Ieri sera all'Anfiteatro di Marinara ho avuto il privilegio di assistere ad un concerto di un quartetto d'eccezione:
Pat Metheny - chitarre varie
Brad Mehldau - pianoforte
Larry Grenadier - contrabbasso
Jeff Ballard - batteria, percussioni.
Due ore e un quarto di poesia. Una musica piena, tonda, completa. Una culla, un abbraccio, un venticello carezzevole. Melodica fino alla fine. Persino la batteria... persino nel suo intenso assolo... era dolce da ascoltare.
Il piano aveva un carattere ed un'intensità che mi hanno affascinata dalle prime note. Delle chitarre cosa si può dire? E' scontato parlare bene di Pat Metheny, del suo sorriso e della sua serenità che escono anche dal suo strumento. E' una musica che sorride. C'è stata una parte di un brano per cui ha imbracciato la chitarra elettrica che suona come una tromba... ecco, con quella ho avvertito una protesta, ma una protesta che non smetteva di essere serena, che non smetteva di essere disponibile "non mi va, ma sai che ci sono". Chissà se davvero avrà voluto dire così.... E la chitarra "Picasso"? Arpa, basso, chitarra acustica tutto in uno. Si è accompagnata con il pianoforte. Erano in due.. e solo in due e riempivano tutto... non c'era angolo che non accogliesse la loro musica, non c'era respiro che non contenesse le loro onde... delicate e travolgenti, travolgenti e delicate. Note che mi danzavano dentro e mi abbracciavano fuori. Note di amore e di vita.
E cosa si può desiderare di meglio dopo un concerto del genere? Io ho desiderato il silenzio. Un silenzio di pace che permettesse alle vibrazioni di due intense ore di musica si placassero naturalmente dentro di me.... fino a sfumare via, lasciandomene solo il ricordo, il sapore, il profumo, la sensazione di essere avvolta da un lenzuolo di musica... che nel sonno si sarebbe dissolto da solo.