Mi è arrivata una mail da Enzo Conte con il titolo "La crisi della Salsa"
e credo possa fornire un'ottimo spunto di riflessione,soprattutto volevo conoscere anche
l'opinione di persone "non di Roma" per sapere se altrove succede altrettanto.
Vorrei premettere che personalmente non credo che la salsa sia in crisi,anzi...
però concordo con Enzo quando dice che qui a Roma c'è una forte sproporzione tra offerta e domanda
"I motivi del successo della salsa sono gli stessi che nel loro stato negativo hanno portato all'attuale crisi.
1° La salsa da sempre è legata al fenomeno dell'emigrazione. Fondamentale è stata infatti la presenza in Italia (così come era successo in passato, ad esempio, negli Stati Uniti) di una folta comunità latina, concentrata soprattutto nelle grandi città. Una presenza che ha permesso il nascere di molti locali, molti dei quali sono diventati col tempo un punto di riferimento per tutti gli appassionati dei ritmi tropicali.
Questo oggi è uno dei punti cruciali della crisi della salsa: la comunità latino-americana è completamente sparita (con l'eccezione di alcuni insegnanti di successo) dalle nostre salsoteche. E' venuta a mancare l'integrazione. I latino-americani si sono isolati. A Roma ad esempio frequentano solo un paio di locali prettamente latini ed evitano di andare nei templi della musica latina all'italiana. D'altro canto sono stati isolati per colpa di uno strisciante razzismo che ha, purtroppo, in Italia profonde radici.
2° Il successo della salsa è stato anche favorito dal turismo. L'interesse del pubblico italiano verso destinazioni caraibiche (così come era successo in passato per il Brasile) ha provocato infatti un vero e proprio effetto di ritorno. Molti italiani andati in vacanza ai Tropici, si sono lasciati conquistare dai ritmi e dai balli locali e una volta tornati in patria hanno voluto conoscere più a fondo la cultura, gli usi ed i costumi dei popoli da loro visitati.
Questo credo che sia un fenomeno che era vero soprattutto all'inizio. Si avvicinavano alla salsa e persone più dinamiche, più vitali, più curiose, persone talmente attratte dall'emisfero latino-americano che coglievano qualsiasi occasione per poterlo conoscere più a fondo. Oggi la stragrande maggioranza dei salseri non sono mai andati nemmeno una volta nei Caraibi. Non tutti necessariamente per problemi economici. Molti per una reale mancanza di interesse
3° Il successo della musica tropicale si deve anche alla sua intrinseca bellezza, alla sua contagiosa allegria che contrasta apertamente con lo stato di depressione tipico delle nostre caotiche città. La salsa è diventata così per molti una valvola di sfogo contro la noia, l'apatia e anche la solitudine.
Questo continua ad essere uno dei motivi che più attraggono le persone nel mondo della salsa. Una valvola di sfogo contro la noia, l'apatia ed la solitudine. Il problema nasce però quando queste persone scoprono che la salsa non è un'isola felice e che anche qui l'integrazione non è così facile o spontanea come si crede.
4° L'avvento prima dell'house e poi della tecno-music ha paradossalmente spinto molte persone a trovare rifugio nei locali latino-americani, dove non solo hanno riscoperto il piacere del ballo di coppia, ma anche trovato una disponibilità umana lontana dallo sfrenato narcisismo tipico delle nostre discoteche di tendenza.
E qui arriviamo al vero punto dolente: la disponibilità umana. Le barriere che abbiamo creato intorno al ballo insieme a quella mentalità che abbiamo importato proprio da quelle discoteche fanno sì che alla fine l'ambiente diventa molto selettivo. Finisce così che le nostre salsoteche stanno sempre più riavvicinandosi allo spirito delle discoteche di tendenza dove è più importante apparire che essere.
5° La salsa è andata infatti incontro alle esigenze di comunicazione e di socializzazione di una fascia di pubblico (soprattutto single intorno ai trentanni) che non si riconosceva o non si trovava a suo agio né nel mondo della discoteca, né in quello del liscio.
Oggi sicuramente la fascia di pubblico si è allargata, ma paradossalmente questo allargamento ha accentuato ancora di più le divisioni con un pubblico frammentato che spesso ha gusti ed esigenze diversissime sia in fatto di musica che di ballo.
6° Non dimentichiamo, inoltre, le nostre comuni radici. In ognuno di noi batte un cuore latino ed era logico che prima o poi gli italiani riscoprissero il fascino di questa musica così vicina al nostro spirito ma anche alla nostra cultura.
