L’anno successivo, ha vinto di nuovo con “Unfinished Masterpiece”. Poi, nel 1984 ha vinto con “Palo Pa’ Rumba”, nel 1985 con “Solito” e nel 1987 con “La Verdad”. Palmieri ha ricevuto un Grammy Latino ed un Grammy per il miglior album di jazz latino nel 2000, grazie al lancio insieme a Tito Puente di “Obra Maestra / Masterpiece”. È stato nuovamente premiato nel 2006 con “Listen Here” e nel 2007 con “Simpático”, che è stata una collaborazione con il trombettista Brian Lynch. “Simpático” è stato anche riconosciuto dalla Jazz Journalists Association come miglior album jazz latino nello stesso anno.
Oltre alla sua riconosciuta carriera discografica, Palmieri ha preso parte alla Giunta dei direttori dell’Accademia Nazionale delle Arti e Scienze della Registrazione di New York, dove ha avuto un ruolo importantissimo nella creazione della categoria del jazz latino nel 1995.
A seguito della creazione di questa categoria, Palmieri è stato premiato per gli album “Palmas” nel 1995 e “Arete” nel 1996.
Nel 1988 l’Istituto Smithsonian ha registrato due performances di Palmieri per il catalogo del Museo Nazionale della Storia Americana a Washington, D.C., riconoscimento pubblico raramente concesso.
Nel 1990, Palmieri è stato invitato come consulente per l’album di Paul Simon “Rhythm of the Saints”.
Nel 1991 ha ricevuto il premio Eubie Blake del Dr. Billy Taylor ed è uno dei pochi musicisti latini che è stato riconosciuto dall’Assemblea Legislativa di Portorico e dallo Stato di New York.
Nel 1998, l’Heineken Jazz Festival di San Juan (Puerto Rico), ha reso tributo al grande contributo di Palmieri come maestro d’orchestra, insignendolo con il dottorato onorario del Collegio di Musica di Berklee.
Nel 2002, l’Università di Yale ha dato a Palmieri il premio “Chubb Fellowship” come riconoscimento per essersi distinto nella costruzione di comunità attraverso la musica.
È importante ricordare che questo premio solitamente viene riservato dall’Università di Yale solo a esponenti internazionali. Nello stesso anno ha ricevuto “Nacional Black Sports and Entertainment Lifetime Achievement Award”.
Fra gli altri artisti che hanno ricevuto questo importante riconoscimento ci sono Roberto Clemente, Count Basie, Max Roach, Billie Holiday e Dinah Washington. Addizionalmente nel 2002, ha ricevuto dalla BBC di Londra il Premio per l’esibizione latina più eccitante.
Foto credit: Martin Cohen
Nel 2005, Palmieri ha ricevuto una serie di prestigiosi premi, incluso l’ “Alice Tully African Heritage Award” del City College di New York, l’“Harlem Renaissance Award” ed il “Lifetime Achievement Award” della rivista Urban Latino Magazine.
Inoltre è stato invitato a far parte del “Bronx Wall of Fame” e del “Chicago Walk of Fame”. In omaggio alla sua discendenza portoricana e percorso musicale, Palmieri è stato invitato in qualità di padrino alla manifestazione per il giorno dei portoricani nella città di New York. Ha anche ricevuto “El Award” dal quotidiano El Diario. Un altro gran passo per Palmieri è stato il debutto del programma radio “Caliente” alla National Public Radio. Questo evento ha segnato la prima volta in cui un Latino è stato utilizzato come anfitrione per questo tipo di programmazione.
Il successo di “Caliente” è stato significativo, giacchè questo programma è stato trasmesso in più di 160 stazioni radio in tutti gli Stati Uniti.
Nato nello Spanish Harlem nel 1936 da genitori portoricani, Eddie Palmieri ha iniziato i suoi studi di piano in giovane età, così come aveva fatto il suo famoso fratello maggiore, il leggendario pianista e maestro d’orchestra di salsa, Charlie Palmieri. È importante segnalare che per gli abitanti latini di New York della generazione di Eddie, la musica era un veicolo per uscire dal “Barrio”. A 11 anni e con la voglia di andare il più lontano possibile dal Bronx, Palmieri fece un’ audizione presso il Weil Recital Hall, localizzato al lato del Carnegie Hall. È interessante notare che Palmieri ha sempre avuto il desiderio di suonare le percussioni, pertanto a 13 anni prese parte all’orchestra di suo zio, dove suonava i timbales.
