Il tesoro rock nella cantina della Casa Bianca
Repubblica — 29 gennaio 2009 pagina 35 sezione: SPETTACOLI
Molte case hanno una cantina e anche la Casa Bianca ne ha una. E come in ogni cantina che si rispetti sono conservate cose che i padroni di casa non vogliono buttare via, che preferiscono conservare, perché possono sempre tornare utili, un giorno o l' altro. Il presidente Obama, appena entrato nella sua nuova abitazione di Washington ha scoperto, come scrive il quindicinale americano "Rolling Stone", che oltre ad avere a disposizione cinque chef e una sala privata per il bowling, la Casa Bianca ha anche una collezione di dischi, una selezione particolare di oltre 2000 dischi in vinile, ognuno dei quali marchiato con il sigillo presidenziale, conservata nel "basement" della Casa, nella "White House Record Library". La discoteca presidenziale era nata sotto l' amministrazione Nixon, quando l' associazione dell' industria discografica americana, la RIAA, suggerì al presidente che la Casa Bianca dovesse avere non solo una biblioteca ma anche una collezione di dischi. Nel 1973 l' associazione fece una donazione di 2000 long playing, una selezione non particolarmente brillante, ricca di pop di consumo, di musica tradizionale, di country, da Pat Boone ai Carpenters, dalla musica di Nashville a quella di New Orleans, molto Elvis, qualche Beatles. Dopo il sostanziale disinteresse del presidente Ford, non particolarmente appassionato di musica, fu l' amministrazione Carter a rinnovare, nel 1979, l' elenco dei dischi che avrebbero meritato il marchio presidenziale, e l' incarico di coordinare la selezione fu dato a un leggendario produttore discografico, John Hammond, lo scopritore di Bob Dylan. Lui, assieme al critico musicale Bob Blumenthal scelsero 200 ulteriori album che, nelle loro intenzioni, dovevano "testimoniare la ricchezza e la diversità della musica popolare dell' epoca". Per essere certi che le scelte fossero gradite a Carter i due proposero un album di Randy Newman, "Good old boys". La risposta fu positiva e i due andarono avanti, arricchendo la collezione con moltissime novità, dal rock ultraveloce dei Ramones al punk dei Sex Pistols, dal rock classico di "Let it bleed" dei Rolling Stones all' hard rock di "Led Zeppelin IV". Carter usò spesso la discoteca, ma quando nel 1981 Reagan lo sostituì, la moglie Nancy decise che quegli ingombranti vinili che facevano bella mostra in un corridoio del terzo piano, vicino alla "listening room" della grande magione di Washington dovesse essere messa in cantina. Così fu, i dischi furono dimenticati e nemmeno un appassionato di musica come Bill Clinton ci mise mai le mani sopra. Ora è il turno di Obama, che ha già scoperto che nella selezione presidenziale ci sono alcuni dei suoi dischi preferiti, come "Blood on the tracks" di Bob Dylan e "Born to run" di Bruce Springsteen. Ma ancora non si sa quale sarà il futuro della "White House Record Library", se verrà aggiornata nuovamente, magari con dei cd, o se, visto che Obama ha il suo iPod (come Bush Jr.) i vinili resteranno a prendere polvere in cantina. per saperne di più
www.whitehouse.gov www.jfklibrary.org www.rollingstone.com il personaggio - ERNESTO ASSANTE
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