E voi direte... "E chi cavolo è?"
Simmel è una delle personalità storiche più importanti a cavallo tra sociologia e filosofia. Il suo pensiero tra ottocento e novecento ha arricchito la cultura tedesca e non solo di spunti interessanti.
Richiamo soprattutto la vostra attenzione su uno dei suoi saggi "
La civetteria" (1911) di cui vi riporto alcuni passi:
"La massima di Platone sull'amore per cui esso sarebbe una condizione intermedia fra l'avere ed il non avere (...)"
"Ma quando l'amore è radicato nelle estreme profondità dell'animo questa rotazione di avere e non avere può decriverne soltanto la forma superficiale (...)"
"Una donna può ricorrere a tutto per piacere, dalle più sottili seduzioni spirituali fino all'esibizione più sfacciata delle attrattive fisiche, e ciò nonostante non essere affatto una civetta (...)"
"Nel comportamento della civetta l'uomo avverte la coesistenza e l'intreccio del potere ottenere e del non poter ottenere (...)"
Mi fermo qui.
Più di un secolo è passato da questa visione della civetta e molte cose sono cambiate: questa è l'epoca della visione, dell'avere "
tutto e subito", del mancato corteggiamento.
E io mi chiedo, con il senno di poi, la dimensione della civetta non sarebbe positivo per questa epoca? Dice bene Simmel: se i due estremi sono da un lato la seduzione intellettuale (ma de che???
) e dall'altro la sfacciataggine....questa non è la
dimensione intermedia e quindi positiva? La dimensione del "vedo/non vedo" che permette di conquistare senza però concedersi senza freni?
NON MI ODIATE, mi sembra una cosa interessante