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FORUM SALSA => LaSalsaVive => Topic aperto da: Daikil - Febbraio 27, 2009, 04:55:47 pm
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Da meditarci un po' su...
(http://cache.gawker.com/assets/images/gizmodo/2009/02/piratebay-comic.jpg)
“Messaggio importante dall’industria dell’intrattenimento globale: Ricordate quando… la radio avrebbe distrutto l’industria del disco? La televisione avrebbe segnato la morte del cinema? Le audiocassette registrate in casa avrebbero ucciso la musica? Le videocassette sarebbero state la morte di Hollywood? Bene, ora un nuovo spettro attanaglia le stanze del potere dell’industria dell’intrattenimento… INTERNET! (vignetta) Questa affascinante scena potrebbe sembrare innocua, ma se quel grazioso gattino che stanno guardando sul video-blog della zietta Val sta ballando al suono di materiale sotto copyright, questa famiglia STA RUBANDO! Ecco perché abbiamo bisogno di potervi vietare di usare internet: perché i nostri diritti d’autore valgono di più dei vostri diritti umani!“
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bè non bisogna esagerare come nell'esempio.
Del resto però la certezza è che questa volta l'industria musicale passando dal vinile al cd ha commesso un suicidio comemrciale senza precedenti.
Per chiunque tranne pochissimi collezionisti come me o altri la musica esiste solo gratis,scaricando.
E' un dato di fatto.
Ha chiuso il più grande negozio della storia musicale italiana nella vendita di dischi,ovvero Nannucci di Bologna.
9 persone a casa da Aprile.
Ora qualcuno però dovrà far capire che i musicisti devono campà pure loro...se nessuno paga la musica come ora di che campano?
Io una idea l'avevo ...far pagare un abbonamento a chiunque entri in internet,come sky.
Poi scarichi l'impossibile.
Oppure farlo pagare alle varie compagnie telefoniche,che poi però aumenterebbero le tariffe.
Alla fine chi scarica deve pagare.
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Concordo.
Se fare musica non rende.... chi cacchio la farà?
Gli studenti?
:undecided:
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Io invece non concordo manco un po', vi faccio notare che nella vignetta quello con i sacchi pieni di danari non è un artista ma uno paffuto produttore. Signori miei, parliamoci chiaro, la musica costa troppo cara e non per dare da mangiare agli artisti ma a tutto il carrozzone che ci sta attorno, tanti gatti e volpi che sfruttano artisti e tecnici facendosi i soldi alle loro spalle!!! E adesso che non riescono più a rifilare a 20 € e + ciò che potrebbe costare la metà si dichiarano in crisi... ma per favore... diversi anni fa Gian Maria Testa, cantautore astigiano, aveva voluto fare un CD per il popolo e venderlo ad un prezzo politico di 12.000 lire: ne fu vietata la vendita nei negozi di dischi e fu obbligato a venderlo in edicola perché diversi di quei paffuti sfruttatori si erano lamentati!!! Vi dico come si combatte la pirateria? Che vendano i CD nuovi a 10 € max e le canzoni su internet a 30-40 cent, che taglino i profitti dei manager e delle multinazionali, l'economia tradizionale ha fallito, anche nella musica, sarebbe ora di rendersene conto e cominciare a volare tutti più basso.
PS: il problema, Tommy, è che le tasse già si pagano su internet (IVA + tasse governative telefoniche) così come la SIAE su CD, DVD (ben 38 cent all'ora!!!!) ed hard disk, e le paga anche chi come me usa internet ed i supporti al 99 % per lavoro, quel poco che c'è!!! E poi Internet per me è prima di tutto cultura e la cultura non deve essere tassata.
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Certamente se i dischi costassero la meta la gente li comprerebbe...
Continuo a non capire come mai negli Usa li pago 10 dollari + tasse di New Yoek (8/9%) totale 11 dollari.... mah!
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Certamente se i dischi costassero la meta la gente li comprerebbe...
Continuo a non capire come mai negli Usa li pago 10 dollari + tasse di New Yoek (8/9%) totale 11 dollari.... mah!
Ecco, esatto, direi che si potrebbe arrivare ad un prezzo salvacrisi di 6 dollari = 5 €, e di download singolo tipo a 20 cent. Solo dopo che sarà stato fatto questo e che i prezzi dei biglietti di alcuni concerti saranno ridotti DRASTICAMENTE, solo allora si potrà parlare di vera crisi del mercato musicale e di colpe di quelli che se non scaricano non ascolterebbero nulla; poi rimane palese che adesso come in futuro chi si fa i soldi sul download deve andare in galera!
E poi, scusate se insisto, non sarebbe ora di ABOLIRLA la SIAE italiana? E' una struttura vecchia (nata nel 1882), pesante e polverosa, che serve solo a mantenere se stessa ed i pochi personaggi super ricchi che lo sarebbero comunque, oltre a qualche "produzione" quantomeno criticabile che di artistico non ha nulla.
La musica è arte e cultura, tutto il resto è fuffa... e allora eliminiamo il costo della fuffa, così l'arte e la cultura potranno sopravvivere
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No, se le Siae sono in tutto il mondo una ragione ci sarà.
Un giorno Verdi era a Parigi in un bistrot e dei musicisti gli stavano suonando della musica sua, dopodiché arrivo la cameriera e gli fece pagare le consumazioni.
