jala Boogaloo Volume I e Volume II di Richie Ray e Pata Pata Jala Jala Boogaloo, Boogaloos Con El Gran Combo, e¿Tu Quieres Boogaloo?¡Toma Boogaloo! del Gran Combo furuno successi incredibili.
Da notare come questi due gruppi resero celebre il ritmo boricua Jala Jala che fu inventata da Roberto Roena nei primi anni 60 quando militava nel Gran combo de Puerto Rico e che ottenne una grandissimo successo in tutto il mercato latinoamericano.
Questo ritmo successivamente fu ripreso sia da Joe Bataan, Joey Pastrana, Frankie Dante e da altri gruppi di salsa negli 70.
Mi piace ricordare che il grande ballerino e coreografo Papito Jala Jala deve proprio a quel ballo il suo nome d’arte (lo acquisì infatti dopo aver vinto una gara di ballo in tv). Anche il patriarca della Salsa portoricana ovvero Rafael Cortijo, diede la sua personale versione del Latin Soul Funk con un disco memorabile nel 1974: The Time Machine.
Si tratta di un disco incredibile per fusioni ritmiche di Bomba, Plena, Calypso e Samba con Funky e Jazz,che ha influenzato tantissimi gruppi che oggi mescolano ritmi afroamericani e latini come i Batacumbele,Truko & Zaperoko,ecc.
Altro disco importante è quello del piu’ grande sonero di Puerto Rico, Ismael Rivera: Rafael Cortijo & Ismael Rivera: Con Todos Los Hierros che conteneva il brano Curazao Bon Vini Boogaloo.
Willie Rosario ebbe un grande successo con la sua Watusi Boogaloo, cover del brano di Ray Barretto contenuto in Boogaloo & Guaguanco del 1968 cantata dal grande Adalberto Santiago.
Altro disco importante fu Two Too Much del 1969 che conteneva molte hit tra le quali Let’s Boogaloo, Calipso Bluese Babalu’s Boogaloo.
Altro gigante che ebbe un grande successo interpretando il genere è il portoricano Bobby Valentin,el rey del bajo!
Il suo secondo disco Young Man With A Horn del 1965 conteneva il celebre successo Batman’s Boogaloo.
Ma è con il quarto disco del 1971 Let’s Turn On – Arrebatarnos prodotto da Larry Harlow che ascoltiamo i migliori esempi del genere tra cui Funky Big Feet, Boogaloo Y Shingaling, Use It Before You Lose It.
Ma questa panoramica di artisti che resero celebre il genere a Puerto Rico non può essere completa senza le straordinarie incisioni di Roberto Roena: i primi due album alla fine degli anni 60, Roberto Roena Y Su Apollo Sound e Roberto Roena Y Su Apollo Sound 2, contenevano grandi successi come Spinning Wheel, Let It Rain, Yo Soy Candelon, Puerto Rican Blues, Shades Of Time.
Negli anni 70 Roena introdusse intere sezioni o arrangiamenti di Latin Soul nei suoi brani di Salsa come ad esempio il funk di Oriza Eh e Que Se Sepa del 1973 (Roberto Roena Y Su Apollo Sound 5).
…o gli incredibili cambi di tempo e generi, toccando anche la fusion in stile Chick Corea, presenti nel brano Los Demas del 1977 (Roberto Roena Y Su Apollo Sound 9).
Questa sezione non sarebbe completa senza colui che da dietro le quinte con i suoi arrangiamenti e le sue idee geniali cambiò completamente il suono di molti artisti di Puerto Rico: il grandissimo pianista e arrangiatore Jorge Millet.Roberto Roena aveva ben quattro repertori differenti all’epoca tra cui uno di salsa ed uno di Soul Funk; molte delle contaminazioni vennero proprio dall’esperienza diretta del grande artista boricua suonando le musiche afroamericane. In particolare riprese la formazione dei fiati dei Chicago con un Sax,due trombe ed un trombone.
Proprio con Roberto Roena diventerà uno dei piu’ acclamati e richiesti arrangiatori di Salsa.
Nei suoi incredibili arrangiamenti ritroviamo sempre la radice Soul e Funk in particolar modo nello scrivere le parti dei fiati e del piano.
Pianista straordinario, Jorge Millet lavorera’ per quasi tutti i dischi di Roberto Roena sopra elencati e per diverso tempo anche per la Fania, senza contare le innumerevoli registrazioni con i più importanti artisti di salsa di Puerto Rico come Marvin Santiago, Puertorican Power e per la celebre Puerto Rico All Star lasciando un marchio indelebile nella storia della musica latina.
Jorge Millet, Bobby Valentin e Loue “Perico” Ortiz hanno rappresentato la “sacra trimurti” dell’arrangiamento musicale di Puerto Rico, la migliore risposta ai portoricani di New York, come Hector Rivera e Louie Ramirez, o gli americani Larry Harlow e Marty Sheller.
Tantissime le sue opere per altri artisti sia a Puerto Rico che a New York,eccone alcune:
- Roberto Anglero Y Su Congregación: ¿Guaya Salsa?