Quando gli si chiede qualcosa in merito, Palmieri risponde, “A 15 anni ci fu il mio addio ai timbales ed il ritorno al piano fino ad oggi. Io sono un percussionista frustrato per questo mi diletto con il piano”.
Iniziò la sua carriera professionale come pianista verso i primi anni cinquanta nell’orchestra di Eddie Forrester. Nel 1955, si unì al gruppo di Johnny Segui. Passò un anno anche con l’orchestra di Tito Rodríguez prima di formare il suo gruppo nel 1961, la leggendaria Orchestra “La Perfecta”.
Questo congiunto è stato riconosciuto in modo distinto per aver incorporato una sezione di tromboni (diretta dallo scomparso Barry Rogers) al posto delle trombe. Questo cambiamento ha rappresentato qualcosa che raramente era stato implementato nella musica latina e che servirà come preludio allo stile poco convenzionale di Palmieri nella sua maniera di dirigere le orchestre.
“La Perfecta” è stata conosciuta come “the band with the crazy roaring elephants” (il gruppo con il ruggito pazzo degli elefanti), proprio per il fatto di essere composta da due tromboni, flauto, percussioni, basso e vocalista. Grazie al suo suono magnetico e unico, l’orchestra di Palmieri è stata presto catalogata allo stesso livello di orchestre riconosciute di questo periodo come quella di Machito e di Tito Rodríguez.
Eddie Palmieri con Barry Rogers – Adoración
La sua maniera di suonare innovatrice e poco convenzionale sorprese una volta di più i critici e i fans con il lancio del disco intitolato “Harlem River Drive” nel 1970.
Harlem River Drive “Idle Hands”
Questa registrazione fu la prima ad unire stili musicali afro-americani e latini in un suono da formazione libera, che, al tempo stesso, riunisce elementi della salsa, funk, soul e jazz. Inoltre, questo album presenta una fusione di movimenti musicali fluidi che evocano differenti sensazioni ritmiche. Diretta da Eddie, questa formazione vide la partecipazione del suo scomparso fratello Charlie, oltre a eccellenti talenti musicali di entrambe le comunità (afro-americana e latina) come Victor Venegas, Andy Gonzáles, Bernard “Pretty” Purdie e Ronnie Cuber. Aggiungendosi alla sua inclinazione di creare e innovare con il suo stile “funk” latino, nel 1997, Palmieri fu invitato da Little Louis Vega a registrare l’album “Nuyorican Soul”, il quale ottiene un grande successo fra i DJs e gli affezionati del ballo del genere di musica “house”.
Oltre all’influenza che ha ricevuto dal fratello maggiore Charlie, Eddie è stato influenzato da artisti cubani degli anni quaranta come Jesús López, Lili Martínez, e grandi maestri del jazz come Art Tatum, Bobby Timmons, Hill Evans, Horace Silver, Bud Powell e McCoy Tyner. Secondo Palmieri, “ A Cuba, si manifestò uno sviluppo ed una cristallizzazione di ritmiche che ha stimolato molte persone nel corso degli anni. La musica cubana è la base fondamentale da dove non mi sposterò mai. Tutto ciò che deve essere costruito arriva da lì. Da questa convergenza di culture nasce una musica magnifica.”
Eddie Palmieri – la cui passione e istinto per la musica sono ineguagliabili — si avvia positivamente verso il futuro della sua musica con lo slancio del suo distinto percorso musicale per la gioia dei suoi fans in tutto il mondo. Oggi, Palmieri ha una delle orchestre di salsa e jazz che girano il mondo con maggior frequenza, visitando Europa, Asia, América Latina, Africa del Nord ed i Caraibi. La sua astuzia negli arrangiamenti musicali innovatori e le sue composizioni di grande impatto dimostrano l’abilità di Palmieri nel riuscire a mantenersi attraverso il tempo grazie al suo repertorio multiforme e allo stesso tempo, sorprendere il pubblico – ancora e ancora — con il suo stile leggendario.