Pensò: "Ma qui la gente si diverte con la mia opera di ingegno, la gente viene qui apposta e il locale fa soldi su quello.... e perché io no?"
Nacque cosi la SIAE, e a me non sembra affatto sbagliato.
Le discoteche, senza la musica, che lavoro fanno?
Puoi privare un bar della musica, ma una discoteca no: e quindi c'è uno sfruttamento dell'opera di ingegno.
Secondo me la SIAE andrebbe modificata, per includere gli stranieri (vedi zio Ray), in un'ottica - ovviamente - di reciprocità con gli altri Paesi.
Quanto alle quote (secondo le quali i Gino Paoli e i Raul Casadei prenderebbero cifre da capogiro) io non mi esprimo perché di fatto anche l'ultimo arrivato i suoi soldini se li prende.
I dj di salsa, ovvero i piu "poveri" del settore musicale, narra la leggenda che con le loro produzioni (ed un accordo tra di loro) si paghino anche il mutuo!
Che poi spesso producano cose discutibili diventa tutt'un altro thread, pero a livello di soldi io vedo che qualsiasi iscritto SIAE anche piccolo è ben remunerato.
E quindi io sono dell'idea che, dati i minori introiti causati dai download, la SIAE andrebbe addirittura rafforzata in maniera da compensare con maggiori introiti da esecuzioni pubbliche (attivita controllabile) cio che gli artisti stan perdendo a causa dei download (attivita incontrollabile: perche Download Will Never Die!)
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No, se le Siae sono in tutto il mondo una ragione ci sarà.
Si, è c'è anche una ragione per cui in questo momento tutti i settori abbattono i prezzi ed i costi inutili per non fallire...
Le discoteche, senza la musica, che lavoro fanno?
E senza nessuno che l'ascolta e che la passa in radio ed in discoteca il cantante che lavoro fa...
Secondo me la SIAE andrebbe modificata, per includere gli stranieri (vedi zio Ray), in un'ottica - ovviamente - di reciprocità con gli altri Paesi
Il problema è che non è per niente così eppure la SIAE la paghiamo tutti ed anche più volte: quando compriamo un CD, quando compriamo un'autoradio per sentirlo, quando lo sentiamo in radio, in TV, al bar e in discoteca, quando compriamo dei CD per fare backup e non rovinarlo, quando compriamo dei CD dall'estero, etc. etc. etc... ed intanto lo Zio Ray e tutti gli altri non vedono un €
I dj di salsa, ovvero i piu "poveri" del settore musicale, narra la leggenda che con le loro produzioni (ed un accordo tra di loro) si paghino anche il mutuo!
Caspita :afro: Questo è proprio un buon motivo per tenere in piedi questo bel carrozzone della SIAE con percentuali di costo che pregiudicano il costo della musica. I "furbetti della consollina" fanno il giochetto "io metto il CD tuo, tu metti il CD mio" e così si pagano il mutuo, ed intanto i musicisti non vivono ed i negozi di musica chiudono...
Che poi spesso producano cose discutibili diventa tutt'un altro thread, pero a livello di soldi io vedo che qualsiasi iscritto SIAE anche piccolo è ben remunerato.
E no, è proprio questo il punto: per mantenere in piedi un sistema malato e di qualità scarsa si mette a rischio l'arte di chi funzionerebbe per qualità e grazie alla bella fetta che va alla SIAE non vende i dischi
E quindi io sono dell'idea che, dati i minori introiti causati dai download, la SIAE andrebbe addirittura rafforzata in maniera da compensare con maggiori introiti da esecuzioni pubbliche (attivita controllabile) cio che gli artisti stan perdendo a causa dei download (attivita incontrollabile: perche Download Will Never Die!)
Ma se non si vende più musica perché è troppo cara alla fine su che musica la applichi la SIAE? E poi non io ma fior fior di artisti sostengono l'esatto contrario, e cioè che il download aiuta a scegliere e quindi è uno strumento valido per la vendita; quando un artista è sicuro del proprio prodotto non ha paura che venga ascoltato e poi deciso che vale la pena comprarlo... ed io aggiungo ad un prezzo giusto!
Insomma, se si vuole far sopravvivere qualsiasi settore merceologico, commerciale e sociale bisogna diminuire i prezzi, tagliare i compensi e ridurre i costi non strettamente connessi al valore materiale ed al sostentamento di chi veramente è essenziale ad un settore come quello musicale: gli artisti ed i tecnici. Come stanno scomparendo i top manager in economia dovrebbero per lo meno tagliare drasticamente i propri compensi i produttori e gli agenti, ed assolutamente dovrebbero essere abolite tutte le entità che esistono per lo più per mantenere se stesse.
O sbaglio...
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Mah...
Io vedo solo un gran livore teorico ed un allontanamento dalla realtà, che è quella che bisogna considerare se si vogliono dare delle soluzioni.
Mollo il colpo!
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Mah...
Io vedo solo un gran livore teorico ed un allontanamento dalla realtà, che è quella che bisogna considerare se si vogliono dare delle soluzioni.
Mollo il colpo!
Ma quale livore? Ho motivato le mie opinioni una ad una proprio per dire che la realtà attuale è di crisi dell'auto, degli elettrodomestici, dell'edilizia, della finanza e non vedo perché per il settore discografico dovrebbe essere diverso... Comunque se va bene così OK, io ho detto la mia sul fatto che il negozio chiuda per il download e la Sony chiuda il 2008 in passivo...