Vero!!! Ma oggi ci sarebbe da chiedersi quanti salseri alla fine sono dei veri cultori della musica latina. A molti sembra interessare solo il ballo. Lo dimostra il fatto che a livello discografico la salsa è rimasta una realtà assolutamente di nicchia.
7° Un altro aspetto importante va ricercato nel potere terapeutico del ballo, nella riscoperta del proprio corpo, della propria sensualità, alimentato dal fascino di erotismo e seduzione sempre presenti nei balli afro-caraibici. La salsa grazie alla sua semplicità d'esecuzione ma anche al suo fascino un po' trasgressivo ha saputo così conquistare a poco a poco l'interesse dei ballerini italiani.
Questa facilità di esecuzione però col tempo si è completamente persa ed oggi diventa uno degli ostacoli più grandi sulla via della comunicazione.
8° Molto importante è stata la nascita in Italia di alcune orchestre di salsa che grazie ad un'intensa attività concertista hanno contribuito, con un entusiasmo senza pari, alla sua diffusione sul territorio nazionale.
Altro punto dolente perché, con l'eccezione di alcune orchestre che continuano ad operare con un certo successo, la musica dal vivo sembra quasi essere sparita ed anche i vari concerti (con l'eccezione di quelli estivi) sono spesso deserti.
9° Fondamentale è stato quindi il contributo di tutti quegli operatori del settore (insegnanti, animatori, deejays, organizzatori, giornalisti) che si sono rivelati i migliori ambasciatori di questa cultura, facendo un'opera di proselitismo davvero encomiabile.
Anche questo è vero! Ma la guerra che si è poi scatenata per la conquista del mercato rischia di farci trovare davanti ad una ennesima Caporetto.
10° Ma l'aspetto più importante del successo della salsa risiede soprattutto nel suo potere onirico. La salsa per molti rappresenta il sogno tropicale, quel desiderio di evasione che attraverso il ballo e la musica ci fa volare su quell' isola del tesoro (sicuramente caraibica) che ognuno di noi custodisce gelosamente nel proprio cuore.
Ed in questa frase finale io mi auguro di trovare la formula magica che ci farà risorgere dalla crisi...
Il segreto è infatti quello di ritrovare lo spirito giusto.
E' infatti arrivato il momento di non limitarci a gridare "Al lupo, al lupo!", di non piangerci addosso, rimpiangendo i bei tempi passati. E' arrivato il momento di cercare delle soluzioni. Per farlo bisogna guardarci indietro e capire dove abbiamo sbagliato e perché abbiamo sbagliato. Di errori ne sono stati fatti molti, sicuramente tanti in buona fede. Alle volte anche l'eccesso di entusiasmo può creare dei guasti irreparabili! Ma dobbiamo restare positivi e pensare che piuttosto che ad una crisi ci troviamo davanti ad una recessione. Questo fenomeno però potrebbe essere non del tutto negativo. Quando l'offerta diventa superiore alla domanda il mercato dopo un momento di inevitabile crisi si riassesta, Restano in piedi solamente le proposte più qualitative e coloro che veramente credono in quello che fanno.
La prima cosa da fare è quella di ritrovare la giusta dimensione. Che senso ha questo continuo aprire di locali o di serate? Che senso ha questo continuo proliferarsi di scuole e di maestri?
Capisco che ci siano ragazzi che hanno voglia di insegnare, pur facendo magari un altro lavoro. Fanno bene a farlo se hanno idee nuove, proposte valide, se pensano di poter dare il loro contributo allo sviluppo della salsa. Ma se poi aprono un corso per insegnare a dieci persone le stesse cose che hanno imparato dal loro maestro, che valore ha tutto ciò?
Che senso ha poi aprire locali non sempre all'altezza, nei posti più impensabili, con la speranza di attrarre un pubblico che al contrario negli anni è diventato sempre più esigente e selettivo.?
E soprattutto che senso ha continuare ad alimentare le divisioni facendosi ognuno la propria serata magari con la propria scuola, i propri allievi, i propri animatori ed i propri deejays?
Nei momenti di crisi bisogna unirsi. E' arrivato il momento della riflessione ma soprattutto il momento di stringerci la mano.
Forse non riusciremo mai a trasformare la salsa nel movimento dell'amore cosmico, ma sicuramente possiamo fare molto affinché il nostro prato diventi sempre più verde...
E quindi ben vengano le proposte o le iniziative costruttive...
un abbraccio
Enzo Conte"