Israel Cachao Lopez

Israel “Cachao” Lopez: Arrivederci Maestro!


Aprile 2008

di Tommy Salsero

Parlare di colui che può essere definito, a mio avviso, uno dei più importanti musicisti latini di ogni tempo, non è certo facile. La mia non vuole essere una biografia completa, per questo ci vorrebbe un libro intero, ma una breve introduzione ai suoi meriti artistici in campo musicale. Cachao nacque a l’Habana nel 1918 e fu un musicista completo (suonava infatti anche il piano, sebbene il suo strumento principale fosse il Contrabbasso).
Cachao ebbe una doppia vita artistica:

– la prima, che durò circa 30 anni, nella musica colta come elemento integrante della Sinfonica dell’Habana dove ebbe modo di suonare per direttori come Eric Kleibe, Sir Thomas Beecham, Von Karajan, Stravinsky (Cachao suonò ‘Firebird’ e ‘Petrouchka’ con il maestro) , Héctor Villalobos e Antal Doraty o nella musica operistica con tenori come Mario Del Monaco.

– la seconda nella musica popolare latinoamericana.

La musica del maestro attraversa tutto il Novecento, costellata da geniali intuizioni che hanno sempre anticipato gli stili a venire.
Nel 1937 con suo fratello Orestes “Macho” Lopez (Orquesta Arcaño y sus Maravillas) anticipò la moda del Mambo.
Orestes scrisse il brano “Mambo” (diffuso alla radio a partire dal 1938) aggiungendo alla terza parte del Danzon (i due fratelli ne composero circa 3000!) un montuno; in questa sezione svilupparono insieme alcune idee musicali, basate sul tumbao del piano e con le improvvisazioni generalmente affidate al flauto e sostenute da un ricco movimento sincopato affidato ai Guajeos dei violini, ai Timbales e successivamente ad una Conga suonata da un giovane musicista, El Colorao.

Il Danzon de Ritmo Nuevo era il papà del mambo.
Il brano “Mambo” segnerà una nuova era nella musica latina sia per le innovative armonie che per le varianti ritmiche.
Sebbene i fratelli Lopez non siano i padri esclusivi del Mambo, genere che sarà sviluppato in modo differente da artisti come Arsenio Rodriguez, Damaso Perez Prado, Renè Hernandez, Bebo Valdes ed El Niño Rivera, a loro va sicuramente la palma dei precursori.

Negli anni 50 Cachao rese celebri le “Descargas” tra musicisti, generalmente costruite sul sistema modale , (in contrapposizione al tonale su cui si basa anche la canzone popolare) che diventeranno una parte imprescindibile della Salsa degli anni 70.
Il disco del 1957 registrato per la Panart “Cuban Jam Sessions En Miniature” ha lasciato un marchio indelebile per tutte le Descargas a seguire.

Cachao lavorava con una formazione aperta che includeva suo fratello Orestes al piano, Alejandro Vivar e Armando “Chocolate” Armenteros alle trombe, Generoso Jimenez al trombone, Enemelio Jimenez al sax alto, Emilio Penalver al sax tenore, Virgilio Lisama al sax baritono, Andres “Niño” Rivera al tres, Guillermo Barreto ai timbales, Tata Güines alle congas, Rogelio Iglesias ai Bongos e Gustavo Tamayo al guiro.
Cachao si cimenta qui con ritmi come Son e Rumba, imprimendo anche a questi generi il suo proprio stile immediatamente riconoscibile.
Un sistema basato sulla figura ritmica della “cascara” suonata sui timbales, in contrapposizione ad un basso sincopato, ostinato ed ossessivo che marchierà a fuoco più di un trentennio di musica latina a New York, conosciuto anche come “ritmo Cachao“!
Da Tito Rodriguez (con cui Cachao suonò negli anni 60) a Ray Barretto questo modo di suonare il basso è ancora oggi alla base di moltissimi brani di Latin Jazz, Latin Soul/Funk e Salsa.
Basta ascoltare brani come “Trombon Criollo”, ”Oye mi tres montuno”, ”Cogele el golpe” o “Descarga cubana” per rendersene conto.

Tecnicamente Cachao era considerato dal più grande bassista elettrico di tutti i tempi, Jaco Pastorius, il miglior bassista esistente al mondo.
Già perché l’eredità più grande Cachao la lascia forse ai bassisti, come ricorda spesso il geniale Andy Gonzalez.
La sua tecnica, precisa fino al suo ultimo giorno di vita, era incredibile ed era sempre affiancata ad un sabor e uno swing inimitabili, riuscendo a trasmettere ogni singola emozione da quelle corde. In questo caso la frase “pugno di ferro in guanti di velluto” calza alla perfezione.