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Già in situazioni normali, la gente si spende quasi tutto quello che guadagna. :undecided:
Chiaro che quando invece salti fuori una crisi mondiale di tale portata, il superfluo venga violentemente accantonato! :embarassed:
E fra questo... c'è la Musica "originale". :cry:
Per quanta Cultura essa possa rappresentare ed apportarci, prima si deve mangiare, pagare il mutuo per la casa, spendere nei bisogni fondamentali, e solo poi si comprano i CD. :cool:
Ecco che la pirateria diventa una cosa di ricorso comune, direi pure di massa, della serie: "La musica sarà anche superflua, ma aiuta la speranza di un rapido ritorno alla normalità, ci rallegra, ci fa sentire meglio", al che sinceramente, non giustifico ma almeno comprendo chi vi fa ricorso. :embarassed:
E se gli Artisti hanno difficoltà a camparci, con le minori vendite di CD, vorrà dire che la gente penserà: "Mors tua vita mea, venditi lo yacht!" :wink: "....che tanto già mangi meglio di me, e vivi sotto ad un tetto decisamente migliore del mio". :wink:
Ripeto, non sto giustificando l'illegalità, sto cercando di capire che cosa porti a questi discorsi. :coolsmiley:
Il prezzo di un CD originale, OGGI, è imho esagerato: 20 Euro per 45-50 minuti di musica sono una follia! :knuppel2:
In proporzione, allora, un libro dovrebbe costare dai 50 ai 100 euro, visto quanto in più può darci della "semplice" musica. :shocked:
Se i libri avessero subìto un simile aumento di prezzo, cosa starebbe scaricando la gente adesso? :wink:
Di perchè i costi siano saliti così tanto, non credo sia il caso di dibatterne; conta solo che i prezzi vengano ridotti, o la gente manderà tutti quanti a casa, e sentirà solo musica gratuitamente, degli ultimi 50-60 anni, come dire che le novità possono anche non venir mai più create e se ne potrebbe anche fregare alla grande! :embarassed:
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Già in situazioni normali, la gente si spende quasi tutto quello che guadagna...
Quoto tutto, però...
Di perchè i costi siano saliti così tanto, non credo sia il caso di dibatterne
Non vedo perché. Lo si fa per tutto. Tutti dobbiamo rivedere i nostri guadagni (quando ce n'è) e metterci in discussione, compresi coloro che fan parte del mondo della musica come di tutte le altre forme di cultura ed intrattenimento. Oppure, ripeto, che non vuole mettersi in discussione libero di non farlo, solo dopo non si lamenti con "il pubblico cattivo e ladro" che lo "costringe" a chiudere baracca.
Sabato scorso sono andato a teatro a vedere dei bravissimi ragazzi in una rappresentazione di danza, 11 ballerini di cui 6 sono eccezionali ballerini-acrobati di Nairobi. Il teatro tiene ca 450 persone a meno di 10 € a testa fa 4.500 € di cui 2000 vanno ai ragazzi di Nairobi; se poi si somma viaggio, vitto ed alloggio, trasporti etc ogni replica costa ca 6000 €. E loro non hanno SIAE e vendita dischi, questa è crisi, non quella del mercato discografico dove ci si può permettere, ad esempio, di mantenere quel carrozzone mangia-soldi e sforna-bidoni che è Sanremo...
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Dicevo che non credo sia il caso di dibatterne, solo perchè immagino che non possiamo sapere cosa ci sia dietro, e quindi potremmo solo fare ipotesi... :rolleyes:
Non che non sia il caso di parlarne, anzi... :afro: ...però ci vorrebbe qualcuno che ci lavora, dentro l'industria discografica, :sad: che ne conosca gli intimi segreti... e che possa svelarceli. :coolsmiley:
Ma fa lo stesso, dai, :azn: per quello che intendevo discutere sopra, ci siamo riusciti anche senza addentrarci in quel territorio. :afro:
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Guarda, io attendo smentite però mi sembra a volte si voglia difendere l'indifendibile, oltretutto a costo di rimetterci. Ti cito un altro esempio da Punto Informatico:
- Sanremo 2002: Fausto Leali e Luisa Corna si qualificano quarti e vendono 20.000 copie del loro CD (tutte canzoni nuove ad un prezzo standard);
- Sanremo 2003: Fausto Leali si presenta da solo, si qualifica sotto il decimo posto ed esce con un CD di successi ricantati e reincisi da zero includendo il brano di Sanremo ?Eri tu? (il prezzo del CD è di 7,70 euro IN EDICOLA = IVA al 10%). Indovinate un po' quante copie ha venduto? 120.000!!!
Due sole note:
1) il costo di produzione del CD è identico per il 2002 e il 2003 in quanto brani, anche se vecchi successi, sono ricantati, risuonati e reincisi da zero;
2) con questa lettera non ho la presunzione di voler proporre una ricetta che va bene per tutti né di promuovere un album musicale su una
rivista di informatica ma soltanto portare a conoscenza del pubblico che esistono strade percorribili per distribuire musica ad un prezzo equo
Ed in più ti dico che le grandi major in Italia fanno cartello e vendono ai negozi i CD ultimi usciti a non meno di 12-13 € + IVA 20% l'uno... e allora vedi che i margini per ridurre i costi ci sono tutti? In più bisogna sapere che su un CD che esce in Europa la SIAE pesa il 9% (all'origine), negli USA, dove non c'è una sola società ma diverse che si fanno concorrenza, ca la metà!!!!
