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Recensione del concerto dei Lebron Brothers (Hermanos Lebron) Milano Festival LatinoAmericando 30 Giugno 2007
a cura di Tommy Salsero foto di Daikil
La paura di trovarsi in pochi, visto il poco tempo per la pubblicità, è stato scongiurato grazie al passaparola tra il pubblico colombiano che è accorso in massa, armati di bandiere e campane messe in bella mostra durante tutto il concerto, creando così il giusto interplay con i musicisti.
Circa 3-400 persone, in stragrande maggioranza appunto,colombiani, ha fatto da cornice a questo splendido ed inatteso concerto di un dei più storici ed importanti gruppi della storia della Salsa e del Latin soul: The Lebron Brothers!
Conosciuti anche come “Hermanos Lebron” questo gruppo si è presentato in questa unica data italiana, in sostituzione del compianto Tito Gomez, recentemente scomparso per un attacco di cuore. Avevo chiesto a Angel Lebron se era la prima volta che venivano in Italia e quando mi ha risposto che era la seconda e che la prima fu a Venezia nel 2006 (unico concerto italiano di quel tour) sono rimasto malissimo: ma come è possibile con i mezzi di comunicazione di oggi, non far sapere nulla di un concerto simile????
E poi dicono che si va poco ai concerti…..
In giro per l’Europa per il loro tour del 40° anniversario, si sono presentati in una formazione a nove!
Sezione fiati formata da due tromboni e 2 trombe, piano elettrico e sezione ritmica formata dai tre Leader:
Angel Lebron: Baby Bass, cori e voce solista.
Carlos Lebron: bongo, campana, cori e voce solista.
Frankie Lebron: congas
Mancava il leader più anziano del gruppo il pianista, compositore e arrangiatore Josè Lebron, ma il giovane pianista Nelson, si è assunto bene le sue responsabilità, suonando in modo molto melodico e mai sopra le righe, cosa che spesso si nota ahimè nei giovani pianisti ansiosi dal mettersi in mostra.
Il cantante che rappresentava con la propria voce queste leggende viventi è il grande sonero portoricano Efrain ‘Frankie’ Vasquez, ovvero uno dei migliori soneros della scena salsera odierna di New York, già cantante di un’innumerevole serie di gruppi come New Swing Sextet, Libre, Jimmy Bosch, Wayne Gorbea, Grupo Caribe, Spanish Harlem Orquesta, Soneros del Barrio, ecc.
La collaborazione con i Lebron non è nuova…. Frankie incise infatti il disco “Lo Mistico” del 1998 e seguì il gruppo per ben tre anni.
Una delle caratteristiche dei Lebron, oltre al fatto di essere autori dei loro brani, è sempre stato l’arrangiamento vocale, sopratutto i cori, ampiamente derivati dal doo-wop degli anni 50.
Queste armonizzazioni si sono fatte sentire durante il concerto anche se meno rispetto agli anni del Boogaloo.
Le voci inconfondibili dei due fratelli hanno caratterizzato tutti i brani proposti come un marchio indelebile.
Indimenticabili saranno i piccoli intermezzi tra un brano e l’altro eseguiti a cappella dai fratelli Lebron, aggiungendo così accenni di brani al già grandissimo repertorio proposto in questo bellissimo concerto.
Già, che repertorio!
Sono stati eseguiti quasi tutti i classici del gruppo del periodo “salsa”, tralasciando completamente il repertorio degli anni 60 del Latin Soul.
Del resto non sarebbe stato possibile proporre tutto, anche se un medley dei boogaloo storici non sarebbe stato male… anzi!
Il concerto si apre subito con un impatto notevole (a parte qualche problema poi risolto con l’amplificazione dei cori), che pochi si aspettavano visto che di solito il primo brano è quello con cui ci si affiata… ed invece si parte subito in quinta marcia, a partire dal grande sonero Frankie Vasquez in splendida forma per tutta la sera!
Si inizia con “Dulzura”, un brano che mette in evidenza subito lo stile di arrangiamento dei Lebron, non appena entrano i fiati in tonalità maggiore, dopo il tema cantato in tonalità minore!
Questo bellissimo cambio di tonalità è rafforzato dalla splendida sezione fiati con due tromboni vigorosi dove spicca per potenza e fantasia quello del grande solista Charlie Garcia, che dimostra il proprio valore proprio in questo brano con il primo assolo del concerto.
Il secondo brano “Mi Morena” vede invece due momenti solisti, prima quello del trombettista Roberto Rodriguez e successivamente quello di Charlie Garcia, che in questo suo secondo solo riporta chiaramente le influenze del gigante del trombone, Barry Rogers!
Notevole lo swing che imprime il giovane pianista Nelson in questo pezzo, come impeccabile nel suo incedere ritmico tra mano destra e sinistra che mi ha ricordato il miglior Sergio George, il genio della “RMM” e grande innovatore nei “Guajeos” o tumbao di piano.
Seguono due classici come la splendida “Temperatura”, dove assistiamo ad un bel assolo di tromba di R.Rodriguez, e “Falta”, ritmicamente due “Son Montuno”, pezzi che hanno fatto la storia di questo gruppo.
Con i due brani successivi assistiamo ad un sistema molto raffinato per passare da un brano all’altro senza stacchi, cosa di solito rischiosa. L’ultimo “coro” viene già alterato nella tonalità del brano successivo, cosìcchè quando si passa a quello dopo non ci si accorge di nulla….