Cachao aveva anche una tecnica ottima con l’archetto, avendo suonato musica classica per tanti anni; una delle innovazioni più grandi fu quella di usare l’archetto in modo percussivo alternando un colpo secco ad altri due legati.
Era sempre a suo agio sia accompagnando la Sinfonica de La Habana che improvvisando una Descarga o una Rumba con un piccolo gruppo di percussionisti.
I Generi che gli devono molto sono tanti: Danzon, Mambo, Descarga, Salsa, Latin Jazz, Latin Soul, Latin Funk, ecc.

Nei primi anni 60 suona nei migliori gruppi di New York con Machito e con il celebre gruppo di Tito Rodriguez

con cui incide diversi dischi; questa collaborazione mette in luce la grandezza del maestro nell’ambito delle Big Band. Imperdibile il disco del 1964 “Carnaval De las Americas” o “Tito Tito Tito” dove possiamo ascoltare una versione grandiosa di “Descarga Cachao” e la splendida “Descarga Malanga”.

Nel 1966 registra per la Tico di Pancho Cristal le celebri, Descargas Live at the Village Gate vol.1, 2, 3.

Altro celebre ed importantissimo disco è “Patato y Totico” del 1968 che vede insieme Cachao, Patato Valdes, Totico ed il grande Arsenio Rodriguez.

Nel 1969 arriva un disco storico con Eddie Palmieri dal titolo “Champagne” che contiene uno dei Boogaloo più belli della storia “Ay Que Rico” il cui giro di basso diventerà un modello anche per i gruppi di Latin Soul Funk degli anni 70.

Dopo un periodo passato a suonare negli hotel di Las Vegas negli anni 70, si trasferisce a Miami negli anni 80 dove incide una nuova serie di Descargas assieme a Tany Gil, Walfredo De Los Reyes e Francisco Paquito Hechavarria famoso come pianista di Gloria Estefan, nei celebri dischi dei Miami Sound Machine.

Sono comunque gli anni più tranquilli da un punto di vista musicale; Cachao sembra dimenticato quando tutto cambia a partire dall’incontro con Andy Garcia che porta nel 1993 allo storico video “Como su ritmo no hay dos” che rende finalmente merito e importanza a questo gigante della musica latina.
Nello stesso anno arrivano due splendidi dischi, uno con Paquito D’Rivera “40 Years of Cuban jam sessions” e l’altro con Gloria Estefan “Mi Tierra” che vince il premio Grammy!

Seguono tour in tutto il mondo e finalmente altri premi Grammy: Master Sessions Vol.1 nel 1994, El Arte Del Sabor nel 2003 assieme a Bebo e Patato Valdes e nel 2004/2005 con ¡Ahora Si!

Master Sessions Vol.1

Nel 2007 ha suonato per l’ultima volta nel nostro paese ed è in questa occasione che abbiamo avuto l’oppportunità per l’ultima intervista rilasciata al nostro portale:

Clicca qui per leggere l’intervista a Israel Cachao Lopez

Resoconto del concerto di Israel Cachao Lopez di Domenica 25 Luglio 2004

É un appuntamento con la storia, questo concerto, la storia con la S maiuscola.

Dietro le quinte ad ascoltarlo c’erano Tata Güines e Changuito, i più grandi percussionisti di Cuba, assieme ad Haila ed alcuni componenti della Charanga Habanera.
La serata ha visto anche la fondamentale partecipazione (più avanti capirete perchè), di un grandissimo trombonista di origine portoricana: Jimmy Bosh!

Jimmy Bosh

Il gruppo vedeva la classica formazione di Timbales, Congas, Voce e Guiro, Piano, Tromba, Sax e Clarino, Violino oltre al trombone di Bosh e al contrabbasso classico di Cachao.

Vederlo entrare sul palco accompagnato da una persona, per via dell’età (80 anni circa), fa tenerezza, ma quando si aggroviglia al suo strumento diventando praticamente un corpo solo con esso e si sentono le prime note profonde e rotonde, magicamente il tempo scompare, gli anni spariscono.
Sono i tocchi granitici di Cachao sul basso, che danno inizio al concerto con la immortale “Descarga Cachao”.
Un poderoso tumbao che porta gli stessi anni di chi lo suona, esce da quel contrabbasso, un solo corpo e una sola anima, gli occhi chiusi e le mani che accarezzano, graffiano o percuotono il suo strumento con poderosi colpi di archetto in modo percussivo.

Il Timbales come sempre fa la parte del leone assieme al contrabbasso e alla congas per quanto riguarda il tumbao ritmico, che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita, la parte melodica è invece affidata al violino e al clarino che si alternano in canto e controcanto facendo riaffiorare tutto il fascino della “orquesta tipica” di inizio secolo scorso.
In sezione tromba, trombone e Sax (suonato dal clarinettista) si fondono bene rendendo più contemporaneo il sound nei brani più swinganti.