Per finire cito un resoconto di Piero La Falce, presidente Universal:
I costi di un CD partono dalle royalties (contratti artisti, licenze) che valgono un 28%, il marketing il 15%, la Siae il 10,5%, la registrazione l'8%, lo stampaggio l'8%, la distribuzione il 7,5%, il residuo, in cui entrano le spese generali, il profitto dell' azienda e la ricerca, il 23%.
Insomma, la SIAE becca ca il 40-50 % di quello che prende l'artista e la casa discografica... è giusto? Secondo me non tanto. Ognuno tragga le proprie conclusioni e poi, se ancora si vuol parlare di colpe, allora parliamone
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Azz .. Daikil !!!
Te le sei proprio presa a cuore 'sta storia della siae !!! Mica è un APPLE eh !!!??
Scherzi a parte .. "hai trovato la ceppa 'ndoe fà i pali" si dice qui da noi.. e non siamo dei parolai hi.. hi..
Non sono molto esperto dei meccanismi che ci stanno dietro, a quest'affare, ma così a pelle non mi stanno simpatici nemmeno a me e, per quel che può valere, quoto in pieno il tuo pensiero. Tuttavia ritengo anche giusto che ci sia qualcosa o qualcuno che curi i diritti degli artisti, condividendo quello che dice il buon Claude, ciaooo grande. Non dovrebbe essere questa crisi (e .. la crisi è crisi per tutti come sostiene dodicix, ciao dodici, e .. "chi ce l'ha più lungo se lo tiri") ad evidenziare questo magna magna nel paese dei mangiatori a ufo! Di sicuro il 40-50% di quello che prende l'artista, che è l'artefice del prodotto (anche se non finito) è una vergognosa percentuale da usuraio legalizzato. Come sempre ogni volta che si parla di giustizia rimaniamo con un pugno di mosche, delusi e amareggiati. Eh si ..caro Daikil.
Meno male che, almeno per ora, possiamo ancora parlarne!!
Un abbraccio Rickydj
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Del resto però la certezza è che questa volta l'industria musicale passando dal vinile al cd ha commesso un suicidio comemrciale senza precedenti.
Il cd non è stato un suicidio, ma la naturale evoluzione della tecnica.
E quello che sta avvenendo adesso è "accanimento terapeutico".
L'industria discografica se non fosse tenuta in vita artificialmente, sarebbe morta da anni.
Esistendo la tecnologia per trasferire gigabyte di dati a costo zero, non dovrebbe essere nemmeno pensabile che ci siano aziende che forniscono un servizio di stampa e distribuzione della musica. Sono costi enormi sia in termini economici che ambientali (per la plastica sprecata e l'inquinamento per il trasporto) e questi costi ricadono sul fruitore, con l'aggiunta di un guadagno che de deve avere la casa discografica per fornire questo servizio che nessuno a chiesto, e di una piccolissima percentuale che va come compenso per l'autore.
Eppure, se vogliamo acquistare legalmente della musica, siamo obbligati a chiedere questo servizio.
E' come se, per evitare che i postini perdano il lavoro, si proibisse di scrivere le email, obbligando tutti ad usare la posta cartacea.
Riguardo gli autori, potrebbero benissimo ricevere un compenso senza l'intermediazione di un distributore, e comunque si tratta di cifre talmente basse che con la pirateria hanno più da guadagnarci che da rimetterci, visto che è tutta pubblicità. Un musicista, normalmente, dovrebbe vivere con il concerti dal vivo, non con i diritti.
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ChanChan dice:
Il cd non è stato un suicidio, ma la naturale evoluzione della tecnica.
...evoluzione che, da vecchio Audiofilo mi piace ricordarvelo, ha portato ad un drammatico aumento qualitativo di alcuni fattori tecnici quali ad esempio la Dinamica, il Rapporto Segnale/Rumore, l'Estensione della Banda Passante del segnale registrato, l'eliminazione di fruscii, ticchettii, Wow and Flutter, ecc... rispetto ai supporti analogici precedenti: audio cassette (CC), vinili, ecc... :smiley:
Pensando in questo modo, il CD ha ancora un suo senso di esistere: l'Alta Fedeltà che lo contraddistingue, e che si è INVOLUTA, persa in modo irreparabile, con la Compressione Digitale "Lossy" del formato MP3. :embarassed: :buck2:
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Il cd non è stato un suicidio, ma la naturale evoluzione della tecnica.
Riguardo gli autori, potrebbero benissimo ricevere un compenso senza l'intermediazione di un distributore, e comunque si tratta di cifre talmente basse che con la pirateria hanno più da guadagnarci che da rimetterci, visto che è tutta pubblicità. Un musicista, normalmente, dovrebbe vivere con il concerti dal vivo, non con i diritti.
Secondo me e molti altri osservatori in altri forum dove si parla solo di musica,il passaggio dal vinile al cd,è stato il funerale dell'industria del disco.
Inizialmente un modo per far ricomprare in altro supporto i vecchi dischi,ma che poi si è ritorto contro l'industria discografica dall'arrivo di Internet che ne ha decretato la morte.
Oggi di fatto non ha senso per la massa avere un sopporto perchè si è perso il senso artistico dell'opera.