Questo accorgimento, vera e propria tecnica di arrangiamento, viene utilizzato nel mix tra “Disco Bailable” e la storica “Salsa y Control”!
“Disco Bailable” vede grandi citazioni da “Periodico de Ayer” a “Asi se Compone un Son” del grande Ismael Miranda, il tutto rivisto in chiave personale.
In questo pezzo troviamo uno spettacolare assolo di trombone (C.Garcia) che oltre alla citazione di “Periodico de Ayer” (grande!), improvvisa stacchi in controtempo all’unisono con piano e basso: un vero e proprio interplay tra musicisti lanciato durante il solo da Garcia.
Come nel migliore Jazz!
Utilizzando la tecnica sopracitata si passa al classico dei classici “Salsa y Control”, tripudio tra il pubblico, grande prestazione di Vasquez e del pianista che riarmonizza la parte del montuno sostituendo spesso i 5 gradi, dando un’ armonizzazione moderna a questo classico immortale!
I cori dei fretelli fanno il resto… salsa y control … el Son Montuno lo traigo Yo!
Quello che lascia sbalorditi è che il gruppo suona SENZA timbales!
E non ci si fa caso….. le figure ritmiche della campana sono completamente affidate a Carlos Lebron, che alterna continuamente la voce nei cori con suo fratello Angel, che si dimostra una macchina da ritmo suonando incessantemente il Baby Bass in modo impeccabile mentre canta e comanda i cambi del gruppo!!!
Nella successiva “Diez Lagrimas” si invertono i ruoli: Angel canta e suona il basso durante tutto il pezzo mentre Vasquez suona le Maracas e passa ai cori!
E pure nella successiva “Que Pena” vediamo questo cambio di ruolo, Vasquez ai cori e alla campana mentre l’altro fratello Carlos Lebron, il bongocero, interpreta questa splendida composizione.
Introduzione splendida per solo voce e congas su “Sin Negro no Hay Guaguancó”, brano rapido e incalzante splendidamente supportato dalla sezione fiati e dal pianista e che si pregia di un assolo di ottima fattura del trombettista Roberto Rodriguez.
Arriva anche il momento dell’ assolo di Frankie Lebron alle congas; a metà di questo riparte Frankie Vasquez con solo l’apporto delle congas e della clave che mette in mostra le sue qualità improvvisative.
Per finire con un bel richiamo all’isola di Puerto Rico con una trascinante salsa infarcita di plena… spettacolare… entra il coro che dice “llegaron los negros…llegaron los Lebron…” mentre la sezione fiati richiama una frase strumentale di un brano di Hector Lavoe…. da antologia!
Siamo quasi alla fine quando arriva “Saborea” che vede finalmente un bellissimo assolo del pianista Nelson, con forti richiami nella prima parte a Papo Lucca (con timbro di Fender Rhodes alla “Juan Pachanga”), mentre la seconda parte dell’ assolo viene eseguito con un timbro di pianoforte che ricorda Palmieri, terza parte nuovamente con il Fender Rhodes e quarte parte finale con il piano che richiama la melodia principale… splendido!
Siamo al bis finale con “Pena y Dolor” con un nuovo arrangiamento che richiama sopratutto per il piano e l’armonia lo stile “RMM” di Sergio George.
Come bis avrei preferito qualcosa di più “forte”, questo brano infatti pur nella sua bellezza lo trovo un pò troppo tranquillo per un finale di concerto, anche se arricchito nel finale dagli assoli a turno dei fiati!
Finisce così uno dei concerti più entusiasmanti degli ultimi anni… una leggenda che lascia senza fiato per la sua capacità, dopo 40 anni di onorata carriera, di far impallidire a tante orchestre di oggi.
Sperando di rivederli presto concludo dicendo: “Que viva Los Dinosaurios!”
Clicca qui per leggere l’intervista
Un’altro video tratto dal concerto dei Lebron Brothers (cortesia del Festival Latino Americando)
DISCOGRAFIA DEI LEBRON BROTHERS:
-Psychodelic Goes Latin. 1967. Cotique 1008
-The Brooklyn Bums . 1968. Cotique 1015
-I Believe. 1969. Cotique 1022
-Brother. 1970. Cotique 1039
-Llegamos. 1970. Cotique 1042
-Salsa y control . 1970. Cotique 1049
-Pablo. 1971. Cotique 1054
-Picadillo A La Criolla. 1971. Cotique 1055
-En La Union Esta La Fuerza. 1972. Cotique 1068
-Asunto De Familia. 1973. Cotique 1074
-4+1 = Lebron Brothers. 1975. Cotique 1078
-Distinto Y Diferente. 1975. Cotique 1088
-10 th Anniversary. 1977. Cotique 1093
-The New Horizon. 1978. Cotique 1098
-La Ley. 1980. Cotique 1103
-Hot Stuff. 1981. Cotique 1105
-Criollo. 1981. Cotique 1106
-Salsa Lebron. 1986. Caimán
-El Boso. 1988. Abuelo 100
-Loco Por Ti. 1988. Exclusivo 0302
-Cuídala. 1989
-Paraíso Con Los Lebron. 1990. Astro Son
-Ahora Te Toca A Ti. 1995. Boso B-0100
-Lo Mistico. 1996. Cotique 1109
-Blackmen for Brooklyn
-35 th Annversary. 2002. Exclusivo 0602
-Made In Colombia. 2004. Exclusivo 0204
Si ringrazia l’organizzazione del Festival Latino Americando
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