Clicca qui per leggere l’intervista a Eddie Palmieri realizzata dalla redazione de LaSalsaVive
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Eddie Palmieri, conocido por su poder carismático e impulso innovador, tiene una carrera de más de 50 años como dirigente y maestro de orquestras de salsa y jazz latino. Con una trayectoria discográfica incluyendo 36 títulos, Palmieri ha sido galardonado con nueve Premios Grammy. Recibió su primer Premio Grammy en 1975 por su producción discográfica “The Sun of Latin Music,” la cual es considerada como la más histórica por ser la primera vez que la música latina fue reconocida por la Academia Nacional de las Artes y Ciencias de Grabación (NARAS). Al año siguiente, ganó de nuevo por “Unfinished Masterpiece”. Luego, en 1984 ganó por “Palo Pa’ Rumba”, en 1985 por “Solito” y en 1987 por “La Verdad”. Palmieri recibió un Grammy Latino y un Grammy tradicional por el mejor álbum de jazz latino en el 2000 por el lanzamiento junto con Tito Puente de “Obra Maestra/Masterpiece”. Fue premiado nuevamente por el mejor álbum de jazz latino en el 2006 por “Listen Here” y en el 2007 por “Simpático,” el cual fue una colaboración con el trompetista maestro Brian Lynch. “Simpático” también fue reconocido por la Asociación de Periodistas del Jazz como el mejor álbum de jazz latino en el mismo año.
Además de su reconocida carrera discográfica, Palmieri formó parte de la junta de directores de la Academia Nacional de las Artes y Ciencias de Grabación para el capítulo de Nueva York en el 1993, donde tuvo un rol importantísimo en la creación de la categoría del jazz latino durante el 1995. Seguido a la creación de dicha categoría, Palmieri fue nominado por su álbum “Palmas” en el 1995 y por “Arete” en el 1996.
En 1988, el Instituto Smithsonian grabó dos de las funciones de Palmieri para el catálogo del Museo Nacional de Historia Americana en Washington, D.C., reconocimiento público raramente otorgado. En 1990, Palmieri fue invitado como consultor por Paul Simon para el álbum “Rhythm of the Saints”. Recibió el Premio Eubie Blake de Dr. Billy Taylor en 1991 y es uno de los pocos músicos latinos que ha sido reconocido por la Asamblea Legislativa de Puerto Rico y por el estado de Nueva York.
En 1998, el Heineken Jazz Festival de San Juan, Puerto Rico le hizo tributo a la gran contribución de Palmieri como maestro de orquestra, donde se le presentó un doctorado honorario del Colegio de Música de Berklee. En el 2002, la Universidad de Yale le otorgó a Palmieri el premio “Chubb Fellowship” en reconocimiento de distintiva labor de construir comunidades a través de la música. Es importante mencionar que dicho premio suele ser presentado por la Universidad de Yale a dignatarios internacionales. En ese mismo año, él recibió el “Nacional Black Sports and Entertainment Lifetime Achievement Award.” Acompañando a Palmieri en este honor están Roberto Clemente, Count Basie, Max Roach, Billie Holiday y Dinah Washington. Adicionalmente en el 2002, fue reconocido por el BBC de Londres con el Premio por la Función Latina Más Excitante.
Durante el 2005, Palmieri recibió una serie de premios prestigiosos, incluyendo el “Alice Tully African Heritage Award” del City College de Nueva York, el “Harlem Renaissance Award” y el “Lifetime Achievement Award” del Urban Latino Magazine. Además, fue invitado a ser parte del “Bronx Wall of Fame” y el “Chicago Walk of Fame”. En homenaje a su ascendencia puertorriqueña y trayectoria musical, Palmieri ha sido invitado como padrino a la Parada para el Día de los Puertorriqueños en la ciudad de Nueva York. También recibió “El Award” de el periódico El Diario. Otro gran logro para Palmieri fue el debut del programa radial “Caliente” en el National Public Radio. Dicho acontecimiento representó la primera vez que un Latino sirvió de anfitrión para este tipo de programación. El éxito de “Caliente” ha sido significativo, ya que este programa ha sido transmitido por más de 160 estaciones de radio nacionalmente.