Un disco di Progressive Rock o classica ha senso anche per la copertina che è parte del messaggio dell'opera.
Già il cd ha ucciso questa parte e il passaggio a non aver nessun supporto è stata normale conseguenza.
Oggi di fatto chi scarica non ha nessun interesse nella qualità,basta vedere l'orrido MP3 e i vari prodotti Ipod e simili.
Il mondo è spaccato in due da una parte una nichhia di cultori con Vinili, Sacd,ecc e HiFi (gli audiofili) e dall'altra la massa che fruisce in chiave usa e getta la musica.
Riguardo agli artisti,gli introiti vengono dalla vendita dei dischi e poi dai concerti,infatti se non hai un disco non ti pagano niente per suonare.
I diritti sono un di più ma la pirateria che va comunque fermata,ha distrutto sia la vendita dei dischi che i diritti d'autore che sono sacrosanti.
L'industria discografica ha contribuito ad il suo suicidio guadagnando uno sproposito sui cd e la Siae pure.
Ma un ente serio che ti protegge in qualunque paese serve,altrimenti ti mangiano esattamente come in tutti i mercati.
Senza sindacati come saremmo oggi?
Vanno cambiati ma non eliminati.
Quindi cambiando il mondo credo che sia giusto pagari i brani degli artisti direttamente senza passaggi,ma se la gente continua con il gratis piratando bisognerà cambiare sistema,ed è dimostrato che chi è abituato a non pagare non paga neanche i 5 Euro.
Poi in Italia figuriamoci,non abbiamo nessuna coscenza civile,l'unico modo per farci mettere le cinture e far rispettare i limiti che servono a salvarci la vita,ci son voluti anni di multe.. :grin:
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quoto Tommy :afro: purtroppo...
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Però ragazzi, io vi leggo e voi non tanto. Ricito:
- Sanremo 2002: Fausto Leali e Luisa Corna si qualificano quarti e vendono 20.000 copie del loro CD (tutte canzoni nuove ad un prezzo standard);
- Sanremo 2003: Fausto Leali si presenta da solo, si qualifica sotto il decimo posto ed esce con un CD di successi ricantati e reincisi da zero includendo il brano di Sanremo ?Eri tu? (il prezzo del CD è di 7,70 euro IN EDICOLA = IVA al 10%). Indovinate un po' quante copie ha venduto? 120.000!!!
Due sole note:
1) il costo di produzione del CD è identico per il 2002 e il 2003 in quanto brani, anche se vecchi successi, sono ricantati, risuonati e reincisi da zero;
2) con questa lettera non ho la presunzione di voler proporre una ricetta che va bene per tutti né di promuovere un album musicale su una
rivista di informatica ma soltanto portare a conoscenza del pubblico che esistono strade percorribili per distribuire musica ad un prezzo equo
Questo dimostra che non è vero che anche se si abbassano i prezzi non cambia nulla, e che se si abbassano i prezzi si vende 6 volte di più in numeri, 3 volte in più in termini di fatturato e, se fate i conti, si guadagna anche di più.
E poi qualsiasi legge sul proibizionismo insegna che l'illegalità si combatte combattendo la domanda = abbasso tanto i prezzi, i pirati (quelli che guadagnano un sacco di soldi vendendo i falsi, non chi scarica "per esigenza") vendono meno ed hanno meno interesse a produrre CD pirata.
Ma chi è che preferisce avere MP3 scarsi e CD con copertine fotocopiate anziché originali a prezzi adeguati? Sarebbe come dire che la gente preferisce avere le fotocopie che i libri... non ha senso... il problema è che se il 90 % degli studenti, se non facessero le fotocopie, smetterebbero di andare all'Università perché non avrebbero i soldi per comprare i libri.
E poi dovete pensare una bella cosa, così come ci sono le biblioteche e le videoteche, dove si possono prendere in prestito libri e film, esistono anche le "vere" discoteche, biblioteche musicali dove si può tranquillamente chiedere in prestito il CD. Allora che facciamo, mettiamo una tassa sul prestito nelle biblioteche? Ma dai, su.
Anziché colpevolizzare il poveretto che, per ignoranza o indigenza è costretto a scaricare, dicendogli "SCARICARE E' COME RUBARE", diciamogli "guarda, mi dispiace che tu non abbia soldi e che sia costretto ad avere solo musica di bassa qualità. Facciamo così: noi produttori, noi artisti e noi SIAE rinunciamo al 50 % dei nostri guadagni, lo stato dimezza l'IVA, la logistica abbassa un po' i suoi prezzi e così ti diamo il CD al 40 % del prezzo attuale; se ancora non ce la fai ti diamo la possibilità di scaricare legalmente al 25 % del prezzo attuale visto che abbiamo meno spese in questo caso e che l'MP3 è di livello più basso di qualità. Scusa se ti ho dato del ladro, i veri ladri sono quelli che producono e vendono milioni di copie pirata di libri, film e musica. Facciamo la pace e veniamoci incontro". Solo questo sarebbe un discorso serio per combattere la pirateria e salvare il mercato della cultura musicale, come tutti gli altri settori in crisi.
Io credo che se tutto il costo della vita calasse del 60 %, tutti accetteremmo di guadagnare il 50 % del nostro stipendio (chi ce l'ha), o no?
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Oggi di fatto non ha senso per la massa avere un sopporto perchè si è perso il senso artistico dell'opera.