Il repertorio quasi esclusivamente strumentale ha un suo filo logico e passa in rassegna tutti i tipici generi cubani a partire da un bellissimo Danzon che finisce in Cha Cha Cha, (ritmo che infatti deriva come il mambo proprio dal Danzon).
Si susseguono un Mambo e poi una bellissima “Cancion”, genere che venne influenzato sia dalla canzone napoletana che da quella francese che arriva a Cuba dalla vicina isola di Haiti.
Si tratta di “Si me pudieras querer” un brano di Ignacio Jacinto Villa, (pianista con cui Cachao suonò giovanissimo negli anni 30) conosciuto come “Bola de Nieve”, forse il più importante esponente del genere.

Questo cantante e pianista che cominciò la carriera come pianista di Rita Montaner ha infatti nelle sue trame armoniche un grosso punto di riferimento nei compositori impressionisti francesi come Debussy e per capire questa influenza è sufficiente ascoltare uno dei suoi più famosi successi come “Drume Negrita” o “Vete De Mi”.

Sono davvero felice che Cachao abbia fatto conoscere ai presenti la musica di questo straordinario autore e interprete che si esibì anche in Italia negli anni 50.
Segue una delle forme più importanti della musica campesina, la Guajira Son, resa celebre nel mondo dal brano “Guantanamera”, per arrivare infine alla sua più celebre creazione, Lindo Yambù, la bellissima Rumba Yambù in clave di Son che tutto il pubblico canta all’unisono durante il celebre ritornello, “Ave Maria morena”!

Alcuni ragazzi sotto al palco mimano il ballo e tutti gli altri battono la clave sotto gli occhi stupiti di Alfredo Valdes Junior, pianista e figlio di Alfredo Valdes, celebre pianista del Septeto Nacional di Ignacio Piñeiro.
Arriva il bis richiesto a gran voce dai presenti ed ecco che il gruppo riparte con una Descarga da paura dove si incontrano Cuba e Puerto Rico, il mambo di Cachao con il sound salsero del trombone di Jimmy Bosh.
Passato e presente si incontrano di nuovo, con un Jimmy scatenato che mima passi di rumba, fianco a fianco con Cachao, che diventa direttore, lanciando gli assoli della tromba e del sax.
Quando Jimmy interviene lo fa con una potenza devastante, che copre tutti gli altri; in alcuni momenti sembra di ascoltare una intera sezione di tromboni….invece di uno!!

Frasi velocissime si inseguono tra tromba e trombone, timbales e conga, in una sfida all’ultima nota, con Cachao che da buon padre lascia ai suoi musicisti l’onore della chiusura del concerto.
Oltre al già citato Jimmy Bosh in forma strepitosa, note positive vengono dal violinista e dal sassofonista/clarinettista di cui purtroppo non ricordo i nomi, e dal piano “magico” e nostalgico di Alfredo valdes Jr. che con i suoi tumbaos tradizionali con le note suonate ad ottave parallele ci riporta a quello stile classico, immortalato da pianisti come Lili Martinez, Lino Frias, Pedro Justiz “Peruchin” e Ruben Gonzalez.

Un po’ sottotono la tromba e di normale routine il lavoro svolto da Congas e Timbales.
Ma si sa che il re della serata era lui, questo “giovane” bassista che si porta dietro una carriera mostruosa, con una semplicità e un’ umiltà propria solo ai grandi.

Non si può dimenticare quello sguardo di meraviglia, tipico dei bambini, che si materializzava davanti a noi ogni volta che apriva gli occhi (Cachao suona spesso ad occhi chiusi), quasi meravigliato del fatto che ci fosse qualcuno che lo seguiva sotto il palco, con un tifo da stadio.

Perchè ora purtroppo, arriva l’unica nota stonata della intera serata…..eravamo meno di un centinaio!

Cento amanti della buona musica (quasi tutti italiani) che hanno urlato il loro amore e la loro passione per coprire quella imbarazzante e francamente vergognosa situazione.
Per non fargli mancare il calore e l’affetto che un pubblico fantasma non avrebbe potuto donargli…
Eravamo pochi ma sembravamo tanti.
Non so se tornerà, ma la prossima volta vorrei vederlo in un teatro pieno di gente, degna cornice alla sua arte senza tempo.
Grazie Cachao.
P.s: Un consiglio a tutti gli amanti della musica senza categorie o nazionalità.
Si tratta del disco, che include anche un bellissimo dvd:

Israel “Cachao” Lopez : Ahora Sí! Andy Garcia Presents Cachao – CD & DVD Set (Univision 100750)

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