Nacido en Spanish Harlem en 1936 a padres puertorriqueños, Eddie Palmieri comenzó sus estudios del piano a temprana edad, así como también su reconocido hermano mayor, el legendario pianista y maestro de orquestra de Salsa, Charlie Palmieri. Es importante señalar que para los neoyorquinos latinos de la generación de Eddie, la música era un vehículo para salir del “Barrio”. A los 11 años y con miras de ir lo más lejos del Bronx imaginable, Palmieri audicionó en el Weil Recital Hall, localizado al lado de Carnegie Hall. Interesantemente, Palmieri siempre tuvo el deseo de tocar percusión, por tanto a los 13 años formó parte de la orquestra de su tío, donde toco los timbales. Cuando se le pregunta a cerca de esto, Palmieri comenta, “A los 15 años, fue adiós a los timbales y devuelta al piano hasta el día de hoy. Yo soy un percusionista frustrado por eso me desquito con el piano”.
Emprendió su carrera profesional como pianista a comienzos de la década del 1950 en la Orquestra de Eddie Forrester. En el ’55, se unió a la agrupación de Johnny Segui. También pasó un año con la Orquestra de Tito Rodríguez antes de formar su propia agrupación en 1961, la legendaria Orquestra “La Perfecta”. Dicho conjunto ha sido reconocido distintivamente por incorporar un sección de trombones (dirigida por el fallecido Barry Rogers) en lugar de trompetas. Esto fue algo que rara vez había sido implementado en la música Latina y que sirve como preludio al estilo poco convencional de Palmieri en su manera dirigir orquestras. “La Perfecta” fue conocida como “the band with the crazy roaring elephants” (la agrupación con el rugido loco de elefantes), debido a estar compuesta de dos trombones, flauta, percusión, bajo y vocalista. Gracias a su sonido magnético y único, la orquestra de Palmieri fue pronto catalogada al mismo nivel de orquestras reconocidas de esa época como la de Machito y la de Tito Rodríguez.
Su expresión innovadora e inconvencional una vez más sorprendió a críticos y fanáticos con el lanzamiento de su disco titulado “Harlem River Drive” en 1970. Esta grabación fue la primera en unir estilos musicales afro-americanos y latinos en un sonido de formación libre, que, al mismo tiempo, enlaza elementos de la salsa, funk, soul y el jazz. Más aun, este álbum destaca una fusión de movimientos musicales fluidos que evocan diferentes sensaciones rítmicas. Dirigida por Eddie, esta agrupación incluyó a su fallecido hermano Charlie, además de excelentes talentos musicales de ambas comunidades (afro-americana y latina) como Victor Venegas, Andy Gonzáles, Bernard “Pretty” Purdie y Ronnie Cuber. Añadiéndole a su inclinación por crear e innovar con su estilo “funk” latino, en 1997, Palmieri fue invitado por Little Louis Vega a grabar el álbum “Nuyorican Soul”, el cual ha sido un éxito rotundo con DJs y aficionados del baile en género de música “house”.
Además de la influencia que recibió Palmieri de su hermano mayor Charlie, el ha sido influenciado por artistas cubanos de los 1940 como Jesús López y Lili Martínez, y grandes maestros del jazz como Art Tatum, Bobby Timmons, Hill Evans, Horace Silver, Bud Powell y McCoy Tyner. Según Palmieri, “ En Cuba, se manifestó un desarrollo y cristalización de patrones rítmicos que ha estimulado a muchas personas a través de los años. La música cubana provee la base fundamental de donde nunca me muevo. Lo que sea que tiene que construirse, sale de allí. De esa convergencia de culturas sale una música magnifica.”
Eddie Palmieri –cuya pasión e instinto por la música son inigualables— embarca positivamente hacia el futuro de su música con el impulso de su distintivo camino musical para el deleite de su fanaticada a través del mundo entero. Hoy día, Palmieri tiene una de las orquestras de salsa y jazz que recorren el mundo con mayor frecuencia, visitando Europa, Asia, América Latina, Africa del Norte y el Caribe. Su astucia en arreglos musicales innovadores y sus composiciones de magnitud histórica demuestran la habilidad de Palmieri de poder trascender el tiempo con su repertorio polifacético y de la misma forma, sorprender al público –una y otra vez—con su legendario estilo.
Tratto da Il sito ufficiale di Eddie Palmieri.
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Ciao: soy colombiano de la ciudad de Cali, capital mundial de la salsa y me sorprende agradablemente encontrar una página italiana reivindicando la música afro-antillana y caribeña que todos llamamos salsa, que ya no pertenece solo al trópico sino al mundo entero. Gracias, mil gracias por su aporte maravilloso a la música más alegre del mundo.