Ma il senso artistico dell'opera è musicale: la musica esiste da migliaia di anni e non è mai stata legata ad un supporto fisico, se non per qualche decina di anni. E' vero che la copertina ha avuto in molti casi anche una certa rilevanza artistica, ma è, almeno dovrebbe essere, di importanza secondaria.
Un disco di Progressive Rock o classica ha senso anche per la copertina che è parte del messaggio dell'opera.
Non penso proprio che per la musica classica sia così, visto che all'epoca i dischi neanche esistevano.
Oggi invece un musicista ha la possibilità di integrare la sua opera con una quantità di immagini e video che va ben oltre una semplice copertina. Non credo abbia molto senso volersi fissare su un particolare stadio dell'evoluzione tecnologica, come se solo in quello ci possa essere un valore artistico.
Oggi di fatto chi scarica non ha nessun interesse nella qualità,basta vedere l'orrido MP3 e i vari prodotti Ipod e simili.
Non esiste solo l'orrido MP3, ma anche formati non compressi a 24 bit e 192KHz che vanno ben oltre la qualità dei vinili o dei cd.
Che poi alla maggior parte della gente non interessi un'alta qualità è un'altra questione. Questo è normale.
Riguardo agli artisti,gli introiti vengono dalla vendita dei dischi e poi dai concerti,infatti se non hai un disco non ti pagano niente per suonare.
Se la tua canzone è nell'ipod di milioni di persone, vedrai come ti pagano per suonare...
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E questo l'avete letto? :shocked:
http://www.tomshw.it/news.php?newsid=17311
Gabriella Carlucci cancella l'anonimato online
09/03/2009 [ Dario D'Elia ]
"Il deputato del Popolo della Libertà Carlucci ha reso nota una nuova proposta di legge, che nasconde lo zampino degli editori cinematografici"
Gabriella Carlucci, deputato del Popolo della Libertà, vuole mettere fine all'anonimato online. La sua nuova proposta di legge, intitolata Internet territorio della libertà, dei diritti e dei doveri, si propone come strumento di lotta al crimine.
"Non si può non essere consapevoli del fatto che le misure introdotte da questa proposta di legge non potranno risolvere tutti i problemi che attualmente osserviamo con sempre maggiore frequenza, ma certamente essa potrà avere una immediata e positiva ripercussione isolando i fenomeni più gravi", ha sottolineato l'onorevole nella sua introduzione. E per fenomeni più gravi Carlucci intende soprattutto quello della pedofilia online – ha rivelato con una lettera a WebNews.
Il problema di fondo è che l'anonimato e le eventuali attività correlate non hanno sempre lo stesso valore. Come hanno fatto notare numerosi osservatori sarebbe stato meglio ribaltare il concetto di base: quindi attivare il divieto solo per un numero ristretto di casi. Si pensi ad esempio alle chat frequentate da minori…
A mio parere non è chiaro quali siano i reali intenti di questa proposta, già claudicante in partenza a causa di un falso riferimento "al territorio della libertà". Se si propone di eliminare un cosa, mi pare che si tratti di una restrizione. O no?
Comunque, a parte questo inciampo l'aspetto più preoccupante è un altro. Pare che nelle Proprietà del documento pubblicato dalla Carlucci sia leggibile chiaramente il nome dell'autore e l'azienda di riferimento. Niente di male. È normale che un politico si affidi alla consulenza di un professionista del settore. Se non fosse che in questo caso il firmatario è tal Davide Rossi, Presidente di Univideo – Unione Italia Editoria Audiovisiva. In pratica si tratta dell'associazione di Confindustria che cura gli interessi "di Produttori, Distributori e Importatori di Opere e Supporti Audiovisivi e Multimediali (quali a titolo esemplificativo videogrammi, prodotti di Editoria Elettronica, Videogiochi, etc…)".
Ricapitolando. Carlucci rende nota una proposta di legge per abolire l'anonimato online. La difende da ogni attacco sbandierando il pericolo della criminalità, e soprattutto della pedofilia online. E alla fine si scopre che la redazione del documento è stata curata praticamente dagli editori cinematografici, e non. Con chiari intenti anti-P2P – immagino.
Chapeau!
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E questo l'avete letto? :shocked:
...
Comunque, a parte questo inciampo l'aspetto più preoccupante è un altro. Pare che nelle Proprietà del documento pubblicato dalla Carlucci sia leggibile chiaramente il nome dell'autore e l'azienda di riferimento. ...
Non è che "pare", basta scaricarsi il documento direttamente dal blog della... ex-soubrette e guardarne le proprietà: autore Davide Rossi, società Univideo
http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2009/03/proposta-di-legge.doc
vedete un po' voi...
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Per quanto riguarda la proposta di legge dell'On. Carlucci non penso che il problema dipenda
da chi ha sostanzialmente creato il documento quanto se tale legge potrà essere effettivamente
utile a combattere la pirateria.
Che i produttori di video vogliano difendere i propri prodotti è più che lecito.
