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Recensione del concerto dei Lebron Brothers a cura di Tommy Salsero
chevere:
E dopo l'intervista arriva anche la recensione del concerto dei Lebron Brothers, a cura di Tommy Salsero e con le bellissime foto realizzate da Daikil.
Davvero bello rileggere alcuni dettagli di quella meravigliosa serata...
Buona lettura!
http://www.lasalsavive.com/portale/pagine/biblioteca/recensioni/lebronbrothers_milano.shtml
LaChica:
Ma bello tutto!!!! :afro: :smitten:
jimi:
Ciao a tutti,
ottimo lavoro, complimenti e..grazie!
LA RUMBA ES SENTIMIENTO MANANA
Jimi
Daikil:
Bravo Tommy :afro: Bellissima!!!
Rickydj:
Grande Tommyyy!!!
Come promesso e anticipato mi son talmete impeganto nel preparati un "commento" che nè è venuto fuori un articolo che ho pubblicato anche sul mio sito.
DEDICATO A Mamma Anna, Max, Tommy, Cafe Caribe e Daikil che tanto hanno fatto e dato a questa causa.
Allora ragazzi! .. che dire!?.. Decisamente sempre più professionali ed attrezzati.. “coglioni!! .. direbbe la Sandra !!”Sulla passione e competenza che vi anima mai avuto dubbi. Mi son perso il concerto (facendo questo lavoro me ne son persi molti) e non posso dir nulla. Ha provveduto magistralmente Tommy con la sua recenzione. Vorrei invece farvi partecipi delle sensazioni che mi ha dato il fantastico resoconto del concerto dei LEBRON BROTHERS di sabato 30 giugno a Milano.
Quello che colpisce ed arriva dritto “dentro” sono la disponibilità e l’umiltà cariche di grinta con passione e determinazione, unite al rispetto che questi grandi artisti hanno nel loro DNA. Caratteristiche comuni fra i “calienti latini” ma anche tra i “grandi di sempre”.
Caratteristiche marcate che traspaiano nelle risposte di questi musicisti ultra sessantenni , ma soprattutto caratteristiche che troviamo e possiamo assaporare nei loro brani … da allora ad oggi. Disponibilità di apertura a 360 gradi .. a tutto .. dalle interviste di appassionati fans di oggi alle varie correnti musicali che allora, alla fine degli anni ’60, nascevano come funghi. Nuovi strani e rivoluzionari ritmi che arrivavo da ogni dove e dei quali , i fratelli Lebron, hanno saputo cavalcare l’onda e fare tesoro delle sfumature. Importanti influenze soul ed altre, come individua Tommy che puntualmente ritroviamo nelle proprie composizioni. In particolare viene spontaneo segnalare il brano “ Daddy’s Home” dell’album “Brothers” del 1971 che richiama i sempre verdi “slow - terzinati” di fine anni ‘ 50 che ancor oggi possiamo sentire e ballare nelle balere e dancing d’Italia e di tutto il mondo. L’umiltà senza la quale degli acerbi ragazzini di 17 anni sarebbero stati travolti dalla loro stessa precoce fama. Carica e grinta necessarie per stare sulla cresta del successo e rimanerci per tutto questo tempo e i loro brani sono, a mio avviso, uno dei pochi esempi che rispecchiano queste caratteristiche. Nonostante le qualità di registrazione del tempo, possiamo cogliere nettamente e distinguere con precisione, direi assoluta, le varie sessioni strumentali, come la “cattiveria” delle percussioni con quel caratteristico incalzante “campano” dirette da Frank (conga) e Carlos (bongo).. i fraseggi della sezione metalli precisa e secca con stacchi al “bisturi” fra le tradizionali trombe e l’innovativo “saxofono tenor”, già al tempo inserito con successo nel gruppo.. il piano del leader Josè, grave e potente che si fonde sia nell’accompagnamento che nelle melodie con il basso di Angel .. le voci solista e dei cori che sembrano tutto meno che quelle di adolescenti in erba. La passione struggente dei loro boleri e quella “elettrica” e galvanizzante verso la salsa ed i salseri, “de colombia” in particolare e del “mundo entero”. Passione dentro ogni loro brano e, per antonomasia, in “salsa y control” che oltre ad essere il pezzo che li identifica consegnandoli alla storia, è il riassunto concentrato dei Lebron Brothers.
La determinazione con la quale hanno portato avanti ciò che hanno costruito e nel quale credono, da quasi 50 anni, incuranti delle mode “.. tanto la salsa non passerà mai..”.
E il rispetto!! Ingrediente ormai dimenticato senza il quale nessuno va da nessuna parte, ma ahimè sembra che nessuno oggi se ne accorga e, quel che è peggio .. che a nessuno interessi! Rispetto per i grandi, i “re” di allora che lo stesso Angel sottolinea “..eravamo dei ragazzini di 17 anni e non davamo ancora molta importanza alla loro musica. Poi con il passare del tempo ci siamo resi conto..”
Giù il “cappello” quindi a questi grandi “artisti” e a questi “amici” che ne hanno colto l’essenza e ce l’hanno regalata con il loro il fantastico resoconto!
Grazie Rickydj
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