Esatto....la salsa dura la ballavano nel ghetto...di Caracas,Cali,Medellin,New York,San Juan...ognuno con il proprio stile personale!
Poi l'ignoranza e la mancanza di info ha fatto il resto....
Il fatto è che noi memorizziamo delle sequenze che un coreografo/maestro insegna su un brano adattando la gestualità
sul brano che preferisce.
Noi italiani abbiamo quindi unito musica a quello stile,e lo abbiamo ingabbiato in un clichè irremovibile.
Per fortuna non è così,e in america latina ognuno balla come preferisce...ed io anche!
Ciao a tutti,
caro Tommy, io spesso ricorro a questa metafora: se posso permettermi di avere un solo vestito, cerco di portarlo dignitosamente in tutte le occasioni, sia che vada a teatro o che vada a zappare l'orto. Se però inizio a guardarmi intorno, e vedo che gli altri cambiano abbigliamento a seconda dell'occasione, in parte per convenzione sociale, in parte per effettiva maggior comodità specifica (è scomodo zappare in smoking e viceversa...), allora può darsi che mi venga voglia di sacrificarmi per riuscire ad acquistare gli abiti "adatti" a circostanze diverse. L'accostamento con gli stili e le tecniche di ballo non mi sembra peregrina. Nei casi più estremi è la stessa struttura ritmico-musicale a sfavorire certe modalità di esecuzione nel ballo: come notava Giulianoscuro, ad esempio su certe salse è praticamente impossibile esguire la Rueda, ma aggiungo io che è generalmente tutto il Baile de Casino che meglio si adatta a pezzi più quadrati ritmicamente, tanto è vero che gli stessi cubani interpretano la timba (ricca di stacchi, inserti afro/rumba/jazz, descargas) non con le canoniche figure del Casino ma a coppia suelta, andando di tembleque, despelote e improvvisazioni varie. Anch'io ho ballato (e ancora ballo senza problemi) "a lo cubano" non solo la musica cubana ma anche gran parte della salsa gorda e romantica con la quale ho iniziato: Gilberto Santarosa, Frankie Ruiz, Oscar D'Leon, Andy Montañez, Marc Anthony, El Canario e via dicendo. Certo, aumentata la consapevolezza e la comprensione della musica e dei testi, per interpretare certe salse percepisco un po' fuori registro la guaperia e la picardia strettamente connaturate al Baile de Casino, e cerco di orientarmi verso uno stile che esprima maggiormente un atteggiamento di galanteria, di ammirazione e corteggiamento elegante nei confronti della dama, a cui concedere il ruolo di protagonista della scena. E' logico che questo sia in buona parte frutto di condizionamenti "culturali", ma qui ritorniamo alla metafora iniziale: se tutti indossassero la stessa tuta da lavoro sia a teatro che nell'orto nessuno si farebbe domande e tutti continuerebbero a vestirsi allo stesso modo in qualsiasi occasione, con qualsiasi tempo, a qualsiasi età...il che non necessariamente è un male, intendiamoci!
Per quanto riguarda la salsa dura ballata nei ghetti, e ricordata da Tommy, quando avrò un po' di tempo mi piacerebbe raccontare un interessante risvolto appreso, nel Salsagolosa inverno 2005, da uno dei protagonisti di quell'epoca: e cioè di come un aspetto oggigiorno sottovalutato fosse, in quel periodo, l'insofferenza dei salseros del barrio nei confronti dei loro genitori e fratelli maggiori e del loro modo di ballare: una contestazione dai diversi tratti generazionali, sociali e di gusto, poi progressivamente rientrata per motivi commerciali...era proprio quel modo di ballare che si poteva vendere come prodotto nelle scuole, non la salsa spontanea (brutta e cattiva...
) de la calle...
LA RUMBA ES SENTIMIENTO MANANA
Jimi