Riporto quanto detto dalla Carlucci al sito webnews:
In seguito alla recente proposta di legge firmata da Gabriella Carlucci, e soprattutto in seguito alle polemiche scaturite dall'analisi delle proprietà del file contenente il testo della proposta, abbiamo chiesto direttamente all'on. Carlucci un intervento chiarificatore sul tema. La risposta è giunta in giornata, e ne diamo pubblicazione integrale:
«Caro Giacomo,
non ci sono segreti da svelare: i miei collaboratori hanno seguito l'intervento dell'avv Davide Rossi (che tra le altre cose è anche e non solo Presidente di Univideo) nel convegno organizzato da Assodigitale il 15 gennaio us e ho avuto modo di condividere alcune idee con lui, chiedendogli di mandarmi una nota con alcuni spunti normativi. Per esempio quello della responsabilità dei propri atti, anche se compiuti via internet, ovvero non si può lanciare il sasso e nascondere la mano. Sarà sicuramente d'accordo con me inoltre sul fatto che la direttiva del 2000 è stata concepita e approvata quando internet non era web 2.0 ma vi erano semplicemente siti più facilmente identificabili in caso di violazione. Oggi invece è molto facile lanciare un forum di discussione con un titolo ben preciso e lasciare che sia il polo della rete, in maniera anonima a compiere reati quale la diffamazione, l'ingiuria, la calunnia. Ma vi è di più. Chi è andato a controllare le proprietà dei documenti relativi alla proposta di legge pubblicati su Internet, ha recuperato le generalità dell'autore del documento ma si è stranamente dimenticato di citare la denominazione dei files. Circostanza davvero singolare per soggetti che chiedono e pretendono trasparenza. La vera e reale finalità della mia iniziativa, al contrario di quanto maliziosamente riportato, si evidenzia dal fatto che i due documenti recano titoli inequivocabili: pedo_relazione e pedo_proposta. Sono ora io che vi chiedo come mai avete occultato un dato così rilevante per comprendere la mia personale buona fede. Questa circostanza è un vero e proprio boomerang per quanti come voi chiedono di operare sulla rete senza vincoli nè regole e la dimostrazione palese dei pericoli che viaggiano sulla rete. Ma quando ad essere occultata è la denominazione di un documento nessun problema sotto il profilo giudiziario o penale. Cosa ben diversa quando ad essere ocultate sono le generalità di un criminale pronto ad abusare sessualmente dell'ingenuità di un minore innocente ed indifeso. Spero che di fronte alle mie spiegazioni chi mi ha offeso selvaggiamente e senza motivo abbia la compiacenza ed il buon gusto di chiedermi almeno scusa. in ogni caso io vado avanti per la mia strada, sicura e conscia della bontà e la necessità della mia iniziativa. Cordiali saluti».
Firmato: Gabriella Carlucci.
Abbiamo quindi parallelamente sentito Davide Rossi, Presidente Univideo, per avere un riscontro circa la versione dei fatti fornita dall'on. Carlucci. Purtroppo non è stato possibile registrare dichiarazioni da riportare in virgolettato, ma il dott. Rossi ci ha gentilmente autorizzato a riportare la sua versione dei fatti, peraltro fedelmente in linea con il racconto della Carlucci.
Davide Rossi, Presidente Univideo
Nella fattispecie la stesura di una prima bozza della proposta di legge sarebbe stata sollecitata dalla stessa Carlucci, e Davide Rossi avrebbe collaborato a titolo personale, fruendo del tempo libero ed utilizzando un laptop che ha lasciato nel file la firma Univideo. L'apporto sarebbe stato però privato e volontario (nonché a titolo gratuito), dissociato dalle funzioni professionali, al fine di mettere nero su bianco quanto primariamente affermato nell'incontro organizzato da AssoDigitale (video).
La bozza sarebbe in seguito stata plasmata dal team dell'on. Carlucci, ma l'impianto è rimasto comunque quello originale: la volontà di regolamentare la rete, attribuendo maggiori responsabilità agli utenti che fruiscono del Web facendosi parte attiva. Chi pubblica, insomma, deve rispondere delle proprie pubblicazioni. Libertà e controllo, insomma, devono andare di pari passo, fermo restando le ovvie questioni tecniche da superarsi in fase attuativa.
Tratto da:
http://www.webnews.it/news/leggi/10317/gabriella-carlucci-e-davide-rossi-e-andata-cosi/
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Ci mancherebbe altro che questo sig. Rossi fosse stato pagato con soldi pubblici per far passare una legge da lui in sostanza redatta a favore anche della categoria cui fa capo. Non si tratta solo di un esperto in materia, di un professore studioso super partes della materia trattata, ma di una parte in causa nella materia. Sarebbe bello se la commissione di vigilanza RAI fosse formata da giornalisti e professori in materia, oppure che le leggi in argomenti di bioetica o eutanasia fossero redatte dai nostri luminari, o che le leggi ambientali fossero redatte da organismi non governativi e slegati dalle multinazionali... purtroppo non è così.
Anche in questo caso specifico, la proposta di legge redatta in sostanza dal Sig. Rossi mira, oltre che a combattere giustamente la pedofilia e, nascostamente, la pirateria, a limitare la libertà di espressione dei blog e della rete in genere, equiparandone la responsabilità alle testate giornalistiche, le quali hanno studi legali al loro servizio che un blog, se non quello di Grillo, non si potrà mai permettere. Insomma, un bavaglio ulteriore a quei pochi che dicono la propria in contrapposizione alla maggioranza, in barba alla libertà di espressione.
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Quoto tutto di Daikil, anche le virgole, ma soprattutto questo:
Anche in questo caso specifico, la proposta di legge redatta in sostanza dal Sig. Rossi mira, oltre che a combattere giustamente la pedofilia e, nascostamente, la pirateria, ....
e se anche per ipotesi il Sig. Rossi fosse stato interessato veraamente a combattere solo la pedofilia on-line, be.... ha fatto una gaffe veramente da ingenuo.
