Daikil dice:
"tragga profitto da un'opera"
Proseguo con la mia Teoria del: "come vorrei che diventassero le cose".
(so che non è così, adesso).
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Se il brano l'ho comprato, è diventato mio, non è più dell'artista.
E allora ne faccio quello che voglio.
Se lo ascolto e basta, o se lo sfrutto per guadagnarci, è comunque un uso lecito visto che ne ho avuto la proprietà.
Quando l'artista "se ne disfa", vendendolo di fatto ad una Casa Discografica per una certa cifra (sotto forma di diritti di sfruttamento e di proprietà intellettuale), la proprietà del brano passa a questi ultimi; e anche loro, a sua volta, rivendendolo ai clienti del brano, gli passano la Proprietà.
Non a caso, il vantaggio delle Case è di poterne fare milioni di copie, sperando di venderle tutte.
Si fanno stime del "valore" del brano, si paga il dovuto all'artista, si stampano tante copie quante ne servono, e si guadagna tutti quanti.
Il "cliente" finale, il compratore del brano (i tanti compratori), poi può/possono farne quello che vogliono.
Compreso guadagnarci a loro volta, visto che trovano anche loro "clienti" (tipo chi va a ballare e paga per sentire quella musica).
Non vedo in questa catena teorica di passaggi di proprietà, che distanziano sempre più l'Artista dal suo prodotto, il perchè costui debba ancora pensare di farci dei soldi.
Se tu vendi l'auto, e chi la compra da te la rivende... mica vengono a arrestare te quando qualche cliente di cliente di cliente di cliente mette sotto un pedone e lo uccide!
Cercano l'ultimo proprietario, che legalmente è l'unico proprietario, e a te non ti vengono nemmeno a cercare.
A quelli che creano musica, invece, gli pubblicano per sempre il nome e cognome; è stato meritevole e gentile ricordarli, renderli immortali, però che debbano ancora pretendere introiti... non mi sta bene.
Comunque sono solo discorsi, la mia è solo una teoria, un modo di vedere che credo risolverebbe un bel po' di problemi pratici a Gestori, DJs, clienti, negozianti, Radio, chiunque venga in contatto con la Musica e la proprietà intellettuale tutta, se vogliamo allargare il discorso.
Vabbè... dai; era tanto per dire.