- Justo Betancourt: Justo Betancourt
- Chuito El De Bayamon: Chuito El De Bayamón Con Johnny El Bravo
- Chivirico Davila: Vendre Por Ti
- Cheo Feliciano: The Singer
- Larry Harlow con Ismael Miranda: Con Mi Viejo Amigo
- Ismael Miranda: Este Es Ismael
- Ismael Miranda: No Voy Al Festival
- Ismael Miranda: Sabor, Sentimiento Y Pueblo
- Orquesta Mulenze: Desde El Principio
- Los Pleneros Del Quinto Olivo: Los Pleneros Del Quinto Olivo
- Willie Colon Mon Rivera: There Goes The Neighborhood
- Nacho Sanabria: El Nuevo Sabor De Nacho
- Marvin Santiago,Oro Salsero: 20 Exitos
- La Terrifica: Orquesta La Terrifica
- La Terrifica: Sabor A Pueblo
Di questo artista purtroppo oggi non esiste niente in Cd tranne una edizione giapponese del disco edito a Puerto Rico nel 1979 dal titolo Magic Dreams della TH Records(codice THS 2071).
Latin Soul – Parte 5
IL LATIN SOUL IN COLOMBIA
Nella cittadina di Cali, futura capitale colombiana della Salsa, si ha il piu’ interessante esempio di transculturazione musicale per quanto riguarda il Boogaloo. I gruppi che infiammarono la Colombia furono in particolare due:
* i Lebron Brothers, gruppo formato da cinque fratelli portoricani di New York,Pablo, José, Angel, Carlos e Frankie…
Il loro stile di arrangiare le trombe lo ritroviamo infatti oggi in quasi tutti i gruppi di Salsa colombiani come la Sonora Carruseles, il gruppo Galè, Fruko y Sus Tesos,ecc.
Il Boogaloo colombiano è molto diverso dal Boogaloo originale di New York.
L’originale di NY fondeva anche la Soul Music soprattutto negli arrangiamenti dei fiati; era cantato in inglese o in spanglish (metà spagnolo e metà inglese) e mischiava le componenti ritmiche soul e blues con la Guajira-Son e il Cha Cha Cha.
I gruppi colombiani suonano praticamente un Son Montuno molto accelerato e cantano in spagnolo con pochissimi riferimenti alla musica afroamericana sia nella ritmica e sopratutto negli arrangiamenti.
La campana marca incessantemte i tempi dispari partendo dall’uno musicale; questo è uno dei punti caratteristici ed è anche uno dei motivi del perchè la loro musica è tra le preferite tra i ballerini principianti.
L’unico riferimento al Rhythm & Blues è il classico schiocco delle dita sul due come possiamo sentire in tutte le produzioni contemporanee della Sonora Carruseles, ad esempio il loro rifacimento della celebre Micaela, grande successo di Pete Rodriguez.
Ma come si arrivò a velocizzare così tanto questo ritmo?
Questo avvenne a Cali negli anni 70 quando i dj locali cominciarono a suonare il boogaloo di New York da 33 a 45 giri in quanto per loro era troppo lento come ritmo e lo adattarono ai loro gusti.
Un’altra caratteristica dovuta all’aumento della velocità da 33 a 45 giri, fu l’uso delle voci dei coristi che diventarono “vocine” e che possiamo sentire in tutte le produzioni colombiane.
Successivamente i gruppi colombiani cominciarono a produrre i primi brani originali con quella velocità fino a diventare un vero e proprio marchio distintivo della Salsa colombiana.
Ecco alcuni gruppi che spopolano anche da noi:
Dietro a questi gruppi ed altri c’è la mano di Diego Galè produttore, arrangiatore, conguero e personaggio chiave di tutto il movimento della Salsa contemporanea in Colombia.
Il suo apporto al sound della Sonora Carruseles è stato fondamentale: questo gruppo è in assoluto il piu’ famoso ed importante della scena della Salsa Boogaloo.
Esiste anche un ballo che porta lo stesso nome che nasce ovviamente a Cali: si tratta di un ballo molto difficile e spettacolare dove i ballerini in coppia cambiano continuamente il peso da una gamba all’altra, base derivata dai balli americani come lo Swing o il Rock And Roll, su cui si innestano tutta una serie di pasitos incredibili!
Tra i passi ricordiamo Repique, Repique con Cha Cha Cha, Dino, ecc.
I Repique sono delle ribattute veloci, visto che questi passi si devono adattare alla velocissima Salsa colombiana!!!
Per dare un’idea immaginate un Rock And Roll mischiato alla Salsa e al Cha Cha Cha.
Su questa base si innestano una serie di figure acrobatiche da far impallidire i fratelli Vazquez.
Si tratta di uno stile assolutamente virtuosistico che nasce negli anni 70 e che oggi viene ballato e insegnato da decine di scuole, tra queste una delle piu’ famose ha vinto nel 2003 il campionato nazionale di Puerto Rico.
by Tommy Salsero
Facebook Comments - Commenti Facebook
Powered by Facebook Comments