Detto questo, mi auguro che tutto gli sforzi profusi finora (inutilmente) nella lotta alla pirateria, vengano finalmente associati ANCHE alla lotta alla pedofilia; sarebbe già un bel risultato!
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Sentite cosa dice il Sig. Rossi... "Internet non serve a nulla..." .... un espertone!!!
[yt=425,350]3HabNofBVNo[/yt]
.. e meno male che la proposta di legge era contro la pedofilia... :idiot2:
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Sentite cosa dice il Sig. Rossi... "Internet non serve a nulla..." .... un espertone!!!
[yt=425,350]3HabNofBVNo[/yt]
.. e meno male che la proposta di legge era contro la pedofilia... :idiot2:
Non gli importa nulla a questi della pedofilia,la maggioranza di loro passa le notti a travestiti e a farsi di droga.
Gli interessa far fuori pericolosi sovversivi come Grillo o altri giornalisti liberi che non accettano le veline di giornali e tv.
Internet per loro ingessati alle poltrone è il nemico numero uno...
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Qui della pedofilia nemmeno si fa cenno, diciamo che il resto a me sembra una visione distorta ad arte.
Alcuni concetti mi sembrano corretti, in primis la possibilità del privato di chiedere la cancellazione di contenuti che lo riguardino, nel momento in cui non si tratti di personaggio pubblico o che in alternativa si tratti di contenuti privati. Altri mi sembrano assurdi.
I contenuti di Internet sono fatti da persone, come tali sono fallaci. Si può trovare a volte l'informazione corretta a volte delle castronerie, più che sbagliato internet, è forse il tipo di approccio che se ne fa che è sbagliato. Insomma basterebbe considerarla come si considerano le persone, alcune sono attendibili, altre no. Alla stessa stregua vengono i giornali, che spesso raccontano più subdolamente verità distorte ad arte........
Quindi caro il mio Rossi, perchè semplicemente non sostenere in chiaro quello che ti interessa invece di arrampicarti sugli specchi?
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Eh ma cosa aspettarsi dall'autore di questa perla di libro?!?
(http://i22.ebayimg.com/06/i/001/22/98/a57f_1.JPG)
... e collaboratore di questo "splendido" fumetto?!?
(http://www.dimenticatoio.it//images/5/55/Diariopan.jpg)
PS: sappiate che secondo la bella legge antipedofilia che si sta discutendo, un post come questo potrebbe risultare offensivo dall'interessato e quindi potrebbe essere richiesta l'immediata cancellazione, pena la chiusura del forum o la chiusura dell'ISP che lo ospita... Il tutto anche se la pedofilia non c'entra nulla... bello eh?
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Non gli importa nulla a questi della pedofilia,la maggioranza di loro passa le notti a travestiti e a farsi di droga.
Gli interessa far fuori pericolosi sovversivi come Grillo o altri giornalisti liberi che non accettano le veline di giornali e tv.
Internet per loro ingessati alle poltrone è il nemico numero uno...
Ciao a tutti,
grande Tommy! Quoto in pieno! Alla stessa stregua dei politici e degli "esperti" da loro assoldati quando straparlano di sicurezza dei cittadini, di privacy contro le intercettazioni, di bioetica, di eutanasia e via discorrendo : SOLO PER DIFENDERE I LORO INTERESSI LOBBISTICI/POLITICI fottendo i cittadini opportunamente lobotomizzati a colpi di grandifratelli, fattorie e defilippe... :tickedoff:
LA RUMBA ES SENTIMIENTO MANANA
Jimi
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Che spessore questo Sig. Rossi!!!
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fottendo i cittadini opportunamente lobotomizzati a colpi di grandifratelli, fattorie e defilippe... :tickedoff:
LA RUMBA ES SENTIMIENTO MANANA
Jimi
:grin:
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Da Gizmodo USA:
Uno studio norvegese dimostra che i pirati della musica sono anche i maggiori acquirenti di tracce online
Uno studio realizzato dalla Scuola di Management Norvegese BI ha rivelato che coloro che scaricano musica gratuitamente da servizi quali BitTorrent sono anche i maggiori consumatori di musica scaricabile a pagamento. Infatti, analizzando le abitudini di tutti i 1.901 norvegesi partecipanti allo studio (tutti con un’età superiore ai 15 anni) si è scoperto che chi è abituato a scaricare musica “gratis”, scarica anche musica a pagamento 10 volte di più degli altri. In altre parole, i pirati dell’industria musicale sono i maggiori consumatori di musica online.
Nota: per “gratuita” si intende ovviamente musica pirata, ma anche tracce scaricate legalmente da servizi che offrono legittimamente brani gratuiti.
Le scoperte includono anche la rivelazione che, nell’età compresa tra 15 e 20 anni, il 50% dei partecipanti allo studio ha comprato un CD negli ultimi 6 mesi, il che ci suggerisce che questo supporto non è ancora morto del tutto.
Ulteriore dimostrazione che chi deve essere perseguito non è chi scarica la musica ma chi ne trae profitti illeciti vendendo pacchi di cd e film piratati! Viene voglia di sperare che questa caccia alle streghe affossi del tutto le grandi multinazionali così poi vediamo a chi daranno la colpa...